5.2 Nascita e sviluppo della rete Internet

Nel 1964, per opera dell'Advanced Research Project Agency (poi DARPA e dal 1993 di nuovo ARPA), un'agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD), parte un progetto denominato ARPANET, il cui scopo era quello di fornire ai quadri militari del paese un sistema di comunicazioni riservato e del quale fosse possibile garantire la funzionalità globale anche in caso di interruzione di alcune linee di comunicazione o di guasti ad alcuni nodi (computers della rete), a causa ad esempio di bombardamenti nucleari [Banaudi 1994, 284; Krol 1994, 17; Gilster 1994, 54] [1] . In che modo le autorità degli Stati Uniti avrebbero potuto comunicare con successo anche dopo una guerra nucleare? Si pensò a una rete di comando e di controllo estesa da una città all'altra, da uno Stato all'altro e da una base militare all'altra. Il problema però consisteva nel fatto che qualunque centro fortificato della rete sarebbe stato un bersaglio ovvio e immediato per i missili nemici.

Il compito di ideare una soluzione fu affidato dall'ARPA alla Rand Corporation, una società inglese, che arrivò a una conclusione audace per l'epoca: la rete non avrebbe avuto nessuna autorità centrale e doveva essere progettata fin dall'inizio per operare in condizioni di emergenza. Ciascun nodo della rete doveva avere uno status pari a quello di tutti gli altri, ed essere dotato dell'autorità necessaria a originare, trasmettere e ricevere messaggi. I messaggi stessi dovevano essere divisi in pacchetti, ognuno indipendente da tutti gli altri. Il percorso di ogni singolo pacchetto dall'emittente alla ricevente sarebbe stato ogni volta diverso e pressoché casuale [2] . Un sistema di comunicazione così disorganizzato sarebbe stato inefficiente secondo i criteri comuni dell'epoca, ma anche molto difficile da distruggere. Neanche la distruzione di gran parte della rete avrebbe avuto irrimediabili conseguenze [Banaudi 1994, 112; AA.VV. 1995]

Il modello ARPANET, quindi, dava per scontato che la rete stessa fosse senza un centro attraverso cui fossero costrette a passare le comunicazioni e poco affidabile: si presupponeva che una qualsiasi parte della rete potesse scomparire in un qualsiasi momento. Ai computers perciò, e non alla rete, fu affidato il compito di portare a termine la comunicazione. Per non sovraccaricare i singoli computers di lavoro e per consentire una maggiore capacità globale della rete di recapitare a destinazione i pacchetti nonostante possibili problemi, si decise che tutti i computers della rete avrebbero potuto, direttamente o indirettamente, comunicare tra di loro. Nessun computer avrebbe dovuto necessariamente possedere una mappa globale della rete, ma ciascuno avrebbe dovuto conoscere solo le proprie vicinanze e la direzione approssimativa verso cui inviare il messaggio, delegando ai computer più vicini il successivo instradamento fino a destinazione. Per tale compito occorrevano computers particolari, detti IMP (Interface Message Processors), la cui realizzazione venne affidata, tramite appalto, a una piccola ditta di Cambridge nel Massachussets, la "Bolt, Beranek & Newmann, Inc." [Krol 1994, 17 e 25-35; Kahn 1987; Cerf 1995], dopo che l'IBM, con vera "cortomiranza", aveva rifiutato un'offerta in tal senso [3] .

Nel 1968 viene installato, presso l'Università della California di Los Angeles (UCLA), il primo nodo di ARPANET. Nel dicembre dello stesso anno i nodi sono già quattro, in altrettante università (oltre che a Los Angeles, allo Stanford Research Institute di Menlo Park in California, alla University of California di Santa Barbara e alla Università dello Utah). La rete diventa operativa a partire dal 1969 [Hardy 1993; Banaudi 1994, 112; Carlini 1995].

Nel 1971 i nodi sono quindici. E' importante far notare che ARPANET in questo periodo è ancora un singolo network, ovvero che non esiste ancora quel "network di networks" (vedi Appendice A) che sarà Internet. Il protocollo di comunicazione della rete è l'NCP (Network Control Protocol) [Zakon 1996].

