Violante: seduta 61
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AUDIZIONE  DEL  COLLABORATORE DI GIUSTIZIA  PASQUALE
                     GALASSO
     PRESIDENZA DEL PRESIDENTE   LUCIANO VIOLANTE
                       indice
Audizione  del  collaboratore di  giustizia  Pasquale
Galasso:
Violante Luciano, Presidente          2727, 2728, 2729
  2730,  2731, 2732, 2734 2735, 2736, 2737, 2738, 2739
  2740,  2741, 2742 2744, 2745, 2746, 2750, 2752, 2753
                                            2754, 2755
Acciaro   Giancarlo                         2747, 2748
Cabras  Paolo             2728, 2733, 2737, 2738, 2739
                                      2740, 2746, 2747
Cappuzzo   Umberto                          2748, 2749
Frasca  Salvatore         2729, 2731, 2733, 2735, 2736
                                      2740, 2749, 2750
Galasso  Pasquale               2727, 2728, 2729, 2730
  2731, 2732, 2733, 2734, 2735, 2736, 2737, 2738, 2739
  2740, 2741, 2742, 2743, 2744, 2745, 2746, 2747, 2748
              2749, 2750, 2751, 2752, 2753, 2754, 2755
Mastella  Mario  Clemente       2732, 2733, 2734, 2735
              2736, 2739, 2741, 2742, 2744, 2746, 2749
Matteoli Altero           2728, 2737, 2744, 2745, 2746
Ranieri Umberto                                   2740
Taradash  Marco     2735, 2741, 2742, 2743, 2744, 2750
                                2751, 2752, 2753, 2757
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La seduta comincia alle 9,30.
 (La Commissione approva il processo verbale della
seduta precedente) .
             (*) Audizione del collaboratore
  di  giustizia  Pasquale Galasso.
PRESIDENTE.  Buon giorno, signor Galasso. Noi ci siamo
già  incontrati in una precedente audizione. Ricorda?
---------
   (*)  I  nominativi  sostituiti  con  un  asterisco
seguito  da  un numero e le parti sostituite  con  la
parola  OMISSIS  sono  stati segretati  con  delibera
della Commissione del 21 settembre 1993.
 PASQUALE GALASSO. Sì.
  PRESIDENTE.  La  Commissione  ha  deciso  di  porle
alcune  domande  specifiche su talune  questioni  che
non  erano state affrontate la volta scorsa. Possiamo
cominciare?
 PASQUALE GALASSO. Sì. Buon giorno.
  PRESIDENTE.  La  prima domanda è  la  seguente.  La
Commissione  vorrebbe approfondire le conoscenze  sui
rapporti  della  camorra, o dei  gruppi  camorristici
dei  quali  lei  faceva parte, con i  consorzi  delle
cooperative  e  con  la lega delle  cooperative.  Può
spiegare questo rapporto ai commissari?
PASQUALE   GALASSO.  Su  questo   rapporto   ho   già
verbalizzato
ai giudici competenti. Si tratta dell'incontro tra
me ed altri miei rappresentanti del direttivo della
mia   ex   associazione  con  il   signor   Giuliano,
rappresentante delle cooperative bolognesi o  di  una
di queste cooperative bolognesi.
 PRESIDENTE. Giuliano è il cognome?
  PASQUALE  GALASSO.  No,  Giuliano  è  il  nome.  Il
cognome   è   Cava:   è   un   rappresentante   delle
cooperative  bolognesi.  Si  parlava  delle  tangenti
riguardanti la camorra per il lotto
della   superstrada  che  da  Napoli   va   nell'agro
nocerino-sarnese.  Si  tratta della  268,  la  strada
vesuviana.  Ricordo  che io  fui  presente  a  questo
incontro   insieme  a  Cesarano  e   Ruocco   e   che
stabilimmo la tangente che dovevano sborsare a noi.
PRESIDENTE. Per poter lavorare?
  PASQUALE  GALASSO.  Sì, per poter  lavorare.  Tutto
questo  almeno per quello che è di mia  conoscenza  -
dopo  che  essi  avevano pagato a chi  di  competenza
politica.
PRESIDENTE. Quando dice "a chi di competenza", a chi
intende riferirsi?
   PASQUALE   GALASSO.   Non  ricordo.   Almeno   per
quell'episodio, non so con chi essi hanno...
PRESIDENTE. Può indicarci almeno l'area in cui si
collocavano?
PASQUALE GALASSO. Durante la discussione - diciamo
durante la trattativa e la definizione della tangente
- Cava Pag.2728
faceva  riferimento  al fatto che  essi  avevano  già
pagato ai politici di loro competenza e quindi...
PRESIDENTE.  Sa  chi  erano  i  politici   "di   loro
competenza"
oa quale area politica appartenevano?
  PASQUALE GALASSO. No. L'episodio verteva su  questa
sintesi:  Ruocco, che già conosceva Cava, diceva  che
noi
volevamo  il  cinque  per cento. Cava  sosteneva  che
fosse  un  po'  troppo  e diceva:  "Noi  ai  politici
abbiamo  dato  di  meno". Mi  ricordo  l'episodio  di
Ruocco  che  insistette nel dire:  "Cava,  noi  siamo
uguali ai politici o superiori a questi, per cui
pretendiamo il cinque per cento". Si trattava  di  un
lavoro  per circa 200-250 miliardi di lire,  per  cui
si  parlava di una tangente di circa 4-5 miliardi  di
lire.
  PAOLO  CABRAS. Si trattava di politici nazionali  o
di politici locali?
 PASQUALE GALASSO. Io sono stato presente soltanto a
questo  episodio specifico. Vi ho già  detto  che  il
discorso   sui  politici  uscì  fuori  soltanto   con
riferimento  al  fatto che il Cava diceva  a  Ruocco:
"Voi   non   potete  pretendere  più  dei  politici".
Invece,   Ruocco   ci  teneva  a   precisare   questa
supremazia e questa importanza nostra.
 PRESIDENTE. In che anno siamo?
PASQUALE  GALASSO.  Nel 1986. Con  Cava  Giuliano  ci
siamo
incontrati presso gli uffici dell'Ambrosino...
  ALTERO MATTEOLI. Mi scusi, si tratta del 1986 o del
1987?   Risulta  da  alcuni  verbali  che  lei  abbia
parlato...
PASQUALE  GALASSO.  Sì, del 1986-1987.  Poi,  facendo
mente
locale  e  sforzandomi un momento, mi sono  ricordato
che  si  trattava  del  1986, perché  nell'aprile  di
quell'anno io mi
liberavo dopo parecchi anni di latitanza. Era estate-
autunno, diciamo settembre, autunno 1986.
 PRESIDENTE. Oltre a questo, ci sono stati altri
rapporti?
PASQUALE  GALASSO. No, almeno per quanto  riguarda...
PRESIDENTE. Successivamente questo signore pagò?
PASQUALE   GALASSO.  In  quella  riunione  ci   siamo
lasciati
dicendo   che   ci   saremmo   dovuti   rivedere    e
perfezionare,  quantificare  la  tangente.   Volevano
sborsare  circa 3 miliardi di lire. Peppe Ruocco,  io
e  Cesarano  insistevamo perché fossero  5.  Dopo  ci
sono  stati  altri  incontri tra Ruocco,  Cesarano  e
Giuliano   e  l'importo  di  tutta  la  tangente   fu
stabilito  intorno ai 3 miliardi (2  miliardi  e  700
milioni).  Di  questa  quota,  buona  parte   l'hanno
sborsata  durante  i lavori. Una  parte  mi  è  stata
consegnata direttamente nelle mie mani.
PRESIDENTE. In liquido?
  PASQUALE GALASSO. Sì, da Giuliano e da un altro suo
rappresentante.
  PRESIDENTE. C'è un parlamentare che intende  sapere
se
sia   di   sua   conoscenza  che   vi   siano   stati
intermediari camorristi per gli acquisti  della  aree
di   insediamento  industriale  in  Campania  ed   in
Basilicata.
 PASQUALE GALASSO. Non ne so niente.
  PRESIDENTE. Lo stesso parlamentare vuole  sapere  a
quali  soggetti  camorristici venga  pagato  -  e  se
venga   pagato  -  il  pizzo  per  il  trasporto   ai
concessionari    delle   autovetture    prodotte    a
Pomigliano d'Arco. Questo fatto è a sua conoscenza?
PASQUALE GALASSO. No.
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  PRESIDENTE. Se lei ne è a conoscenza, può  spiegare
alla  Commissione i contatti con la camorra  per  gli
appalti  vinti  nelle zone terremotate dalle  imprese
Cogefar, Lodigiani e Grassetto?
PASQUALE   GALASSO.  Sì,  so  qualcosa.  Per   quanto
riguarda
la  Grassetto,  so  che hanno lavorato  sulla  tratta
ferroviaria che va da Nocera a Caserta. Si tratta  di
una  delle società appartenenti al consorzio Movefer.
Sono a conoscenza che hanno pagato noi altri.
    Per   quanto  riguarda  la  Cogefar,   ho   fatto
riferimento  in  un verbale ad un lavoro  che  doveva
ancora  essere  appaltato sulla penisola  sorrentina.
Si  tratta  di una superstrada che collega  Sorrento,
la  penisola  sorrentina con  la  zona  amalfitana  e
Salerno.  Ho  raccontato come si sono  svolti  questi
fatti. Non so se questo lavoro sia o meno iniziato.
PRESIDENTE.    Lo    ha    raccontato    all'autorità
giudiziaria?
 PASQUALE GALASSO. Sì.
 PRESIDENTE. Può sintetizzare la vicenda per la
Commissione?
  PASQUALE  GALASSO. Si trattava  di  un  lavoro  del
quale  si  parlava  da  diversi  anni.  Come  vi   ho
spiegato  l'altra  volta,  su  di  esso  stavano  già
lavorando   i   politici  per  quanto   riguarda   le
concessioni ed il finanziamento...
 PRESIDENTE. Quali politici?
   PASQUALE  GALASSO.  Io  feci  riferimento  ad  una
discussione  tra  Gava  e Craxi.  Noi  della  camorra
stavamo  aspettando che si risolvesse  questa  "bega"
per poi intervenire.
PRESIDENTE. Mi pare che quella strada non  sia  stata
mai
realizzata.
  PASQUALE  GALASSO. Mi sembra... Non ne  ho  sentito
più parlare.
  PRESIDENTE. Sempre lo stesso parlamentare  vorrebbe
avere  notizie  sul  racket  dell'acqua  potabile   e
chiede se sia a
sua  conoscenza che vi siano imposizioni politiche  e
camorriste  affinché gli impianti idrici non  vengano
fatti funzionare.
PASQUALE  GALASSO.  No,  non ne  sono  a  conoscenza.
PRESIDENTE.  Ci  sono  notizie  su  contatti  con  la
camorra e
delle aziende che hanno costruito le reti idriche?
 PASQUALE GALASSO. No.
 SALVATORE FRASCA. Per le dighe?
   PASQUALE  GALASSO.  Ho  verbalizzato  per   quanto
riguarda  la  diga dell'Alento. Non mi  ricordavo  la
zona,  e  ho  verbalizzato su questa  diga.  La  diga
dell'Alento  è  nel Cilento, tra  la  Campania  e  la
Basilicata.  Si  tratta  di una  grossa  diga  ed  il
lavoro   è   stato   eseguito   nel   1983-1984.   Ho
verbalizzato su questo lavoro.
 PRESIDENTE. Può dire di che si tratta?
 PASQUALE GALASSO. Sì. E' un lavoro dove abbiamo
percepito   delle  tangenti,  o,   almeno,   la   mia
organizzazione  ha  percepito  delle  tangenti  nelle
mani di Malventi e dell'impresa Sorrentino. Siamo  in
un'epoca  in cui la Sorrentino Spa si stava staccando
dall'organizzazione di Cutolo e  stava  passando  con
noi.  Questo è stato uno dei primi lavori in  cui  la
Sorrentino   è  stata  nostro  tramite   per   quanto
riguarda le tangenti su questi appalti.
PRESIDENTE.  E' vero che alcuni politici  campani  si
sono
fatti garanti nei
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confronti  di industriali del nord per interventi  in
Campania ed in Basilicata? Le risulta nulla?
PASQUALE  GALASSO.  No,  non  mi  risulta  niente  di
questo.
Di fatti specifici, niente.
  PRESIDENTE.  Non  le risulta  che  si  siano  fatti
garanti
per quanto riguarda il vostro intervento ?
 PASQUALE GALASSO. Niente.
  PRESIDENTE.  Nella  precedente  audizione,  lei  ha
riferito
su contatti che vi sarebbero stati, sul caso Cirillo,
tra  uomini politici e Cutolo nel carcere  di  Ascoli
Piceno.  La  domanda  è questa: Lei  conferma  questa
circostanza?  In caso affermativo, può  fornire  alla
Commissione ulteriori precisazioni?
  PASQUALE GALASSO. Sì, ne ho parlato ampiamente  nei
verbali.   Almeno  quei  politici  che  noi  sapevamo
essere  stati  il tramite con Cutolo sono  quei  nomi
che già ho fatto diverse volte.
 PRESIDENTE. Quelli che ha già fatto in Commissione
l'altra volta?
 PASQUALE GALASSO. Sì.
   PRESIDENTE.  Potrebbe  chiarire  alla  Commissione
quali
sono  le società di qualsiasi natura nelle quali  lei
è  interessato direttamente o indirettamente  tramite
parenti o prestanome?
PASQUALE  GALASSO.  No,  io non  ho  parenti,  almeno
negli
appalti ...
 PRESIDENTE. In genere.
 PASQUALE GALASSO. Non ho pa-renti ...
PRESIDENTE.  E  lei è interessato  in  particolare  a
qualche
società?
 PASQUALE GALASSO. Di appalti pubblici? No ...
 PRESIDENTE. Società, imprese.
  PASQUALE  GALASSO. No, imprese no. Avevo  solamente
quella  società con l'ingegnere Cordasco e il dottore
Bifulco:  gli acquisti e le acquisizioni del Kursaal,
Osmannoro  e Baronissi. Quelle iniziative  economiche
e basta.
PRESIDENTE. Qual è il patrimonio immobiliare  di  cui
lei
è titolare direttamente o indirettamente?
  PASQUALE GALASSO. Diciamo che per buona parte tutto
è  patrimonio  ereditato da mio padre. Sono  terreni,
la  nostra  azienda Galasso Spa, veicoli  industriali
...
