Violante: seduta 50
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           AUDIZIONE DEL PROCURATORE DELLA
    REPUBBLICA DI PALMI, DOTTOR AGOSTINO CORDOVA
     PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE
                       indi
           DEL VICEPRESIDENTE PAOLO CABRAS
                     indice
Audizione del procuratore della Repubblica di Palmi,
dottor Agostino Cordova:
Violante Luciano, Presidente      2179, 2182, 2183, 2184
                      2186, 2188, 2189, 2208, 2209, 2210
                      2211, 2212, 2213, 2214, 2215, 2216
Cabras Paolo,  Presidente                     2184, 2185
                            2191, 2192, 2195, 2197, 2199
                                              2203, 2215
Abbate Fabrizio                                     2214
Brutti Massimo                          2191, 2192, 2199
                                              2200, 2210
Calvi Maurizio                    2191, 2192, 2193, 2204
Cordova Agostino,  Procuratore della Repubblica di Palmi
                                        2179, 2182, 2183
           2184 2185, 2186, 2188, 2190, 2191, 2192, 2193
           2204, 2206 2208, 2209, 2210, 2211, 2212, 2213
                                        2214, 2215, 2216
D'Amelio Saverio                                    2189
                                              2190, 2191
Ferrara Salute Giovanni                             2199
Ferrauto Romano                                     2196
Folena Pietro                                 2197, 2199
Frasca Salvatore                  2201, 2203, 2204, 2211
                                              2212, 2213
Imposimato Ferdinando                         2183, 2195
Matteoli Altero             2192, 2196, 2197, 2208, 2209
Olivo Rosario                           2186, 2188, 2215
Scalia Massimo                                      2193
Tripodi Girolamo            2191, 2192, 2204, 2205, 2209
Comunicazioni del presidente:
Violante Luciano, Presidente                        2189
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Pagina 2179
La seduta comincia alle 9,15 .
 (La Commissione approva il processo verbale della
seduta precedente).
Audizione del procuratore della Repubblica di
Palmi,
dottor Agostino Cordova.
 PRESIDENTE.  L'ordine del giorno reca l'audizione
del procuratore della Repubblica di Palmi, dottor
Agostino Cordova, al quale do subito la parola.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . La ringrazio, presidente, e saluto tutti i
membri di questa Commissione. Vorrei sapere qual è
l'oggetto dell'audizione.
 PRESIDENTE.  L'oggetto dell'audizione riguarda
tutti gli aspetti affrontati nelle note che lei ci
ha inviato, con particolare riferimento allo stato
degli uffici giudiziari di Palmi, che rappresenta
per noi motivo di preoccupazione. Inoltre, le
chiediamo di disegnare un quadro, ovviamente dal
suo punto di vista, che possa risultare utile alla
Commissione per avere più chiara la situazione
esistente in Calabria. La Commissione, nella
fattispecie il relatore senatore Cabras, sta
predisponendo una relazione sulla Calabria. In
tale contesto siamo interessati al suo contributo.
         AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi . Dovrei riprendere il discorso dal punto in
cui lo
avevamo lasciato allorquando una delegazione della
Commissione si recò in Calabria. Debbo subito dire
che la situazione degli organici è notevolmente
peggiorata  (Commenti del senatore De Matteo) .
L'organico era di otto sostituti, successivamente
aumentati a dieci. Di fatto, i posti coperti sono
cinque su un totale, appunto, di dieci. Non si
tratta soltanto di una questione numerica, ove si
consideri che sono andati via cinque sostituti
"anziani" che avevano iniziato da due-tre anni
circa il periodo di servizio. I cinque sostituti
che hanno lasciato l'incarico sono stati
rimpiazzati da tre uditori giudiziari. Pertanto, è
come se avessi perso due sostituti. Tuttavia,
poiché i tre uditori sono stati utilizzati, fino a
circa un mese fa, esclusivamente per i
procedimenti di pretura, in sostanza, è come se ne
avessi persi cinque! Inoltre, per un sesto
sostituto è stato deliberato, ma non ancora
attuato, il trasferimento.
