|
Violante: seduta 61
|
Pag.2725
AUDIZIONE DEL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA PASQUALE
GALASSO
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
indice
Audizione del collaboratore di giustizia Pasquale
Galasso:
Violante Luciano, Presidente 2727, 2728, 2729
2730, 2731, 2732, 2734 2735, 2736, 2737, 2738, 2739
2740, 2741, 2742 2744, 2745, 2746, 2750, 2752, 2753
2754, 2755
Acciaro Giancarlo 2747, 2748
Cabras Paolo 2728, 2733, 2737, 2738, 2739
2740, 2746, 2747
Cappuzzo Umberto 2748, 2749
Frasca Salvatore 2729, 2731, 2733, 2735, 2736
2740, 2749, 2750
Galasso Pasquale 2727, 2728, 2729, 2730
2731, 2732, 2733, 2734, 2735, 2736, 2737, 2738, 2739
2740, 2741, 2742, 2743, 2744, 2745, 2746, 2747, 2748
2749, 2750, 2751, 2752, 2753, 2754, 2755
Mastella Mario Clemente 2732, 2733, 2734, 2735
2736, 2739, 2741, 2742, 2744, 2746, 2749
Matteoli Altero 2728, 2737, 2744, 2745, 2746
Ranieri Umberto 2740
Taradash Marco 2735, 2741, 2742, 2743, 2744, 2750
2751, 2752, 2753, 2757
Pag.2726
Pag.2727
La seduta comincia alle 9,30.
(La Commissione approva il processo verbale della
seduta precedente) .
(*) Audizione del collaboratore
di giustizia Pasquale Galasso.
PRESIDENTE. Buon giorno, signor Galasso. Noi ci siamo
già incontrati in una precedente audizione. Ricorda?
---------
(*) I nominativi sostituiti con un asterisco
seguito da un numero e le parti sostituite con la
parola OMISSIS sono stati segretati con delibera
della Commissione del 21 settembre 1993.
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. La Commissione ha deciso di porle
alcune domande specifiche su talune questioni che
non erano state affrontate la volta scorsa. Possiamo
cominciare?
PASQUALE GALASSO. Sì. Buon giorno.
PRESIDENTE. La prima domanda è la seguente. La
Commissione vorrebbe approfondire le conoscenze sui
rapporti della camorra, o dei gruppi camorristici
dei quali lei faceva parte, con i consorzi delle
cooperative e con la lega delle cooperative. Può
spiegare questo rapporto ai commissari?
PASQUALE GALASSO. Su questo rapporto ho già
verbalizzato
ai giudici competenti. Si tratta dell'incontro tra
me ed altri miei rappresentanti del direttivo della
mia ex associazione con il signor Giuliano,
rappresentante delle cooperative bolognesi o di una
di queste cooperative bolognesi.
PRESIDENTE. Giuliano è il cognome?
PASQUALE GALASSO. No, Giuliano è il nome. Il
cognome è Cava: è un rappresentante delle
cooperative bolognesi. Si parlava delle tangenti
riguardanti la camorra per il lotto
della superstrada che da Napoli va nell'agro
nocerino-sarnese. Si tratta della 268, la strada
vesuviana. Ricordo che io fui presente a questo
incontro insieme a Cesarano e Ruocco e che
stabilimmo la tangente che dovevano sborsare a noi.
PRESIDENTE. Per poter lavorare?
PASQUALE GALASSO. Sì, per poter lavorare. Tutto
questo almeno per quello che è di mia conoscenza -
dopo che essi avevano pagato a chi di competenza
politica.
PRESIDENTE. Quando dice "a chi di competenza", a chi
intende riferirsi?
PASQUALE GALASSO. Non ricordo. Almeno per
quell'episodio, non so con chi essi hanno...
PRESIDENTE. Può indicarci almeno l'area in cui si
collocavano?
PASQUALE GALASSO. Durante la discussione - diciamo
durante la trattativa e la definizione della tangente
- Cava Pag.2728
faceva riferimento al fatto che essi avevano già
pagato ai politici di loro competenza e quindi...
PRESIDENTE. Sa chi erano i politici "di loro
competenza"
oa quale area politica appartenevano?
PASQUALE GALASSO. No. L'episodio verteva su questa
sintesi: Ruocco, che già conosceva Cava, diceva che
noi
volevamo il cinque per cento. Cava sosteneva che
fosse un po' troppo e diceva: "Noi ai politici
abbiamo dato di meno". Mi ricordo l'episodio di
Ruocco che insistette nel dire: "Cava, noi siamo
uguali ai politici o superiori a questi, per cui
pretendiamo il cinque per cento". Si trattava di un
lavoro per circa 200-250 miliardi di lire, per cui
si parlava di una tangente di circa 4-5 miliardi di
lire.
PAOLO CABRAS. Si trattava di politici nazionali o
di politici locali?
PASQUALE GALASSO. Io sono stato presente soltanto a
questo episodio specifico. Vi ho già detto che il
discorso sui politici uscì fuori soltanto con
riferimento al fatto che il Cava diceva a Ruocco:
"Voi non potete pretendere più dei politici".
Invece, Ruocco ci teneva a precisare questa
supremazia e questa importanza nostra.
PRESIDENTE. In che anno siamo?
PASQUALE GALASSO. Nel 1986. Con Cava Giuliano ci
siamo
incontrati presso gli uffici dell'Ambrosino...
ALTERO MATTEOLI. Mi scusi, si tratta del 1986 o del
1987? Risulta da alcuni verbali che lei abbia
parlato...
PASQUALE GALASSO. Sì, del 1986-1987. Poi, facendo
mente
locale e sforzandomi un momento, mi sono ricordato
che si trattava del 1986, perché nell'aprile di
quell'anno io mi
liberavo dopo parecchi anni di latitanza. Era estate-
autunno, diciamo settembre, autunno 1986.
PRESIDENTE. Oltre a questo, ci sono stati altri
rapporti?
PASQUALE GALASSO. No, almeno per quanto riguarda...
PRESIDENTE. Successivamente questo signore pagò?
PASQUALE GALASSO. In quella riunione ci siamo
lasciati
dicendo che ci saremmo dovuti rivedere e
perfezionare, quantificare la tangente. Volevano
sborsare circa 3 miliardi di lire. Peppe Ruocco, io
e Cesarano insistevamo perché fossero 5. Dopo ci
sono stati altri incontri tra Ruocco, Cesarano e
Giuliano e l'importo di tutta la tangente fu
stabilito intorno ai 3 miliardi (2 miliardi e 700
milioni). Di questa quota, buona parte l'hanno
sborsata durante i lavori. Una parte mi è stata
consegnata direttamente nelle mie mani.
PRESIDENTE. In liquido?
PASQUALE GALASSO. Sì, da Giuliano e da un altro suo
rappresentante.
PRESIDENTE. C'è un parlamentare che intende sapere
se
sia di sua conoscenza che vi siano stati
intermediari camorristi per gli acquisti della aree
di insediamento industriale in Campania ed in
Basilicata.
PASQUALE GALASSO. Non ne so niente.
PRESIDENTE. Lo stesso parlamentare vuole sapere a
quali soggetti camorristici venga pagato - e se
venga pagato - il pizzo per il trasporto ai
concessionari delle autovetture prodotte a
Pomigliano d'Arco. Questo fatto è a sua conoscenza?
PASQUALE GALASSO. No.
Pag.2729
PRESIDENTE. Se lei ne è a conoscenza, può spiegare
alla Commissione i contatti con la camorra per gli
appalti vinti nelle zone terremotate dalle imprese
Cogefar, Lodigiani e Grassetto?
PASQUALE GALASSO. Sì, so qualcosa. Per quanto
riguarda
la Grassetto, so che hanno lavorato sulla tratta
ferroviaria che va da Nocera a Caserta. Si tratta di
una delle società appartenenti al consorzio Movefer.
Sono a conoscenza che hanno pagato noi altri.
Per quanto riguarda la Cogefar, ho fatto
riferimento in un verbale ad un lavoro che doveva
ancora essere appaltato sulla penisola sorrentina.
Si tratta di una superstrada che collega Sorrento,
la penisola sorrentina con la zona amalfitana e
Salerno. Ho raccontato come si sono svolti questi
fatti. Non so se questo lavoro sia o meno iniziato.
PRESIDENTE. Lo ha raccontato all'autorità
giudiziaria?
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. Può sintetizzare la vicenda per la
Commissione?
PASQUALE GALASSO. Si trattava di un lavoro del
quale si parlava da diversi anni. Come vi ho
spiegato l'altra volta, su di esso stavano già
lavorando i politici per quanto riguarda le
concessioni ed il finanziamento...
PRESIDENTE. Quali politici?
PASQUALE GALASSO. Io feci riferimento ad una
discussione tra Gava e Craxi. Noi della camorra
stavamo aspettando che si risolvesse questa "bega"
per poi intervenire.
PRESIDENTE. Mi pare che quella strada non sia stata
mai
realizzata.
PASQUALE GALASSO. Mi sembra... Non ne ho sentito
più parlare.
PRESIDENTE. Sempre lo stesso parlamentare vorrebbe
avere notizie sul racket dell'acqua potabile e
chiede se sia a
sua conoscenza che vi siano imposizioni politiche e
camorriste affinché gli impianti idrici non vengano
fatti funzionare.
PASQUALE GALASSO. No, non ne sono a conoscenza.
PRESIDENTE. Ci sono notizie su contatti con la
camorra e
delle aziende che hanno costruito le reti idriche?
PASQUALE GALASSO. No.
SALVATORE FRASCA. Per le dighe?
PASQUALE GALASSO. Ho verbalizzato per quanto
riguarda la diga dell'Alento. Non mi ricordavo la
zona, e ho verbalizzato su questa diga. La diga
dell'Alento è nel Cilento, tra la Campania e la
Basilicata. Si tratta di una grossa diga ed il
lavoro è stato eseguito nel 1983-1984. Ho
verbalizzato su questo lavoro.
PRESIDENTE. Può dire di che si tratta?
PASQUALE GALASSO. Sì. E' un lavoro dove abbiamo
percepito delle tangenti, o, almeno, la mia
organizzazione ha percepito delle tangenti nelle
mani di Malventi e dell'impresa Sorrentino. Siamo in
un'epoca in cui la Sorrentino Spa si stava staccando
dall'organizzazione di Cutolo e stava passando con
noi. Questo è stato uno dei primi lavori in cui la
Sorrentino è stata nostro tramite per quanto
riguarda le tangenti su questi appalti.
PRESIDENTE. E' vero che alcuni politici campani si
sono
fatti garanti nei
Pag.2730
confronti di industriali del nord per interventi in
Campania ed in Basilicata? Le risulta nulla?
PASQUALE GALASSO. No, non mi risulta niente di
questo.
Di fatti specifici, niente.
PRESIDENTE. Non le risulta che si siano fatti
garanti
per quanto riguarda il vostro intervento ?
PASQUALE GALASSO. Niente.
PRESIDENTE. Nella precedente audizione, lei ha
riferito
su contatti che vi sarebbero stati, sul caso Cirillo,
tra uomini politici e Cutolo nel carcere di Ascoli
Piceno. La domanda è questa: Lei conferma questa
circostanza? In caso affermativo, può fornire alla
Commissione ulteriori precisazioni?
PASQUALE GALASSO. Sì, ne ho parlato ampiamente nei
verbali. Almeno quei politici che noi sapevamo
essere stati il tramite con Cutolo sono quei nomi
che già ho fatto diverse volte.
PRESIDENTE. Quelli che ha già fatto in Commissione
l'altra volta?
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. Potrebbe chiarire alla Commissione
quali
sono le società di qualsiasi natura nelle quali lei
è interessato direttamente o indirettamente tramite
parenti o prestanome?
PASQUALE GALASSO. No, io non ho parenti, almeno
negli
appalti ...
PRESIDENTE. In genere.
PASQUALE GALASSO. Non ho pa-renti ...
PRESIDENTE. E lei è interessato in particolare a
qualche
società?
PASQUALE GALASSO. Di appalti pubblici? No ...
PRESIDENTE. Società, imprese.
PASQUALE GALASSO. No, imprese no. Avevo solamente
quella società con l'ingegnere Cordasco e il dottore
Bifulco: gli acquisti e le acquisizioni del Kursaal,
Osmannoro e Baronissi. Quelle iniziative economiche
e basta.
PRESIDENTE. Qual è il patrimonio immobiliare di cui
lei
è titolare direttamente o indirettamente?
PASQUALE GALASSO. Diciamo che per buona parte tutto
è patrimonio ereditato da mio padre. Sono terreni,
la nostra azienda Galasso Spa, veicoli industriali
...