Nel 1973 il DARPA dà inizio all'Internetting Project, consistente nella ricerca di un modo per connettere ARPANET ad altre reti usando anche canali radio o satellitari: il problema da risolvere era quello di ideare un metodo di interconnessione che non richiedesse alle reti esistenti di mutare l'hardware o il software che usavano, nel qual caso il progetto avrebbe incontrato eccessive difficoltà pratiche di realizzazione [4] . Tra il 1973 e il 1974 Robert Kahn (della BBN Inc.) e Vinton Cerf (dell'UCLA) inventano allo scopo il protocollo di comunicazione TCP/IP [Kahn 1987; Cerf 1991 e 1995; Zakon 1996]. Al 1973 risalgono le prime connessioni internazionali di ARPANET, rispettivamente con l'University College of London e il Royal Radar Establishment in Norvegia [Zakon 1996].

Nel 1975 la nuova rete funziona ormai regolarmente, e la responsabilità per la sua gestione viene trasferita alla DCA (Defense Communications Agency, oggi Defense Information Systems Agency) [Zakon 1996; Cerf 1995]. Cominciano a nascere le prime "conferenze elettroniche distribuite" (mailing lists); la più affollata è "SF-LOVERS", frequentata dagli appassionati di letteratura di fantascienza [5] [Banaudi 1994, 112].

Nel 1977 l'Internetting project dimostra la sua fattibilità: in una dimostrazione vengono collegate quattro tipi di reti, ARPANET, SATNET (una rete via satellite), una rete Ethernet e PRNET [Cerf 1995]. Sempre nel 1977 vengono diffuse le specifiche tecniche per l'implementazione della posta elettronica [Zakon 1996].

Nel 1979 nasce, per opera di Tom Truscott e Steve Bellovin, la rete USENET. Sorta originariamente per tenere in contatto gli utenti del sistema operativo UNIX (tramite il cui software la rete stessa veniva gestita), USENET variò in seguito le proprie aree tematiche fino a comprendere qualsiasi interesse fosse manifestato dai suoi utilizzatori. Tramite la rete infatti vengono distribuite agli utenti le cosiddette news o "conferenze", ovvero filoni di discussioni a tema tra gli utenti stessi, realizzate attraverso un metodo originale di distribuzione della posta elettronica tramite linee sia dedicate che telefoniche, usando il protocollo di comunicazione UUCP (Unix to Unix CoPy), sviluppato nel 1976 nei laboratori della AT&T e incluso in UNIX nel 1977. Oggi le news di USENET vengono distribuite, in modo trasparente per gli utenti, anche attraverso Internet, di cui costituiscono una delle risorse più preziose [Hauben 1995; Zakon 1996].

Durante gli anni ottanta si verificano diverse svolte importanti. Nel 1980 il DARPA ammette il collegamento ad ARPANET di CSNET (Computer Science NETwork), una rete universitaria creata dalla NSF (National Science Foundation), un'agenzia governativa statunitense [Gilster 1994, 19]. Nello stesso anno nasce in California una rete simile a USENET ma totalmente amatoriale e ad accesso libero e gratuito, la rete FIDONET (dal nome del primo software per la condivisione della posta elettronica via telefono in ambiente non-UNIX: "Fido", realizzato da Tom Jennings). La rete FIDONET, che oggi conta circa 40.000 nodi in tutto il mondo [Tinsley, 1996] (di cui circa 400 in Italia) contando anche le sue varie filiazioni (PEACELINK, VIRNET e così via), è stata ed è tuttora uno dei più grandi veicoli di alfabetizzazione telematica mondiale, preparando il terreno alla recente esplosione di accessi di utenti non accademici alla rete Internet [Banaudi 1994; 149-196]. Oggi Internet e FIDONET sono reciprocamente raggiungibili tramite la posta elettronica.

Nel 1981 nasce nell'ambito universitario statunitentse (New York City University) la prima rete per la ricerca istituzionale: BITNET (Because It's Time NETwork), che oggi è diffusa in molti paesi e che costituisce una delle più grandi reti raggiungibili via Internet, sia pure solo attraverso la posta elettronica. Il primo collegamento avviene con Yale. BITNET consente lo scambio di posta elettronica, le conferenze distribuite (mailing lists) e il trasferimento di files. [Banaudi 1994, 112; Zakon 1996]. Nel 1989 CSNET e BITNET si fonderanno dando vita al CREN (Corporation for Research and Educational Networking) [Gilster 1994, 19; Zakon 1996].