PRESIDENTE.  A Palmi non c'è la procura della
Repubblica
presso la pretura?
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi . Questa è tutta un'altra questione.
Comunque, non c'è. La procura presso la pretura
era stata istituita nel maggio 1991 proprio perché
si era riconosciuto che con l'organico disponibile
ed a fronte di una consistente mole di
procedimenti non era possibile continuare a
lavorare con una procura unica. In realtà, la
procura non è mai entrata in funzione e la sua
istituzione è stata continuamente prorogata di tre
mesi in tre mesi perché si dovevano effettuare
alcuni lavori ed altre cose del genere. Alla fine,
tutto era pronto perché la procura presso la
pretura entrasse in funzione ai primi di gennaio
del 1993: si era provveduto
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al trasferimento del personale di segreteria e da
tempo erano stati nominati il procuratore (la
collega Bambace) e due sostituti. Senonché, a
gennaio l'entrata in funzione della procura fu
nuovamente prorogata a tempo indeterminato e
successivamente il decreto istitutivo è stato
revocato. Di fatto, questo ufficio è stato
soppresso.
  La procura si trova quindi ad operare con questa
sorta di palla al piede. Considerato il gran
numero dei procedimenti di competenza della
pretura, al fine di evitare che aumentasse
l'arretrato e che determinati reati potessero
prescriversi (circostanza, questa, che potrebbe
rappresentare fonte di rilievi nei nostri
confronti), ho preferito destinare i tre uditori
alla pretura, anche se ad un certo punto non è
stato possibile mantenere a causa della situazione
che si è venuta poi a determinare.
  Se non sbaglio, ho inviato a questa Commissione
un elenco dei principali procedimenti giunti alla
fase dibattimentale, limitandomi a quelli
concernenti reati di criminalità organizzata. Se
non ricordo male, avevo indicato il procedimento
Pesce più 126, detto "mafia-politica", che
all'origine riguardava un traffico di
stupefacenti; successivamente, nel corso delle
intercettazioni disposte (circa 10 mila) furono
intercettate telefonate di politici effettuate
durante la campagna elettorale e furono disposte
perquisizioni elettorali... Comunque, questo
processo, che coinvolge 127 imputati, è giunto
alla fase del dibattimento e la prima udienza si è
tenuta nell'aprile 1993. Il processo Bruzzise più
35 riguarda la faida tra le famiglie Gallico-
Condello di Palmi: a queste due cosche
contrapposte sono stati attribuiti, in un arco
temporale di quasi 10 anni, circa 50 omicidi e 35
tentati omicidi. Un altro processo con un elevato
numero di imputati è quello contro Pesce più 94
(cosiddetto processo della mafia delle tre
province) che, dopo le condanne inflitte in primo
grado ed in appello, fu annullato in Cassazione e,
quindi, ritornò in primo grado,
dove tuttora si trova. Il processo Viola più 21
riguarda la cosiddetta faida di Taurianova
(l'episodio della testa mozzata ed altre vicende).
Tali fatti si inquadrano nell'ambito della
contrapposizione tra due famiglie della zona e per
questo dibattimento la prima udienza si è tenuta
nel giugno 1993. Vi sono altri processi con un
rilevante numero di imputati: Albanese più 60, per
reati di natura amministrativa, con particolare
riferimento alla gestione dell'USL di Gioia Tauro;
il processo Macrì più 46, sempre per reati
amministrativi; Zampogna più 103, anch'esso
riferito alla gestione dell'USL di Gioia Tauro;
Alvaro più 77, per associazione mafiosa; Bonfiglio
più 163, con riferimento ai lavori della diga sul
Metramo.