PRESIDENTE. Lei ne è contitolare con i suoi parenti
o è
titolare da solo?
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. Con i suoi parenti?
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. E' stata iniziata nei suoi confronti o
nei confronti di altre persone, eventualmente suoi
prestanome, una procedura di sequestro dei beni?
PASQUALE GALASSO. Sì. La prima prevenzione
patrimoniale
mi è stata fatta nel 1985, anzi, meglio, nel 1986.
Essa è terminata nel 1987 e i miei beni mi sono
stati ridati insieme alla nostra industria. Poi ho
subìto altre prevenzioni nel 1991 e nel 1992.
L'ultima l'ho subìta nel novembre scorso.
PRESIDENTE. Quindi, ci sono delle misure di
prevenzione
in corso.
PASQUALE GALASSO. Sì, diverse.
Pag.2731
PRESIDENTE. Senatore Frasca, ho l'impressione che
la domanda successiva che dovrei rivolgere al signor
Galasso possa esporre a rischio ...
SALVATORE FRASCA. Va bene, soprassediamo.
PRESIDENTE. Un commissario vuol sapere da lei,
signor Galasso, quanti omicidi ha commesso, quali
reati ha commesso, se li ha confessati tutti, se ha
indicato tutti i nomi dei correi e se ha indicato,
soprattutto, quelli commessi a Poggiomarino e
nell'Agro nocerino-sarnese.
PASQUALE GALASSO. Come vi ho detto l'altra volta, ne
ho
commessi parecchi. Li ho confessati tutti.
PRESIDENTE. Ha indicato anche i nomi dei suoi
complici? PASQUALE GALASSO. Sì, tutti. Parecchi li
ho commessi a
Poggiomarino e poi, ultimamente, pure nel
salernitano. PRESIDENTE. Cosa lo ha spinto alla
collaborazione con
l'autorità giudiziaria? Cosa lo ha spinto al
pentimento? SALVATORE FRASCA. Signor presidente, si
parla di circa
cento omicidi. Corrisponde a verità?
PASQUALE GALASSO. Non li ho conteggiati. Non so.
PRESIDENTE. Cosa lo ha spinto alla collaborazione?
Si è
trattato di un atto immediato o si è convinto,
gradualmente,
della necessità di abbandonare la vecchia vita per
collaborare con l'autorità giudiziaria e con lo
Stato? Lo ha indotto qualcuno a collaborare? Ha mai
minacciato forze dell'ordine del suo comune? Ha
fruito di appoggi precedentemente?
PASQUALE GALASSO. Signor presidente, la mia storia
criminale comincia, come l'altra volta vi ho detto,
nel 1975 con i due omicidi. Poi, nel gennaio del
1982, mi viene ammazzato mio fratello Nino, e da
quel momento ho pensato di difendermi. Quindi,
diciamo che nell'arco di uno o due anni ho commesso
parecchi omicidi, la maggior parte o quasi tutti
cutoliani.
PRESIDENTE. Se non ricordo male, lei fu oggetto di
un tentativo di sequestro ...
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. Nel corso di questo tentativo di
sequestro
uccise due persone ...
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. Quindi, da qui è cominciato ... è stato
messo in carcere ...
PASQUALE GALASSO. Sì, poi, ho avuto a che fare, man
mano, con elementi della malavita ...
PRESIDENTE. Poi è stato ammazzato suo fratello ...
PASQUALE GALASSO. Poi mi è stato ammazzato mio
fratello,
enell'arco di tempo tra il 1982 e il 1983 ho
commesso
parecchi omicidi, la maggior parte nella mia zona di
Poggiomarino. Nel 1984, si cambiava questa scena da
Cutolo a noi ... e già nel 1984, diciamo che per me
quella specie di missione era finita, e già
cominciavo a pensare di andarmene dalla mia zona, da
Poggiomarino. Anche per questo ho cercato di non
implicarmi più in guerre camorristiche tra il mio
gruppo e gli altri gruppi emergenti (il maggiore era
quello di Nuvoletta). E per questo mi sono rifiutato
di partecipare alla strage di Torre Annunziata.
Quindi, la strage di Torre Annunziata è un punto
importante
Pag.2732
per me: non mi ci vedete là, seppure ero aggiornato,
seppure avevo fatto tanto - nel mio piccolo, diciamo
nel direttivo della mia organizzazione - per non
farla succedere. Ma poi capitò.
Quindi, dal 1984, 1985, 1986, non partecipo, come
sembra, nella mia organizzazione. Man mano, maturavo
il pensiero di andarmene e di ricrearmi una vita
all'estero, dove avevo già qualche appoggio normale,
non malavitoso. Ma andando avanti negli anni ...
purtroppo, per chi entra a far parte di questa
organizzazione è difficile che possa staccarsene
perché nel mio caso avevo tutta una famiglia, non
ero solo. Qualora avessi deciso di andarmene,
restavano i miei familiari a Poggiomarino; domani
mattina la mia organizzazione, altra gente pensavo
sempre che me li potevano maltrattare. Quindi ero,
sono stato sempre su due piedi, andarmene o non
andarmene. Nel 1986 mi sono liberato; in virtù di
questo nel 1985-1986 mi comprai una casa in Francia,
mi liberai e me ne andai per alcuni mesi, per circa
sei mesi-un anno in Francia.
PRESIDENTE. In che area della Francia?
PASQUALE GALASSO. A Beausoleil.
PRESIDENTE. Beausoleil dov'è?
PASQUALE GALASSO. Vicino Monte Carlo, sulla costa.
Purtroppo, i problemi della mia organizzazione, i
problemi
erano cresciuti. Io venivo chiamato più di una volta
e non potevo staccarmi. Siamo andati avanti in
questo modo, almeno sono andato avanti in questo
modo; poi nel 1989, nel 1990-1991 mi sono complicato
in questa guerra camorristica salernitana, ma non
per volontà mia diretta; purtroppo sono
responsabile. E in questa benedetta guerra ho
commesso altri omicidi, nei quali uno contro ogni
regola di vita, contro ogni esistenza, brutale e
dopo questo omicidio - si trattava della morte di
una donna - io ho incominciato a soffrire...
PRESIDENTE. Chi era questa persona?
PASQUALE GALASSO. Era l'amante di un nostro
associato
che dovevamo sopprimere.
Mi sentivo responsabile di questa morte, ho avuto
un travaglio di un anno, un anno e mezzo finché non
sono arrivato alla collaborazione piena. Posso
aggiungere - e mi dovete credere - che la mia
collaborazione non è per convenienza (io non voglio
niente da voi, dallo Stato), ma è per convinzione, è
una cosa mia interiore. Desidero solamente da voi
che mi diate la possibilità di ricominciare una
nuova esistenza basata sui principi sociali. Questa
è...
PRESIDENTE. Un collega della Commissione desidera
sapere
da quanto tempo duravano i rapporti con i politici
che sono stati accusati nel corso delle sue
deposizioni e quando sono sorti (naturalmente deve
distinguere persona per persona); se li conosceva
tutti, specie i parlamentari, se ha mai influito,
condizionato gruppi, partiti o singoli consiglieri
del suo comune e perché.
PASQUALE GALASSO. I politici - per quanto mi risulta
-
che avevano a che fare con esponenti delinquenziali
- almeno, a me mi risulta - già dagli
inizi degli anni settanta ed erano
quelli che ho nominato: Gava, Patriarca. E poi dopo,
fine anni settanta-inizio ottanta: Pomicino, Scotti
(per quanto a me risulta). Poi io singolarmente ho
dato dei..., ne ho parlato, dove...
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Direttamente o per sentito
dire?
PASQUALE GALASSO. Direttamente pure, con alcuni di
questi.
Pag.2733
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Quali?
PASQUALE GALASSO. Patriarca, principalmente, e poi
dopo indirettamente tramite Patriarca o altri
rappresentanti politici Gava.
PAOLO CABRAS. Indirettamente che vuol dire?
PASQUALE GALASSO. Per tramite di Patriarca io sono
stato
in contatto con Gava.
PRESIDENTE. Era un rapporto tramite un'altra
persona,
non un rapporto diretto; questo vuol dire.
PASQUALE GALASSO. Sì, tramite Patriarca
principalmente siamo stati in contatto con Gava,
almeno per quanto io ho verbalizzato. Non è che ne
ho parlato, cioè mi sono soffermato su fatti
specifici; anzi, questo ho chiesto sempre ai
magistrati, cioè di non parlare così, a vanvera, ma
dove avevo degli episodi specifici...
PAOLO CABRAS. In più occasioni, in una villa, in
una sezione di partito ha assistito a manifestazioni
politiche o politico-elettorali con l'onorevole
Gava, questo è...
PASQUALE GALASSO. No, io ho riferito che dopo
l'intervento mio, diciamo con la mia espressione
camorristica nei riguardi di Sangiovanni Mario, neo
sindaco di Poggiomarino, poi io ho saputo, sempre da
esponenti politici e diciamo paesani, dell'incontro
dopo il mio intervento tra Gava, i suoi massimi
esponenti politici della mia zona (Riccio, Liguori,
Marciano, Catapano ed altri), tra Gava e Mario
Sangiovanni, dove Gava gli presentarono Mario
Sangiovanni e gli dissero: "Onorevole, qui c'è di
nuovo Mario Sangiovanni". E lui disse: "Era una
pecorella smarrita e adesso torna nell'ovile".
Questa frase, dopo che l'ho saputo, mi colpì, tanto
è vero - pure per l'affetto e per la stima che avevo
verso Mario Sangiovanni - vedevo un'espressione non
socialmente valida, ma un'espressione che io ho
usato talvolta, pure io con esponenti
delinquenziali...
PRESIDENTE. Quando qualcuno di questi tornava nella
sua
organizzazione.
PASQUALE GALASSO. Giustamente: quando qualcuno
faceva qualche sgarro, qualche sgarbo e poi dopo uno
gli diceva: "Va be', ritorna di nuovo in mezzo a
noi, però comportati da uomo, fai la persona
perbene". Diciamo, è un'espressione camorristica.
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Non può essere anche
riferita
ad una situazione di natura politica? In questo
gioco di correnti e controcorrenti, se uno passava
da una parte all'altra...
PASQUALE GALASSO. No. Mario Sangiovanni è stato
sempre di quella corrente, poi una decina, sette-
otto anni prima aveva abbandonato la vita politica
perché si era sentito
tradito da questi esponenti politici e quindi non è
che era un
saltimbanco. Era, almeno quello che io ho saputo,
poi, onorevole Mastella, nella nostra zona si parla
di questi incontri politici, sapete, in paese, nella
piazza si parla. Ed è un'espressione voluta per far
capire la forza e, diciamo, il prestigio della
persona che parla in questo modo. In questo caso è
l'onorevole Gava, almeno quello che io ho saputo che
si parlava nella nostra zona. Questo è un fatto, non
so se Mario Sangiovanni l'ha confermato o no.
SALVATORE FRASCA. Presidente, chi è Mario
Sangiovanni?
PRESIDENTE. E' tutto scritto.
SALVATORE FRASCA. E' un esponente politico o un
esponente camorristico?
Pag.2734
PRESIDENTE. E' il sindaco di Poggiomarino. Mi
scusi, intendo dire che sono cose che ha già detto
molto a lungo.
Lei conferma che il Sangiovanni di cui sta parlando
J
quello lì?
PASQUALE GALASSO. Sì, sindaco di Poggiomarino.
PRESIDENTE. Quali sono i candidati appoggiati nelle
varie elezioni dalla sua organizzazione eletti e non
eletti? Le rivolgo poi una domanda che, se non
ricordo male, era già stata formulata la volta
precedente: gradiremmo che ci spiegasse bene nel
momento in cui c'è stata la preferenza unica per la
Camera com'è stato possibile ugualmente sostenere
candidati vicino a voi. Sono chiare le due domande?
PASQUALE GALASSO. Sì. Per quanto riguarda i
sindaci, diciamo un po' tutti i sindaci della mia
zona nolana-vesuviana: Nola, San Giuseppe Vesuviano,
Terzigno, Poggiomarino, Sant'Antonio Abbate, Pompei,
Boscoreale e altri, Somma, San Gennaro Vesuviano,
Palma Campania, Ottaviano. Badate bene, ad Ottaviano
fa il sindaco per circa un anno un nostro
associato...
PRESIDENTE. Chi è?
PASQUALE GALASSO. Il figlioccio di Alfieri.
PRESIDENTE. E come si chiama?
