
da "Racconti e bozzetti" (1880-1922)
Frammento II
Nella citt� straniera, stranieri l'uno all'altra, s'erano trovati accanto
alla stessa tavola d'albergo e alla medesima rappresentazione teatrale che attirava da
ogni parte gli zingari della gran vita.
Ella fine e delicata come un fiore - egli baldo e rapace come un uccello da
preda. E appena si guardarono in viso la prima volta tornarono a guardarsi, ella facendosi
sempre pallida. - E dopo, nella semioscurit� del teatro che concentrava una sensazione
estraumana, lo sfolgorio delle scene, e l'ebbrezza delle piene orchestre, egli si
impadron� risoluto delle piccole mani tremanti, e le tenne strette quanto dur� la loro
stagione d'amore.
Dolce stagione che dilegu� al pari della visione scenica! - Dolce musica che
respirava - gli incanti svaniti colla grazia un po' triste e la tenerezza penetrante delle
cose che non son pi� - l�, in quell'altro teatro di un altro paese dove si erano trovati
insieme l'ultima volta, ancora accanto, e pure tanto lontani!
Milano, 10 giugno 1900

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