Conclusioni

Concludendo le considerazioni sulla didattica dei prossimi anni, mi paiono interessanti le osservazioni di Lévy quando giudica sbagliata l'idea comune di non ritenere la tecnologia in sé né buona né cattiva. In questo modo ci si dimentica come un programma sia già scritto facendo delle scelte precise, di come una macchina nasca dalle scelte tra i molti usi possibili dei suoi componenti. L'uso dell'utente finale è la conseguenza di una serie di usi antecedenti che finiscono per condizionarlo. (Lévy 1991, 52). Le tecnologie importate nel mondo scolastico di riflesso saranno la conseguenza di una serie di scelte compiute molto prima del loro arrivo sui banchi di scuola. Prendiamo la metafora di Lévy chiamata "ecologia cognitiva" per immaginare la futura organizzazione degli spazi cognitivi: "i futuri gruppi di architetti cognitivi...dovranno tener conto delle particolarità sensoriali e intellettuali della specie umana, delle abitudini prese con antiche tecnologie intellettuali, delle pratiche che si sono cristallizzate durante secoli intorno a concatenazioni semiotiche diverse, tra cui, in primo luogo, la lingua... tutta una ecologia cognitiva già dispiegata oggi, che occorrerà amministrare e far evolvere senza urti brutali, con la partecipazione degli interessati." (Lévy 1991, 53). Anche di questo si dovrà tener conto nella futura distribuzione del Sapere, ancora una volta ci ritroviamo a vedere come imprescindibile, nella costruzione della nuova Società, la reale partecipazione di tutti gli interessati

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