  Questi sono i principali processi con elevato
numero di imputati che si trovano in fase
dibattimentale. Non riesco a capire come si
possano gestire tali processi disponendo di cinque
sostituti, dei quali tre uditori giudiziari ed uno
in procinto di andar via. L'inconveniente maggiore
è rappresentato dal fatto che, essendo andati via
i colleghi che avevano gestito tali procedimenti
nella fase delle indagini preliminari, coloro che
sono subentrati o che subentreranno saranno
costretti ovviamente a studiare  ex novo  tutti
gli atti, il che comporterà la rilettura e lo
studio di una mole consistente di documenti; si
pensi che alcuni di questi procedimenti constano
di 100, 150 o 200 cartelle (comunemente definite
faldoni)!
  Ritengo che esercitare la nostra funzione a
Palmi sia alquanto pericoloso, non sotto il
profilo della sicurezza, ma perché è pericoloso
instaurare procedimenti, portarli a dibattimento e
poi non poterli adeguatamente seguire a causa
della situazione in cui ci troviamo ad operare. Ho
citato ripeto - soltanto i principali
procedimenti, senza riferirmi a tutti gli altri
per i quali è stato richiesto il rinvio a giudizio
davanti al giudice per le udienze preliminari. Di
questi, ne ho appuntato solo uno: il processo
Borruto più 732, che riguarda un traffico di
autovetture della FIAT-Sava. Non parlerò nemmeno
dei processi in fase di indagine preliminare; mi
limito soltanto a riferirmi
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a due casi di associazione che vedono,
rispettivamente, 60 e 70 persone inquisite. Né mi
soffermerò su un altro procedimento che riguarda
tutte le farmacie del territorio o sul processo
Arena più 15 riguardante le vicende legate al
tratto autostradale ricompreso nel territorio di
Palmi e nelle quali sono coinvolti personaggi
dell'ANAS.
  In questo contesto si è inserito il procedimento
sulle attività massoniche deviate, per gestire il
quale credo che sarebbero necessarie diverse
procure messe assieme. In realtà, adesso il
procedimento viene gestito - se così si può dire
da me e da una collega. Il Consiglio superiore
della magistratura aveva disposto sei applicazioni
in funzione di questo procedimento ma, per la
situazione che si era venuta a creare, tre dei sei
applicati furono preposti a lavori, per così dire,
"ordinari", per cui del procedimento sulla
massoneria deviata si occupavano ad un certo punto
solo tre colleghi. L'applicazione è scaduta il 14
giugno ma, a causa di qualche contrattempo (pare
che la richiesta di nuove applicazioni si sia
smarrita in alcuni uffici), ancora non si è potuto
provvedere. Sta di fatto che, dei sei applicati
originari, è rimasta solo la collega alla quale ho
fatto riferimento.
  Il processo sulla massoneria è evidentemente
destinato a subire ritardi. Ricordo che le
indagini furono iniziate con oltre tre mesi e
mezzo di ritardo a causa delle note difficoltà:
non si riusciva ad avere locali subito dopo i
sequestri, anche se alcuni locali erano stati
messi a
disposizione sia dai carabinieri sia dalla
polizia. Ma l'allora ministro della giustizia si
oppose a che venissero concessi. Come dato di
fatto, non credo sia stato rilevato, postumamente,
che lo stesso ministro fu coinvolto in vicende
riguardanti la massoneria; mi riferisco al "conto
protezione" ed al caso Koltbrunner. Fatto sta che
le indagini sono iniziate con tre mesi e mezzo di
ritardo. Comunque, non è solo questa la
difficoltà. Premetto che io mi occupo solo degli
aspetti deviati della massoneria, non della
massoneria in quanto tale. Non vorrei che, anche
per effetto di alcune notizie di stampa,
apparissimo come persecutori della massoneria.
Pertanto, quando parlo della massoneria, mi
riferisco sempre agli aspetti deviati di questa
istituzione. Ripeto: c'è questa originaria
difficoltà dovuta alla irrisorietà del personale.