PASQUALE GALASSO. Bifulco Gennaro, che addirittura
alle prossime regionali o in Parlamento parlava di
candidarsi. Tanto è vero che con Alfieri, parlando
di questo, dicevamo: "Ma questo che si è messo in
testa!". Quindi, questi sono i sindaci.
Per quanto riguarda l'altra domanda...
PRESIDENTE. Questo per i sindaci. E per i
parlamentari? PASQUALE GALASSO. Per i parlamentari
ne ho parlato, ho
verbalizzato molto, proprio fatti specifici e
diciamo che l'ultima tornata politica Alfieri gli
vennero i mal di testa in virtù proprio di questa
preferenza unica.
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Scusi presidente, ma di
questo
avevamo già parlato la volta scorsa.
PRESIDENTE. Si, però c'è un collega che chiede...
Di
tutto avevamo parlato la volta scorsa.
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Oggi il tema avrebbe
dovuto essere quello delle cooperative.
PRESIDENTE. Onorevole Mastella, chiunque ha il
diritto
di fare delle domande; sono state presentate delle
domande ed io ho il dovere di porle. Poi lei avrà il
diritto di porre le sue. Quasi tutte queste domande
sono state già fatte l'altra volta, però se qualcuno
chiede di farle non lo posso impedire.
PASQUALE GALASSO. Diciamo che l'ultima tornata
politica
è stata un po' problematica, ma si è riusciti
ugualmente a gestirla ed i nomi che abbiamo
appoggiato diciamo che fanno parte sia della
democrazia cristiana che dei socialisti.
PRESIDENTE. Ultima domanda di questa serie: quali
sono i
magistrati contattabili e contattati per i
procedimenti in corso? Chi si occupava dei rapporti
fra camorra e magistrati? Quale era il
corrispettivo, cioè cosa prendevano i magistrati e
qual era la necessità di ricorrere ai politici per
intervento sui magistrati visto che - la domanda è
questa avevate un potere diretto nei confronti degli
stessi magistrati?
PASQUALE GALASSO. Mi può ripetere le domande una
alla volta?
Pag.2735
PRESIDENTE. Sì, certo.
PASQUALE GALASSO. Sin dagli anni settanta, da
quando comincio ad avere a che fare con Alfieri, uno
dei magistrati che ho conosciuto... Devo fare pure i
nomi di questi magistrati, signor presidente?
PRESIDENTE. Sì.
PASQUALE GALASSO. Sono verbalizzati o sono coperti
da segreto istruttorio?
PRESIDENTE. Sono scopertissimi.
PASQUALE GALASSO. Va bene, vado avanti, ho
domandato questo solo per serietà mia. Mi ricordo
che fin dagli anni settanta...
PRESIDENTE. Li faccia pure; tenga presente che se
dovessimo notare che alcuni di questi nomi non sono
usciti la Commissione potrà stabilire il segreto su
questi nomi, quindi può stare tranquillo.
PASQUALE GALASSO. Alla fine anni settanta un grosso
magistrato che ho conosciuto era Nicola Damiano; mi
ricordo che è stato pure a Palermo e ha fatto in
Corte d'assise, almeno come mi riferiva lui
all'epoca, pure il processo del magistrato
Scaglione. Questo magistrato stava in contatto con
noi tramite Gennaro Casillo, padre dei Casillo
Pasquale, Aniello e Angelo e quindi abbiamo avuto a
che fare con Damiano. L'ho visto ultimamente, prima
che morisse, a Campobasso (perché era procuratore a
Campobasso), poi con la guerra di Cutolo e dopo
Cutolo i magistrati che erano in contatto con noi -
uno era Lancuba - e stavano in contatto con noi
tramite Sorrentino Matteo, poi dopo Malventi e
ultimamente filo diretto tramite Sarmino Mimmo; un
altro magistrato nelle nostre mani era Lamberti.
Avevamo un filo diretto con Lamberti, ci potevamo
incontrare quando volevamo e mi ricordo che più di
una volta ci siamo incontrati io, lui, Alfieri ed il
cugino di questo Lamberti Domenico, industriale di
petroli, di carburante.
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Anche con Lancuba vi
vedevate?
PASQUALE GALASSO. No, io no.
MARCO TARADASH. Il dottor Cetrangolo ...?
PASQUALE GALASSO. No.
PRESIDENTE. Ma era uno dei magistrati vicini a voi
Cetrangolo o no?
PASQUALE GALASSO. No, almeno per quanto mi risulta.
Degli altri magistrati ho fatto i nomi almeno di
quelli che mi risulta hanno avuto contatti sporadici
tramite terzi.
PRESIDENTE. In cosa consistevano i favori che vi
facevano questi magistrati?
SALVATORE FRASCA. Scusi presidente, possiamo far
dire per comodità di esposizione i nomi degli altri?
PRESIDENTE. Sì. Le dispiace fare i nomi degli altri?
PASQUALE GALASSO. Gli altri che ho verbalizzato sono
*2,
almeno per quanto ho riferito, *3...
PRESIDENTE. Sempre di Napoli?
PASQUALE GALASSO. Sì, di Napoli, Corte d'assise
d'appello. *4, *5, *6 e altri.
PRESIDENTE. Si ricorda gli altri? Capisco che
l'elenco è cospicuo, ma se riuscisse a fare mente
locale per ricordarli tutti...
PASQUALE GALASSO. *7, OMISSIS.
Questi sono, signor presidente.
Pag.2736
PRESIDENTE. Quali erano i favori che i magistrati vi
facevano? In cosa consistevano questi favori?
PASQUALE GALASSO. Principalmente denaro e poi vari
regali, dall'abitazione ai regali personali,
uffici... PRESIDENTE. Questi erano i regali che
facevate voi a
loro?
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. E loro? Che favori vi facevano?
PASQUALE GALASSO. Talvolta direttamente influivano
per l'assoluzione e talvolta curavano procedimenti
per conto di
qualcuno di noi e davano consigli come muoverci,
come fare per arrivare all'assoluzione. Diciamo una
curatela professionale.
PRESIDENTE. Visto che avevate rapporti diretti e
indiretti con i magistrati, vi era bisogno in
qualche caso che intervenissero anche i politici per
questi rapporti?
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. Perché c'era bisogno, visto che
potevate
avere accesso diretto?
PASQUALE GALASSO. Per alcuni magistrati so che,
almeno all'inizio, c'è stato l'intervento di qualche
politico poi, dopo questi interventi, si cercava di
prendere un filo diretto, quindi si aveva
un'informazione talvolta dai politici su chi erano
gli imprenditori, i commercianti o gente che stava
vicino a questi magistrati e si riusciva a prendere
il contatto diretto, ma sempre sulla base
dell'amicizia o del rapporto creato da qualche
politico. Per quanto mi risulta, durante il processo
per la strage di Torre Annunziata, vi è stato prima
un interessamento dei politici e dopo si è preso il
contatto diretto.
SALVATORE FRASCA. Chi sono questi politici
intervenuti a
proposito della strage di Torre Annunziata?
PASQUALE GALASSO. Erano principalmente Gava con i
suoi esponenti della nostra zona, fra i quali il
senatore Meo, che stava in diretto contatto con lui,
Patriarca...
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Quando dice Gava, dice
Gava direttamente oppure Patriarca per conto?
PASQUALE GALASSO. Per quanto mi riguarda non ci
incontravamo direttamente con Gava, ma ci
incontravamo con Patriarca e con Meo che erano
persone sue. Quando si parlava si faceva riferimento
al boss, 'u masto mio . Riccio è
stato pure per tramite; queste sono espressioni che
usavano questi rappresentanti di Gava. In più
incontri con Riccio, Riccio mi parlava di Gava
dicendo "'u masto mio mo' si interessa pure per
voi", quando chiedevo a Riccio se per un
intervento...
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Poteva pure essere un
millantato credito di chi era intermediario, perché
capitano ad ognuno di noi persone che millantano per
noi. Una conoscenza diretta di questo non c'è. Se
poi sul piano politico il riferimento di Patriarca o
di Meo fosse riferito a Gava è un discorso, però sul
piano degli atti chi sia quello che veniva definito
'u masto, il boss eccetera è
tutto da acclarare.
PRESIDENTE. Vi informo che in questo modo non si
registra nulla perché dovete chiedere di parlare,
devo spegnere il microfono e dovete accendere il
vostro, altrimenti è tutto inutile.
Ha capito qual è la questione?
Gli stenografi hanno capito: è perché resti anche
traccia
negli stenografici.
Pag.2737
PASQUALE GALASSO. Questa sua ipotesi sarebbe valida
finché certi fatti non si consludessero per bene, ma
quando uno sa il rapporto di Meo con Gava, quando
uno sa il rapporto di Riccio con Gava, di Catapano
con Gava oppure di Liguori oppure di altra gente
della nostra zona con Gava e quando si chiede un
favore e questo favore viene trattato più di una
volta, viene
curato e poi alla fine viene fatto, vuol dire che
esiste l'intervento di Gava. Millantare vuol dire
quando non si può portare a termine un fatto, ma
quando si curano... ed io ho notato dei fatti
specifici almeno su questo episodio: leggete i
verbali, se ho riferito cose sbagliate, senza
riscontri,
vuol dire che sono stato ingannato pure io.
ALTERO MATTEOLI. Lei ha parlato di un intervento di
aggancio di politici ai magistrati per la strage di
Torre Annunziata. Vorrebbe spiegare meglio tutto
questo (si tratta di un fatto specifico che lei ha
citato)?
PASQUALE GALASSO. Sin da quando Alfieri ed altri
miei
amici sono stati imputati per la strage di Torre
Annunziata si è subito cercato di trovare
un'amicizia con i magistrati inquirenti. Quindi, ci
siamo mossi nelle varie direttive e una di queste è
stata subito di chiedere l'intervento politico. Ho
narrato nei miei verbali fatti abbastanza specifici,
lunghi. Quindi, c'è stato l'intervento iniziale
politico e poi dopo, per questi politici, almeno da
quanto mi risulta, si è preso l'impegno il
magistrato Lancuba, che non era competente in questo
procedimento e ci curava e ci dava le varie
indicazioni di questo procedimento. Si è fatto il
processo, Lancuba era PM inizialmente, chiede
l'assoluzione in istruttoria per Alfieri, il giudice
istruttore Palmeri rinvia a giudizio Alfieri, in
primo grado Alfieri viene condannato all'ergastolo,
in secondo grado viene assolto con l'intervento
ancora una volta di qualche politico e sempre curati
dal magistrato Lancuba, dove ci ha indirizzato come
fare per avvicinare, come fare per memorie, come
curare il procedimento in corte d'assise d'appello.
PRESIDENTE. Con chi parlava Lancuba per dare questi
suggerimenti?
PASQUALE GALASSO. Lancuba inizialmente parlava con
noi
tramite Matteo Sorrentino.
PRESIDENTE. L'imprenditore?
PASQUALE GALASSO. Sì. Matteo Sorrentino lo mise in
contatto con Malventi, un mio associato e poi dopo
Alfieri esce, prende il contatto diretto con Lancuba
con Mimmo
Sarmino, con i Sarmino, Francesco e Mimmo, padre e
figlio, che hanno un'agenzia di pompe funebri.
PRESIDENTE. Scusi qui c'è il senatore Cabras che
chiede questo: visto che avevate un rapporto
diretto, che bisogno c'era di una mediazione dei
politici?
PASQUALE GALASSO. All'inizio c'era questo rapporto,
che
poi giustamente è sempre durato.
PAOLO CABRAS. Lancuba era amico di Sorrentino.
PASQUALE GALASSO. No, inizialmente io ho onorato
bene.
Leggete i miei verbali per vedere questo episodio
come è andato perché è un po' difficile. Diciamo che
c'era l'interessamento dei politici, che Alfieri
insisteva sui politici, principalmente su Meo e su
Gava; Gava prese il contatto con Lancuba, poi, dato
che Alfieri pretendeva di essere aggiornato, quando
aveva già il mandato di cattura per la strage di
Torre Annunziata, di essere aggiornato
minuziosamente, diciamo in tempi brevi, ma putroppo
se Alfieri parla con Meo, Meo poi deve parlare con
Gava non è che c'è il filo diretto, per cui ci vuole
un determinato
Pag.2738
tempo. Quindi, Alfieri, mi ricordo, una volta si
arrabbiò nel dire che voleva una risposta veloce su
come stavano i fatti, proprio per un meccanismo, per
sapere. Gava poi doveva incontrare Lancuba oppure un
altro tramite; era un circuito un po' farraginoso,
quindi Alfieri ha cercato pure di avere qualche
indicazione e in questa indicazione si è saputo
dell'amicizia forte tra Lancuba e Sorrentino. Poi
dopo alcuni mesi, sempre cercando di trovare la
strada con Lancuba, si è saputo della forte amicizia
tra i Sarmino e Lancuba; Lancuba
già aveva curato Sarmino in altro procedimento per
omicidio. PAOLO CABRAS. Lancuba era già introdotto
nel vostro
ambiente?
