Introduzione dell'informatica in campo didattico

L'introduzione dell'informatica nella scuola è avvenuta attraverso tre fasi ancora non concluse: (Calvani 1994)

In contrasto con l'opinione comune più diffusa, l'introduzione delle nuove tecnologie non porta automaticamente al progresso nel processo formativo, paradossalmente un loro utilizzo inappropriato potrebbe favorire concezioni didattiche "vetero-tradizionaliste". Il computer si presta particolarmente al supporto di un apprendimento inteso come aggiunta continua di dati in un enorme magazzino. Simone definisce quest'impostazione fredda e nozionale come "didattica container". (Calvani 1994, 43) Si rischia così di trascurare la ricerca di significato nei processi di pensiero per esaltare al loro posto la semplice elaborazione dell'informazione. Papert invece evidenzia un modo di pensiero particolarmente positivo incoraggiato dalle nuove tecnologie: mentre nella scuola tradizionale l'errore come segno d'insuccesso è ciò che va tenuto nascosto, l'informatica tende a mettere in evidenza il valore positivo dell'errore. Si attiva così uno stimolo eccezionale allo sviluppo della creatività liberando finalmente l'individuo dalla paura di sbagliare, si incoraggiano sperimentalismo e tentare sistematico.(Ibidem, 43)

Molti insegnanti sono d'accordo nel riscontrare una generale tendenza di "assorbimento passivo" delle nuove tecnologie informatiche nell'ambito della scuola. Non c'è stata quindi la rivoluzione attesa, ma piuttosto un'amplificazione degli aspetti positivi e negativi già presenti nel settore educativo. Il computer come cassa di risonanza di situazioni già consolidate. Secondo Calvani in un bilancio dei primi dieci anni di ampia diffusione delle tecnologie informatiche, non si riscontrano grandi cambiamenti all'interno dei tradizionali sistemi d'istruzione. Anzi spesso si riscontra uno sconsiderato eccesso di aspettative andate spesso deluse tanto da alimentare negli ultimi anni una generale critica nei confronti dell'introduzione indiscriminata del personal computer.

Molti osservatori si trovano d'accordo su come non sia la tecnologia in sé a incidere sulle future metodologie di studio, quanto i sistemi educativi sviluppati attorno alla tecnologia. Prima dell'introduzione di nuovi strumenti sarà opportuno indicare finalità e tecniche d'insegnamento, definire una metodologia adatta. Questa considerazione implica un attento studio da parte degli insegnanti nei confronti delle tecnologie informatiche nel definire programmi di studio compatibili con le nuove potenzialità. Lo sforzo degli insegnanti deve puntare alla creazione di un nuovo stile d'apprendimento. Secondo Calvani se si riuscirà a cogliere le opportunità più rilevanti da esaltare in ambito didattico, si potranno determinare anche alcune tra le "dimensioni portanti dell'attività educativa". "Una particolare categoria di strumenti informatici favorisce l'espressione di componenti interne della mente, emozioni ed intuizioni. Potremmo chiamare questi ambienti "amplificatori della fantasia". Paradossalmente tecnologie sofisticate aumentano l'immediatezza creativa allentando i controlli nei confronti delle pulsioni interne". (Ibidem, 46) Un word processor, ad esempio, non è utile solo per la sua capacità di elaborazione del testo, ma anche per la capacità intrinseca di richiamare nella mente dell'utente immagini e sensazioni. Il computer grazie alla sua capacità di modifica dei documenti in maniera estremamente agile e veloce, aiuta a fissare le oscillazioni del pensiero tra le allusioni nascoste. Si stanno progettando inoltre i "sistemi tutoriali intelligenti", programmi studiati per l'apprendimento mediato dal calcolatore. Mediante una programmazione studiata per ogni singolo studente, si potranno offrire dei percorsi didattici particolareggiati attenti alle esigenze di ciascuno. Ognuno potrebbe regolare da sé i tempi d'apprendimento, procedendo velocemente in alcune parti del programma o ripetendo più volte altre. L'esperienza dei sistemi tutoriali intelligenti ha rivelato però un'efficacia in aree disciplinari a "struttura forte", contrapposta ad una scarsa incisività nell'insegnamento della lettura o della scrittura quando si concentri l'attenzione sull'espressione dei contenuti e non sulla forma grammaticale.

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