  Ho dimenticato di parlare della situazione della
segreteria. L'organico di quest'ultima è
assolutamente inadeguato alla mole dei
procedimenti che gravano sulla procura. Le unità
di personale sono 68, ma su 68 posti ben 20 sono
scoperti, per cui c'è oltre un 30 per cento di
personale in meno. Non si è tenuto conto del fatto
che con le applicazioni è aumentato il numero dei
sostituti, mentre quello del personale di
segreteria ed ausiliario è rimasto immutato.
Pertanto, il personale di polizia giudiziaria, che
avrebbe dovuto essere esclusivamente destinato
all'espletamento delle indagini, è stato in parte
adibito a compiti di segreteria.
  Come dicevo, il procedimento sulle deviazioni
della massoneria subisce una serie di
contrattempi, innanzitutto per le ragioni che ho
prima esposto e, in secondo luogo, perché, come
più volte ho accennato, esiste una specie di
situazione generale di chiusura. Intanto, si è
constatato che, dal 1982 ad oggi, il fenomeno
delle associazioni segrete - e, quindi, anche
della massoneria deviata - non è mai stato preso
in considerazione, tranne ovviamente le eccezioni
ed i casi isolati. Quando, ai fini ricognitivi,
abbiamo chiesto copia degli atti esistenti presso
i vari uffici, in genere ci hanno mandato una
raccolta di carte risalenti al 1981 o che si
riferivano alla latitanza di Gelli, cioè all'unica
cosa di cui ci si è occupati.
  Sta di fatto che questo fenomeno è stato
assolutamente ignorato. Il dato più allarmante è
che sembra esservi una generale riluttanza ad
eseguire le indagini. Abbiamo scritto pressoché a
tutti gli organi di polizia giudiziaria - Digos,
comandi provinciali dei carabinieri, Guardia di
finanza, eccetera - illustrando l'oggetto delle
indagini, vale a dire l'esistenza di logge segrete
nel senso voluto
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dalla legge del 1982 e, soprattutto,
l'interferenza in attività di organi ed enti
pubblici, anche in questo caso nel senso indicato
dalla norma. E' raro però che tali indagini
vengano eseguite nel modo richiesto. A parte il
fatto che numerosi organi di polizia rispondono
dicendo di sconoscere nel loro territorio
l'esistenza di logge massoniche, talvolta anche in
centri dove tali logge pullulano, normalmente le
indagini consistono nella spedizione di elenchi
anagrafici di coloro che risultano iscritti alle
varie logge. Quasi sempre gli elenchi li mandiamo
noi, ma ad essi non segue nessuno sviluppo degli
elementi acquisiti e ci si limita a riferire le
generalità, notizie sull'attività svolta, qualche
volta la denunzia dei redditi dell'ultimo anno e
se quelle persone abbiano avuto - come dicono loro
- "pregiudizi penali", con ciò intendendo
giudiziari.
  Questa è un'attività che potremmo benissimo
svolgere noi collegandoci all'anagrafe comunale e
tributaria e tramite il CED del Ministero
dell'interno. L'attività investigativa,
comunque, consiste solo ed esclusivamente in
questo. Non voglio fare interpretazioni: questo è
un dato di fatto. Se dovranno poi essere tratte
delle conclusioni, lo si farà in un secondo tempo.
Resta il fatto - lo ripeto - che il fenomeno della
massoneria deviata sembra essere totalmente
sconosciuto agli inquirenti, tranne le debite
eccezioni. Perché ciò accada non lo so.
  Naturalmente, non pretendevo che si facessero
indagini su ciascun personaggio, ma i campi
d'interesse della massoneria deviata sono noti.