PASQUALE GALASSO. No, con noi è stato
introdotto...si è creato questo contatto con la
strage di Torre Annunziata, per quanto mi risulta.
PAOLO CABRAS. Sorrentino, i Sarmino...
PASQUALE GALASSO. Sorrentino prima non apparteneva a
noi
ma a Cutolo.
PPRESIDENTE. E quando è passato da voi Sorrentino?
PASQUALE GALASSO. E' passato nel 1983, dopo la morte
di
Casillo "o' Nirone". . E' passato con noi nel 1983-
1984. PAOLO CABRAS. Non era il circolo della caccia
era
comunque un ambiente camorristico! Cutoliani poi
passati agli alfieriani, però l'ambiente con cui
Lancuba avrebbe avuto questi contatti era un
ambiente camorristico, prima di segno cutoliano e
poi successivamente, vicino a voi e Alfieri.
PASQUALE GALASSO. Senatore, ma quando c'era questa
guerra tra noi e Cutolo, diciamo che Cutolo
pretendeva l'assoluta fedeltà dei suoi accoliti.
PAOLO CABRAS. Certo, questo lo capisco.
PASQUALE GALASSO. Quindi, non desiderava che
eventualmente Sorrentino potesse avere a che fare
con lui e con noi. Diciamo che Sorrentino viene
nelle nostre mani nel
1983, fine 1983, quindi nel 1984 Sorrentino che
continuava a gestire questo rapporto ha avuto a che
fare con noi. Quindi, l'amicizia di Sorrentino è
passata con noi. Alla base c'è sempre, almeno da
quello che mi risulta, un rapporto di amicizia forte
di Gava con Lancuba, Gava-Scotti-Lancuba, Gava-
Scotti-Lancuba-Bargi e altri...era un circuito un
po' chiuso. Poi nel tempo, nel 1986-1987 ho saputo
che di questa schiera faceva parte altra gente,
rappresentanti delle istituzioni, giornalisti. Fa
parte di questa cricca pure un noto giornalista
napoletano.
PAOLO CABRAS. Chi è il noto giornalista napoletano?
PASQUALE GALASSO. Non so, questo sicuramente è
coperto
dal segreto istruttorio; preferirei non rispondervi.
Se mi dite di rispondervi...
PRESIDENTE. Mi scusi ho perso l'ultima battuta.
PASQUALE GALASSO. Dicevo: man mano i rapporti
iniziali
con questi singoli magistrati... poi, non so,
Lancuba ci dava la strada per un altro magistrato,
ci faceva conoscere un altro amico suo della solita
cricca politica, magistrati e perfino poi un noto
giornalista napoletano, che apparteneva a questa...
PRESIDENTE. Chi è questo giornalista napoletano?
Pag.2739
PASQUALE GALASSO. Dicevo al senatore che questo mi
sa che è coperto dal segreto istruttorio, ma se mi
chiedete che posso...
PRESIDENTE. Glielo chiediamo... per cortesia ognuno
faccia il suo mestiere... Dunque glielo chiediamo.
Su questo dovremo apporre il segreto, naturalmente.
PASQUALE GALASSO. E' *1.
PRESIDENTE. *1.
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Quello de Il Mattino ?
PASQUALE GALASSO. Sì. E' un grosso giornalista.
PAOLO CABRAS. Sappiamo chi è.
PASQUALE GALASSO. Sembrerà strano ma io ho dato dei
punti specifici; ho detto pure qualche cortesia che
noi, che Alfieri gli ha fatto, quindi dei riscontri
che potrere trovare facilmente.
PRESIDENTE. Questo lo ha già detto all'autorità
giudiziaria?
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. Vorrei chiederle una cosa: ci sono
interessi
della camorra nei contributi comunitari, in
particolare con riferimento alla produzione di
pomodori, nella zona di Angri, Scafati e nel
foggiano?
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. Può spiegare un momento alla Commissione
tutto questo?
PASQUALE GALASSO. Per quanto mi risulta, non è che
inizialmente (vi parlo degli anni ottanta) era
incisiva; poi negli ultimi anni diversi industriali
si collegavano a noi altri, a noi camorristi e
insieme si concertava come fare qualche truffa AIMA
e CEE.
PRESIDENTE. Quindi, vi siete interessati?
PASQUALE GALASSO. Sì
PRESIDENTE. Ha già spiegato all'autorità giudiziaria
...
PASQUALE GALASSO. Ho spiegato già.
PRESIDENTE. Quindi, possiamo chiedere a loro i
particolari?
PASQUALE GALASSO. Sì, perché è un po' lungo, signor
presidente, ci vorrebbe molto tempo per spiegare.
PRESIDENTE. Di tempo ne abbiamo. Comunque, se lei ha
già
riferito tutti questi particolari ...
PASQUALE GALASSO. Sì, sì, li ho già riferiti.
PRESIDENTE. Quindi, l'interesse della camorra c'era
sia
per quanto riguarda l'Agro nocerino-sarnese sia per
quanto riguarda il foggiano.
PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. Per entrambe le zone?
PASQUALE GALASSO. Sì. Diciamo che ho parlato pure
ai magistrati per quanto riguarda i rapporti nostri
con grossi esponenti industriali che hanno a che
fare da sempre con la CEE e con l'AIMA, come
assuntori dell'AIMA.
PRESIDENTE. Può spiegare questi rapporti?
PASQUALE GALASSO. Rapporti d'amicizia da sempre con
Casillo.
Pag.2740
PRESIDENTE. Casillo quale?
PASQUALE GALASSO. Casillo Gennaro e poi i figli
Pasquale, Aniello. Quindi, da questi rapporti. Ma
non so
com'era il meccanismo oppure rapporti specifici tra
Casillo e Alfieri. Ho narrato quelli che sono di mia
conoscenza, altri non ne so.
PAOLO CABRAS. Può dire qualcosa dei rapporti con
l'industriale Casillo, quali sono state le
occasioni, se lei lo ha incontrato, cosa ha saputo
da Alfieri?
PASQUALE GALASSO. Sì, pure su questo ho
verbalizzato parecchio su Casillo. Sono rapporti
esistenti già dagli anni settanta, poi man mano si
sono sempre di più rafforzati e finanche durante la
guerra con Cutolo che Casillo Vincenzo, detto "'o
Nirone", cugino, parente dei Casillo, apparteneva a
Cutolo e Casillo Gennaro e i figli non hanno mai
smesso il rapporto, pure durante questa guerra con
Cutolo, con Alfieri e con noi altri. E quindi si
sono andati man mano sempre di più a rafforzare e
le loro amicizie di magistrati e altre amicizie
sono passate nelle nostre mani. Casillo ha fatto
diverse cortesie a noi altri, noi abbiamo fatto
qualche cortesia a Casillo, abbiamo chiesto qualche
cortesia a Casillo come, per esempio, ho riferito la
cortesia che abbiamo fatto noi, Alfieri, al
giornalista *8. OMISSIS
PRESIDENTE. *8 è l'unico giornalista con cui avete
avuto
rapporti o ce ne sono anche altri?
PASQUALE GALASSO. Principalmente io so di *8; se poi
ce
ne sono altri, non ne sono...
SALVATORE FRASCA. Siccome siamo in argomento,
vorrei sapere in che cosa consistano le cortesie nei
confronti del giornalista. Parlando dei magistrati,
ha detto che le cortesie consistevano in
appartamenti, in uffici, ecc.
PRESIDENTE. Ha detto che ha trovato un OMISSIS.
PASQUALE GALASSO. Io parlo di quei fatti che sono a
conoscenza mia; gli altri fatti che so per sentito
dire ho cercato di non verbalizzarli, ho chiesto ai
magistrati di non verbalizzare. Voglio dire
solamente quello che è di mia conoscenza e dove
eventualmente il magistrato possa trovare un piccolo
o un grosso riscontro. Quindi, voi potete capire
benissimo: quando il giornalista chiede una
cortesia, potete capire benissimo la disponibilità
che può venire in futuro di questo giornalista con
noi. Se il giornalista ha un rapporto con un
generale o un capitano dei carabinieri o con un
questore o con altri, potete capire la sua
disponibilità nei nostri riguardi. E' facile, se
volete capire; se poi vi bendate ...
SALVATORE FRASCA. E' chiaro.
UMBERTO RANIERI. Volevo chiederle se per gli
episodi cui lei ha fatto cenno circa la vicenda dei
finanziamenti comunitari e dell'AIMA, lei sia a
conoscenza che siano coinvolti in queste vicende
anche uomini politici.
PASQUALE GALASSO. Sì.
UMBERTO RANIERI. Se lei potesse ricordare di chi si
tratta...
PASQUALE GALASSO. Io ho verbalizzato su questo, ho
verbalizzato ma vi dico in più: so particolarmente
di Casillo, di rapporti politici di Casillo...
politici e il rapporto di Casillo con noi.
PRESIDENTE. Chi sono questi politici?
PASQUALE GALASSO. Poi, mi sono stati riferiti
proprio
dal padre di Casillo
Pag.2741
-che adesso è morto - Gennaro con cui avevo un
grosso
rapporto, io, Alfieri e Gennaro Casillo. Quindi,
talvolta Gennaro Casillo mi riferiva di questi
rapporti e dei suoi diciamo - regali in denaro che
faceva a questi politici. I politici all'epoca sono
Patriarca, Gava, Russo (vi parlo della fine degli
anni settanta, quando Casillo era socio nel porto di
Castellamare di Stabia con Sossio Pezzullo).
MARIO CLEMENTE MASTELLA. L'ex senatore?
PASQUALE GALASSO. Sì, uscì fuori da questa società
e Casillo riuscì a prendere tutto il porto di
Castellammare. In questo rapporto di scioglimento di
società - diciamo - tra Casillo e Pezzullo ci sono
stati pure interventi di qualche grosso personaggio
malavitoso del casertano, Mario Caterino, e di
Alfieri e da quel momento io ho capito (ho capito,
ero a conoscenza) il grosso business che Casillo
aveva creato
aCastellammare avendo a disposizione il porto,
tant'è vero
che seppi che all'epoca si comprò due o tre navi, le
prime navi e ho dato nome e cognome, mi ricordavo
pure le navi; Casillo addirittura mi disse che a una
di queste navi doveva cambiare il nome e metterle il
nome della moglie. Ho verbalizzato parecchio.
MARCO TARADASH. Vorrei porle una serie di domande
su
vari aspetti. Innanzitutto, a proposito del senatore
Gava, questi è stato anche ministro dell'interno:
quando è stato ministro dell'interno voi avete
mantenuto rapporti con il ministro dell'interno?
Sapete se sono stati immessi all'interno del
Ministero uomini vicini alla camorra e se restano al
loro posto?
PASQUALE GALASSO. Vorrei specificare una cosa:
almeno negli ultimi tempi e pure all'epoca in cui
Gava era ministro dell'interno noi i rapporti con
Gava non è che li tenevamo direttamente. Io prima
dicevo indirettamente, voglio dire tramite suoi
uomini, che sono i suoi uomini politici della nostra
zona, i cui nomi ho fatto quasi tutti, tutti.
PRESIDENTE. Tutti o quasi tutti?
PASQUALE GALASSO. Diciamo tutti, incominciando dai
suoi
vecchi fedelissimi, fin da quando il padre era in
politica. Ho fatto i nomi di Ciccio Catapano, Meo,
Riccio, Marciano, Liguori e tanti altri. Tutta
questa gente aveva rapporti strettissimi con noi,
per cui quando ci serviva una cortesia noi la
chiedevamo a questi uomini e poi loro facevano capo
a Gava.
MARCO TARADASH. Questo anche durante il periodo in
cui
Gava era ministro dell'interno?
PASQUALE GALASSO. Diciamo fino a quando io ho
cominciato
acollaborare.
MARCO TARADASH. Lei ha parlato di un giornalista de
Il Mattino . Questo giornalista evidentemente
lavorava in contatto con Giancarlo Siani perché si
occupava di cronaca. Lei è al corrente di qualcosa
riguardo all'assassinio del giornalista Giancarlo
Siani?