PRESIDENTE.  Lei ne è contitolare con i suoi  parenti
o è
titolare da solo?
 PASQUALE GALASSO. Sì.
 PRESIDENTE. Con i suoi parenti?
 PASQUALE GALASSO. Sì.
  PRESIDENTE. E' stata iniziata nei suoi confronti  o
nei  confronti  di altre persone, eventualmente  suoi
prestanome, una procedura di sequestro dei beni?
   PASQUALE   GALASSO.  Sì.  La   prima   prevenzione
patrimoniale
mi  è  stata fatta nel 1985, anzi, meglio, nel  1986.
Essa  è  terminata  nel 1987 e i miei  beni  mi  sono
stati  ridati insieme alla nostra industria.  Poi  ho
subìto  altre  prevenzioni  nel  1991  e  nel   1992.
L'ultima l'ho subìta nel novembre scorso.
PRESIDENTE.   Quindi,  ci  sono   delle   misure   di
prevenzione
in corso.
 PASQUALE GALASSO. Sì, diverse.
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  PRESIDENTE.  Senatore Frasca, ho l'impressione  che
la  domanda successiva che dovrei rivolgere al signor
Galasso possa esporre a rischio ...
 SALVATORE FRASCA. Va bene, soprassediamo.
  PRESIDENTE.  Un  commissario vuol  sapere  da  lei,
signor  Galasso,  quanti omicidi ha  commesso,  quali
reati  ha commesso, se li ha confessati tutti, se  ha
indicato  tutti i nomi dei correi e se  ha  indicato,
soprattutto,   quelli  commessi  a   Poggiomarino   e
nell'Agro nocerino-sarnese.
PASQUALE GALASSO. Come vi ho detto l'altra volta,  ne
ho
commessi parecchi. Li ho confessati tutti.
PRESIDENTE.  Ha  indicato  anche  i  nomi  dei   suoi
complici?  PASQUALE GALASSO. Sì, tutti.  Parecchi  li
ho commessi a
Poggiomarino   e   poi,   ultimamente,    pure    nel
salernitano.  PRESIDENTE.  Cosa  lo  ha  spinto  alla
collaborazione con
l'autorità   giudiziaria?  Cosa  lo  ha   spinto   al
pentimento?  SALVATORE FRASCA. Signor presidente,  si
parla di circa
cento omicidi. Corrisponde a verità?
PASQUALE  GALASSO.  Non li ho  conteggiati.  Non  so.
PRESIDENTE.  Cosa  lo ha spinto alla  collaborazione?
Si è
trattato  di  un  atto immediato  o  si  è  convinto,
gradualmente,
della  necessità di abbandonare la vecchia  vita  per
collaborare  con  l'autorità  giudiziaria  e  con  lo
Stato?  Lo ha indotto qualcuno a collaborare? Ha  mai
minacciato  forze  dell'ordine  del  suo  comune?  Ha
fruito di appoggi precedentemente?
PASQUALE GALASSO. Signor presidente, la mia storia
criminale  comincia, come l'altra volta vi ho  detto,
nel  1975  con  i due omicidi. Poi, nel  gennaio  del
1982,  mi  viene ammazzato mio fratello  Nino,  e  da
quel   momento  ho  pensato  di  difendermi.  Quindi,
diciamo  che nell'arco di uno o due anni ho  commesso
parecchi  omicidi,  la maggior parte  o  quasi  tutti
cutoliani.
  PRESIDENTE. Se non ricordo male, lei fu oggetto  di
un tentativo di sequestro ...
 PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE.   Nel  corso  di  questo   tentativo   di
sequestro
uccise due persone ...
 PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. Quindi, da qui è cominciato ... è stato
messo in carcere ...
PASQUALE GALASSO. Sì, poi, ho avuto a che fare, man
mano, con elementi della malavita ...
PRESIDENTE.  Poi è stato ammazzato suo  fratello  ...
PASQUALE  GALASSO.  Poi  mi  è  stato  ammazzato  mio
fratello,
enell'arco  di  tempo  tra  il  1982  e  il  1983  ho
commesso
parecchi omicidi, la maggior parte nella mia zona di
Poggiomarino. Nel 1984, si cambiava questa  scena  da
Cutolo  a noi ... e già nel 1984, diciamo che per  me
quella   specie  di  missione  era  finita,   e   già
cominciavo a pensare di andarmene dalla mia zona,  da
Poggiomarino.  Anche per questo  ho  cercato  di  non
implicarmi  più in guerre camorristiche  tra  il  mio
gruppo e gli altri gruppi emergenti (il maggiore  era
quello  di Nuvoletta). E per questo mi sono rifiutato
di  partecipare  alla  strage  di  Torre  Annunziata.
Quindi,  la  strage di Torre Annunziata  è  un  punto
importante
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per  me: non mi ci vedete là, seppure ero aggiornato,
seppure  avevo fatto tanto - nel mio piccolo, diciamo
nel  direttivo  della mia organizzazione  -  per  non
farla succedere. Ma poi capitò.
   Quindi, dal 1984, 1985, 1986, non partecipo,  come
sembra,  nella mia organizzazione. Man mano, maturavo
il  pensiero  di  andarmene e di ricrearmi  una  vita
all'estero, dove avevo già qualche appoggio  normale,
non  malavitoso.  Ma andando avanti  negli  anni  ...
purtroppo,  per  chi  entra a  far  parte  di  questa
organizzazione  è  difficile  che  possa  staccarsene
perché  nel  mio caso avevo tutta una  famiglia,  non
ero   solo.   Qualora  avessi  deciso  di  andarmene,
restavano  i  miei  familiari a Poggiomarino;  domani
mattina  la  mia organizzazione, altra gente  pensavo
sempre  che  me li potevano maltrattare. Quindi  ero,
sono  stato  sempre  su due piedi,  andarmene  o  non
andarmene.  Nel 1986 mi sono liberato;  in  virtù  di
questo  nel 1985-1986 mi comprai una casa in Francia,
mi  liberai e me ne andai per alcuni mesi, per  circa
sei mesi-un anno in Francia.
PRESIDENTE. In che area della Francia?
 PASQUALE GALASSO. A Beausoleil.
 PRESIDENTE. Beausoleil dov'è?
PASQUALE  GALASSO. Vicino Monte Carlo,  sulla  costa.
Purtroppo,  i  problemi della mia  organizzazione,  i
problemi
erano  cresciuti. Io venivo chiamato più di una volta
e  non  potevo  staccarmi.  Siamo  andati  avanti  in
questo  modo,  almeno sono andato  avanti  in  questo
modo;  poi nel 1989, nel 1990-1991 mi sono complicato
in  questa  guerra camorristica salernitana,  ma  non
per    volontà    mia   diretta;    purtroppo    sono
responsabile.  E  in  questa  benedetta   guerra   ho
commesso  altri  omicidi, nei quali uno  contro  ogni
regola  di  vita,  contro ogni esistenza,  brutale  e
dopo  questo  omicidio - si trattava della  morte  di
una donna - io ho incominciato a soffrire...
 PRESIDENTE. Chi era questa persona?
   PASQUALE  GALASSO.  Era  l'amante  di  un   nostro
associato
che dovevamo sopprimere.
   Mi  sentivo responsabile di questa morte, ho avuto
un  travaglio di un anno, un anno e mezzo finché  non
sono   arrivato  alla  collaborazione  piena.   Posso
aggiungere  -  e  mi  dovete credere  -  che  la  mia
collaborazione non è per convenienza (io  non  voglio
niente da voi, dallo Stato), ma è per convinzione,  è
una  cosa  mia interiore. Desidero solamente  da  voi
che  mi  diate  la  possibilità di  ricominciare  una
nuova  esistenza basata sui principi sociali.  Questa
è...
PRESIDENTE.  Un  collega della  Commissione  desidera
sapere
da  quanto  tempo duravano i rapporti con i  politici
che   sono   stati  accusati  nel  corso  delle   sue
deposizioni  e  quando sono sorti (naturalmente  deve
distinguere  persona per persona);  se  li  conosceva
tutti,  specie  i parlamentari, se ha  mai  influito,
condizionato  gruppi, partiti o  singoli  consiglieri
del suo comune e perché.
PASQUALE GALASSO. I politici - per quanto mi  risulta
-
che  avevano  a che fare con esponenti delinquenziali
-  almeno,  a              me mi risulta - già  dagli
inizi degli anni settanta ed erano
quelli che ho nominato: Gava, Patriarca. E poi  dopo,
fine  anni settanta-inizio ottanta: Pomicino,  Scotti
(per  quanto  a me risulta). Poi io singolarmente  ho
dato dei..., ne ho parlato, dove...
 MARIO CLEMENTE MASTELLA. Direttamente o per sentito
dire?
 PASQUALE GALASSO. Direttamente pure, con alcuni di
questi.
Pag.2733
 MARIO CLEMENTE MASTELLA. Quali?
  PASQUALE GALASSO. Patriarca, principalmente, e  poi
dopo   indirettamente  tramite  Patriarca   o   altri
rappresentanti politici Gava.
 PAOLO CABRAS. Indirettamente che vuol dire?
PASQUALE  GALASSO. Per tramite di Patriarca  io  sono
stato
in contatto con Gava.
   PRESIDENTE.  Era  un  rapporto  tramite   un'altra
persona,
non un rapporto diretto; questo vuol dire.
    PASQUALE    GALASSO.   Sì,   tramite    Patriarca
principalmente  siamo  stati in  contatto  con  Gava,
almeno  per quanto io ho verbalizzato. Non è  che  ne
ho   parlato,  cioè  mi  sono  soffermato  su   fatti
specifici;   anzi,  questo  ho  chiesto   sempre   ai
magistrati,  cioè di non parlare così, a vanvera,  ma
dove avevo degli episodi specifici...
  PAOLO  CABRAS. In più occasioni, in una  villa,  in
una  sezione di partito ha assistito a manifestazioni
politiche   o   politico-elettorali  con  l'onorevole
Gava, questo è...
PASQUALE GALASSO. No, io ho riferito che dopo
l'intervento  mio,  diciamo con  la  mia  espressione
camorristica nei riguardi di Sangiovanni  Mario,  neo
sindaco di Poggiomarino, poi io ho saputo, sempre  da
esponenti  politici e diciamo paesani,  dell'incontro
dopo  il  mio  intervento tra Gava,  i  suoi  massimi
esponenti  politici della mia zona (Riccio,  Liguori,
Marciano,  Catapano  ed  altri),  tra  Gava  e  Mario
Sangiovanni,   dove   Gava  gli  presentarono   Mario
Sangiovanni  e gli dissero: "Onorevole,  qui  c'è  di
nuovo  Mario  Sangiovanni". E  lui  disse:  "Era  una
pecorella   smarrita  e  adesso  torna   nell'ovile".
Questa  frase, dopo che l'ho saputo, mi colpì,  tanto
è  vero - pure per l'affetto e per la stima che avevo
verso  Mario Sangiovanni - vedevo un'espressione  non
socialmente  valida,  ma  un'espressione  che  io  ho
usato     talvolta,    pure    io    con    esponenti
delinquenziali...
PRESIDENTE.  Quando qualcuno di questi tornava  nella
sua
organizzazione.
   PASQUALE  GALASSO.  Giustamente:  quando  qualcuno
faceva qualche sgarro, qualche sgarbo e poi dopo  uno
gli  diceva:  "Va be', ritorna di nuovo  in  mezzo  a
noi,   però  comportati  da  uomo,  fai  la   persona
perbene". Diciamo, è un'espressione camorristica.
  MARIO  CLEMENTE  MASTELLA.  Non  può  essere  anche
riferita
ad  una  situazione  di natura  politica?  In  questo
gioco  di  correnti e controcorrenti, se uno  passava
da una parte all'altra...
  PASQUALE  GALASSO.  No. Mario Sangiovanni  è  stato
sempre  di  quella corrente, poi una  decina,  sette-
otto  anni  prima aveva abbandonato la vita  politica
perché si era sentito
tradito da questi esponenti politici e quindi  non  è
che era un
saltimbanco.  Era, almeno quello che  io  ho  saputo,
poi,  onorevole Mastella, nella nostra zona si  parla
di  questi incontri politici, sapete, in paese, nella
piazza  si parla. Ed è un'espressione voluta per  far
capire  la  forza  e,  diciamo,  il  prestigio  della
persona  che parla in questo modo. In questo  caso  è
l'onorevole Gava, almeno quello che io ho saputo  che
si  parlava nella nostra zona. Questo è un fatto, non
so se Mario Sangiovanni l'ha confermato o no.
SALVATORE   FRASCA.   Presidente,   chi    è    Mario
Sangiovanni?
 PRESIDENTE. E' tutto scritto.
 SALVATORE FRASCA. E' un esponente politico o un
esponente camorristico?
Pag.2734
  PRESIDENTE.  E'  il  sindaco  di  Poggiomarino.  Mi
scusi,  intendo dire che sono cose che ha  già  detto
molto a lungo.
Lei  conferma che il Sangiovanni di cui sta  parlando
J
quello lì?
 PASQUALE GALASSO. Sì, sindaco di Poggiomarino.
 PRESIDENTE. Quali sono i candidati appoggiati nelle
varie elezioni dalla sua organizzazione eletti e  non
eletti?  Le  rivolgo  poi una  domanda  che,  se  non
ricordo  male,  era  già  stata  formulata  la  volta
precedente:  gradiremmo che  ci  spiegasse  bene  nel
momento in cui c'è stata la preferenza unica  per  la
Camera  com'è  stato  possibile ugualmente  sostenere
candidati vicino a voi. Sono chiare le due domande?
   PASQUALE  GALASSO.  Sì.  Per  quanto  riguarda   i
sindaci,  diciamo  un po' tutti i sindaci  della  mia
zona  nolana-vesuviana: Nola, San Giuseppe Vesuviano,
Terzigno, Poggiomarino, Sant'Antonio Abbate,  Pompei,
Boscoreale  e  altri, Somma, San  Gennaro  Vesuviano,
Palma  Campania, Ottaviano. Badate bene, ad Ottaviano
fa   il   sindaco  per  circa  un  anno   un   nostro
associato...
 PRESIDENTE. Chi è?
 PASQUALE GALASSO. Il figlioccio di Alfieri.
 PRESIDENTE. E come si chiama?