Basta dare una scorsa agli elenchi degli iscritti
- ovviamente di quelli noti - per chiedersi come
mai talune, o solo talune categorie siano
rappresentate. Io non lo so. Tanto per fare un
esempio: primari ospedalieri, docenti
universitari, società di un determinato tipo, e
così via dicendo. Gli interessi, da quello che si
è visto, sono esclusivamente - sempre per questo
settore della massoneria di natura finanziaria o
imprenditoriale. Ad esempio, è notevole il numero
di appartenenti alla massoneria che sono assessori
all'urbanistica. Il campo dell'informatica forma
oggetto di interessi altrettanto notevoli.
  Pertanto, mi pare un po' anomalo che mi si
risponda che non vi sono elementi da cui si
desumano collegamenti fra personaggi massonici ed
interferenze nell'attività di organi pubblici
quando risulta agli stessi organici di polizia
giudiziaria l'esistenza di procedimenti penali per
reati contro la pubblica amministrazione commessi
da appartenenti alle varie logge. Le indagini,
però, sono costellate di casi del genere, per cui
non è facile portare avanti un procedimento che
riguarda tutto il territorio nazionale. E' ovvio
che io non posso compiere indagini specifiche su
tutto il territorio nazionale, ma posso
ricostruire un quadro generale attraverso le
indagini fatte da altri; indagini che, per la
verità, salve le debite eccezioni, fioriscono solo
da qualche mese a questa parte. Ci sono state, e
sono anche note, alcune iniziative in varie parti
d'Italia ed ultimamente vi è stato anche un
intervento della Procura nazionale antimafia con
cui si è chiesto l'invio di dati e notizie in
materia, ai fini del coordinamento; immagino del
coordinamento delle procure distrettuali. Noi
siamo una procura provinciale.
PRESIDENTE.  Non distrettuale.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Questo però è un aspetto secondario.
  E' certo, comunque, che da quel che finora si è
visto sempre con riferimento alla parte deviata -
la massoneria appare come il tessuto connettivo
per la gestione del potere. E' un fenomeno che è
sempre stato ignorato o sottovalutato.
Naturalmente, sto parlando della situazione sul
territorio nazionale non dimenticando, però, che
la massoneria è un'organizzazione mondiale e che
coloro che vi appartengono o che sono, come si
dice oggi, ad essa contigui, certamente non
risulteranno dagli elenchi che abbiamo acquisito,
specie dopo la vicenda della P2.
 PRESIDENTE.  C'è un po' di cautela.
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 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Nessuno è così ingenuo - parlo dei
personaggi di un certo rilievo - da figurare negli
elenchi ufficiali. Ho motivo di ritenere che
esistano ancora massoni coperti, così come ho
motivo di ritenere che i personaggi eccellenti non
siano iscritti in Italia ma in logge estere, a
prescindere dalla questione della copertura di
tali logge sotto la specie di associazioni o di
enti vari.
  L'aspetto che è sempre stato ignorato è quello
dell'alta finanza. Non penso, comunque, che, con i
mezzi che allo stato possediamo, possa formare
oggetto d'indagine. Infatti, se non si riesce ad
accertare un'interferenza in sede locale
nell'attività della pubblica amministrazione da
parte di persone inquisite per reati contro la
pubblica amministrazione, mi sembra difficile
accertare quali siano gli interessi della
massoneria nel campo dell'alta finanza mondiale,
che credo sia comunque l'aspetto più rilevante.
Del resto e tanto per fare un esempio, non
dobbiamo dimenticare che nei fatti milanesi di
Tangentopoli vi sono, se non erro, 39 inquisiti
che appartengono alla massoneria. Tra questi, 7 ex
piduisti e 3 appartenenti all'organizzazione
Gladio.