PASQUALE GALASSO. Questa domanda mi è stata posta
un'altra volta ed ho risposto: i giudici me l'hanno
posta spesso. Ho sempre riferito che non ne sono a
conoscenza, ma Siani lo ha ammazzato la camorra. Ho
riferito verbalmente anche a qualche magistrato
quali erano secondo me, secondo noi, gli uomini che
avevano ammazzato Siani. Ho riferito pure qualche
particolare, sempre verbalmente, su come è stato
commesso l'omicidio Siani. Comunque, non ho voluto
che fossero verbalizzate queste dichiarazioni perché
non conosco fatti specifici.
PRESIDENTE. Quale camorra avrebbe ammazzato Siani?
Pag.2742
PASQUALE GALASSO. Quella torrese, diciamo Gionta-
Nuvoletta. Io ho sempre saputo questo e l'ho
riferito, ma non ho voluto che fosse verbalizzato
perché è poco e non volevo creare un altro scoop
giornalistico che poteva
semmai far capire che Galasso sa tutto, fa tutto e
così via. MARCO TARADASH. Riguardo alla vicenda che
lei ha
raccontato e per la quale in realtà ci siamo
nuovamente convocati, quella del consorzio...
PASQUALE GALASSO. Dirò ancora di più: i veri
esecutori
di Siani secondo me sono già morti. Lo voglio dire
pubblicamente qui. Secondo me erano
tossicodipendenti oppure ragazzi di poco rilievo.
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Sono morti perché
ammazzati, o
per altri motivi?
PASQUALE GALASSO. Sì, credo per far sì che questo
omicidio rimanesse sempre impunito e che non si
sapesse mai niente. Questo l'ho sempre detto ma non
ho voluto mai che fosse verbalizzato, per mio
desiderio.
MARCO TARADASH. Lei ha riferito un episodio che
riguarda
il consorzio delle cooperative e l'appalto per la
superstrada che conduceva a Nocera e Cava dei
Tirreni. Intervistato da un giornalista, il
rappresentante del consorzio delle cooperative ha
risposto che non si trattava di un appalto ma di un
lavoro assegnato direttamente dal commissario di
governo, per cui sarebbe impossibile che sia
avvenuta una trattativa come quella che si sarebbe
svolta nella masseria.
PASQUALE GALASSO. Io ho parlato di questa vicenda -
ed è stato verbalizzato - e ho dato riscontro di
dove ci siamo visti. Ho parlato anche dell'ultimo
rapporto che ho avuto dopo 3-4 anni, tramite
Alfieri, con Giuliano Cava, questo rappresentante...
PRESIDENTE. Mi pare di aver capito che pagavano non
per ottenere i lavori ma per poter lavorare,
altrimenti voi non gli avreste consentito di
lavorare.
PASQUALE GALASSO. Sì, tanto è vero...
MARIO CLEMENTE MASTELLA. In sostanza, garantivano la
pace territoriale.
PRESIDENTE. Sì, garantivano la pace territoriale.
MARCO TARADASH. Il signor Giuliano Cava
rappresentava
soltanto il consorzio delle cooperative emiliane o
anche altre aziende?
PASQUALE GALASSO. Per quanto mi risulta, il signor
Giuliano era il rappresentante di una cooperativa,
ma non so
nel seno delle cooperative quale figura egli avesse.
Giuliano era il rappresentante di quella cooperativa
che svolgeva quell'appalto. Questo ho sempre saputo.
Se dovessi dire che è il rappresentante di tutte le
cooperative, direi una bugia.
MARCO TARADASH. Lei ha detto che il Ruocco, con il
quale
si è svolto l'incontro, conosceva molto bene il Cava
perché aveva trattato con lui per altre vicende
simili.
PASQUALE GALASSO. Sì, già si conoscevano. In
quell'incontro, che è durato per qualche ora, Ruocco
e Giuliano già si conoscevano, ma non so che
rapporto avessero (se di amicizia od altro). Ruocco
era un intimo degli Ambrosino e so che Ambrosino
lavorava per Giuliano.
MARCO TARADASH. Lei ha detto che tutte le aziende
che
dovevano lavorare sul territorio dovevano pagare una
quota alla
Pag.2743
camorra. Lo conferma? Tutte, in ogni caso, dovevano
pagare? PASQUALE GALASSO. Sì. Se non c'è questa -
diciamo così -
tranquillità da parte della camorra, almeno queste
grosse ditte non lavorano in zona.
MARCO TARADASH. Le cooperative avevano il maggior
numero di appalti (per un importo di quasi 500
miliardi) e quindi, evidentemente, vi è un rapporto
stretto tra la camorra e la lega delle cooperative
rispetto a queste vicende.
PASQUALE GALASSO. Io ho fatto riferimento soltanto a
quel caso. Su altri casi non so... Può anche darsi
che non abbiano mai pagato ed abbiano pagato
soltanto a noi del gruppo Alfieri in quello
specifico caso.
MARCO TARADASH. Lei dice anche che il meccanismo
era
tale per cui i politici che facevano da tramite tra
l'azienda e la criminalità per quegli
appalti, poi prendevano sempre una
parte della quota. A chi andavano i soldi, nel caso
della lega delle cooperative?
PASQUALE GALASSO. Si riferisce ai politici?
MARCO TARADASH. Sì, a quali politici?
PASQUALE GALASSO. Non lo so.
MARCO TARADASH. Un'ultima domanda. Lei ha parlato
di un intervento di un nostro collega, Mastrantuono,
per garantire gli arresti domiciliari ad un
esponente della camorra.
PASQUALE GALASSO. Sì, a Procida Giovanni.
MARCO TARADASH. Può spiegare in che modo sia
avvenuto questo intervento, cioè se Mastrantuono è
intervenuto come
avvocato o come parlamentare, in quale anno ciò sia
avvenuto e in che modo ha fatto da tramite?
PASQUALE GALASSO. Per quanto è a mia conoscenza, so
che Mastrantuono ha curato Procida Giovanni non come
avvocato, ma non so se Mastrantuono sia difensore
dello stesso. Lo ha curato fino a fargli avere gli
arresti domiciliari.
MARCO TARADASH. Se non sbaglio, lei parlò di Mario
Fabbrocini.
PASQUALE GALASSO. Volevo chiarire questo punto. Ho
parlato degli arresti domiciliari per quanto si è
trattato di Mario Fabbrocini. Per Procida Giovanni,
Mastrantuono lo ha curato fino a fargli avere la
condizionale o...
MARCO TARADASH. Sì, ma come avvocato o come
politico? PASQUALE GALASSO. Non lo so. Noi
sappiamo... Io so come
politico, ma non so se Mastrantuono era l'avvocato
di Procida Giovanni.
MARCO TARADASH. In che modo ha agito, intervenendo
sui
magistrati...?
PASQUALE GALASSO. Intervenendo sui magistrati, sui
giudici di sorveglianza, facendogli ottenere delle
licenze
ancor prima che Procida Giovanni si liberasse
totalmente. Questo è stato chiesto a Mastrantuono
prima dell'ultima tornata politica, tant'è vero che
a Mastrantuono fu imposto che prima del Natale del
1991 Procida Giovanni dovesse essere fuori. Subito
dopo, Mastrantuono si è prodigato per Alfieri.
MARCO TARADASH. In che modo?
PASQUALE GALASSO. Gli ha promesso che, qualora
fosse
stato eletto,
Pag.2744
l'avrebbe curato per i guai giudiziari, in tutti i
modi... Sui magistrati e interventi su tutto...
MARCO TARADASH. Di questo lei è a conoscenza
diretta? PASQUALE GALASSO. Sì, ho pure visto
Mastrantuono in una
riunione con Alfieri.
ALTERO MATTEOLI. Signor Galasso, io vorrei
ritornare un momento al motivo di questa nostra
ulteriore audizione, quello relativo al rapporto
camorra-cooperative. Da un tabulato del CIPE (il
Comitato interministeriale per la programmazione
economica) del 26 aprile del 1992, proprio in
relazione alla strada che lei ha citato, la n. 288
(la strada vesuviana), emerge che tra il consorzio
delle cooperative costruttori e la Movi Sud
costruzioni di Casamarciano ci sarebbe stato un
rapporto di lavoro (noleggi di pale caricatrici, di
scavatori, di autocarri, di ruspe). Della Movi Sud,
se non vado errato e questa è la prima domanda
che vorrei farle - sono soci il
genero e il nipote di Carmine Alfieri (Vincenzo
Morra e Luigi Alfieri). Lei ha detto che lo scopo di
questo rapporto con Giuliano Cava era quello di
consentire alle cooperative di poter lavorare. Ma
c'è qualcosa di più se questo è vero: non soltanto
per poter lavorare ma anche per poter far lavorare
imprese camorriste. Questa è la prima domanda che
volevo rivolgerle.
PASQUALE GALASSO. Posso rispondere?
ALTERO MATTEOLI. Prego.
PASQUALE GALASSO. Io mi ricordo dell'incontro con
Giuliano e sono a conoscenza di come si svolgono le
trattative tra noi e queste grosse ditte
appaltatrici.
Durante la trattativa si chiarisce molto bene che
oltre alla tangente camorristica devono essere di
nostro gradimento, cioè di gradimento della camorra,
le ditte subappaltanti. Quindi, credo - almeno,
perché non ero aggiornato di questo che se ci sono
ditte vicino a noi, ciò vuol dire che sono state
segnalate da Alfieri ...
PRESIDENTE. Quindi, le condizioni per lavorare sono
due,
non una: pagare ...
PASQUALE GALASSO. L'ho detto sempre, ho sempre
verbalizzato ...
PRESIDENTE. Sì, ma è per capire.
ALTERO MATTEOLI. Sì, ma la mia domanda ...
PASQUALE GALASSO. ... stabilire la tangente,
arrivare ad un accordo sulla tangente, poi le ditte
subappaltanti devono essere di gradimento della
camorra. Voglio dire che se domani mattina una ditta
subappaltante non è di nostro gradimento, si segnala
...
ALTERO MATTEOLI. Ma la mia domanda è diversa ...
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Qui non è il gradimento ...
questo è il genero ...
ALTERO MATTEOLI. Chiedo se nella trattativa con
Giuliano
Cava ...
PASQUALE GALASSO. Ma Alfieri, come, diciamo la
Camorra ... ci sono tante ditte collegate a noi ...
anche se è il genero, vuol dire che Alfieri l'ha
segnalato; dice: "Deve lavorare questa società". Ma
nella società, la ditta appaltante non sa,
eventualmente, chi sono i soci. Probabilmente, sa
solo che le viene segnalato che deve
lavorare la Movi Sud oppure un'altra ditta. Quindi,
non vuol
dire che, per forza maggiore, oltre al rapporto come
imposizione camorristica deve esserci un rapporto
stretto fra noi e la ditta appaltante, a livello
nazionale ...
Pag.2745
ALTERO MATTEOLI. In questo caso, la domanda era
precisa. Quando vi siete riuniti in quella masseria,
oltre a parlare di una tangente per mettere in
condizione il consorzio cooperative costruttori di
lavorare, vi è stata anche questa trattativa di far
lavorare imprese legate alla camorra, come quella
della Movi Sud, di cui è socio il genero di Alfieri.
PASQUALE GALASSO. Torno a ripetere che quando ci
sono
queste trattative ... Nel caso specifico di questa
trattativa, si è parlato per stabilire la tangente
che questa ditta appaltante doveva sborsare a noi, e
poi si chiede a questa ditta appaltante e ad altre
ditte che le ditte subappaltanti devono essere di
gradimento di noi camorristi; quindi, se in quella
zona c'è il camorrista tale, segnala alla ditta
appaltatrice che devono lavorare quelle ditte.
Quindi, in quella trattativa non è che si scende nei
particolari: queste sono le ditte, eccetera ...
ALTERO MATTEOLI. Si dà per scontato che deve essere
... PASQUALE GALASSO. No, si dà per scontato
stabilire la
tangente o l'estorsione ... oppure si dice,
volgarmente, che questa è la tangente per noi... in
più, che devono lavorare soltanto le ditte
subappaltanti che noi segnaliamo. Punto e basta. Per
cui, se domani mattina, due ingegneri, bravi,
normali, laureati, bravi ragazzi, fanno una società,
non possono entrare come ditte subappaltanti in un
grosso appalto se non sono collegati o a noi della
camorra o ai politici. Voglio dire: se questa
società nuova non viene segnalata alla ditta
appaltante, a un politico, non può mai lavorare.
Questo l'ho sempre detto, l'ho verbalizzato, e a me
risulta da vicino. Credo sia chiaro questo.