Nel 1982 nasce EUnet (European UNIX Network), che fornisce servizi di posta elettronica e le conferenze di USENET. I primi collegamenti avvengono tra Olanda, Danimarca, Svezia e Regno Unito. Nello stesso anno l'ARPA sceglie il TCP/IP come protocollo standard di comunicazione per la propria rete ARPANET. Ciò porta alle prime definizioni di "internet" come una qualsiasi serie di reti connesse usando il protocollo TCP/IP e in particolare di "Internet" come la serie di reti connesse tramite TCP/IP che allora effettivamente esistevano [Zakon 1996].

Nel 1983 il Ministero della Difesa statunitense impone definitivamente l'uso del protocollo TCP/IP sugli hosts di ARPANET, eliminando del tutto l'uso del protocollo NCP. Nello stesso anno dalla rete ARPANET si stacca tutto il settore militare (che darà origine a una propria rete, MILNET). Viene fondato l'Internet Activities Board (IAB), che subentra al ICCB (Internet Consultive Committee Board) nel compito di coordinare lo sviluppo tecnologico della rete Internet.

Matura nel frattempo la tecnologia delle LAN (reti locali) e dei desktop computers: la maggior parte delle LAN prevedeva come software di gestione lo UNIX 4.2BSD, che includeva il protocollo di rete IP [6] , lo stesso usato dai computers che gestivano ARPANET [Giuliano 1982; Kahn 1987; Zakon 1996]. Nel corso degli anni ottanta molte organizzazioni, sia pubbliche che private, si doteranno di LAN e alcune richiederanno un collegamento ad ARPANET. Il bisogno di reti ad intelligenza distribuita, di tipo internet, comincia a prevalere su quelle a intelligenza centralizzata. In Europa viene creata la rete EARN (European Academic Research Network), che ricalca il modello di BITNET [Zakon 1996].

Nel 1985 si calcola che Internet sia formata da circa 100 reti [Banaudi 1994, 113; Gilster 1994, 15 e 18; Krol 1994, 18].

Nel 1986 si verifica un evento di importanza cruciale nel cammino verso la definitiva realizzazione della rete Internet. La National Science Foundation, nell'intenzione di permettere un ampio accesso della comunità scientifica a cinque centri di supercomputers da lei creati, tenta di servirsi allo scopo della esistente rete ARPANET. Il progetto però fallì a causa di numerosi problemi burocratici e organizzativi. La NSF decise allora di costruire una propria rete, basata sulla stessa tecnologia trasmissiva di ARPANET. Per mantenere i costi a livelli accessibili, non era certo pensabile collegare ogni università direttamente a uno dei centri anzidetti. Si decise perciò di creare reti regionali, suddividendo così i costi di gestione tra molte entità. Tali reti vennero collegate tra loro fino a formare una specie di catena, la cui estremità veniva collegata a uno dei centri di supercomputers. Allo stesso modo i centri vennero collegati tra loro, cosicché alla fine tutti i computers della rete potevano comunicare tra loro. La rete si era ormai accresciuta ben al di là del suo nocciolo iniziale, ARPANET, e si cominciava a designarla comunemente con il nome di Internet. Di importanza decisiva per un ampliamento effettivo dell'accesso alla rete a un vasto numero di utenti fu la decisione della NSF di investire in collegamenti nei vari campus universitari solo se i responsabili dei campus avessero un piano per diffondere l'accesso nella propria zona, in primo luogo agli studenti [Zakon 1996; Krol 1994, 17-19]. NSFNet si avvia così a diventare la maggiore backbone [7] di Internet.

A questo periodo risalgono anche la prime proposte di creazione di un'infrastruttura nazionale per le telecomunicazioni informatiche, la cosiddetta Information Superhighways (autostrade per l'informazione) ad opera di un membro del parlamento Usa, Al Gore. Secondo quanto riferisce lo stesso Gore [LaQuey 1993] la sua proposta non ricevette allora molta attenzione, se non da parte degli industriali delle fibre ottiche.