Anche a questo proposito, però, devo rilevare una
non
ottimale collaborazione. Quando, nel febbraio
scorso, furono chieste notizie riguardanti
personaggi massonici, mi fu risposto che non
emergevano dati del genere. Vi fu poi uno scambio
di note e ci inviarono l'elenco degli inquisiti e
noi adesso segnaleremo i nominativi degli
appartenenti alla massoneria. Uno dei tanti
aspetti singolari di queste indagini, ad esempio,
è che personaggi appartenenti alla massoneria
compaiono spesso nelle varie vicende attinenti al
traffico dei rifiuti anche tossico-nocivi ma, in
generale, solidi urbani, com'è avvenuto nel caso
di Napoli. Vengono poi attribuiti a determinati
personaggi massonici collegamenti con la camorra.
Abbiamo constatato, partendo dai fatti del circolo
Scontrino di Trapani e della loggia Armando Diaz
di Palermo, collegamenti fra personaggi
appartenenti alla massoneria e la mafia. Del
resto, i pentiti credo abbiano fatto affermazioni
al riguardo davanti a questa Commissione.
 PRESIDENTE.  Queste dichiarazioni riguardavano
Cosa nostra. Per quel che risulta a lei, in
Calabria esiste lo stesso meccanismo?
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Allo stato e sotto questo aspetto, le
indagini sono per così dire nella fase
ricognitiva. Vi sono elementi che consentono di
affermare che determinati personaggi appartenenti
alla massoneria erano o sono molto legati ad
organizzazioni mafiose, o se volete alla
'ndrangheta, diciamo alla mafia calabrese, anche
se spesso l'anello di congiunzione è costituito
dall'inserimento nella massoneria di personaggi
influenti che, a loro volta, sono in rapporti con
personaggi mafiosi. E' difficile l'inserimento
diretto del mafioso nelle organizzazioni
massoniche, mentre è possibile quello mediato
tramite personaggi che facciano da anello di
congiunzione.
FERDINANDO IMPOSIMATO.  Può farci qualche esempio
di
questi anelli di congiunzione?
 PRESIDENTE.  Porremo le nostre domande al termine
dell'esposizione del dottor Cordova.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
  Palmi . Qual era l'aspetto che interessava la
Commissione? PRESIDENTE.  Ovviamente, è solo uno
degli aspetti che ci
interessano.
  Chi ha parlato dei rapporti fra massoneria e
Cosa nostra, ci ha parlato, se non ricordo male,
di un ingresso diretto di personaggi della mafia
dentro alcune - è ovvio non tutte logge
massoniche. Lei ci spiegava poc'anzi che in
Calabria il rapporto è diverso e che vi sarebbero
dei personaggi che fanno da  trait d'union  fra
massoneria e mafia calabrese, non
vi sarebbero cioè ingressi diretti. A questo
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punto è intervenuta la richiesta dell'onorevole
Imposimato che le verrà ripetuta al termine della
sua esposizione.
AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Proprio in questo periodo stiamo facendo
accertamenti al riguardo. Non so se posso fare dei
nomi. Si è riscontrata l'esistenza di persone
appartenenti alla massoneria e comunque la cui
appartenenza, prescindendo dalla iscrizione, era
già nota, cui vengono attribuiti dei reati di tipo
mafioso-associativo (associazione per delinquere
contestata a personaggi appartenenti alla
massoneria). Sono casi sui quali altri organi
giudiziari stanno svolgendo delle indagini.
  Ho saputo di questa convocazione solo due giorni
fa e non ho a disposizione tutto il materiale,
data la brevità del tempo intercorso; tuttavia, se
alla Commissione interessano determinati aspetti o
determinati casi, magari omettendo il nome per
correttezza nei confronti degli altri organi,
posso benissimo comunicare quanto richiesto.