ALTERO MATTEOLI. Queste dichiarazioni relative al
rapporto camorra-cooperative, lei le ha rese ai
sostituti procuratori Mancuso, Gai e Roberti. Le
risulta che questi verbali siano stati inviati e
che, quindi, lei sia stato ascoltato, per questo
aspetto specifico, dai colleghi magistrati Davino,
Fagliasco, Zeuli e Mille, cioè quei magistrati che
si occupano degli scandali legati al terremoto? Le
risulta che siano stati mandati i verbali e,
soprattutto, che lei sia stato sentito da questi
magistrati in relazione a questo fatto specifico del
rapporto camorra-cooperative?
PASQUALE GALASSO. No, non sono stato chiamato ...
ALTERO MATTEOLI. Non è stato mai sentito?
PASQUALE GALASSO. No.
ALTERO MATTEOLI. Se non sbaglio, le dichiarazioni
che
lei ha reso su questo rapporto della camorra
risalgono a circa un anno fa.
PASQUALE GALASSO. Sì.
ALTERO MATTEOLI. E dopo un anno non è stato ...
PASQUALE GALASSO. No, non un anno fa.
ALTERO MATTEOLI. Per l'esattezza, otto mesi e mezzo
fa,
aNovara.
PASQUALE GALASSO. Sì.
ALTERO MATTEOLI. E dopo otto mesi e mezzo, lei non
è
stato ascoltato da questi magistrati ...
PRESIDENTE. Non è colpa sua!
ALTERO MATTEOLI. Lo so che non è colpa sua, ci
mancherebbe. Vorrei capire, però, se Mancuso, Gai e
Roberti hanno passato i verbali.
Pag.2746
PASQUALE GALASSO. Posso spiegarmi?
ALTERO MATTEOLI. Sì, certo.
PASQUALE GALASSO. Il 21 dicembre 1992 ho fatto
tanti nomi e senza entrare nel merito ho parlato
delle ditte che
avevano pagato, oppure che stavano in contatto con
noi. Diciamo che ho fatto un verbale senza entrare
nel merito. Poi, mi sono fermato nella mia
collaborazione per circa quattro mesi. Ho ripreso la
collaborazione nel marzo 1993, e in quel momento ho
cominciato, man mano, a parlare dei vari episodi.
Non so quando ho parlato di questo episodio
specifico, ma credo dopo il mese di marzo 1993.
PRESIDENTE. Le persone che abbiamo nominato credo
siano state interrogate da qualche autorità
giudiziaria. Potremmo eventualmente chiedere i
verbali ...
PASQUALE GALASSO. Inoltre, di questo episodio ho
parlato
non solo ai magistrati di Napoli ma anche a quelli di
Salerno. ALTERO MATTEOLI. Lei ha mai sentito che a
queste
trattative ha partecipato Fabio Carpanelli, che è
stato presidente del consorzio cooperative
costruzioni fino alla primavera di quest'anno? Lo ha
mai conosciuto?
PASQUALE GALASSO. No.
ALTERO MATTEOLI. Lei ha detto che hanno versato
circa 3
miliardi in rate durante i lavori e che l'ultima
rata sarebbe stata consegnata a lei personalmente,
in contanti. Per quale importo?
PASQUALE GALASSO. Nelle mie mani?
ALTERO MATTEOLI. Sì.
PASQUALE GALASSO. Credo fosse di 400 o 500 milioni.
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Siccome la camorra è
ripartita
in varie realtà territoriali, questa presenza di
altri clan sul territorio significa, evidentemente,
che nella gestione degli appalti per il terremoto in
Campania, la bonifica del territorio o la pace nel
territorio avvenivano da voi negli stessi termini
che altrove. Di questo è a conoscenza, per quanto
riguarda le imprese che lavoravano. Cioè, fuori
della sua area, altrove, era così? Che lei sappia,
c'era la stessa procedura dov'era presente la
camorra?
PASQUALE GALASSO. Io credo di sì, ma ho parlato di
quei territori dove la competenza era nostra,
diciamo il napoletano e il salernitano. In altre
zone vi sono altri gruppi
camorristici.
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Mi basta per arrivare a
una conclusione: questo significa che chiunque abbia
lavorato in quelle zone, cooperative, enti,
eccetera, pagava comunque. Quindi, si tratta di
indagare se pagava solo di là o anche fuori di là.
PAOLO CABRAS. Lei ha accennato all'amicizia che
legava l'industriale Casillo - l'anziano Casillo e i
figli all'Alfieri e al suo clan. Ha parlato anche di
favori che Casillo ha fatto ad Alfieri ed ha
accennato anche a magistrati. C'erano magistrati, se
ho capito, bene, amici dell'industriale Casillo, che
poi sono stati fatti conoscere ad Alfieri per
aiutarlo, per aggiustare i processi. Potrebbe essere
un po' più ricco di particolari e farci anche,
eventualmente, i nomi di questi magistrati?
PASQUALE GALASSO. Io, almeno per quanto riguarda
l'episodio tra Alfieri, Casillo, magistrati, ho
narrato l'episodio di Nicola Damiano: almeno per
alcuni anni, fino a quando Nicola Damiano non
Pag.2747
è morto, c'era questo stretto rapporto tra Alfieri,
Casillo, Nicola Damiano. Nicola Damiano, oltre a
curare i problemi giudiziari di Alfieri, ha fatto
pure qualche altra cortesia, per quanto è di mia
conoscenza.
PAOLO CABRAS. Era stato presentato ad Alfieri
dall'industriale Casillo?
PASQUALE GALASSO. Sì, no; già da quando Alfieri
stava nel carcere nel 1976, inizio 1976, per un
omicidio c'era questo rapporto. Poi dal 1976 fino a
quando non è morto
Damiano c'è stato questo rapporto. Damiano ha curato
per conto
di Alfieri pure un altro nostro associato, Giordano
Carmine, che era dentro all'epoca per un omicidio.
Io sono stato presente alle richieste, alle
riunioni, richieste di cortesia affinché Damiano
curasse pure Giordano Carmine.
PAOLO CABRAS. Altri magistrati presentati ad Alfieri
da
Casillo?
PASQUALE GALASSO. No, altri magistrati non ne sono
a conoscenza e neanche posso parlare, non so, di un
magistrato che semmai mi risulta che stava in
contatto con Alfieri a vanvera; voglio parlare di...
PAOLO CABRAS. In riferimento al ruolo di Casillo...
PASQUALE GALASSO. Ma con Casillo noi, fino a quando
io
ero latitante, ci incontravamo; ci siamo incontrati
io, Alfieri e Casillo.
PAOLO CABRAS. Quando lei dice Casillo intende il
figlio? PASQUALE GALASSO. Il figlio, adesso il
figlio; il padre
è morto...
PAOLO CABRAS. Chi, Pasquale?
PASQUALE GALASSO. Sì, il padre è morto, mi sembra,
metà
anni ottanta.
PAOLO CABRAS. Lei intende quindi Pasquale Casillo.
PASQUALE GALASSO. Pasquale, Aniello e poi l'altro
fratello che sta a Bologna, ma Pasquale e Aniello
principalmente.
PAOLO CABRAS. Quali erano gli argomenti che si
trattavano durante questi incontri?
PASQUALE GALASSO. Si parlava principalmente, questi
incontri erano dovuti principalmente al vecchio
rapporto amicale, stretto rapporto amicale e poi di
volta in volta, oltre ai convenevoli, oltre
all'incontro piacevole, si chiedevano varie
cortesie. Quelle cortesie che Alfieri ha chiesto a
Casillo o Casillo ha chiesto ad Alfieri io ne ho
parlato; sono pochi, almeno per serietà mia voglio
riferire
solamente quelli dove - torno a ripetere - i giudici
possono trovare un riscontro. E' inutile che io dica
tante cose che mi risultano verbalmente e poi dopo
non si trova niente.
GIANCARLO ACCIARO. Volevo sapere se, secondo quanto
è a
sua conoscenza e della sua organizzazione, vi siano
stati inserimenti in regioni non controllate
direttamente; in particolare modo se vi siano stati
in Sardegna tipi di investimenti e, qualora vi siano
state, organizzazioni dirette o indirette, se si
può dire attraverso chi.
Vorrei inoltre sapere se, nel momento in cui Cutolo
era in
Sardegna, avevate una sorta di controllo sul
movimento creatosi intorno a Cutolo, il movimento di
amici e familiari che andavano a trovarlo per i
contatti in carcere.
PASQUALE GALASSO. Posso chiedere, per cortesia, una
domanda alla volta?
Pag.2748
GIANCARLO ACCIARO. Vorrei sapere se la sua
organizzazione aveva interessi o contatti in
Sardegna che fossero o di azioni organizzate o anche
di investimento di denaro in quella zona.
PASQUALE GALASSO. Rispondo subito. Di questo pure ho
verbalizzato per quanta riguarda il rapporto tra la
nostra organizzazione e Flavio Carboni. Ci sono, ci
sono stati investimenti in Sardegna, ci sono tramite
Flavio Carboni, Nicoletti, Maresca ed altri
componenti della mia organizzazione. L'altra
domanda?
GIANCARLO ACCIARO. A questo proposito, vi sono
investimenti in vari settori?
PASQUALE GALASSO. Sì, ma principalmente immobiliari,
in
terreni e immobili.
GIANCARLO ACCIARO. Vorrei inoltre sapere se la
presenza
di Cutolo in carcere all'Asinara, in Sardegna, dove
è stato parecchio tempo, ha fatto sì che la vostra
organizzazione controllasse il tipo di movimenti con
cui aveva contatti,
ossia di familiari o cose di questo genere.
PASQUALE GALASSO. In quell'epoca in cui Cutolo è
stato trasferito all'Asinara, noi stavamo in piena
guerra con Cutolo. Sapevamo solamente dei colloqui,
che i familiari lo andavano a trovare. Non mi
risulta niente, pure perché non potevo essere a
conoscenza non facendo parte del gruppo di Cutolo.
UMBERTO CAPPUZZO. Vorrei rivolgere una domanda di
carattere generale. Si è molto insistito sul
rapporto politici-camorra; evidentemente il
vantaggio che il politico trae è di carattere
elettorale. Quali sono le modalità per controllare
il voto? Come può la camorra portare una massa
consistente di voti, quali sono gli argomenti
convincenti
verso una pluralità di soggetti, che evidentemente
sono liberi nel segreto dell'urna di deporre la
scheda? Come si controlla poi che la gente che
promette il voto effettivamente lo abbia dato?
PASQUALE GALASSO. Principalmente, questo parte dal
rapporto, come controllo dei voti, dal rapporto tra
noi e diciamo - i vari rappresentanti amministrativi
della nostra zona. Quindi questo rapporto poi si
protrae nel rapporto della Camera, degli onorevoli
che vengono eletti alla Camera. In più, il controllo
della nostra zona è basato principalmente sui
rapporti amicali da sempre con i vari ceppi
familiari, i vari capi famiglia - dove ci sono i 50,
i 100, i 200 voti - e vengono controllati
facilmente.Oltre alla promessa, alla fedeltà di
questi capi famiglia, famiglie normali, verso l'
esponente delinquenziale, vengono controllati
facilmente, nel senso, quando si fa una prima
elezione, poi si vedono i risultati: se escono
questi risultati, giustamente si rafforza questo
rapporto amicale tra gli esponenti delinquenziali e
questi elettori paesani. Diciamo noi siamo, la
camorra è inserita molto bene nei vari paesi, in
tutti i rapporti sociali. Questo, senatore.
UMBERTO CAPPUZZO. Vorrei chiedere questo: c'è un
sostegno popolare così diffuso, qual è
l'argomentazione? E' la cultura locale che
favorisce...
PASQUALE GALASSO. Sì.
UMBERTO CAPPUZZO. .. la camorra, oppure voi avete
argomenti ancora più convincenti per indurre la
gente a fare quello che volete voi?
PASQUALE GALASSO. Alla base c'è questo rapporto
amicale, poi man mano si va a rafforzare quando un
cittadino, uno che
gli fa piacere avere questo rapporto con noi altri,
ci viene a chiedere i favori, quali il misero posto
di lavoro, e gli viene concesso. Quindi, in quel
momento questo cittadino giura fedeltà
Pag.2749
verso chi gli ha fatto la cortesia. E altre
cortesie: non so, chi ha problemi con un ufficio
IVA, fiscali, amministrativi, di una licenza, di una
concessione edilizia e tanti altri favori, che sono
quelle cose che fanno parte della nostra società.
PASQUALE GALASSO. Alla base c'è la cultura, la
predisposizione e la disponibilità di questa gente
ad avere a che fare con noi. Diciamo che noi, la mia
ex associazione è presente nel tessuto sociale: già
da un incontro, da un saluto si va a tessere un
rapporto sociale e man mano questo rapporto diviene
così forte da far uscire i voti.