  PASQUALE  GALASSO. Bifulco Gennaro, che addirittura
alle  prossime regionali o in Parlamento  parlava  di
candidarsi.  Tanto  è vero che con Alfieri,  parlando
di  questo,  dicevamo: "Ma questo che si è  messo  in
testa!". Quindi, questi sono i sindaci.
  Per quanto riguarda l'altra domanda...
PRESIDENTE.   Questo  per  i   sindaci.   E   per   i
parlamentari?  PASQUALE GALASSO. Per  i  parlamentari
ne ho parlato, ho
verbalizzato   molto,  proprio  fatti   specifici   e
diciamo  che  l'ultima tornata politica  Alfieri  gli
vennero  i  mal di testa in virtù proprio  di  questa
preferenza unica.
MARIO  CLEMENTE  MASTELLA. Scusi  presidente,  ma  di
questo
avevamo già parlato la volta scorsa.
  PRESIDENTE.  Si, però c'è un collega che  chiede...
Di
tutto avevamo parlato la volta scorsa.
  MARIO  CLEMENTE  MASTELLA.  Oggi  il  tema  avrebbe
dovuto essere quello delle cooperative.
PRESIDENTE.  Onorevole  Mastella,  chiunque   ha   il
diritto
di  fare  delle domande; sono state presentate  delle
domande ed io ho il dovere di porle. Poi lei avrà  il
diritto  di porre le sue. Quasi tutte queste  domande
sono  state già fatte l'altra volta, però se qualcuno
chiede di farle non lo posso impedire.
PASQUALE   GALASSO.  Diciamo  che  l'ultima   tornata
politica
è  stata  un  po'  problematica,  ma  si  è  riusciti
ugualmente   a  gestirla  ed  i  nomi   che   abbiamo
appoggiato   diciamo  che  fanno  parte   sia   della
democrazia cristiana che dei socialisti.
PRESIDENTE.  Ultima  domanda di questa  serie:  quali
sono i
magistrati   contattabili   e   contattati   per    i
procedimenti  in corso? Chi si occupava dei  rapporti
fra    camorra   e   magistrati?   Quale    era    il
corrispettivo,  cioè cosa prendevano i  magistrati  e
qual era la necessità di ricorrere ai politici per
intervento  sui magistrati visto che - la  domanda  è
questa avevate un potere diretto nei confronti  degli
stessi magistrati?
PASQUALE  GALASSO.  Mi può ripetere  le  domande  una
alla volta?
Pag.2735
 PRESIDENTE. Sì, certo.
 PASQUALE  GALASSO.  Sin  dagli  anni  settanta,  da
quando comincio ad avere a che fare con Alfieri,  uno
dei magistrati che ho conosciuto... Devo fare pure  i
nomi di questi magistrati, signor presidente?
 PRESIDENTE. Sì.
PASQUALE  GALASSO. Sono verbalizzati o  sono  coperti
da segreto istruttorio?
 PRESIDENTE. Sono scopertissimi.
 PASQUALE   GALASSO.  Va  bene,  vado  avanti,   ho
domandato  questo solo per serietà  mia.  Mi  ricordo
che fin dagli anni settanta...
 PRESIDENTE. Li faccia pure; tenga presente che se
dovessimo notare che alcuni di questi nomi  non  sono
usciti  la Commissione potrà stabilire il segreto  su
questi nomi, quindi può stare tranquillo.
  PASQUALE GALASSO. Alla fine anni settanta un grosso
magistrato  che ho conosciuto era Nicola Damiano;  mi
ricordo  che  è stato pure a Palermo e  ha  fatto  in
Corte   d'assise,   almeno  come  mi   riferiva   lui
all'epoca,    pure   il   processo   del   magistrato
Scaglione.  Questo magistrato stava in  contatto  con
noi   tramite  Gennaro  Casillo,  padre  dei  Casillo
Pasquale, Aniello e Angelo e quindi abbiamo  avuto  a
che  fare con Damiano. L'ho visto ultimamente,  prima
che  morisse, a Campobasso (perché era procuratore  a
Campobasso),  poi  con la guerra  di  Cutolo  e  dopo
Cutolo i magistrati che erano in contatto con  noi  -
uno  era  Lancuba  - e stavano in  contatto  con  noi
tramite  Sorrentino  Matteo,  poi  dopo  Malventi   e
ultimamente  filo diretto tramite Sarmino  Mimmo;  un
altro  magistrato  nelle nostre  mani  era  Lamberti.
Avevamo  un  filo diretto con Lamberti,  ci  potevamo
incontrare  quando volevamo e mi ricordo che  più  di
una volta ci siamo incontrati io, lui, Alfieri ed  il
cugino  di  questo Lamberti Domenico, industriale  di
petroli, di carburante.
MARIO   CLEMENTE  MASTELLA.  Anche  con  Lancuba   vi
vedevate?
 PASQUALE GALASSO. No, io no.
 MARCO TARADASH. Il dottor Cetrangolo ...?
 PASQUALE GALASSO. No.
  PRESIDENTE. Ma era uno dei magistrati vicini a  voi
Cetrangolo o no?
 PASQUALE GALASSO. No, almeno per quanto mi risulta.
Degli  altri  magistrati ho fatto i  nomi  almeno  di
quelli  che mi risulta hanno avuto contatti sporadici
tramite terzi.
PRESIDENTE. In cosa consistevano i favori che vi
facevano questi magistrati?
  SALVATORE  FRASCA. Scusi presidente,  possiamo  far
dire per comodità di esposizione i nomi degli altri?
PRESIDENTE. Sì. Le dispiace fare i nomi degli  altri?
PASQUALE GALASSO. Gli altri che ho verbalizzato  sono
*2,
almeno per quanto ho riferito, *3...
 PRESIDENTE. Sempre di Napoli?
  PASQUALE  GALASSO.  Sì, di Napoli,  Corte  d'assise
d'appello. *4, *5, *6 e altri.
  PRESIDENTE.  Si  ricorda  gli  altri?  Capisco  che
l'elenco  è  cospicuo, ma se riuscisse a  fare  mente
locale per ricordarli tutti...
 PASQUALE GALASSO. *7, OMISSIS.
  Questi sono, signor presidente.
                         Pag.2736
PRESIDENTE. Quali erano i favori che i magistrati vi
facevano?   In   cosa  consistevano  questi   favori?
PASQUALE GALASSO. Principalmente denaro e poi vari
regali,    dall'abitazione   ai   regali   personali,
uffici...  PRESIDENTE.  Questi  erano  i  regali  che
facevate voi a
loro?
 PASQUALE GALASSO. Sì.
 PRESIDENTE. E loro? Che favori vi facevano?
  PASQUALE  GALASSO. Talvolta direttamente influivano
per  l'assoluzione  e talvolta curavano  procedimenti
per conto di
qualcuno  di  noi  e davano consigli  come  muoverci,
come  fare per arrivare all'assoluzione. Diciamo  una
curatela professionale.
PRESIDENTE. Visto che avevate rapporti diretti e
indiretti  con  i  magistrati,  vi  era  bisogno   in
qualche caso che intervenissero anche i politici  per
questi rapporti?
PASQUALE GALASSO. Sì.
   PRESIDENTE.  Perché  c'era  bisogno,   visto   che
potevate
avere accesso diretto?
  PASQUALE  GALASSO.  Per alcuni magistrati  so  che,
almeno  all'inizio, c'è stato l'intervento di qualche
politico  poi, dopo questi interventi, si cercava  di
prendere   un   filo   diretto,   quindi   si   aveva
un'informazione talvolta dai politici  su  chi  erano
gli  imprenditori, i commercianti o gente  che  stava
vicino  a  questi magistrati e si riusciva a prendere
il   contatto   diretto,   ma   sempre   sulla   base
dell'amicizia  o  del  rapporto  creato  da   qualche
politico. Per quanto mi risulta, durante il  processo
per  la strage di Torre Annunziata, vi è stato  prima
un  interessamento dei politici e dopo si è preso  il
contatto diretto.
SALVATORE   FRASCA.   Chi   sono   questi    politici
intervenuti a
proposito della strage di Torre Annunziata?
  PASQUALE GALASSO. Erano principalmente Gava  con  i
suoi  esponenti  della nostra zona, fra  i  quali  il
senatore Meo, che stava in diretto contatto con  lui,
Patriarca...
  MARIO  CLEMENTE  MASTELLA. Quando dice  Gava,  dice
Gava direttamente oppure Patriarca per conto?
  PASQUALE  GALASSO. Per quanto mi  riguarda  non  ci
incontravamo   direttamente   con   Gava,    ma    ci
incontravamo  con  Patriarca  e  con  Meo  che  erano
persone  sue. Quando si parlava si faceva riferimento
al boss, 'u masto mio . Riccio è
stato  pure per tramite; queste sono espressioni  che
usavano  questi  rappresentanti  di  Gava.   In   più
incontri  con  Riccio,  Riccio  mi  parlava  di  Gava
dicendo  "'u  masto  mio mo' si  interessa  pure  per
voi",   quando   chiedevo  a   Riccio   se   per   un
intervento...
 MARIO CLEMENTE MASTELLA. Poteva pure essere un
millantato  credito di chi era intermediario,  perché
capitano ad ognuno di noi persone che millantano  per
noi.  Una  conoscenza diretta di questo non  c'è.  Se
poi sul piano politico il riferimento di Patriarca  o
di  Meo fosse riferito a Gava è un discorso, però sul
piano  degli atti chi sia quello che veniva  definito
'u masto, il boss eccetera è
tutto da acclarare.
 PRESIDENTE. Vi informo che in questo modo non si
registra  nulla  perché dovete chiedere  di  parlare,
devo  spegnere  il  microfono e dovete  accendere  il
vostro, altrimenti è tutto inutile.
  Ha capito qual è la questione?
Gli  stenografi  hanno capito: è perché  resti  anche
traccia
negli stenografici.
Pag.2737
  PASQUALE GALASSO. Questa sua ipotesi sarebbe valida
finché certi fatti non si consludessero per bene,  ma
quando  uno  sa il rapporto di Meo con  Gava,  quando
uno  sa  il rapporto di Riccio con Gava, di  Catapano
con  Gava  oppure di Liguori oppure  di  altra  gente
della  nostra  zona con Gava e quando  si  chiede  un
favore  e  questo favore viene trattato  più  di  una
volta, viene
curato  e  poi alla fine viene fatto, vuol  dire  che
esiste  l'intervento  di Gava. Millantare  vuol  dire
quando  non  si può portare a termine  un  fatto,  ma
quando  si  curano...  ed  io  ho  notato  dei  fatti
specifici  almeno  su  questo  episodio:  leggete   i
verbali,   se  ho  riferito  cose  sbagliate,   senza
riscontri,
vuol dire che sono stato ingannato pure io.
  ALTERO MATTEOLI. Lei ha parlato di un intervento di
aggancio  di politici ai magistrati per la strage  di
Torre  Annunziata.  Vorrebbe  spiegare  meglio  tutto
questo  (si tratta di un fatto specifico che  lei  ha
citato)?
PASQUALE  GALASSO.  Sin da quando  Alfieri  ed  altri
miei
amici  sono  stati imputati per la  strage  di  Torre
Annunziata   si   è   subito   cercato   di   trovare
un'amicizia con i magistrati inquirenti.  Quindi,  ci
siamo  mossi nelle varie direttive e una di queste  è
stata  subito  di chiedere l'intervento politico.  Ho
narrato  nei miei verbali fatti abbastanza specifici,
lunghi.   Quindi,  c'è  stato  l'intervento  iniziale
politico  e poi dopo, per questi politici, almeno  da
quanto   mi   risulta,  si  è  preso   l'impegno   il
magistrato Lancuba, che non era competente in  questo
procedimento  e  ci  curava  e  ci  dava   le   varie
indicazioni  di questo procedimento. Si  è  fatto  il
processo,   Lancuba   era  PM  inizialmente,   chiede
l'assoluzione in istruttoria per Alfieri, il  giudice
istruttore  Palmeri  rinvia a  giudizio  Alfieri,  in
primo  grado  Alfieri viene condannato all'ergastolo,
in  secondo  grado  viene  assolto  con  l'intervento
ancora  una volta di qualche politico e sempre curati
dal  magistrato Lancuba, dove ci ha indirizzato  come
fare  per  avvicinare, come fare  per  memorie,  come
curare il procedimento in corte d'assise d'appello.
  PRESIDENTE. Con chi parlava Lancuba per dare questi
suggerimenti?
PASQUALE  GALASSO. Lancuba inizialmente  parlava  con
noi
tramite Matteo Sorrentino.
 PRESIDENTE. L'imprenditore?
  PASQUALE GALASSO. Sì. Matteo Sorrentino lo mise  in
contatto  con Malventi, un mio associato e  poi  dopo
Alfieri  esce, prende il contatto diretto con Lancuba
con Mimmo
Sarmino,  con i Sarmino, Francesco e Mimmo,  padre  e
figlio, che hanno un'agenzia di pompe funebri.
  PRESIDENTE.  Scusi qui c'è il senatore  Cabras  che
chiede   questo:  visto  che  avevate   un   rapporto
diretto,  che  bisogno c'era di  una  mediazione  dei
politici?
PASQUALE  GALASSO. All'inizio c'era questo  rapporto,
che
poi giustamente è sempre durato.
 PAOLO CABRAS. Lancuba era amico di Sorrentino.
PASQUALE  GALASSO.  No, inizialmente  io  ho  onorato
bene.
Leggete  i  miei  verbali per vedere questo  episodio
come è andato perché è un po' difficile. Diciamo  che
c'era  l'interessamento  dei  politici,  che  Alfieri
insisteva sui politici, principalmente su  Meo  e  su
Gava;  Gava prese il contatto con Lancuba, poi,  dato
che  Alfieri pretendeva di essere aggiornato,  quando
aveva  già  il  mandato di cattura per la  strage  di
Torre     Annunziata,     di    essere     aggiornato
minuziosamente, diciamo in tempi brevi,  ma  putroppo
se  Alfieri  parla con Meo, Meo poi deve parlare  con
Gava  non è che c'è il filo diretto, per cui ci vuole
un determinato
Pag.2738
tempo.  Quindi,  Alfieri, mi ricordo,  una  volta  si
arrabbiò  nel dire che voleva una risposta veloce  su
come stavano i fatti, proprio per un meccanismo,  per
sapere. Gava poi doveva incontrare Lancuba oppure  un
altro  tramite;  era un circuito un po'  farraginoso,
quindi  Alfieri  ha  cercato pure  di  avere  qualche
indicazione  e  in  questa indicazione  si  è  saputo
dell'amicizia  forte tra Lancuba  e  Sorrentino.  Poi
dopo  alcuni  mesi,  sempre cercando  di  trovare  la
strada  con Lancuba, si è saputo della forte amicizia
tra i Sarmino e Lancuba; Lancuba
già  aveva  curato Sarmino in altro procedimento  per
omicidio.  PAOLO CABRAS. Lancuba era  già  introdotto
nel vostro
ambiente?