Il traffico sulla dorsale della NSFNet cresce rapidamente, e nel 1987 una partnership tra la MERIT (Michigan Education and Research Infrastructure Triad), l'IBM e la MCI Corp. (colosso americano nel campo della telefonia a lunga distanza e messaggistica elettronica) firma un accordo cooperativo con la NSF, con il compito di potenziare NSFNet e continuarne lo sviluppo [Gilster 1994, 19; Zakon 1996].

Nel 1988 si verifica un evento chiave per il successivo sviluppo della rete. La MCI propone alla NSF di interconnettere il suo sistema di posta elettronica, "MciMail", alla NSFNet, per accrescere la connettività di Internet con altri sistemi di posta elettronica, anche non legati alla ricerca scientifica. L'idea che stava sotto a tale proposta, e che diventa da quel momento l'idea portante per lo sviluppo di Internet, era che l'interconnessione tra reti è sempre un vantaggio per tutti, indipendentemente da considerazioni del tipo "chi paga per i tuoi messaggi che passano attraverso la mia rete?". La proposta venne accolta con alcune limitazioni, per impedire che i fornitori d'accesso privati usassero la rete scientifica per far transitare gratis la posta (soprattutto commerciale) tra un fornitore e l'altro. In seguito, il progressivo aumento del numero dei fornitori privati di connettività eliminerà di fatto il problema di tali restrizioni riguardanti l'uso accettabile della rete. Oggi tali restrizioni permangono solo nelle tratte di reti appartenenti a organizzazioni scientifico-educative, che però attualmente sono sempre meno importanti come fornitrici di accesso alla rete [Berretti e Zambardino 1995].

Sempre nello stesso anno, il Dipartimento della Difesa USA sceglie di adottare OSI come protocollo di comunicazione di riferimento, definendo un profilo obbligatorio di protocolli per le reti e gli apparati di rete acquistabili dal governo (GOSIP, Government OSI Profile). L'uso del TCP/IP è considerato solo come temporaneo (ovvero fino a che di fatto non venga sostituito da OSI) [8] . Internet comincia a diffondersi ampiamente all'esterno degli USA e in particolare in Europa: si connettono a NSFNet Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Islanda, Norvegia e Svezia [Zakon 1996].

Nel 1989 si conclude ufficialmente la fase di sperimentazione di ARPANET. Dall'applicazione del suo modello tecnologico si è ormai formata Internet. La rete si stava diffondendo su scala mondiale, soprattutto in ambito universitario, e cresceva con un tasso di incremento del 50% annuo (che scenderà al 20% nel 1990 per poi risalire vertiginosamente a partire dal 1994) [Banaudi 1994, 113]. Nello stesso anno RARE (Réseaux Associés pour la Recherche Européenne), un consorzio tra reti della ricerca europee nato nel 1986 con l'intenzione di promuovere la creazione di un network (che avrebbe dovuto chiamarsi COSINE) in standard OSI, riconoscendo il predominio di fatto che Internet assicura al protocollo TCP/IP, dà vita a RIPE (Réseaux IP Européens), organismo coordinatore formato dai fornitori europei di connessioni Internet per assicurare il coordinamento tecnico e amministrativo necessario alla messa in opera di un network IP pan-europeo [9] . Nascono l'Internet Engineering Task Force (IETF) e l'Internet Research Task Force (IRTF), sotto la guida dello IAB. Il primo si occupa di risolvere i problemi più immediati di gestione di Internet, il secondo di ricerca a lungo termine sugli sviluppi possibili della rete. Internet continua ad estendersi: si collegano alla NSFNet anche Australia, Germania, Israele, Italia, Giappone, Messico, Olanda, Nuova Zelanda, Porto Rico e Inghilterra [Thompson 1995; Zakon 1996].

In questo periodo comincia anche la fase della commercializzazione in grande stile dei servizi via rete. Molte delle reti regionali create dalla NSF (BARNET, SURANET, JVNCNET, CICNET, NYSERNET ecc.) diventano organizzazioni for-profit, in quanto era già previsto che i finanziamenti della NSF sarebbero serviti solo a porre le infrastrutture iniziali, ma che a un certo punto le reti regionali avrebbero dovuto autofinanziarsi. Altre reti partono già fin dall'inizio con una impostazione commerciale: è il caso ad esempio di ALTERNet, e CERFNet. Prima di allora le possibilità di introito economico intorno alle reti erano limitate alle aziende che fornivano le tecnologie e il know-how per costruirle e gestirle. Esistevano già da tempo comunque dei servizi telematici a pagamento negli Stati Uniti: tra i più famosi Compuserve, Delphi, Prodigy e America On Line [Cerf 1995; Zakon 1996].