UMBERTO CAPPUZZO. Che le risulti c'è un'evoluzione,
c'è
un cambiamento da quando lei ha deciso di
collaborare? Attraverso le notizie che lei avrà, si
riscontra in quella regione un cambiamento di
mentalità, vi è qualche sintomo, qualche segno di
cambiamento?
PASQUALE GALASSO. Certamente, come voi siete
preparati
vi sarà un cambiamento, ma certamente dovete creare
le basi e
andare ancora avanti con una certa costanza e creare
l'armonia tra tutte le forze dell'ordine, fra voi e
tutti quanti e andare avanti su questa strada.
Certamente riuscirete a cambiare: va cambiata una
cultura esistente da tanti anni, diciamo negli
ultimi 30-40 anni, dove il cittadino normale, oltre
a far riferimento e a chiedere la cortesia al
politico oppure al consigliere comunale, fa pure
riferimento ai camorristi. Se il cittadino vuole una
cortesia e non riesce tramite un consigliere,
tramite il sindaco, si rivolge pure all'altra forza
presente in zona che è la camorra.
UMBERTO CAPPUZZO. Lei più volte ha parlato
dell'armonia
fra le forze dell'ordine, l'ha detto anche adesso:
in che modo si manifesta questa mancanza di armonia
fra le forze dell'ordine?
PASQUALE GALASSO. Oltre alle forze dell'ordine
dico, se
mi permettete, con tanto rispetto, pure fra voi
politici; faccio riferimento pure a voi: capite bene
com'è la cultura in una determinata zona per poi
intervenire, ma intervenire costantemente, non per
un solo periodo e poi semmai lasciar stare. La
camorra, come si è fatto in tanti anni, quando si è
vista lo Stato addosso, ha rallentato un poco, poi
lo Stato si è fermato e la camorra è andata ancora
più forte; dico la camorra per dire un po' tutte le
associazioni criminali. Ma se vedono la vostra
costanza di interventi, certamente avranno fine. Ed
io me lo auguro.
SALVATORE FRASCA. La prima domanda è di carattere
personale e se vuole può non rispondermi: Il Mattino
del
17 agosto 1993 dice che il signor Galasso tra
fabbricati, auto e 16 società intestate a
parenti e a prestanome avrebbe un
patrimonio di mille miliardi. E' vero?
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Mi sembra un po' eccessivo.
SALVATORE FRASCA. Leggo da Il Mattino .
PASQUALE GALASSO. No, non è vero.
SALVATORE FRASCA. Può dire a quanto ammonta il suo
patrimonio?
PASQUALE GALASSO. Dico subito che sono nato già
ricco,
ma non ve lo dico per buffoneria. Dobbiamo andare un
po' alle origini e mi dovete dare qualche minuto per
spiegarlo. Mio padre già era ricco, era un
imprenditore affermato ed ho ereditato miliardi di
lire di beni; questi beni mi sono stati sequestrati
cautelativamente e poi ridatimi nel 1987, parte di
questi beni, e nelle mie varie iniziative economiche
siamo stati sempre presenti, nelle varie società,
noi Galasso; di prestanome non ne ho mai avuti al di
fuori della mia ultima società, che è
Pag.2750
basata sulle iniziative economiche che vi ho detto
più volte con l'ingegner Cordasco e con Bifulco,
dove i miei familiari non c'entrano: sono iniziative
economiche mie, è un mio saper fare.
Per quanto riguarda le auto di lusso, ripeto
ancora una volta - l'ho detto anche l'altra volta -
la principale azienda nostra era la trasformazione
ed il commercio di autoveicoli pesanti, veicoli
industriali Galasso, e accanto a questo commercio
c'era la rivendita di automobili, automobili Galasso
plurimarche. Quindi se ho dieci Ferrari oppure dieci
Tipo oppure dieci Mercedes sono della vecchia
società Galasso Spa; che poi ne usufruiamo noi...
Dico inoltre che già da prima che io diventassi
delinquente criminale tenevamo diverse autovetture
di lusso, commerciavamo ed eravamo in possesso di
diverse autovetture.
SALVATORE FRASCA. La volta scorsa abbiamo parlato
degli insediamenti camorristici e napoletani
nell'alto Tirreno cosentino. Lei ha fatto i nomi di
Mario Pepe, di Visciano Angelo, di Boscoreale e di
Maiale: conferma quanto ha detto?
PASQUALE GALASSO. Sì, certamente.
SALVATORE FRASCA. Può dire se oltre a questi
signori vi è un tal Maisto, parente e nipote del
Maisto di cui lei ha parlato?
PASQUALE GALASSO. Ve l'ho detto l'altra volta, no,
non
ne so niente di questo Maisto.
SALVATORE FRASCA. Va bene. Ultima domanda: ha
conosciuto
un tal Giuseppe Cirillo, noto camorrista della
provincia di Salemi, insediatosi nella piana di
Sibari?
PASQUALE GALASSO. Lo conosco di nome, so che
apparteneva
aCutolo, era un santista di Cutolo; è stato per
diversi anni
ai laghi di Sibari insieme al cognato Mirabile.
Erano loro i capi camorra salernitani per Cutolo,
Salerno città, e avevano cointeressenza in Sibari.
Questo so.
MARCO TARADASH. Vorrei fare una domanda in
relazione ad uno degli ultimi quesiti del senatore
Frasca, il quale probabilmente voleva sapere quanta
parte del suo patrimonio sia stata sequestrata in
virtù delle leggi antimafia. Lei ci ha spiegato la
situazione, ma comprenderà che appare poco credibile
il fatto che lei, soltanto per sport o per un
piacere giovanile, si sia dedicato ad una carriera
di killer senza trarne dei vantaggi personali,
essendo di famiglia
ricca. Vorremmo sapere in che modo lo Stato è
intervenuto sui suoi patrimoni.
PASQUALE GALASSO. Una parte dei miei patrimoni mi è
stata sequestrata cautelativamente nel 1987, poi mi
è stata ridata e mi fu comminata la sorveglianza
speciale. L'altra parte, quasi tutto, al di fuori
dei beni ereditati da mia mamma dai miei nonni, è
tuttora sotto sequestro cautelativo.
MARCO TARADASH. A quanto ammonta?
PASQUALE GALASSO. Non lo so, saranno 40-50 mogge di
terreno.
PRESIDENTE. La Commissione dispone della valutazione
dei
beni.
PASQUALE GALASSO. Ad agosto scorso ho cominciato a
collaborare, uscii il 9 settembre 1992 dal carcere e
fui mandato agli arresti domiciliari per
incompatibilità con il carcere; sono stato mandato a
Novara, dove comprai un'altra proprietà che dopo un
mese mi è stata, pure quella, sequestrata ed è
tuttora alle misure di prevenzione di Napoli.
L'altra volta ho detto una cosa inerente ad una
domanda
che mi fu posta sui sequestri: se il giorno che farò
quest'altra
Pag.2751
prevenzione non riuscirò a chiarire come ho
acquisito un bicchier d'acqua, la magistratura mi
deve confiscare i miei beni, ma se riuscirò a
dimostrare come ho comprato un pezzo di terreno la
giustizia mi deve riconoscere tale. Non voglio come
premio della mia collaborazione il dissequestro,
come parecchi giornalisti hanno pubblicato ("E'
collaboratore perché vuole salvare il suo
patrimonio"); no, ve lo grido dal profondo del
cuore. Se ho acquisito con la mia forza camorristica
dei beni, voi me li dovete confiscare. Se io non
riuscirò a chiarire tutto questo, mi dovete
confiscare tutto, ma se io chiarirò come mi sono
fatto e ho una storia economica, mi sono fatto un
bene... Pensate che noi del 1987, quando mi sono
stati rilasciati i beni di mio padre, gran parte li
ho venduti, erano 70-80 appartamenti e altre
aziende, altri beni nostri: li abbiamo venduti e nel
1989-1990 avevamo diversi miliardi di lire di
disponibilità. Tutti questi miliardi mi sono stati
truffati da questa società di Cordasco-Bifulco.
Senatore, posso aggiungere un'altra cosa: vi chiedo
di
reinserirmi nella società e poi vorrò dimostrare a
tutti quanti voi che mi reputo socialmente valido,
pure come iniziative economiche, non sono solamente
criminale. Questo è il mio desiderio.
MARCO TARADASH. Questo deve valere per tutti. E
confidiamo che la giustizia in questo paese funzioni
ugualmente per tutti.
La domanda specifica che volevo fare nasce da una
sua riflessione. Dato che è stata posta una
questione sociologica e dato che, dopo tutto, lei
ha assunto un ruolo per cui sarà
anche sentito da altri, vorrei, credo a nome della
Commissione, esprimere un concetto: la situazione
cambierà non quando il cittadino avrà dal politico
la cortesia che richiede ma quando il cittadino non
chiederà più cortesie al politico e quando il
politico non farà più cortesie al cittadino ma ci
saranno diritti uguali per tutti. OMISSIS. Questo,
però, significa che la camorra aveva ed ha delle
forte entrature presso il quotidiano Roma .
PASQUALE GALASSO. Le voglio spiegare gli intrecci
che ci sono tra una parte di rappresentanti dello
Stato (politici, magistrati, giornalisti) e la
camorra. La camorra è una componente della nostra
società, ve lo dovete mettere bene in testa e se
domani mattina *9, che ha certi amici, conosce ed ha
un rapporto col giudice Lancuba sa benissimo che
Lancuba prima o poi gli fa sapere che conosce
Alfieri. Quindi, *1 sa benissimo del rapporto tra
Alfieri e Casillo. In quel momento interviene per la
sua cortesia su Alfieri che deve imporre a Casillo
di fargli prendere il OMISSIS. Le voglio dire di
più: *9 da latitante lo dovevo incontrare, come ho
incontrato Vito Alfredo dovevo incontrare *9, quando
nell'ultima mia latitanza i carabinieri e la
polizia ... le forze dell'ordine non mi
davano respiro e i giornalisti non mi davano
respiro, inventando su me tante di quelle cose.
Badate bene, nell'ottobre del 1992, io latitante da
cinque mesi, sono uscito in prima pagina ( Mattino,
Roma ) 21 volte; stavano creando questo grosso mito
Galasso, come il male infernale della Campania,
dell'Italia meridionale. Ho cercato di incontrare *9
tramite il professor Raffaele Boccia. Raffaele
Boccia mi dice: "Pasquale, io lo porto da te ma tu
sai benissimo che *9 è venale; *9 per venire da te
... prepara già un po' di soldi". "Ma quanto, dieci,
venti?" "Sì, trenta, quaranta milioni di lire e
interverrà senz'altro per la tua cura". Tant'è vero
che poi, dato che mi davano una caccia terribile,
non potei incontrare né Boccia né *9 e Boccia mi
mandò a dire, tramite i miei familiari, che stava
organizzando una riunione per far sì che si
interessasse lui di questi miei problemi
giornalistici e mi chiese di portare con sé in una
riunione a Napoli mio fratello Martino. Questo c'è
stato ma non con *9, con altri
Pag.2752
due o tre giornalisti che *9 e Boccia gli mandarono.
Questi giornalisti dissero a mio fratello Martino:
"Va bene, incominciamo ad intervenire. Voi dovete
fare un contratto pubblicistico con noi".
PRESIDENTE. Quello che ha detto l'altra volta, col
Roma ?
PASQUALE GALASSO. Sì. No col Roma , con tutti i
giornali. Quindi, mio fratello Martino viene da me e
mi dice: "Pasquale, ci siamo incontrati nell'ufficio
del professor Boccia" - a Napoli, mi sembra nei
pressi di piazza Dante "Sono venuti due o tre
giornalisti che mi hanno chiesto, come prima mossa,
di fare dei contratti come Galasso SpA", cioè loro
ci indicavano quali erano ...
PRESIDENTE. I quotidiani o le agenzie?
PASQUALE GALASSO. No, erano due o tre giornalisti e
mio fratello Martino ... non ricordo i nomi, mio
fratello li può ricordare.
MARCO TARADASH. I nomi dei giornalisti non li
ricorda.
PASQUALE GALASSO. Quindi, io capii per la mia
esperienza, per il mio piccolo intuito, che era la
prima
mossa, quella che cominciava ad essere più
redditizia per *9.
MARCO TARADASH. Scusi, chiedevano contratti di
pubblicità sui giornali?