    PASQUALE   GALASSO.   No,   con   noi   è   stato
introdotto...si  è  creato  questo  contatto  con  la
strage di Torre Annunziata, per quanto mi risulta.
 PAOLO CABRAS. Sorrentino, i Sarmino...
PASQUALE GALASSO. Sorrentino prima non apparteneva  a
noi
ma a Cutolo.
PPRESIDENTE.  E  quando è passato da voi  Sorrentino?
PASQUALE GALASSO. E' passato nel 1983, dopo la  morte
di
Casillo  "o' Nirone". . E' passato con noi nel  1983-
1984.  PAOLO CABRAS. Non era il circolo della  caccia
era
comunque  un  ambiente  camorristico!  Cutoliani  poi
passati  agli  alfieriani, però  l'ambiente  con  cui
Lancuba   avrebbe  avuto  questi  contatti   era   un
ambiente  camorristico, prima di  segno  cutoliano  e
poi successivamente, vicino a voi e Alfieri.
PASQUALE GALASSO. Senatore, ma quando c'era questa
guerra   tra   noi  e  Cutolo,  diciamo  che   Cutolo
pretendeva l'assoluta fedeltà dei suoi accoliti.
 PAOLO CABRAS. Certo, questo lo capisco.
   PASQUALE  GALASSO.  Quindi,  non  desiderava   che
eventualmente  Sorrentino potesse avere  a  che  fare
con  lui  e  con  noi. Diciamo che  Sorrentino  viene
nelle nostre mani nel
1983,  fine  1983,  quindi nel  1984  Sorrentino  che
continuava a gestire questo rapporto ha avuto  a  che
fare  con  noi.  Quindi, l'amicizia di  Sorrentino  è
passata  con  noi.  Alla base c'è sempre,  almeno  da
quello che mi risulta, un rapporto di amicizia  forte
di   Gava  con  Lancuba,  Gava-Scotti-Lancuba,  Gava-
Scotti-Lancuba-Bargi  e altri...era  un  circuito  un
po'  chiuso. Poi nel tempo, nel 1986-1987  ho  saputo
che  di  questa  schiera faceva  parte  altra  gente,
rappresentanti  delle  istituzioni,  giornalisti.  Fa
parte  di  questa  cricca pure  un  noto  giornalista
napoletano.
PAOLO  CABRAS. Chi è il noto giornalista  napoletano?
PASQUALE  GALASSO.  Non  so,  questo  sicuramente   è
coperto
dal  segreto istruttorio; preferirei non rispondervi.
Se mi dite di rispondervi...
 PRESIDENTE. Mi scusi ho perso l'ultima battuta.
PASQUALE   GALASSO.  Dicevo:  man  mano  i   rapporti
iniziali
con   questi  singoli  magistrati...  poi,  non   so,
Lancuba  ci  dava la strada per un altro  magistrato,
ci  faceva conoscere un altro amico suo della  solita
cricca  politica, magistrati e perfino  poi  un  noto
giornalista napoletano, che apparteneva a questa...
 PRESIDENTE. Chi è questo giornalista napoletano?
Pag.2739
  PASQUALE GALASSO. Dicevo al senatore che questo  mi
sa  che è coperto dal segreto istruttorio, ma  se  mi
chiedete che posso...
  PRESIDENTE. Glielo chiediamo... per cortesia ognuno
faccia  il  suo mestiere... Dunque glielo  chiediamo.
Su questo dovremo apporre il segreto, naturalmente.
 PASQUALE GALASSO. E' *1.
 PRESIDENTE. *1.
 MARIO CLEMENTE MASTELLA. Quello de Il Mattino ?
 PASQUALE GALASSO. Sì. E' un grosso giornalista.
 PAOLO CABRAS. Sappiamo chi è.
 PASQUALE GALASSO. Sembrerà strano ma io ho dato dei
punti  specifici; ho detto pure qualche cortesia  che
noi,  che  Alfieri gli ha fatto, quindi dei riscontri
che potrere trovare facilmente.
  PRESIDENTE.  Questo  lo ha già  detto  all'autorità
giudiziaria?
 PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE.  Vorrei  chiederle  una  cosa:  ci   sono
interessi
della   camorra   nei   contributi   comunitari,   in
particolare   con  riferimento  alla  produzione   di
pomodori,  nella  zona  di  Angri,  Scafati   e   nel
foggiano?
 PASQUALE GALASSO. Sì.
PRESIDENTE. Può spiegare un momento alla Commissione
tutto questo?
  PASQUALE GALASSO. Per quanto mi risulta, non è  che
inizialmente  (vi  parlo  degli  anni  ottanta)   era
incisiva;  poi negli ultimi anni diversi  industriali
si  collegavano  a  noi altri,  a  noi  camorristi  e
insieme  si concertava come fare qualche truffa  AIMA
e CEE.
 PRESIDENTE. Quindi, vi siete interessati?
 PASQUALE GALASSO. Sì
PRESIDENTE.  Ha già spiegato all'autorità giudiziaria
...
 PASQUALE GALASSO. Ho spiegato già.
  PRESIDENTE.  Quindi, possiamo  chiedere  a  loro  i
particolari?
  PASQUALE GALASSO. Sì, perché è un po' lungo, signor
presidente, ci vorrebbe molto tempo per spiegare.
PRESIDENTE. Di tempo ne abbiamo. Comunque, se lei  ha
già
riferito tutti questi particolari ...
PASQUALE   GALASSO.  Sì,  sì,  li  ho  già  riferiti.
PRESIDENTE.  Quindi, l'interesse della camorra  c'era
sia
per  quanto riguarda l'Agro nocerino-sarnese sia  per
quanto riguarda il foggiano.
 PASQUALE GALASSO. Sì.
 PRESIDENTE. Per entrambe le zone?
  PASQUALE  GALASSO. Sì. Diciamo che ho parlato  pure
ai  magistrati per quanto riguarda i rapporti  nostri
con  grossi  esponenti industriali che  hanno  a  che
fare  da  sempre  con  la  CEE  e  con  l'AIMA,  come
assuntori dell'AIMA.
 PRESIDENTE. Può spiegare questi rapporti?
PASQUALE GALASSO. Rapporti d'amicizia da sempre con
Casillo.
                         Pag.2740
 PRESIDENTE. Casillo quale?
  PASQUALE  GALASSO. Casillo Gennaro e  poi  i  figli
Pasquale,  Aniello.  Quindi, da questi  rapporti.  Ma
non so
com'era  il meccanismo oppure rapporti specifici  tra
Casillo e Alfieri. Ho narrato quelli che sono di  mia
conoscenza, altri non ne so.
  PAOLO  CABRAS. Può dire qualcosa dei  rapporti  con
l'industriale   Casillo,   quali   sono   state    le
occasioni,  se lei lo ha incontrato, cosa  ha  saputo
da Alfieri?
   PASQUALE   GALASSO.  Sì,   pure   su   questo   ho
verbalizzato  parecchio  su  Casillo.  Sono  rapporti
esistenti  già dagli anni settanta, poi man  mano  si
sono  sempre di più rafforzati e finanche durante  la
guerra  con  Cutolo che Casillo Vincenzo,  detto  "'o
Nirone",  cugino, parente dei Casillo, apparteneva  a
Cutolo  e  Casillo Gennaro e i figli  non  hanno  mai
smesso  il  rapporto, pure durante questa guerra  con
Cutolo,  con  Alfieri e con noi altri.  E  quindi  si
sono  andati man mano sempre di più a   rafforzare  e
le loro amicizie di magistrati e altre amicizie
sono  passate  nelle nostre mani.  Casillo  ha  fatto
diverse  cortesie  a  noi altri,  noi  abbiamo  fatto
qualche  cortesia a Casillo, abbiamo chiesto  qualche
cortesia a Casillo come, per esempio, ho riferito  la
cortesia   che   abbiamo  fatto  noi,   Alfieri,   al
giornalista *8. OMISSIS
PRESIDENTE.  *8 è l'unico giornalista con  cui  avete
avuto
rapporti o ce ne sono anche altri?
PASQUALE GALASSO. Principalmente io so di *8; se  poi
ce
ne sono altri, non ne sono...
   SALVATORE  FRASCA.  Siccome  siamo  in  argomento,
vorrei sapere in che cosa consistano le cortesie  nei
confronti  del giornalista. Parlando dei  magistrati,
ha    detto   che   le   cortesie   consistevano   in
appartamenti, in uffici, ecc.
PRESIDENTE.  Ha  detto  che ha  trovato  un  OMISSIS.
PASQUALE GALASSO. Io parlo di quei fatti che sono a
conoscenza  mia; gli altri fatti che so  per  sentito
dire  ho cercato di non verbalizzarli, ho chiesto  ai
magistrati   di   non   verbalizzare.   Voglio   dire
solamente  quello  che  è di mia  conoscenza  e  dove
eventualmente il magistrato possa trovare un  piccolo
o  un  grosso  riscontro. Quindi, voi  potete  capire
benissimo:   quando   il   giornalista   chiede   una
cortesia,  potete  capire benissimo la  disponibilità
che  può  venire in futuro di questo giornalista  con
noi.  Se  il  giornalista  ha  un  rapporto  con   un
generale  o  un  capitano dei carabinieri  o  con  un
questore   o   con  altri,  potete  capire   la   sua
disponibilità  nei  nostri riguardi.  E'  facile,  se
volete capire; se poi vi bendate ...
 SALVATORE FRASCA. E' chiaro.
   UMBERTO  RANIERI.  Volevo  chiederle  se  per  gli
episodi  cui lei ha fatto cenno circa la vicenda  dei
finanziamenti  comunitari  e  dell'AIMA,  lei  sia  a
conoscenza  che  siano coinvolti  in  queste  vicende
anche uomini politici.
 PASQUALE GALASSO. Sì.
  UMBERTO RANIERI. Se lei potesse ricordare di chi si
tratta...
  PASQUALE GALASSO. Io ho verbalizzato su questo,  ho
verbalizzato  ma  vi dico in più: so  particolarmente
di   Casillo,  di  rapporti  politici  di  Casillo...
politici e il rapporto di Casillo con noi.
 PRESIDENTE. Chi sono questi politici?
  PASQUALE  GALASSO.  Poi,  mi  sono  stati  riferiti
proprio
dal padre di Casillo
Pag.2741
-che  adesso  è  morto - Gennaro  con  cui  avevo  un
grosso
rapporto,  io,  Alfieri  e Gennaro  Casillo.  Quindi,
talvolta  Gennaro  Casillo  mi  riferiva  di   questi
rapporti  e  dei suoi diciamo - regali in denaro  che
faceva  a questi politici. I politici all'epoca  sono
Patriarca,  Gava,  Russo (vi parlo della  fine  degli
anni settanta, quando Casillo era socio nel porto  di
Castellamare di Stabia con Sossio Pezzullo).
 MARIO CLEMENTE MASTELLA. L'ex senatore?
  PASQUALE GALASSO. Sì, uscì fuori da questa  società
e  Casillo  riuscì  a  prendere  tutto  il  porto  di
Castellammare. In questo rapporto di scioglimento  di
società  - diciamo - tra Casillo e Pezzullo  ci  sono
stati  pure  interventi di qualche grosso personaggio
malavitoso  del  casertano,  Mario  Caterino,  e   di
Alfieri  e  da quel momento io ho capito (ho  capito,
ero  a  conoscenza)  il grosso business  che  Casillo
aveva creato
aCastellammare  avendo  a  disposizione   il   porto,
tant'è vero
che seppi che all'epoca si comprò due o tre navi,  le
prime  navi  e  ho dato nome e cognome, mi  ricordavo
pure le navi; Casillo addirittura mi disse che a  una
di  queste navi doveva cambiare il nome e metterle il
nome della moglie. Ho verbalizzato parecchio.
  MARCO  TARADASH. Vorrei porle una serie di  domande
su
vari  aspetti. Innanzitutto, a proposito del senatore
Gava,  questi  è  stato anche ministro  dell'interno:
quando  è  stato  ministro  dell'interno  voi   avete
mantenuto  rapporti  con  il  ministro  dell'interno?
Sapete   se   sono  stati  immessi  all'interno   del
Ministero uomini vicini alla camorra e se restano  al
loro posto?
  PASQUALE  GALASSO.  Vorrei  specificare  una  cosa:
almeno  negli  ultimi tempi e pure all'epoca  in  cui
Gava  era  ministro dell'interno noi i  rapporti  con
Gava  non  è che li tenevamo direttamente.  Io  prima
dicevo  indirettamente,  voglio  dire  tramite   suoi
uomini, che sono i suoi uomini politici della  nostra
zona, i cui nomi ho fatto quasi tutti, tutti.
PRESIDENTE. Tutti o quasi tutti?
PASQUALE  GALASSO.  Diciamo tutti, incominciando  dai
suoi
vecchi  fedelissimi, fin da quando il  padre  era  in
politica.  Ho  fatto i nomi di Ciccio Catapano,  Meo,
Riccio,  Marciano,  Liguori  e  tanti  altri.   Tutta
questa  gente  aveva rapporti strettissimi  con  noi,
per  cui  quando  ci  serviva  una  cortesia  noi  la
chiedevamo  a questi uomini e poi loro facevano  capo
a Gava.
MARCO  TARADASH. Questo anche durante il  periodo  in
cui
Gava era ministro dell'interno?
PASQUALE  GALASSO.  Diciamo  fino  a  quando  io   ho
cominciato
acollaborare.
 MARCO TARADASH. Lei ha parlato di un giornalista de
Il   Mattino   .   Questo  giornalista  evidentemente
lavorava  in contatto con Giancarlo Siani  perché  si
occupava  di  cronaca. Lei è al corrente di  qualcosa
riguardo  all'assassinio  del  giornalista  Giancarlo
Siani?