Lo sviluppo nei primi anni novanta si fa sempre più frenetico. Nel 1990, dopo il definitivo ritiro di ARPANET, la NSF annuncia la costituzione della ANS (Advanced Network & Services, Inc.), associazione non-profit che riunisce MERIT, IBM e MCI in un'organizzazione che ha lo scopo di potenziare ulteriormente la capacità trasmissiva di NSFNet [Gilster 1994; 19]. Viene fondata da Mitch Kapor [10] , John Gilmore e John Perry Barlowe la Electronic Frontier Foundation (EFF), organizzazione senza fine di lucro che si propone lo scopo di vigilare sul mantenimento di un accesso il più libero possibile alle risorse online, sulla privacy e sulla libertà di espressione in rete.

Si connettono alla NSFNet: Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Cile, Grecia, India, Irlanda, Corea del Sud, Spagna e Svizzera. "The World comes on-line" (world.std.com), è il primo fornitore commerciale di accessi Internet tramite la normale linea telefonica (dial-up access) [Hardy 1993; Zakon 1996].

Nel 1991 viene finalmente approvato negli USA un progetto di sviluppo della rete di telecomunicazioni informatiche che si richiama al concetto delle Information Superhighways ricordato prima. Il governo stanzia due miliardi di dollari in cinque anni per il suo finanziamento, affidando l'incarico per lo sviluppo del progetto stesso all'ente gestore del NREN (National Research and Education Network), al quale spetterà inoltre la gestione della backbone alla quale tutti i servizi pubblici potranno in futuro allacciarsi [Banaudi 1994, 113].

Sempre nello stesso anno, per aggirare le restrizioni all'uso commerciale delle strutture della rete NSFNet imposte dalla NSF nella sua Acceptable Use Policy (AUP), viene fondata la Commercial Internet eXchange (CIX) Association, Inc., un'associazione senza fine di lucro tra fornitori commerciali di accesso ad Internet che comprende la General Atomics (con la propria rete CERFNet), Performance System International, Inc. (con PSINet) e UUNET Technologies, Inc. (con ALTERNet). Altri paesi si connettono alla NSFNet: Croazia, Repubblica Ceca, Hong Kong, Ungheria, Polonia, Portogallo, Singapore, Sud Africa, Taiwan, Tunisia [Zakon 1996; Barbacovi 1995].

Nel 1992 viene stipulato un accordo tra NSF e ANS per la gestione di due reti separate ma con in comune la stessa dorsale (quella della NSF opportunamente potenziata): NSFNet per le istituzioni finanziate dal governo e ANSNet per gli utenti commerciali (gestita tramite una società sussidiaria di ANS, ANS CO+RE) [Gilster 1994, 19-20]. Nello stesso anno, per coordinare gli sforzi dei vari organismi tecnici di gestione della rete volti al mantenimento e allo sviluppo degli standard dei protocolli usati, viene istituita l'Internet Society (ISOC), con presidente Vinton Cerf , uno dei primi sviluppatori della rete (nel 1994 Cerf ha lasciato l'ISOC accettando la carica di vicepresidente di MCI, colosso americano, insieme a SPRINT e AT&T, nella telefonia a lunga distanza [Carlini 1995]. La sua carica nell'ISOC è oggi ricoperta da Donald Heath). Lo IAB diventa parte dell'ISOC.

Ancora nel 1992 il CERN di Ginevra introduce un approccio di presentazione e collegamento delle informazioni presenti su Internet chiamato World-Wide-Web (Ragnatela Mondiale, indicato di solito con l'acronimo WWW), un sistema ipertestuale-ipermediale basato su una tecnologia di tipo client/server [11] , che facilita enormemente ai non esperti l'uso delle risorse della rete, unificandone l'interfaccia. Più avanti nello stesso anno, il National Center for Supercomputing Application (NCSA) presso la University of Illinois a Urbana-Champaign rilascia, in forma gratuita e liberamente distribuibile Mosaic, il primo client per utilizzare World-Wide Web in modalità grafica con interfaccia mouse-menu-icone. Si connettono alla NSFNet: Camerun, Cipro, Ecuador, Estonia, Kuwait, Latvia, Lussemburgo, Malesia, Slovacchia, Slovenia, Thailandia e Venezuela [Zakon 1996; Barbacovi 1995].