PASQUALE GALASSO. Di pubblicità. Io mandai in malora
sia
mio fratello Martino sia Boccia, perché capii
benissimo che mi stavo "imbarcamenando", perché
giustamente si diceva all'epoca che Galasso teneva
mille-duemila miliardi, quindi capii benissimo che
mi volevano sfruttare. Lasciai perdere tutto; dopo
pochi mesi fui arrestato; mio fratello Martino, i
miei fratelli, seguendo sempre questa strada e
seguendo qualche consiglio, cominciarono a fare
questi contratti pubblicitari. Io stavo nel carcere
di Salerno e cominciai a vedere su Il Mattino e sul
Roma , nelle prime e nell'ultima pagina
tutta la pubblicità nostra. Vennero a colloquio i
miei fratelli e Martino e io gli saltai proprio
addosso dicendo: "Che stai facendo?" e lui mi disse:
"Fammi fare a me, perché vediamo un po' se questi
giornalisti ci lasciano perdere, almeno come pace
familiare, come pace industriale, della mia
attività". Vedete bene che io mi arrabbiavo con mio
fratello e dicevo: "Ma è mai possibile? Questi sono
dei mascalzoni". Ve lo grido con tutta l'anima,
perché ho passato momenti terribili: sono dei
mascalzoni. In prima pagina mi mettete Galasso
veicoli industriali; Galasso mette a disposizione
per chi compra un veicolo industriale da Galasso una
cinquecento nuova gratis; all'interno tutta una
pagina "Galasso boss, superboss". E' una vergogna!
Allora io dissi a mio fratello Martino: "Parla con
questa gentaglia e digli che se si vogliono
impegnare devono rispettare pure i loro patti. E'
inutile che si prendano dieci, venti, cinquanta,
cento, duecento, trecento milioni di lire. Se si
impegnano che fanno la pubblicità e fanno i fatti
loro, si devono pure impegnare che nella cronaca io
non devo uscire più". Mio fratello riferì queste
cose; è andato pure presso questi uffici della
pubblicità ed ha riferito; loro hanno detto " Va
bene, l'azienda industriale è una cosa, purtroppo
vostro fratello è un grosso personaggio malavitoso;
è stato creato ultimamente; man mano sgonfieremo.
Quindi, se oggi esce una pagina all'interno, domani
ne facciamo uscire mezza, poi un trafiletto e man
mano scomparite nell'arco di poco tempo". Queste
sono le cose che ho vissuto. Non vi dico bugie.
MARCO TARADASH. Non era solo *10, ma era una
struttura
evidentemente.
Pag.2753
PASQUALE GALASSO. Sì, ma diciamo che *10 quello è
... PRESIDENTE. Ma è stato poi così: lentamente sono
diminuite davvero?
PASQUALE GALASSO. Ho fatto quattro mesi di carcere
e sono uscito il 9 settembre. Dissi ai miei fratelli
di smetterla con questi giornalisti. Mi sono
incontrato con i
giornalisti che facevano queste pubblicità; li ho
ammoniti un poco; dietro le mie arrabbiature, già
quando stavo in carcere epoi fuori, con i miei
fratelli questi rapporti si sono un
po' raffreddati. Vennero due o tre di questi
giornalisti i quali mi proposero di farmi incontrare
con il capo redattore de Il Mattino , con questi
giornali a me personalmente, dove loro mi chiedevano
pure un'intervista. Io ho sempre rifiutato perché
non amo essere intervistato e vedevo che poteva
essere ... che si poteva ritorcere su di me.
PRESIDENTE. Le avevo chiesto una cosa prima. Dopo
questo
intervento pubblicitario, le notizie su di lei si
sono davvero ridotte su questi giornali?
PASQUALE GALASSO. Un periodo, almeno per quanto mi
ricordo, dal luglio 1992 andarono man mano ...
PRESIDENTE. ... scemando.
PASQUALE GALASSO. ... scemando, tant'è vero che io
stavo nel carcere di Spoleto e questi giornali mi
mandavano gratis una copia dei giornali; mi
arrivavano via posta "al detenuto
Galasso Pasquale" Il Mattino e il Roma gratis al
carcere speciale di Spoleto, proprio per farmi
toccare con mano. Mio fratello Martino ... feci un
colloquio e poi altri non ne volli fare con i miei
familiari perché non sono almeno mia moglie e tutto
il mio contesto - non sono gente che possono andare
fuori dai carceri in tutto quel contesto criminale.
Preferii, pure a mia moglie, un solo colloquio e
dissi: "Non venire più; ci vediamo quando ci vediamo
ma non venire più, fammi la cortesia". Perché venire
la mattina e stare fino alla sera ad aspettarmi ...
poi mi raccontavano là fuori che cosa succedeva; mia
moglie non è di questa pasta. Mio fratello Martino
mi disse: "Ora ti manderanno i giornali e vedrai che
non stiamo più sui giornali". Mi sembra che qualche
volta sia uscito qualche piccolo trafiletto, che io
mi arrabbiavo, ma non facevo più colloqui.
MARCO TARADASH. Lei si è incontrato durante la
latitanza
epoi dopo la latitanza con questi giornalisti?
PASQUALE GALASSO. No, io mi sono incontrato dopo, da
quando sono ritornato a settembre agli arresti
domiciliari, ero già collaboratore di giustizia.
PRESIDENTE. La domanda è questa: quando lei era
latitante è stato suo fratello ad incontrarsi con
questi?
PASQUALE GALASSO. Sì, dovevo incontrarmi io con *10
tramite il professor Boccia Raffaele di
Poggiomarino,
proprietario dell'istituto Settembrini, gavianeo da
sempre, grosso intrallazzatore politico e nostro
associato a tutti gli effetti. Poi non mi sono
potuto incontrare perché pensate che i carabinieri e
la polizia a casa mia stavano quasi tutti i
giorni 50, 100, 200, elicotteri, tutto. Quindi, io
stavo chiuso, ho fatto un anno di latitanza chiuso
in casa; uscivo solo di sera e di notte.
PRESIDENTE. Per capire, visto che lei insiste molto
sul fatto che in questo periodo era molto ricercato,
c'era stato un mutamento? Prima era meno ricercato?
PASQUALE GALASSO. No, pure prima, ma diciamo che
ultimamente io avevo pure la pesantezza di questo
momento,
Pag.2754
avevo una pesantezza all'interno della mia
associazione.
PRESIDENTE. Cioè, aveva una situazione interna
difficile.
PASQUALE GALASSO. Avevo una pesantezza interiore
pure perché, come vi ho detto,...
PRESIDENTE. Cominciava a pesare la storia di...
PASQUALE GALASSO. Sì.
MARCO TARADASH. Senta, ma i nomi di questi
giornalisti
suo fratello li avrà fatti varie volte, lei poi li
ha visti, possibile che non si ricordi? Lei ce
l'aveva con questi giornalisti, quindi avrà
bestemmiato contro i loro nomi.
PRESIDENTE. Forse non era indispensabile
bestemmiare! PASQUALE GALASSO. No, mio fratello si
dette nelle mani
di uno di questi giornalisti che all'epoca - stavo
nel carcere di Salerno - ricordo che mi disse che
dovevano fare pure l'ufficio stampa presso la nostra
concessionaria, la Galasso SpaA, che poi
quest'ufficio stampa fu fatto presso l'ufficio di
questa società di pubblicità.
PRESIDENTE. Ma quest'ufficio stampa rientrava anche
tra
le clausole di quest'intesa?
PASQUALE GALASSO. Sì, fu creato proprio per dare
un'immagine e per incominciare a fare allontanare i
giornalisti da noi e da me.
PRESIDENTE. L'onorevole Taradash le ha chiesto se
lei
non ricordi i nomi degli altri giornalisti.
PASQUALE GALASSO. Signor presidente, lei prima mi
ha
fatto una domanda. La mia collaborazione, diciamo la
mia scelta è stata pure perché l'ultima latitanza mi
sono accorto che avevo i bambini già grandicelli. I
miei bambini, vedendo i
carabinieri quasi tutti i giorni a casa, avevano
incominciato a capire; c'è stato proprio
un episodio: mio figlio Nino, otto
anni, incomincia a dire "Papà, i tuoi nemici sono i
carabinieri, vanno ammazzati". Questo mi ha portato
a riflettere durante la mia latitanza, tant'è vero
che mi sono abbracciato mio figlio Nino e gli ho
detto "Senti, Nino, i carabinieri sono amici di tuo
padre, non ti preoccupare". Mi figlio Nino fu
fermato da un ufficiale dei carabinieri, da un
capitano, che lo trattò bene. Mio figlio, vedendo in
televisione e sui giornali questo capitano, mi disse
"Papà, quello è tuo nemico". Io gli spiegai
all'epoca, cercai di fargli capire che i carabinieri
erano essenziali, altrimenti la società sarebbe
diventata una giungla, tante di quelle cose, mio
figlio non mi credette, e in più gli dissi "Nino, il
capitano che ti ha fermato è intimo amico di papà
tuo; papà un giorno te lo presenterà". Ho avuto
questa gioia di presentare mio figlio al capitano
Pascali. Mio figlio, quando ha visto il capitano
Pascali, l'ha guardato; io gli ho detto "Papà te lo
promise" - questo mi emoziona - "questo è l'amico di
papà". Il capitano Pascali se lo abbracciò, mio
figlio con distacco... Poi, dopo un po' di tempo, ci
siamo visti parecchie volte con i miei familiari con
il capitano Pascali, si sono affezionati
aquesto... Hanno capito bene che suo padre non era
contro la
legge. Ho un altro figlio mio, Ciro.
PRESIDENTE. Che è più piccolo?
PASQUALE GALASSO. E' il secondo, adesso ha otto
anni. Ecco, sono episodi che mi hanno colpito. Lui è
appassionato dei carabinieri, vuole fare l'ufficiale
dei carabinieri, il capitano dei carabinieri. Una
volta ho presentato i miei bambini ed anche Ciro al
giudice Mancuso e con
Pag.2755
lui stava il capitano Angelosanto. Gli dissi "Ciro,
questo è il capitano Angelosanto". Ciro
nell'orecchio mi disse "Papà, non è capitano dei
carabinieri" perché non lo vedeva con la divisa.
Angelosanto capì, prese la tessera e gli fece vedere
la divisa. Ciro disse "Papà, hai ragione, è capitano
dei carabinieri". Ve lo giuro: scherzando a mio
figlio ho detto sempre "Senti, Ciro, invece di fare
il capitano dei
carabinieri vuoi fare l'industriale, il
commerciante?". "No". "L'ingegnere? L'architetto?".
"No". E' una scelta sua ed io vorrei rispettarla una
scelta di mio figlio. Un domani se lui vuole fare il
capitano, vuole fare il giornalista lo deve pur
poter fare.
Sono episodi, questi, che mi hanno colpito durante
la mia latitanza, signor presidente. Anche a questo
è dovuta la mia scelta. Non potevo essere egoista,
non potevo portare su una cattiva strada i miei
bambini, che non hanno colpa.
PRESIDENTE. La Commissione ha compreso i motivi che
l'hanno indotta a compiere questa scelta.
PASQUALE GALASSO. Signor presidente, i giornalisti
ne dicono di tutti i colori, i difensori dei miei
correi stanno dicendo, insistono sul fatto che io
voglio salvare il mio patrimonio, ma se lo possono
pure tenere, signor presidente, io ricomincerò a
vivere.
PRESIDENTE. Se può consolarla, i giornalisti ne
dicono
di tutti i colori su tutti, quindi non lo fanno solo
con lei, se questo può consolarla in qualche modo.
La Commissione ha comunque capito i motivi veri del
suo cambiamento.
L'onorevole Taradash le ha posto la seguente
domanda: lei
non conosce i nomi degli altri giornalisti?
PASQUALE GALASSO. No, non li conosco. Io non ho
incontrato i miei fratelli, ma vi prometto, appena
li incontrerò, di farmeli dare e ve li farò sapere.
PRESIDENTE. Penso che comunque i suoi fratelli siano
stati interrogati dall'autorità giudiziaria, non so
se siano stati interrogati su questo punto; in caso
contrario,
chiederemo ai magistrati di farlo.
Non essendovi altre domande, la ringraziamo
nuovamente.
PASQUALE GALASSO. Ringrazio voi tutti. Arrivederci.
(Pasquale Galasso è accompagnato fuori dall'aula) .
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, proseguiamo in
seduta segreta.
(La Commissione procede in seduta segreta).
PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori in seduta
pubblica.
Poiché la Commissione non è in numero legale,
sospendo la
seduta per un'ora.
La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 13.
PRESIDENTE. Constatando la mancanza del numero
legale,
rinvio la deliberazione sulla segretazione
dell'audizione odierna alla prossima seduta della
Commissione. Dispongo che nel frattempo le parti per
le quali ho proposto la segretazione siano rese non
ostensibili.
La seduta termina alle 13,02.
|
|
[ Copertina ] [ Indice ] [ Successiva ] |