INTRODUZIONE - NOTE


1.

Il termine "estasi" (Dictionnaire des religions a cura di Paul Poupard) è, secondo la sua origine greca, "l'azione di essere fuori da sé" (Delahoutre, 1984, 561) ed è qui usato per indicare sia l'estasi dello sciamano, nel momento in cui la sua anima lascia il corpo per intraprendere il viaggio verso gli dèi, sia quella delle religioni afro-americane consecutiva alla danza.

Schott-Billmann (1977) distingue la possessione propriamente detta, cioè il rimpiazzamento della personalità cosciente di un soggetto da parte di una personalità differente e che si accompagna a un annullamento della coscienza, con l'estasi, in cui gli spiriti restano esteriori al soggetto. Quindi l'estasi non è considerata in relazione alla possessione.

Per Erika Bourguignon (1983) invece il termine "trance" indica il viaggio dell'anima dello sciamano, mentre quello di "trance da possessione" la visita dello spirito. L'autrice oppone poi queste due espressioni ("trance" e "trance da possessione"), che considera proprie dell'ambito culturale, alla nozione moderna di "stato alterato della coscienza" che concerne invece "un livello psico-fisico di osservazione".

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2.

La possessione malefica è caratteristica ad esempio dei Thonga africani (Bastide, 1972).

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3.

A Madagascar è lo stesso posseduto (quello che occupa il posto più in alto nella gerarchia dei posseduti, chiamato saha) che, aiutato da un assistente, dirige la cerimonia organizzata per uno o più malati-posseduti, a cui partecipano anche altri malati venuti a chiedere rimedi agli spiriti.

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4.

Lewis (1977, 38-39) definisce la trance come " lo stato mentale di colui che è soggetto all'esperienza mistica" e cioè "uno stato di dissociazione caratterizzato dall'assenza di movimenti volontari e frequentemente da alcuni automatismi negli atti e nel pensiero illustrati da stati ipnotici e medianici".
Per designare la "dimensione psicologica" della trance Lapassade (1990) impiega invece la nozione anglosassone di "stato alterato di coscienza" (Altered States of Consciousness) e spiega l'alterazione della coscienza come "un cambiamento qualitativo della coscienza ordinaria, della percezione dello spazio e del tempo, dell'immagine del corpo e dell'identità personale. Questo cambiamento presuppone una rottura, prodotta da un'induzione, al termine della quale il soggetto entra in uno «stato secondo»" (Lapassade, 1990, 5).

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5.

La trance è un comportamento del corpo modellato non solo dalla cultura ma anche dai vari momenti storici (Lapassade, 1980).

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6.

Nel samp uolof il rito organizzato per permettere la manifestazione dello spirito, e che consiste nell'erezione di un altare, non implica infatti delle trance di possessione (Lapassade, 1980).

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7.

Leiris (1989) distingue infatti una possessione "autentica", subita in buona fede, da una "inautentica", simulata deliberatamente.

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8.

Mars (1962) distingue una possessione "non rituale", di carattere patologico e che sorge raramente durante le cerimonie, da una possessione "rituale" alla quale attribuisce un carattere normale in funzione della relatività culturale.

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9.

Il tarantismo, la cui presenza in Puglia è attestata già dal XV secolo, è stato a lungo considerato come un'affezione provocata dal morso velenoso della tarantola, ma paradossalmente il tipo di ragno più diffuso non è classificato tra le specie velenose. Lewis (1977) considera piuttosto il tarantismo un fenomeno di origine mistica.

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