Nel 1993 il progetto volto a creare un'infrastruttura nazionale per le telecomunicazioni viene definitivamente varato dal governo statunitense con la denominazione di "National Information Infrastructure Act" [Banaudi 1994, 114; Zakon 1996].

Nello stesso anno l'NFS istituisce il servizio InterNIC (Internet Network Information Center) per offrire sia agli utenti che ai fornitori d'accesso vari servizi informativi e di reperimento delle risorse su Internet. Il servizio è fornito in cooperazione con AT&T (servizi di directory e database), Network Solutions Inc. (servizi di registrazione) e General Atomics/CERFNet (servizi di informazione) [12] . Esplode l'attenzione dei mass media nei confronti di Internet. Si connettono alla NSFNet: Bulgaria, Costa Rica, Egitto, Fiji, Ghana, Guam, Indonesia, Kazakhstan, Kenya, Liechtenstein, Peru, Romania, Federazione Russa, Turchia, Ucraina, UAE e Isole Vergini [Marine 1994; Zakon 1996].

Nel settembre del 1994, il governo USA annuncia un piano per la privatizzazione della maggiore dorsale pubblica Internet, NSFNet. Il piano, denominato "The National Information Infrastructure Agenda for Action", propone di porre in mani private la NSFNet e il suo successivo sviluppo, decisione che non manca di suscitare polemiche, soprattutto da parte di chi ritiene che lo sviluppo e la forza di Internet siano dovute soprattutto al suo carattere di libera condivisione delle risorse della rete fra tutti gli utenti. Il piano di privatizzazione della rete era stato messo a punto già diversi anni prima in un meeting (descritto nel documento "Commercialization of the Internet: Summary Report") tenutosi in data 1-3 Marzo 1990 alla Harvard University di Cambridge, Massachusetts. La partecipazione a tale meeting era a esclusivamente a invito, e la lista dei partecipanti includeva US Congressional Office of Technology Assessment, Rand Corporation, Brookings Institute, DARPA, MERIT, AT&T, MCI, Ameritech, Educom, Sprint International, Research Libraries Group, US Department of Commerce's, National Telecommunications and Information Administration, State of Ohio, IBM, Litel Telecommunications, Corporation for National Research Initiatives, Performance Systems International, UUNET, Digital Equipment Corporation, e la National Science Foundation [Hauben, 1995].

Nel corso del 1994 il National Institute for Standards and Technology (NIST) suggerisce che GOSIP (la specificazione governativa del protocollo OSI) incorpori TCP/IP e lasci perdere la pretesa di essere "OSI-only".

Nasce poi, dalla fusione di RARE e EARN, la Trans-European Research and Education Network Association (TERENA), con rappresentanze provenienti da 38 paesi come pure dal CERN e dal ECMWF (European Centre for Medium Range Weather Forecasting). Lo scopo di TERENA è di promuovere e partecipare nello sviluppo di un'infrastruttura internazionale di alta qualità per l'informazione e le telecomunicazioni a beneficio di ricerca e educazione [13] . Si connettono alla NSFNet Algeria, Armenia, Bermuda, Burkina Faso, Cina, Colombia, Polinesia Francese, Jamaica, Libano, Lituania, Macao, Marocco, Nuova Caledonia, Nicaragua, Niger, Panama, Filippine, Senegal, Sri Lanka, Swaziland, Uruguay e Uzbekistan [Zakon 1996] .

Sempre nel 1994 nasce l'equivalente italiano della EFF, Alcei [14] , libera associazione di cittadini che ha per scopo la difesa, lo sviluppo e l'affermazione dei diritti del "cittadino elettronico", cioè di chiunque diviene utente, diretto o indiretto, di un sistema o di un servizio telematico" [Gerino 1994].