 PASQUALE GALASSO. Questa domanda mi è stata posta
un'altra  volta ed ho risposto: i giudici me  l'hanno
posta  spesso. Ho sempre riferito che non ne  sono  a
conoscenza,  ma Siani lo ha ammazzato la camorra.  Ho
riferito   verbalmente  anche  a  qualche  magistrato
quali  erano secondo me, secondo noi, gli uomini  che
avevano  ammazzato  Siani. Ho riferito  pure  qualche
particolare,  sempre verbalmente,  su  come  è  stato
commesso  l'omicidio Siani. Comunque, non  ho  voluto
che  fossero verbalizzate queste dichiarazioni perché
non conosco fatti specifici.
PRESIDENTE.  Quale camorra avrebbe  ammazzato  Siani?
Pag.2742
  PASQUALE  GALASSO. Quella torrese, diciamo  Gionta-
Nuvoletta.  Io  ho  sempre  saputo  questo   e   l'ho
riferito,  ma  non  ho voluto che fosse  verbalizzato
perché  è  poco  e non volevo creare un  altro  scoop
giornalistico che poteva
semmai  far capire che Galasso sa tutto, fa  tutto  e
così  via. MARCO TARADASH. Riguardo alla vicenda  che
lei ha
raccontato  e  per  la  quale  in  realtà  ci   siamo
nuovamente convocati, quella del consorzio...
  PASQUALE  GALASSO.  Dirò  ancora  di  più:  i  veri
esecutori
di  Siani  secondo me sono già morti. Lo voglio  dire
pubblicamente     qui.     Secondo      me      erano
tossicodipendenti oppure ragazzi di poco rilievo.
MARIO    CLEMENTE   MASTELLA.   Sono   morti   perché
ammazzati, o
per altri motivi?
  PASQUALE  GALASSO. Sì, credo per far sì che  questo
omicidio  rimanesse  sempre impunito  e  che  non  si
sapesse mai niente. Questo l'ho sempre detto  ma  non
ho   voluto  mai  che  fosse  verbalizzato,  per  mio
desiderio.
MARCO  TARADASH.  Lei  ha riferito  un  episodio  che
riguarda
il  consorzio  delle cooperative e l'appalto  per  la
superstrada  che  conduceva  a  Nocera  e  Cava   dei
Tirreni.   Intervistato   da   un   giornalista,   il
rappresentante  del  consorzio delle  cooperative  ha
risposto che non si trattava di un appalto ma  di  un
lavoro  assegnato  direttamente  dal  commissario  di
governo,   per  cui  sarebbe  impossibile   che   sia
avvenuta  una trattativa come quella che  si  sarebbe
svolta nella masseria.
  PASQUALE GALASSO. Io ho parlato di questa vicenda -
ed  è  stato  verbalizzato - e ho dato  riscontro  di
dove  ci  siamo  visti. Ho parlato anche  dell'ultimo
rapporto   che  ho  avuto  dopo  3-4  anni,   tramite
Alfieri, con Giuliano Cava, questo rappresentante...
  PRESIDENTE. Mi pare di aver capito che pagavano non
per   ottenere  i  lavori  ma  per  poter   lavorare,
altrimenti   voi  non  gli  avreste   consentito   di
lavorare.
 PASQUALE GALASSO. Sì, tanto è vero...
MARIO CLEMENTE MASTELLA. In sostanza, garantivano la
pace territoriale.
PRESIDENTE.  Sì,  garantivano la  pace  territoriale.
MARCO    TARADASH.    Il   signor    Giuliano    Cava
rappresentava
soltanto  il consorzio delle cooperative  emiliane  o
anche altre aziende?
  PASQUALE GALASSO. Per quanto mi risulta, il  signor
Giuliano  era  il rappresentante di una  cooperativa,
ma non so
nel  seno delle cooperative quale figura egli avesse.
Giuliano  era il rappresentante di quella cooperativa
che  svolgeva quell'appalto. Questo ho sempre saputo.
Se  dovessi dire che è il rappresentante di tutte  le
cooperative, direi una bugia.
MARCO  TARADASH. Lei ha detto che il Ruocco,  con  il
quale
si  è svolto l'incontro, conosceva molto bene il Cava
perché  aveva  trattato  con lui  per  altre  vicende
simili.
   PASQUALE  GALASSO.  Sì,  già  si  conoscevano.  In
quell'incontro, che è durato per qualche ora,  Ruocco
e   Giuliano  già  si  conoscevano,  ma  non  so  che
rapporto  avessero (se di amicizia od altro).  Ruocco
era  un  intimo  degli Ambrosino e so  che  Ambrosino
lavorava per Giuliano.
MARCO  TARADASH.  Lei ha detto che tutte  le  aziende
che
dovevano lavorare sul territorio dovevano pagare  una
quota alla
Pag.2743
camorra.  Lo conferma? Tutte, in ogni caso,  dovevano
pagare?  PASQUALE GALASSO. Sì. Se non  c'è  questa  -
diciamo così -
tranquillità  da parte della camorra,  almeno  queste
grosse ditte non lavorano in zona.
  MARCO  TARADASH. Le cooperative avevano il  maggior
numero  di  appalti  (per un  importo  di  quasi  500
miliardi)  e quindi, evidentemente, vi è un  rapporto
stretto  tra  la camorra e la lega delle  cooperative
rispetto a queste vicende.
PASQUALE GALASSO. Io ho fatto riferimento soltanto a
quel  caso.  Su altri casi non so... Può anche  darsi
che   non  abbiano  mai  pagato  ed  abbiano   pagato
soltanto   a  noi  del  gruppo  Alfieri   in   quello
specifico caso.
  MARCO  TARADASH. Lei dice anche che  il  meccanismo
era
tale  per cui i politici che facevano da tramite  tra
l'azienda  e              la criminalità  per  quegli
appalti, poi prendevano sempre una
parte  della quota. A chi andavano i soldi, nel  caso
della lega delle cooperative?
 PASQUALE GALASSO. Si riferisce ai politici?
 MARCO TARADASH. Sì, a quali politici?
 PASQUALE GALASSO. Non lo so.
  MARCO  TARADASH. Un'ultima domanda. Lei ha  parlato
di  un intervento di un nostro collega, Mastrantuono,
per   garantire   gli  arresti  domiciliari   ad   un
esponente della camorra.
PASQUALE GALASSO. Sì, a Procida Giovanni.
  MARCO  TARADASH.  Può  spiegare  in  che  modo  sia
avvenuto  questo intervento, cioè se  Mastrantuono  è
intervenuto come
avvocato o come parlamentare, in quale anno  ciò  sia
avvenuto e in che modo ha fatto da tramite?
  PASQUALE GALASSO. Per quanto è a mia conoscenza, so
che  Mastrantuono ha curato Procida Giovanni non come
avvocato,  ma  non so se Mastrantuono  sia  difensore
dello  stesso. Lo ha curato fino a fargli  avere  gli
arresti domiciliari.
  MARCO TARADASH. Se non sbaglio, lei parlò di  Mario
Fabbrocini.
  PASQUALE GALASSO. Volevo chiarire questo punto.  Ho
parlato  degli arresti domiciliari per  quanto  si  è
trattato  di Mario Fabbrocini. Per Procida  Giovanni,
Mastrantuono  lo  ha curato fino a  fargli  avere  la
condizionale o...
MARCO   TARADASH.  Sì,  ma  come  avvocato   o   come
politico?   PASQUALE  GALASSO.   Non   lo   so.   Noi
sappiamo... Io so come
politico,  ma  non so se Mastrantuono era  l'avvocato
di Procida Giovanni.
MARCO  TARADASH.  In che modo ha agito,  intervenendo
sui
magistrati...?
  PASQUALE GALASSO. Intervenendo sui magistrati,  sui
giudici  di  sorveglianza, facendogli ottenere  delle
licenze
ancor   prima  che  Procida  Giovanni  si   liberasse
totalmente.  Questo  è stato chiesto  a  Mastrantuono
prima  dell'ultima tornata politica, tant'è vero  che
a  Mastrantuono fu imposto che prima del  Natale  del
1991  Procida  Giovanni dovesse essere fuori.  Subito
dopo, Mastrantuono si è prodigato per Alfieri.
MARCO TARADASH. In che modo?
  PASQUALE  GALASSO.  Gli ha  promesso  che,  qualora
fosse
stato eletto,
Pag.2744
l'avrebbe  curato per i guai giudiziari, in  tutti  i
modi... Sui magistrati e interventi su tutto...
MARCO   TARADASH.  Di  questo  lei  è  a   conoscenza
diretta?   PASQUALE  GALASSO.  Sì,  ho   pure   visto
Mastrantuono in una
riunione con Alfieri.
   ALTERO   MATTEOLI.  Signor  Galasso,   io   vorrei
ritornare  un  momento  al motivo  di  questa  nostra
ulteriore  audizione,  quello  relativo  al  rapporto
camorra-cooperative.  Da un  tabulato  del  CIPE  (il
Comitato   interministeriale  per  la  programmazione
economica)  del  26  aprile  del  1992,  proprio   in
relazione  alla strada che lei ha citato, la  n.  288
(la  strada  vesuviana), emerge che tra il  consorzio
delle   cooperative  costruttori  e   la   Movi   Sud
costruzioni  di  Casamarciano  ci  sarebbe  stato  un
rapporto  di lavoro (noleggi di pale caricatrici,  di
scavatori, di autocarri, di ruspe). Della  Movi  Sud,
se  non  vado errato e     questa è la prima  domanda
che vorrei farle - sono soci il
genero  e  il  nipote  di Carmine  Alfieri  (Vincenzo
Morra e Luigi Alfieri). Lei ha detto che lo scopo  di
questo  rapporto  con Giuliano  Cava  era  quello  di
consentire  alle  cooperative di poter  lavorare.  Ma
c'è  qualcosa  di più se questo è vero: non  soltanto
per  poter  lavorare ma anche per poter far  lavorare
imprese  camorriste. Questa è la  prima  domanda  che
volevo rivolgerle.
 PASQUALE GALASSO. Posso rispondere?
 ALTERO MATTEOLI. Prego.
 PASQUALE GALASSO. Io mi ricordo dell'incontro con
Giuliano  e sono a conoscenza di come si svolgono  le
trattative   tra   noi   e   queste   grosse    ditte
appaltatrici.
   Durante la trattativa si chiarisce molto bene  che
oltre  alla  tangente camorristica devono  essere  di
nostro  gradimento, cioè di gradimento della camorra,
le  ditte  subappaltanti.  Quindi,  credo  -  almeno,
perché  non ero aggiornato di questo che se  ci  sono
ditte  vicino  a  noi, ciò vuol dire che  sono  state
segnalate da Alfieri ...
PRESIDENTE.  Quindi, le condizioni per lavorare  sono
due,
non una: pagare ...
  PASQUALE  GALASSO.  L'ho detto  sempre,  ho  sempre
verbalizzato ...
 PRESIDENTE. Sì, ma è per capire.
 ALTERO MATTEOLI. Sì, ma la mia domanda ...
   PASQUALE   GALASSO.  ...  stabilire  la  tangente,
arrivare  ad un accordo sulla tangente, poi le  ditte
subappaltanti  devono  essere  di  gradimento   della
camorra. Voglio dire che se domani mattina una  ditta
subappaltante non è di nostro gradimento, si  segnala
...
 ALTERO MATTEOLI. Ma la mia domanda è diversa ...
MARIO CLEMENTE MASTELLA. Qui non è il gradimento ...
questo è il genero ...
ALTERO  MATTEOLI.  Chiedo  se  nella  trattativa  con
Giuliano
Cava ...
  PASQUALE  GALASSO.  Ma Alfieri,  come,  diciamo  la
Camorra  ... ci sono tante ditte collegate a noi  ...
anche  se  è  il genero, vuol dire che  Alfieri  l'ha
segnalato;  dice: "Deve lavorare questa società".  Ma
nella   società,   la   ditta  appaltante   non   sa,
eventualmente,  chi  sono i soci.  Probabilmente,  sa
solo che le viene segnalato che deve
lavorare  la Movi Sud oppure un'altra ditta.  Quindi,
non vuol
dire  che, per forza maggiore, oltre al rapporto come
imposizione  camorristica deve  esserci  un  rapporto
stretto  fra  noi  e la ditta appaltante,  a  livello
nazionale ...
Pag.2745
  ALTERO  MATTEOLI. In questo caso,  la  domanda  era
precisa.  Quando vi siete riuniti in quella masseria,
oltre  a  parlare  di  una tangente  per  mettere  in
condizione  il  consorzio cooperative costruttori  di
lavorare, vi è stata anche questa trattativa  di  far
lavorare  imprese  legate alla camorra,  come  quella
della Movi Sud, di cui è socio il genero di Alfieri.
PASQUALE  GALASSO.  Torno a ripetere  che  quando  ci
sono
queste  trattative ... Nel caso specifico  di  questa
trattativa,  si è parlato per stabilire  la  tangente
che questa ditta appaltante doveva sborsare a noi,  e
poi  si  chiede a questa ditta appaltante e ad  altre
ditte  che  le ditte subappaltanti devono  essere  di
gradimento  di noi camorristi; quindi, se  in  quella
zona  c'è  il  camorrista tale,  segnala  alla  ditta
appaltatrice   che  devono  lavorare  quelle   ditte.
Quindi, in quella trattativa non è che si scende  nei
particolari: queste sono le ditte, eccetera ...
ALTERO  MATTEOLI. Si dà per scontato che deve  essere
...   PASQUALE  GALASSO.  No,  si  dà  per   scontato
stabilire la
tangente   o   l'estorsione  ...  oppure   si   dice,
volgarmente, che questa è la tangente per  noi...  in
più,   che   devono   lavorare  soltanto   le   ditte
subappaltanti che noi segnaliamo. Punto e basta.  Per
cui,   se  domani  mattina,  due  ingegneri,   bravi,
normali,  laureati, bravi ragazzi, fanno una società,
non  possono entrare come ditte subappaltanti  in  un
grosso  appalto se non sono collegati o a  noi  della
camorra  o  ai  politici.  Voglio  dire:  se   questa
società   nuova  non  viene  segnalata   alla   ditta
appaltante,  a  un  politico, non può  mai  lavorare.
Questo l'ho sempre detto, l'ho verbalizzato, e  a  me
risulta da vicino. Credo sia chiaro questo.
