CAPITOLO SECONDO

Struttura dell'ipertesto

Un ipertesto è una rete d'unità d'informazioni comunemente definite "nodi".

Una problematica tipica nella progettazione degli ipertesti è quella di decidere numero e modo di organizzazione dei nodi. Il numero di nodi possibili a volte viene limitato dalle stesse caratteristiche del software-autore. Nella strutturazione dei nodi si deve immaginare un'unità d'informazione completa ogni nodo cioè deve essere studiato in modo da offrire un senso compiuto indipendentemente dagli altri letti precedentemente o successivamente. Ogni nodo è infatti potenzialmente raggiungibile da una molteplicità di percorsi.

I nodi sono uniti reciprocamente da dei links, dei collegamenti, che offrono varie possibilità di scelta alla discrezionalità del lettore. Nella fase progettuale viene definito il tipo di visualizzazione per ogni link. Il rimando potrà infatti riguardare un approfondimento del documento letto, un altro documento scritto o altro materiale sonoro o visivo. Per facilitare la navigazione vengono distinti i vari tipi di collegamenti. Si utilizzano allora dei colori diversi per evidenziare il testo con un link dal resto, oppure vengono posti dei segni particolari o ancora altre soluzioni come il cambio di forma del puntatore del mouse appena si sovrappone ad un collegamento.

Un ipertesto dovrà poi consentire di ripercorrere a ritroso ogni passo del percorso scelto, e in alcuni casi offrire una mappa dove l'utente possa conoscere il punto raggiunto nel contesto generale (history). Quest'ultima funzionalità potrebbe essere trascurata se si considera la definizione di ipertesto come rete e come tale senza la necessità di un inizio e di una fine stabiliti. Nella pratica però, molti degli ipertesti pubblicati finora, sono strutturati secondo un modello gerarchico o multisequenziale. Nel primo troviamo un'unità centrale dalla quale poi si potrà scendere ad esplorare le altre, nel secondo abbiamo un indice per dare varie possibilità di partenza. Fatta una scelta si seguirà una determinata sequenza di unità informative. Riprendendo a modello l'ipertesto immaginato da Nelson, non troviamo una struttura prevalente, ma un insieme di informazioni da richiamare senza alcun vincolo.

Di seguito una breve descrizione delle tre strutture ipertestuali, (gerarchica, multisequenziale e libera) utilizzate solitamente nella classificazione di un ipertesto.

gerarchica Tutti i percorsi partono da un nodo
multisequenziale All'inizio si ha la possibilità di una scelta fra vari nodi per iniziare percorsi predeterminati
libera La struttura più di ogni altra vicina al concetto originario di ipertesto. Senza inizio e fine.

Con la diffusione commerciale dei primi prodotti ipermediali si è sentita la necessità di individuare uno standard per la rappresentazione di documenti interattivi. Lo standard internazionale "Office Document Architecture" (ODA) sviluppato per la rappresentazione e l'interscambio di documenti cartacei si è dimostrato non adatto a tale scopo per la sua impostazione sequenziale, in quanto non teneva conto della possibilità di intervento attivo da parte dell'utente Il layout di ODA non prevede estensioni da parte del lettore.

Per tener conto della continua mutevolezza dei dati e della necessità di una loro continua rivisitazione, è stato sviluppato lo standard internazionale SGML (Standard Generalized Markup Language ISO 8879). L'SGML specifica un metodo standard per definire la struttura di un documento, permette di riconoscere dei modelli definiti per ogni tipo di documento prodotto e cioè bollettini informativi, manuali tecnici, cataloghi, lettere ecc...

Per quanto riguarda la fase operativa, vengono nominate le varie parti all'interno del documento: titolo, capitolo, paragrafo ecc...Questo permetterà una loro sistemazione a seconda del documento. Ogni parte di documento viene individuata ponendo all'inizio e alla fine della stessa delle marcature (tagging). Le "sezioni marcate" hanno il vantaggio di permettere la revisione veloce di un documento e di crearne la versione aggiornata.

Molte applicazioni SGML sono entrate in commercio. Lo stesso HTML (Hypertext Markup Language), il formato files per il World Wide Web, è un'applicazione del SGML.

Vediamo ora di prendere in considerazione alcuni ipertesti, o più precisamente opere multimediali, per individuarne i relativi pregi e difetti.

Prima di iniziare ricordiamo la differenza tra l'ipertesto come risultato finale e il software utilizzato per la sua creazione. Specificheremo di volta in volta il software utilizzato per la creazione degli ipertesti esaminati e cercheremo di evidenziare quello apparso più completo in rapporto alla facilità d'uso.

Ritorna all'indice