Nell'Aprile del 1995 la dorsale della NSFNet (che ritorna a essere una rete esclusivamente dedicata alla ricerca scientifica) viene ritirata e al suo posto subentrano i fornitori di connessione commerciali. Tra questi ultimi, CIX è in una posizione di forza, dato che già alla fine del 1994 contava più di quaranta membri anche esteri (tra cui EUnet, uno dei maggiori network Internet europei, nato come fornitore di servizi per il mondo accademico, che fornisce connettività a molti fornitori d'accesso europei) [Zakon 1996; Miccoli 1995; Thompson 1995]. Tutto ciò in ossequio al principio che lo sviluppo delle reti negli Stati Uniti viene affidato largamente agli sforzi dei privati, se si escludono quelle militari (MILNET) e quelle strettamente dedicate a funzioni pubbliche [Gore 1993]. Queste ultime vengono affidate alla realizzazione del programma della "National Information Infrastructure" ("NII Agenda for Action"), che è prevista per gli inizi del prossimo secolo. Essa consiste di un sistema di informazioni pubblico formato da un tessuto continuo di reti di computers, database ad accesso pubblico ed elettronica di consumo che dovrebbe raggiungere milioni di case, scuole e uffici pubblici statunitensi. Il suo sviluppo dovrebbe essere catalizzato dal NREN, il nuovo network statunitense per la ricerca e le istituzioni educative, attualmente in via di sviluppo.