 ALTERO MATTEOLI. Queste dichiarazioni relative al
rapporto  camorra-cooperative,  lei  le  ha  rese  ai
sostituti  procuratori Mancuso,  Gai  e  Roberti.  Le
risulta  che  questi verbali siano  stati  inviati  e
che,  quindi,  lei  sia stato ascoltato,  per  questo
aspetto  specifico,  dai colleghi magistrati  Davino,
Fagliasco,  Zeuli e Mille, cioè quei  magistrati  che
si  occupano  degli scandali legati al terremoto?  Le
risulta   che  siano  stati  mandati  i  verbali   e,
soprattutto,  che  lei sia stato  sentito  da  questi
magistrati in relazione a questo fatto specifico  del
rapporto camorra-cooperative?
PASQUALE GALASSO. No, non sono stato chiamato ...
 ALTERO MATTEOLI. Non è stato mai sentito?
 PASQUALE GALASSO. No.
  ALTERO  MATTEOLI. Se non sbaglio, le  dichiarazioni
che
lei   ha   reso  su  questo  rapporto  della  camorra
risalgono a circa un anno fa.
 PASQUALE GALASSO. Sì.
 ALTERO MATTEOLI. E dopo un anno non è stato ...
 PASQUALE GALASSO. No, non un anno fa.
ALTERO  MATTEOLI. Per l'esattezza, otto mesi e  mezzo
fa,
aNovara.
 PASQUALE GALASSO. Sì.
  ALTERO MATTEOLI. E dopo otto mesi e mezzo, lei  non
è
stato ascoltato da questi magistrati ...
 PRESIDENTE. Non è colpa sua!
  ALTERO  MATTEOLI. Lo so che non  è  colpa  sua,  ci
mancherebbe. Vorrei capire, però, se Mancuso,  Gai  e
Roberti hanno passato i verbali.
Pag.2746
 PASQUALE GALASSO. Posso spiegarmi?
 ALTERO MATTEOLI. Sì, certo.
  PASQUALE  GALASSO.  Il 21 dicembre  1992  ho  fatto
tanti  nomi  e  senza entrare nel merito  ho  parlato
delle ditte che
avevano  pagato, oppure che stavano in  contatto  con
noi.  Diciamo  che ho fatto un verbale senza  entrare
nel   merito.   Poi,  mi  sono  fermato   nella   mia
collaborazione per circa quattro mesi. Ho ripreso  la
collaborazione nel marzo 1993, e in quel  momento  ho
cominciato,  man  mano, a parlare dei  vari  episodi.
Non   so   quando  ho  parlato  di  questo   episodio
specifico, ma credo dopo il mese di marzo 1993.
  PRESIDENTE.  Le persone che abbiamo nominato  credo
siano   state   interrogate   da   qualche   autorità
giudiziaria.   Potremmo  eventualmente   chiedere   i
verbali ...
PASQUALE  GALASSO.  Inoltre, di  questo  episodio  ho
parlato
non solo ai magistrati di Napoli ma anche a quelli di
Salerno.  ALTERO MATTEOLI. Lei ha mai sentito  che  a
queste
trattative  ha  partecipato Fabio Carpanelli,  che  è
stato    presidente    del   consorzio    cooperative
costruzioni fino alla primavera di quest'anno? Lo  ha
mai conosciuto?
 PASQUALE GALASSO. No.
  ALTERO  MATTEOLI.  Lei ha detto che  hanno  versato
circa 3
miliardi  in  rate durante i lavori  e  che  l'ultima
rata  sarebbe  stata consegnata a lei  personalmente,
in contanti. Per quale importo?
 PASQUALE GALASSO. Nelle mie mani?
 ALTERO MATTEOLI. Sì.
 PASQUALE GALASSO. Credo fosse di 400 o 500 milioni.
MARIO   CLEMENTE  MASTELLA.  Siccome  la  camorra   è
ripartita
in  varie  realtà  territoriali, questa  presenza  di
altri  clan  sul territorio significa, evidentemente,
che nella gestione degli appalti per il terremoto  in
Campania,  la bonifica del territorio o la  pace  nel
territorio  avvenivano da voi  negli  stessi  termini
che  altrove.  Di questo è a conoscenza,  per  quanto
riguarda  le  imprese  che  lavoravano.  Cioè,  fuori
della  sua  area, altrove, era così? Che lei  sappia,
c'era   la  stessa  procedura  dov'era  presente   la
camorra?
  PASQUALE GALASSO. Io credo di sì, ma ho parlato  di
quei   territori  dove  la  competenza  era   nostra,
diciamo  il  napoletano e  il salernitano.  In  altre
zone vi sono altri gruppi
camorristici.
  MARIO  CLEMENTE MASTELLA. Mi basta per  arrivare  a
una  conclusione: questo significa che chiunque abbia
lavorato   in   quelle   zone,   cooperative,   enti,
eccetera,  pagava  comunque.  Quindi,  si  tratta  di
indagare se pagava solo di là o anche fuori di là.
  PAOLO  CABRAS.  Lei ha accennato  all'amicizia  che
legava l'industriale Casillo - l'anziano Casillo e  i
figli all'Alfieri e al suo clan. Ha parlato anche  di
favori  che  Casillo  ha  fatto  ad  Alfieri  ed   ha
accennato anche a magistrati. C'erano magistrati,  se
ho  capito, bene, amici dell'industriale Casillo, che
poi   sono  stati  fatti  conoscere  ad  Alfieri  per
aiutarlo, per aggiustare i processi. Potrebbe  essere
un  po'  più  ricco  di particolari  e  farci  anche,
eventualmente, i nomi di questi magistrati?
  PASQUALE  GALASSO. Io, almeno per  quanto  riguarda
l'episodio  tra  Alfieri,  Casillo,  magistrati,   ho
narrato  l'episodio  di Nicola  Damiano:  almeno  per
alcuni anni, fino a quando Nicola Damiano non
Pag.2747
è  morto,  c'era questo stretto rapporto tra Alfieri,
Casillo,  Nicola  Damiano. Nicola  Damiano,  oltre  a
curare  i  problemi giudiziari di Alfieri,  ha  fatto
pure  qualche  altra cortesia, per quanto  è  di  mia
conoscenza.
  PAOLO  CABRAS.  Era  stato  presentato  ad  Alfieri
dall'industriale Casillo?
  PASQUALE  GALASSO. Sì, no; già  da  quando  Alfieri
stava  nel  carcere  nel 1976, inizio  1976,  per  un
omicidio c'era questo rapporto. Poi dal 1976  fino  a
quando non è morto
Damiano c'è stato questo rapporto. Damiano ha  curato
per conto
di  Alfieri pure un altro nostro associato,  Giordano
Carmine,  che  era dentro all'epoca per un  omicidio.
Io   sono   stato   presente  alle  richieste,   alle
riunioni,  richieste  di  cortesia  affinché  Damiano
curasse pure Giordano Carmine.
PAOLO  CABRAS. Altri magistrati presentati ad Alfieri
da
Casillo?
  PASQUALE GALASSO. No, altri magistrati non ne  sono
a  conoscenza e neanche posso parlare, non so, di  un
magistrato  che  semmai  mi  risulta  che  stava   in
contatto con Alfieri a vanvera; voglio parlare di...
PAOLO  CABRAS. In riferimento al ruolo di  Casillo...
PASQUALE  GALASSO. Ma con Casillo noi, fino a  quando
io
ero  latitante, ci incontravamo; ci siamo  incontrati
io, Alfieri e Casillo.
PAOLO  CABRAS.  Quando lei dice  Casillo  intende  il
figlio?  PASQUALE  GALASSO.  Il  figlio,  adesso   il
figlio; il padre
è morto...
 PAOLO CABRAS. Chi, Pasquale?
PASQUALE  GALASSO. Sì, il padre è morto,  mi  sembra,
metà
anni ottanta.
PAOLO  CABRAS.  Lei intende quindi Pasquale  Casillo.
PASQUALE GALASSO. Pasquale, Aniello e poi l'altro
fratello  che  sta a Bologna, ma Pasquale  e  Aniello
principalmente.
  PAOLO  CABRAS.  Quali erano gli  argomenti  che  si
trattavano durante questi incontri?
  PASQUALE GALASSO. Si parlava principalmente, questi
incontri  erano  dovuti  principalmente  al   vecchio
rapporto amicale, stretto rapporto amicale e  poi  di
volta   in   volta,   oltre  ai  convenevoli,   oltre
all'incontro    piacevole,   si   chiedevano    varie
cortesie.  Quelle cortesie che Alfieri ha  chiesto  a
Casillo  o  Casillo ha chiesto ad Alfieri  io  ne  ho
parlato;  sono pochi, almeno per serietà  mia  voglio
riferire
solamente quelli dove - torno a ripetere - i  giudici
possono trovare un riscontro. E' inutile che io  dica
tante  cose che mi risultano verbalmente e  poi  dopo
non si trova niente.
GIANCARLO  ACCIARO. Volevo sapere se, secondo  quanto
è a
sua  conoscenza e della sua organizzazione, vi  siano
stati   inserimenti   in  regioni   non   controllate
direttamente; in particolare modo se vi  siano  stati
in  Sardegna tipi di investimenti e, qualora vi siano
state,  organizzazioni dirette o   indirette,  se  si
può dire attraverso chi.
Vorrei  inoltre sapere se, nel momento in cui  Cutolo
era in
Sardegna,   avevate  una  sorta  di   controllo   sul
movimento creatosi intorno a Cutolo, il movimento  di
amici  e  familiari che andavano  a  trovarlo  per  i
contatti in carcere.
  PASQUALE GALASSO. Posso chiedere, per cortesia, una
domanda alla volta?
Pag.2748
   GIANCARLO  ACCIARO.  Vorrei  sapere  se   la   sua
organizzazione   aveva  interessi   o   contatti   in
Sardegna che fossero o di azioni organizzate o  anche
di investimento di denaro in quella zona.
PASQUALE GALASSO. Rispondo subito. Di questo pure ho
verbalizzato per quanta riguarda il rapporto  tra  la
nostra  organizzazione e Flavio Carboni. Ci sono,  ci
sono  stati investimenti in Sardegna, ci sono tramite
Flavio   Carboni,   Nicoletti,   Maresca   ed   altri
componenti   della   mia   organizzazione.    L'altra
domanda?
  GIANCARLO  ACCIARO.  A questo  proposito,  vi  sono
investimenti in vari settori?
PASQUALE  GALASSO. Sì, ma principalmente immobiliari,
in
terreni e immobili.
GIANCARLO  ACCIARO.  Vorrei  inoltre  sapere  se   la
presenza
di  Cutolo in carcere all'Asinara, in Sardegna,  dove
è  stato  parecchio tempo, ha fatto sì che la  vostra
organizzazione controllasse il tipo di movimenti  con
cui aveva contatti,
ossia di familiari o cose di questo genere.
  PASQUALE  GALASSO. In quell'epoca in cui  Cutolo  è
stato  trasferito all'Asinara, noi stavamo  in  piena
guerra  con Cutolo. Sapevamo solamente dei  colloqui,
che  i  familiari  lo  andavano  a  trovare.  Non  mi
risulta  niente,  pure perché  non  potevo  essere  a
conoscenza non facendo parte del gruppo di Cutolo.
  UMBERTO  CAPPUZZO. Vorrei rivolgere una domanda  di
carattere   generale.  Si  è  molto   insistito   sul
rapporto    politici-camorra;    evidentemente     il
vantaggio   che  il  politico  trae  è  di  carattere
elettorale.  Quali sono le modalità  per  controllare
il  voto?  Come  può  la camorra  portare  una  massa
consistente   di  voti,  quali  sono  gli   argomenti
convincenti
verso  una  pluralità di soggetti, che  evidentemente
sono  liberi  nel  segreto dell'urna  di  deporre  la
scheda?  Come  si  controlla poi  che  la  gente  che
promette il voto effettivamente lo abbia dato?
  PASQUALE GALASSO. Principalmente, questo parte  dal
rapporto,  come controllo dei voti, dal rapporto  tra
noi  e diciamo - i vari rappresentanti amministrativi
della  nostra  zona. Quindi questo  rapporto  poi  si
protrae  nel  rapporto della Camera, degli  onorevoli
che  vengono eletti alla Camera. In più, il controllo
della   nostra  zona  è  basato  principalmente   sui
rapporti   amicali  da  sempre  con  i   vari   ceppi
familiari, i vari capi famiglia - dove ci sono i  50,
i   100,   i   200  voti  -  e  vengono   controllati
facilmente.Oltre  alla  promessa,  alla  fedeltà   di
questi  capi  famiglia, famiglie  normali,  verso  l'
esponente    delinquenziale,   vengono    controllati
facilmente,  nel  senso,  quando  si  fa  una   prima
elezione,  poi  si  vedono  i  risultati:  se  escono
questi  risultati,  giustamente  si  rafforza  questo
rapporto  amicale tra gli esponenti delinquenziali  e
questi  elettori  paesani.  Diciamo  noi  siamo,   la
camorra  è  inserita molto bene nei  vari  paesi,  in
tutti i rapporti sociali. Questo, senatore.
 UMBERTO CAPPUZZO. Vorrei chiedere questo: c'è un
sostegno    popolare    così    diffuso,    qual    è
l'argomentazione?   E'   la   cultura   locale    che
favorisce...
 PASQUALE GALASSO. Sì.
  UMBERTO  CAPPUZZO. .. la camorra, oppure voi  avete
argomenti  ancora  più  convincenti  per  indurre  la
gente a fare quello che volete voi?
  PASQUALE  GALASSO.  Alla base c'è  questo  rapporto
amicale,  poi man mano si va a rafforzare  quando  un
cittadino, uno che
gli  fa  piacere avere questo rapporto con noi altri,
ci  viene a chiedere i favori, quali il misero  posto
di  lavoro,  e  gli viene concesso. Quindi,  in  quel
momento questo cittadino giura fedeltà
Pag.2749
verso   chi  gli  ha  fatto  la  cortesia.  E   altre
cortesie:  non  so, chi ha problemi  con  un  ufficio
IVA, fiscali, amministrativi, di una licenza, di  una
concessione edilizia e tanti altri favori,  che  sono
quelle cose che fanno parte della nostra società.
  PASQUALE  GALASSO.  Alla base c'è  la  cultura,  la
predisposizione  e la disponibilità di  questa  gente
ad  avere a che fare con noi. Diciamo che noi, la mia
ex  associazione è presente nel tessuto sociale:  già
da  un  incontro,  da un saluto si va  a  tessere  un
rapporto  sociale e man mano questo rapporto  diviene
così forte da far uscire i voti.