[1] Mai come nei primi anni Sessanta, infatti, aleggiava nel mondo la minaccia di una guerra nucleare. Dopo l'incidente della Baia dei Porci a Cuba, la tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica raggiunse i massimi livelli. Nel 1964 anche la Cina sperimentava la bomba atomica. Torna Su
[2] Questa tecnologia trasmissiva, detta commutazione di pacchetto, era stata ideata da Paul Baran della Rand Corporation già nel 1960. Si distingue dalla commutazione di circuito, usata per la normale telefonia. Mentre in quest'ultima viene creato di volta in volta una vera e propria "linea", diretta e riservata (fisicamente isolata dalle altre), nella prima c'è una rete interconnessa, che collega in modo indiretto e permanente emittente e ricevente. I messaggi vengono scomposti dall'emittente in "pezzi" numerati (pacchetti) che viaggiano ognuno separato per la rete. Ogni singolo pacchetto viene instradato verso destinazione dai computer che incontra, seguendo, tra le vie disponibili, quelle al momento meno intasate. Alla fine, quando tutti i pacchetti sono arrivati a destinazione (non importa in che ordine) vengono rimessi nella giusta sequenza dalla ricevente [Cerf 1991]. Torna Su
[3] Vennero usati degli Honeywell 516, che pur avendo solo 12.000 byte di memoria RAM erano potenti minicomputers che solo una grossa organizzazione poteva permettersi [Hardy 1993]. La stessa potenza elaborativa era disponibile una decina di anni dopo a poche centinaia di migliaia di lire nei primi home computers. Oggi i normali PC sono venduti con 8 Milioni di byte di RAM minimo. Torna Su
[4] Da questo sforzo nascono SATNET (una rete via satellite) e PRNET (una rete via radio). Nel frattempo un ricercatore della Xerox PARC aveva ideato una tecnologia (che diventerà famosa col nome di Ethernet) per creare reti locali di computers usando cavi coassiali [Cerf 1995]. Torna Su
[5] Le funzioni di posta elettronica, su cui si basano le mailing lists, erano originariamente ritenute dai progettisti della rete una funzione di secondaria importanza, ma divennero in seguito la funzione in assoluto più usata e apprezzata dagli utenti della rete. Questi ultimi erano quasi tutti appartenenti al mondo accademico, e la usavano sia per tenersi informati reciprocamente sullo sviluppo del proprio lavoro, sia per scambiarsi messaggi molto più informali [Sproull e Kiesler 1991]. Una curiosità: SF-LOVERS è una delle mailing lists frequentate da Sherry Turkle durante la raccolta del materiale che sarebbe confluito nella famosa ricerca The second Self [Turkle 1985]. Torna Su
[6] Il Ministero della Difesa USA aveva infatti finanziato l'Università di Berkeley perché integrasse tale protocollo nella versione di Unix da lei distribuita: BSD sta appunto per Berkeley Software Distribution [Sorge 1994b]. Torna Su
[7] "Spina dorsale" della rete, ovvero la linea di comunicazione principale di un'estesa area geografica, dalla quale si dipartono le linee secondarie regionali e locali. Torna Su
[8] OSI (Open System Interconnect) è un protocollo di comunicazione nato come alternativa tecnologicamente più aggiornata rispetto a TCP/IP. Data però l'enorme diffusione di quest'ultimo, si è in pratica già deciso che OSI ingloberà TCP/IP, per mantenere una compatibilità inter-rete tra le reti che useranno OSI e quelle che useranno solo TCP/IP [Sorge 1994b]. Torna Su
[9] Il progetto COSINE darà vita nel 1993 a EuropaNet, un network pan-europeo in grado di interconnettere le reti nazionali con velocità fino a 2 Mbit/sec [GARR 1993]. Torna Su
[10] Presidente della Lotus Inc., nota software house specializzata in prodotti per la connettività aziendale, oggi di proprietà dell'IBM. Torna Su
[11] Con client si intende un processo (software) che si connette chiedendo un servizio. Nell'hardware indica una macchina di limitate capacità elaborative, con interfaccia utente amichevole, la quale chiede tramite la rete ad altri computer di accedere a risorse che non possiede localmente (dischi, dati, procedure ecc.). Server è invece un processo che attende chiamate per fornire il suo servizio. Nell'hardware è una macchina dedicata ad una specifica attività (ad es. database) e dimensionata su questa esigenza [Sorge 1994a]. Torna Su
[12] L'indirizzo internet del WWW di InterNIC è http://www.internic.net/ Torna Su
[13] Mentre negli Stati Uniti i finanziamenti del governo sono diretti principalmente all'utenza finale (scuole, università, biblioteche ecc.) piuttosto che ai network accademici, e le compagnie telefoniche (che gestiscono le infrastrutture di rete) sono privatizzate, in Europa le reti accademiche, approfittando della posizione privilegiata loro garantita dal fatto di godere di sovvenzioni governative e dal fatto che le compagnie telefoniche operano quasi tutte in regime di monopolio pubblico, stanno già muovendosi in modo da ben posizionarsi in attesa dell'inevitabile privatizzazione delle loro strutture e della liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni, prevista per la fine del 1997. I fornitori di accesso commerciale trovano naturalmente la cosa insostenibile. Oltre ad accusare le posizioni dominanti delle compagnie telefoniche pubbliche nazionali (problema spinoso anche in Italia), protestano contro una proposta della Comunità Europea per la creazione di una rete di ricerca transeuropea finanziata dalla comunità stessa. Le reti accademiche, per sfruttare questa possibilità, hanno in programma la creazione di associazioni: tra quelle già realizzate la britannica DANTE Ltd. (Delivery of Advanced Network Technology) e lo stesso TERENA. Dal canto loro, anche i fornitori commerciali hanno cominciato ad associarsi e a fare accordi di mutua cooperazione (in Italia esiste l'AIIP, Associazione Italiana Internet Providers), in particolare per creare "punti di interconnessione neutrale", ovvero siti, forniti di routers, ai quali gli associati si connettono per scambiarsi più efficientemente il traffico dati. Le reti accademiche, infatti, sfruttano le loro policy di uso accettabile (che limitano l'accesso al mondo dell'università e della ricerca) per escludere accordi di mutua interconnessione, pur su base paritaria (peer to peer), con i fornitori commerciali, che permetterebbero una più efficiente gestione della rete (ad es. si pensi che se un abbonato di un fornitore commerciale di Bologna chiama un servizio del CINECA, nodo GARR (rete universitaria italiana) sempre di Bologna, il flusso dati deve talvolta passare per la rete ALTERNET negli Stati Uniti, oppure per Stoccolma, e poi tornare a Bologna!). Per superare in parte questi problemi, è stata creata nel 1991 un'associazione no-profit che comprende fornitori commerciali e network accademici, EBone (European Backbone), una grande dorsale pan-europea che connette a Internet oltre 40 reti regionali in più di 20 paesi [Thompson 1995]. Torna Su
[14] L'indirizzo internet del WWW di Alcei è http://www.nexus.it/alcei.html Torna Su