  UMBERTO CAPPUZZO. Che le risulti c'è un'evoluzione,
c'è
un   cambiamento   da  quando  lei   ha   deciso   di
collaborare? Attraverso le notizie che lei  avrà,  si
riscontra   in  quella  regione  un  cambiamento   di
mentalità,  vi  è qualche sintomo, qualche  segno  di
cambiamento?
PASQUALE   GALASSO.  Certamente,   come   voi   siete
preparati
vi  sarà un cambiamento, ma certamente dovete  creare
le basi e
andare  ancora avanti con una certa costanza e creare
l'armonia tra tutte le forze dell'ordine, fra  voi  e
tutti  quanti  e  andare  avanti  su  questa  strada.
Certamente  riuscirete a cambiare:  va  cambiata  una
cultura  esistente  da  tanti  anni,  diciamo   negli
ultimi  30-40 anni, dove il cittadino normale,  oltre
a  far  riferimento  e  a  chiedere  la  cortesia  al
politico  oppure  al consigliere  comunale,  fa  pure
riferimento ai camorristi. Se il cittadino vuole  una
cortesia   e   non  riesce  tramite  un  consigliere,
tramite  il sindaco, si rivolge pure all'altra  forza
presente in zona che è la camorra.
UMBERTO   CAPPUZZO.   Lei  più   volte   ha   parlato
dell'armonia
fra  le  forze dell'ordine, l'ha detto anche  adesso:
in  che  modo si manifesta questa mancanza di armonia
fra le forze dell'ordine?
  PASQUALE  GALASSO.  Oltre  alle  forze  dell'ordine
dico, se
mi  permettete,  con  tanto rispetto,  pure  fra  voi
politici; faccio riferimento pure a voi: capite  bene
com'è  la  cultura in una determinata  zona  per  poi
intervenire,  ma intervenire costantemente,  non  per
un  solo  periodo  e  poi semmai  lasciar  stare.  La
camorra, come si è fatto in tanti anni, quando  si  è
vista  lo  Stato addosso, ha rallentato un poco,  poi
lo  Stato  si è fermato e la camorra è andata  ancora
più  forte; dico la camorra per dire un po' tutte  le
associazioni  criminali.  Ma  se  vedono  la   vostra
costanza  di interventi, certamente avranno fine.  Ed
io me lo auguro.
  SALVATORE  FRASCA. La prima domanda è di  carattere
personale e se vuole può non rispondermi: Il  Mattino
del
17  agosto  1993  dice  che  il  signor  Galasso  tra
fabbricati,  auto  e        16  società  intestate  a
parenti e a prestanome avrebbe un
patrimonio di mille miliardi. E' vero?
MARIO  CLEMENTE MASTELLA. Mi sembra un po' eccessivo.
SALVATORE FRASCA. Leggo da Il Mattino .
 PASQUALE GALASSO. No, non è vero.
  SALVATORE FRASCA. Può dire a quanto ammonta il  suo
patrimonio?
PASQUALE  GALASSO.  Dico subito  che  sono  nato  già
ricco,
ma  non ve lo dico per buffoneria. Dobbiamo andare un
po'  alle origini e mi dovete dare qualche minuto per
spiegarlo.   Mio  padre  già  era   ricco,   era   un
imprenditore  affermato ed ho ereditato  miliardi  di
lire  di  beni; questi beni mi sono stati sequestrati
cautelativamente e poi ridatimi nel  1987,  parte  di
questi  beni, e nelle mie varie iniziative economiche
siamo  stati  sempre presenti, nelle  varie  società,
noi Galasso; di prestanome non ne ho mai avuti al  di
fuori della mia ultima società, che è
Pag.2750
basata  sulle iniziative economiche che vi  ho  detto
più  volte  con  l'ingegner Cordasco e  con  Bifulco,
dove  i miei familiari non c'entrano: sono iniziative
economiche mie, è un mio saper fare.
   Per  quanto  riguarda  le auto  di  lusso,  ripeto
ancora  una volta - l'ho detto anche l'altra volta  -
la  principale  azienda nostra era la  trasformazione
ed  il  commercio  di  autoveicoli  pesanti,  veicoli
industriali  Galasso, e accanto  a  questo  commercio
c'era  la rivendita di automobili, automobili Galasso
plurimarche. Quindi se ho dieci Ferrari oppure  dieci
Tipo   oppure  dieci  Mercedes  sono  della   vecchia
società  Galasso  Spa; che poi ne  usufruiamo  noi...
Dico  inoltre  che  già da prima  che  io  diventassi
delinquente  criminale tenevamo  diverse  autovetture
di  lusso,  commerciavamo ed eravamo in  possesso  di
diverse autovetture.
  SALVATORE  FRASCA. La volta scorsa abbiamo  parlato
degli    insediamenti   camorristici   e   napoletani
nell'alto Tirreno cosentino. Lei ha fatto i  nomi  di
Mario  Pepe, di Visciano Angelo, di Boscoreale  e  di
Maiale: conferma quanto ha detto?
PASQUALE GALASSO. Sì, certamente.
  SALVATORE  FRASCA.  Può  dire  se  oltre  a  questi
signori  vi  è  un tal Maisto, parente e  nipote  del
Maisto di cui lei ha parlato?
PASQUALE  GALASSO. Ve l'ho detto l'altra  volta,  no,
non
ne so niente di questo Maisto.
  SALVATORE  FRASCA.  Va  bene.  Ultima  domanda:  ha
conosciuto
un   tal  Giuseppe  Cirillo,  noto  camorrista  della
provincia  di  Salemi,  insediatosi  nella  piana  di
Sibari?
PASQUALE  GALASSO.  Lo  conosco  di  nome,   so   che
apparteneva
aCutolo,  era  un  santista di Cutolo;  è  stato  per
diversi anni
ai  laghi  di  Sibari  insieme al  cognato  Mirabile.
Erano  loro  i capi camorra salernitani  per  Cutolo,
Salerno  città, e avevano cointeressenza  in  Sibari.
Questo so.
   MARCO   TARADASH.  Vorrei  fare  una  domanda   in
relazione  ad  uno degli ultimi quesiti del  senatore
Frasca,  il quale probabilmente voleva sapere  quanta
parte  del  suo  patrimonio sia stata sequestrata  in
virtù  delle  leggi antimafia. Lei ci ha spiegato  la
situazione, ma comprenderà che appare poco  credibile
il  fatto  che  lei,  soltanto per  sport  o  per  un
piacere  giovanile, si sia dedicato ad  una  carriera
di   killer  senza  trarne  dei  vantaggi  personali,
essendo di famiglia
ricca.  Vorremmo  sapere  in  che  modo  lo  Stato  è
intervenuto sui suoi patrimoni.
 PASQUALE GALASSO. Una parte dei miei patrimoni mi è
stata  sequestrata cautelativamente nel 1987, poi  mi
è  stata  ridata  e mi fu comminata  la  sorveglianza
speciale.  L'altra parte, quasi tutto,  al  di  fuori
dei  beni  ereditati da mia mamma dai miei  nonni,  è
tuttora sotto sequestro cautelativo.
MARCO TARADASH. A quanto ammonta?
  PASQUALE GALASSO. Non lo so, saranno 40-50 mogge di
terreno.
PRESIDENTE.  La Commissione dispone della valutazione
dei
beni.
  PASQUALE GALASSO. Ad agosto scorso ho cominciato  a
collaborare, uscii il 9 settembre 1992 dal carcere  e
fui    mandato    agli   arresti   domiciliari    per
incompatibilità con il carcere; sono stato mandato  a
Novara,  dove comprai un'altra proprietà che dopo  un
mese  mi  è  stata,  pure quella,  sequestrata  ed  è
tuttora alle misure di prevenzione di Napoli.
L'altra  volta  ho  detto una cosa  inerente  ad  una
domanda
che  mi fu posta sui sequestri: se il giorno che farò
quest'altra
Pag.2751
   prevenzione  non  riuscirò  a  chiarire  come   ho
acquisito  un  bicchier d'acqua, la  magistratura  mi
deve  confiscare  i  miei  beni,  ma  se  riuscirò  a
dimostrare  come ho comprato un pezzo di  terreno  la
giustizia  mi deve riconoscere tale. Non voglio  come
premio  della  mia  collaborazione  il  dissequestro,
come   parecchi  giornalisti  hanno  pubblicato  ("E'
collaboratore   perché   vuole   salvare    il    suo
patrimonio");  no,  ve  lo  grido  dal  profondo  del
cuore.  Se ho acquisito con la mia forza camorristica
dei  beni,  voi me li dovete confiscare.  Se  io  non
riuscirò   a   chiarire  tutto  questo,   mi   dovete
confiscare  tutto,  ma se io chiarirò  come  mi  sono
fatto  e  ho una storia economica, mi sono  fatto  un
bene...  Pensate  che noi del 1987,  quando  mi  sono
stati  rilasciati i beni di mio padre, gran parte  li
ho   venduti,  erano  70-80  appartamenti   e   altre
aziende, altri beni nostri: li abbiamo venduti e  nel
1989-1990  avevamo  diversi  miliardi  di   lire   di
disponibilità. Tutti questi miliardi  mi  sono  stati
truffati da questa società di Cordasco-Bifulco.
Senatore,  posso aggiungere un'altra cosa: vi  chiedo
di
reinserirmi  nella società e poi vorrò  dimostrare  a
tutti  quanti  voi che mi reputo socialmente  valido,
pure  come  iniziative economiche, non sono solamente
criminale. Questo è il mio desiderio.
 MARCO TARADASH. Questo deve valere per tutti. E
confidiamo che la giustizia in questo paese  funzioni
ugualmente per tutti.
   La  domanda specifica che volevo fare nasce da una
sua   riflessione.  Dato  che  è  stata   posta   una
questione  sociologica e  dato che, dopo  tutto,  lei
ha assunto un ruolo per cui sarà
anche  sentito da altri, vorrei, credo a  nome  della
Commissione,  esprimere  un concetto:  la  situazione
cambierà  non  quando il cittadino avrà dal  politico
la  cortesia che richiede ma quando il cittadino  non
chiederà  più  cortesie  al  politico  e  quando   il
politico  non  farà più cortesie al cittadino  ma  ci
saranno  diritti  uguali per tutti. OMISSIS.  Questo,
però,  significa  che la camorra aveva  ed  ha  delle
forte entrature presso il quotidiano Roma   .
  PASQUALE  GALASSO. Le voglio spiegare gli  intrecci
che  ci  sono  tra una parte di rappresentanti  dello
Stato  (politici,  magistrati,  giornalisti)   e   la
camorra.  La  camorra è una componente  della  nostra
società,  ve  lo dovete mettere bene in  testa  e  se
domani mattina *9, che ha certi amici, conosce ed  ha
un  rapporto  col  giudice Lancuba sa  benissimo  che
Lancuba  prima  o  poi  gli  fa  sapere  che  conosce
Alfieri.  Quindi,  *1 sa benissimo del  rapporto  tra
Alfieri e Casillo. In quel momento interviene per  la
sua  cortesia su Alfieri che deve imporre  a  Casillo
di  fargli  prendere il OMISSIS. Le  voglio  dire  di
più:  *9  da latitante lo dovevo incontrare, come  ho
incontrato Vito Alfredo dovevo incontrare *9,  quando
nell'ultima  mia  latitanza  i   carabinieri   e   la
polizia ... le forze dell'ordine non mi
davano   respiro  e  i  giornalisti  non  mi   davano
respiro,  inventando  su me  tante  di  quelle  cose.
Badate  bene, nell'ottobre del 1992, io latitante  da
cinque  mesi, sono uscito in prima pagina (  Mattino,
Roma  ) 21 volte; stavano creando questo grosso  mito
Galasso,  come  il  male  infernale  della  Campania,
dell'Italia meridionale. Ho cercato di incontrare  *9
tramite   il  professor  Raffaele  Boccia.   Raffaele
Boccia  mi dice: "Pasquale, io lo porto da te  ma  tu
sai  benissimo che *9 è venale; *9 per venire  da  te
...  prepara già un po' di soldi". "Ma quanto, dieci,
venti?"  "Sì,  trenta, quaranta  milioni  di  lire  e
interverrà  senz'altro per la tua cura". Tant'è  vero
che  poi,  dato  che mi davano una caccia  terribile,
non  potei  incontrare né Boccia né *9  e  Boccia  mi
mandò  a  dire, tramite i miei familiari,  che  stava
organizzando  una  riunione  per  far   sì   che   si
interessasse    lui   di   questi    miei    problemi
giornalistici e mi chiese di portare con  sé  in  una
riunione  a  Napoli mio fratello Martino. Questo  c'è
stato ma non con *9, con altri
Pag.2752
due  o tre giornalisti che *9 e Boccia gli mandarono.
Questi  giornalisti dissero a mio  fratello  Martino:
"Va  bene,  incominciamo ad intervenire.  Voi  dovete
fare un contratto pubblicistico con noi".
 PRESIDENTE. Quello che ha detto l'altra volta, col
Roma ?
 PASQUALE GALASSO. Sì. No col Roma , con tutti i
giornali. Quindi, mio fratello Martino viene da me  e
mi  dice: "Pasquale, ci siamo incontrati nell'ufficio
del  professor  Boccia"  - a Napoli,  mi  sembra  nei
pressi  di  piazza  Dante  "Sono  venuti  due  o  tre
giornalisti  che mi hanno chiesto, come prima  mossa,
di  fare  dei contratti come Galasso SpA", cioè  loro
ci indicavano quali erano ...
 PRESIDENTE. I quotidiani o le agenzie?
  PASQUALE GALASSO. No, erano due o tre giornalisti e
mio  fratello  Martino ... non ricordo  i  nomi,  mio
fratello li può ricordare.
MARCO  TARADASH.  I  nomi  dei  giornalisti  non   li
ricorda.
  PASQUALE  GALASSO.  Quindi, io  capii  per  la  mia
esperienza, per il mio piccolo intuito,  che  era  la
prima
mossa,   quella   che  cominciava   ad   essere   più
redditizia per *9.
 MARCO TARADASH. Scusi, chiedevano contratti di
pubblicità sui giornali?
PASQUALE GALASSO. Di pubblicità. Io mandai in  malora
sia
mio   fratello  Martino  sia  Boccia,  perché   capii
benissimo  che  mi  stavo  "imbarcamenando",   perché
giustamente  si  diceva all'epoca che Galasso  teneva
mille-duemila  miliardi, quindi capii  benissimo  che
mi  volevano  sfruttare. Lasciai perdere tutto;  dopo
pochi  mesi  fui arrestato; mio fratello  Martino,  i
miei  fratelli,  seguendo  sempre  questa  strada   e
seguendo  qualche  consiglio,  cominciarono  a   fare
questi  contratti pubblicitari. Io stavo nel  carcere
di  Salerno e cominciai a vedere su Il Mattino e  sul
Roma , nelle prime e nell'ultima pagina
tutta  la  pubblicità nostra. Vennero a  colloquio  i
miei  fratelli  e  Martino e io  gli  saltai  proprio
addosso dicendo: "Che stai facendo?" e lui mi  disse:
"Fammi  fare  a me, perché vediamo un po'  se  questi
giornalisti  ci  lasciano perdere, almeno  come  pace
familiare,   come   pace   industriale,   della   mia
attività". Vedete bene che io mi arrabbiavo  con  mio
fratello  e dicevo: "Ma è mai possibile? Questi  sono
dei  mascalzoni".  Ve  lo grido  con  tutta  l'anima,
perché   ho  passato  momenti  terribili:  sono   dei
mascalzoni.  In  prima  pagina  mi  mettete   Galasso
veicoli  industriali;  Galasso mette  a  disposizione
per  chi compra un veicolo industriale da Galasso una
cinquecento  nuova  gratis;  all'interno  tutta   una
pagina  "Galasso boss, superboss". E'  una  vergogna!
Allora  io  dissi a mio fratello Martino: "Parla  con
questa   gentaglia  e  digli  che  se   si   vogliono
impegnare  devono rispettare pure i  loro  patti.  E'
inutile  che  si  prendano dieci,  venti,  cinquanta,
cento,  duecento, trecento milioni  di  lire.  Se  si
impegnano  che  fanno la pubblicità e fanno  i  fatti
loro,  si devono pure impegnare che nella cronaca  io
non  devo  uscire  più". Mio fratello  riferì  queste
cose;  è  andato  pure  presso  questi  uffici  della
pubblicità  ed  ha riferito; loro hanno  detto  "  Va
bene,  l'azienda  industriale è una  cosa,  purtroppo
vostro  fratello è un grosso personaggio  malavitoso;
è  stato  creato  ultimamente; man mano  sgonfieremo.
Quindi,  se oggi esce una pagina all'interno,  domani
ne  facciamo  uscire mezza, poi un trafiletto  e  man
mano  scomparite  nell'arco di  poco  tempo".  Queste
sono le cose che ho vissuto. Non vi dico bugie.
MARCO  TARADASH.  Non  era  solo  *10,  ma  era   una
struttura
evidentemente.
Pag.2753
PASQUALE  GALASSO. Sì, ma diciamo che  *10  quello  è
... PRESIDENTE. Ma è stato poi così: lentamente sono
diminuite davvero?
  PASQUALE GALASSO. Ho fatto quattro mesi di  carcere
e  sono uscito il 9 settembre. Dissi ai miei fratelli
di   smetterla  con  questi  giornalisti.   Mi   sono
incontrato con i
giornalisti  che  facevano queste pubblicità;  li  ho
ammoniti  un  poco;  dietro le mie arrabbiature,  già
quando  stavo  in  carcere epoi  fuori,  con  i  miei
fratelli questi rapporti si sono un
po'   raffreddati.  Vennero  due  o  tre  di   questi
giornalisti i quali mi proposero di farmi  incontrare
con  il  capo  redattore de Il Mattino ,  con  questi
giornali  a me personalmente, dove loro mi chiedevano
pure  un'intervista.  Io ho sempre  rifiutato  perché
non  amo  essere  intervistato e  vedevo  che  poteva
essere ... che si poteva ritorcere su di me.
PRESIDENTE.  Le  avevo chiesto una cosa  prima.  Dopo
questo
intervento  pubblicitario, le notizie su  di  lei  si
sono davvero ridotte su questi giornali?
  PASQUALE GALASSO. Un periodo, almeno per quanto  mi
ricordo, dal luglio 1992 andarono man mano ...
 PRESIDENTE. ... scemando.
  PASQUALE GALASSO. ... scemando, tant'è vero che  io
stavo  nel  carcere di Spoleto e questi  giornali  mi
mandavano   gratis   una  copia  dei   giornali;   mi
arrivavano via posta "al detenuto
Galasso Pasquale" Il Mattino e il Roma gratis al
carcere  speciale  di  Spoleto,  proprio  per   farmi
toccare  con mano. Mio fratello Martino ...  feci  un
colloquio  e poi altri non ne volli fare con  i  miei
familiari perché non sono almeno mia moglie  e  tutto
il  mio  contesto - non sono gente che possono andare
fuori  dai  carceri in tutto quel contesto criminale.
Preferii,  pure  a  mia moglie, un solo  colloquio  e
dissi:  "Non venire più; ci vediamo quando ci vediamo
ma  non venire più, fammi la cortesia". Perché venire
la  mattina e stare fino alla sera ad aspettarmi  ...
poi  mi raccontavano là fuori che cosa succedeva; mia
moglie  non  è di questa pasta. Mio fratello  Martino
mi  disse: "Ora ti manderanno i giornali e vedrai che
non  stiamo più sui giornali". Mi sembra che  qualche
volta  sia uscito qualche piccolo trafiletto, che  io
mi arrabbiavo, ma non facevo più colloqui.
MARCO  TARADASH.  Lei  si  è  incontrato  durante  la
latitanza
epoi dopo la latitanza con questi giornalisti?
PASQUALE GALASSO. No, io mi sono incontrato dopo, da
quando   sono  ritornato  a  settembre  agli  arresti
domiciliari, ero già collaboratore di giustizia.
  PRESIDENTE.  La domanda è questa:  quando  lei  era
latitante  è  stato suo fratello ad  incontrarsi  con
questi?
PASQUALE GALASSO. Sì, dovevo incontrarmi io con *10
tramite    il    professor   Boccia    Raffaele    di
Poggiomarino,
proprietario dell'istituto Settembrini,  gavianeo  da
sempre,  grosso  intrallazzatore  politico  e  nostro
associato  a  tutti  gli effetti.  Poi  non  mi  sono
potuto incontrare perché pensate che i carabinieri  e
la polizia a casa mia stavano quasi tutti i
giorni  50,  100, 200, elicotteri, tutto. Quindi,  io
stavo  chiuso,  ho fatto un anno di latitanza  chiuso
in casa; uscivo solo di sera e di notte.
  PRESIDENTE. Per capire, visto che lei insiste molto
sul  fatto che in questo periodo era molto ricercato,
c'era stato un mutamento? Prima era meno ricercato?
  PASQUALE  GALASSO. No, pure prima, ma  diciamo  che
ultimamente  io  avevo pure la pesantezza  di  questo
momento,
Pag.2754
avevo   una   pesantezza   all'interno   della    mia
associazione.
 PRESIDENTE. Cioè, aveva una situazione interna
difficile.
  PASQUALE  GALASSO.  Avevo una pesantezza  interiore
pure perché, come vi ho detto,...
 PRESIDENTE. Cominciava a pesare la storia di...
 PASQUALE GALASSO. Sì.
MARCO   TARADASH.  Senta,  ma  i   nomi   di   questi
giornalisti
suo  fratello li avrà fatti varie volte, lei  poi  li
ha  visti,  possibile  che non  si  ricordi?  Lei  ce
l'aveva   con   questi   giornalisti,   quindi   avrà
bestemmiato contro i loro nomi.
PRESIDENTE.     Forse    non    era    indispensabile
bestemmiare!  PASQUALE GALASSO. No, mio  fratello  si
dette nelle mani
di  uno  di questi giornalisti che all'epoca -  stavo
nel  carcere  di Salerno - ricordo che mi  disse  che
dovevano fare pure l'ufficio stampa presso la  nostra
concessionaria,   la   Galasso    SpaA,    che    poi
quest'ufficio  stampa fu fatto  presso  l'ufficio  di
questa società di pubblicità.
PRESIDENTE.  Ma quest'ufficio stampa rientrava  anche
tra
le clausole di quest'intesa?
  PASQUALE  GALASSO. Sì, fu creato proprio  per  dare
un'immagine  e per incominciare a fare allontanare  i
giornalisti da noi e da me.
  PRESIDENTE. L'onorevole Taradash le ha  chiesto  se
lei
non ricordi i nomi degli altri giornalisti.
  PASQUALE GALASSO. Signor presidente, lei  prima  mi
ha
fatto una domanda. La mia collaborazione, diciamo  la
mia scelta è stata pure perché l'ultima latitanza  mi
sono  accorto che avevo i bambini già grandicelli.  I
miei bambini, vedendo i
carabinieri  quasi  tutti i giorni  a  casa,  avevano
incominciato  a           capire; c'è  stato  proprio
un episodio: mio figlio Nino, otto
anni,  incomincia a dire "Papà, i tuoi nemici sono  i
carabinieri, vanno ammazzati". Questo mi  ha  portato
a  riflettere durante la mia latitanza,  tant'è  vero
che  mi  sono abbracciato mio figlio Nino  e  gli  ho
detto  "Senti, Nino, i carabinieri sono amici di  tuo
padre,  non  ti  preoccupare".  Mi  figlio  Nino   fu
fermato  da  un  ufficiale  dei  carabinieri,  da  un
capitano, che lo trattò bene. Mio figlio, vedendo  in
televisione e sui giornali questo capitano, mi  disse
"Papà,   quello  è  tuo  nemico".  Io   gli   spiegai
all'epoca,  cercai di fargli capire che i carabinieri
erano   essenziali,  altrimenti  la  società  sarebbe
diventata  una  giungla, tante di  quelle  cose,  mio
figlio non mi credette, e in più gli dissi "Nino,  il
capitano  che  ti ha fermato è intimo amico  di  papà
tuo;  papà  un  giorno  te lo presenterà".  Ho  avuto
questa  gioia  di presentare mio figlio  al  capitano
Pascali.  Mio  figlio, quando ha  visto  il  capitano
Pascali, l'ha guardato; io gli ho detto "Papà  te  lo
promise" - questo mi emoziona - "questo è l'amico  di
papà".  Il  capitano  Pascali se  lo  abbracciò,  mio
figlio con distacco... Poi, dopo un po' di tempo,  ci
siamo visti parecchie volte con i miei familiari  con
il capitano Pascali, si sono affezionati
aquesto...  Hanno capito bene che suo padre  non  era
contro la
legge. Ho un altro figlio mio, Ciro.
 PRESIDENTE. Che è più piccolo?
  PASQUALE  GALASSO. E' il secondo,  adesso  ha  otto
anni. Ecco, sono episodi che mi hanno colpito. Lui  è
appassionato dei carabinieri, vuole fare  l'ufficiale
dei  carabinieri,  il capitano dei  carabinieri.  Una
volta  ho presentato i miei bambini ed anche Ciro  al
giudice Mancuso e con
Pag.2755
lui  stava il capitano Angelosanto. Gli dissi  "Ciro,
questo    è    il    capitano   Angelosanto".    Ciro
nell'orecchio  mi  disse "Papà, non  è  capitano  dei
carabinieri"  perché  non lo vedeva  con  la  divisa.
Angelosanto capì, prese la tessera e gli fece  vedere
la  divisa. Ciro disse "Papà, hai ragione, è capitano
dei  carabinieri".  Ve  lo giuro:  scherzando  a  mio
figlio  ho detto sempre "Senti, Ciro, invece di  fare
il capitano dei
carabinieri     vuoi    fare    l'industriale,     il
commerciante?".  "No". "L'ingegnere?  L'architetto?".
"No". E' una scelta sua ed io vorrei rispettarla  una
scelta di mio figlio. Un domani se lui vuole fare  il
capitano,  vuole  fare  il giornalista  lo  deve  pur
poter fare.
   Sono episodi, questi, che mi hanno colpito durante
la  mia  latitanza, signor presidente. Anche a questo
è  dovuta  la mia scelta. Non potevo essere  egoista,
non  potevo  portare  su una cattiva  strada  i  miei
bambini, che non hanno colpa.
PRESIDENTE. La Commissione ha compreso i motivi che
l'hanno indotta a compiere questa scelta.
  PASQUALE  GALASSO. Signor presidente, i giornalisti
ne  dicono  di tutti i colori, i difensori  dei  miei
correi  stanno dicendo, insistono sul  fatto  che  io
voglio  salvare il mio patrimonio, ma se  lo  possono
pure  tenere,  signor presidente,  io  ricomincerò  a
vivere.
PRESIDENTE.  Se  può  consolarla,  i  giornalisti  ne
dicono
di  tutti i colori su tutti, quindi non lo fanno solo
con  lei,  se questo può consolarla in qualche  modo.
La  Commissione ha comunque capito i motivi veri  del
suo cambiamento.
L'onorevole   Taradash  le  ha  posto   la   seguente
domanda: lei
non conosce i nomi degli altri giornalisti?
PASQUALE GALASSO. No, non li conosco. Io non ho
incontrato  i  miei fratelli, ma vi prometto,  appena
li incontrerò, di farmeli dare e ve li farò sapere.
PRESIDENTE. Penso che comunque i suoi fratelli siano
stati  interrogati dall'autorità giudiziaria, non  so
se  siano stati interrogati su questo punto; in  caso
contrario,
chiederemo ai magistrati di farlo.
Non   essendovi   altre   domande,   la   ringraziamo
nuovamente.
 PASQUALE GALASSO. Ringrazio voi tutti. Arrivederci.
  (Pasquale Galasso è accompagnato fuori dall'aula) .
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, proseguiamo in
seduta segreta.
 (La Commissione procede in seduta segreta).
  PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori  in  seduta
pubblica.
Poiché   la  Commissione  non  è  in  numero  legale,
sospendo la
seduta per un'ora.
  La  seduta,  sospesa alle 12, è  ripresa  alle  13.
PRESIDENTE.  Constatando  la  mancanza   del   numero
legale,
rinvio    la    deliberazione   sulla    segretazione
dell'audizione  odierna alla  prossima  seduta  della
Commissione. Dispongo che nel frattempo le parti  per
le  quali ho proposto la segretazione siano rese  non
ostensibili.
La seduta termina alle 13,02.

 


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