 PRESIDENTE.  Sentirà le richieste che
formuleranno i colleghi alle quali potrà ad alcune
rispondere direttamente e ad altre riservarsi di
rispondere successivamente.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Un procedimento del genere tendente ad
accertare l'essenza della massoneria deviata in
tutto il territorio nazionale non può essere
gestito da me e da un sostituto, né tanto meno da
me e da cinque-sei sostituti. Si tratta di un
lavoro che equivale a quello di più procure messe
assieme che si occupino esclusivamente della
massoneria. Tra ostacoli vari -   ne ho menzionati
solo alcuni - siamo arrivati in questa
fase; se non si adottano provvedimenti in grado di
consentirci di andare avanti, dubito che gli
sviluppi possano essere soddisfacenti anche se
questa situazione credo rappresenti un indice
della potenza della massoneria deviata.
          PRESIDENTE.  Credo che giunti a questo punto i
                             colleghi
possano porre i loro quesiti su questo ed altri
aspetti del problema.
  Essendo il collega Cabras relatore per le
questioni calabresi, se i colleghi consentono,
vorrei chiedergli se intende porre alcune
questioni specifiche per la sua relazione.
 PAOLO CABRAS.  Nel descrivere il reperimento di
personaggi massonici legati alla mafia il
procuratore Cordova ha parlato di anello di
congiunzione di personaggi influenti. Vorrei
sapere se questi personaggi influenti afferiscono
al settore della pubblica amministrazione, della
politica, dell'imprenditoria, eccetera. Vorremmo
capire meglio gli ambiti sociali che sono
risultati prevalenti in questa area del cosiddetto
anello di congiunzione tra mafia calabrese e
massoneria.
 PRESIDENTE.  Vorrei ricordare al procuratore
Cordova che ove lo ritenga opportuno la seduta
potrà diventare segreta.
AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Questi anelli di congiunzione appartengono
a tutte le categorie; si deve partire dal
presupposto che coloro che si iscrivono alle logge
massoniche, per lo meno in Calabria (nel nord si
verifica qualche eccezione), appartengono tutti a
livelli elevati della società. D'altra parte
questo risulta ufficialmente. L'interesse della
massoneria deviata è l'occupazione dei posti di
potere. In talune perquisizioni sono stati
sequestrati dei questionari ad uso dei confratelli
in cui venivano elencati tutti i posti di potere.
Il confratello doveva indicare quali aderenze o
conoscenze avesse in ciascuno di tali posti in
modo che presentandosi l'occasione, su indicazione
di un'apposita commissione, si potesse
intervenire. Così come doveva indicare quali
persone, che ricoprivano tali posti, conoscesse,
al fine di un'eventuale cooptazione. E' inutile
che ricordi che
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nella massoneria si entra quasi esclusivamente per
cooptazione. Sono i fratelli che individuano le
persone che possono servire e con dei sistemi ben
collaudati, costantemente applicati, si perviene
alla cooptazione delle stesse.
  Quindi, per rispondere alla domanda del senatore
Cabras, posso dire che questi anelli di
congiungimento appartengono
soprattutto alla categoria dei politici. Ma,
ripeto, le altre categorie non sono escluse.
 PAOLO CABRAS.  Compresi i magistrati?
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Quello dei magistrati è un problema
delicato perché allo stato, oltre a quei 40
nominativi di magistrati ufficialmente iscritti, e
ad altri nominativi dei quali persone informate
hanno fatto menzione, non possiamo dire che ve ne
siano molti altri, specie di un certo livello,
nelle liste ufficiali. Ma non è da escludere, anzi
è attendibile, l'ipotesi che siano molti di più i
magistrati, come dicono i massoni, contigui o
molto vicini alla massoneria.
  Ho avuto modo di verificare che i sistemi per la
copertura degli iscritti, ivi compresi i
magistrati, sono diversi. Secondo me l'iscrizione
o l'adesione alla massoneria, attraverso le
cosiddette iniziazioni, "all'orecchio del gran
maestro" o "sul filo della spada", esiste tuttora.
          PAOLO CABRAS.  Comporta la non iscrizione negli
                             elenchi?
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi . Non figurano negli elenchi ufficiali;
esisteranno
degli elenchi segreti. Tra gli accorgimenti
adottati il più banale è quello di indicare nella
scheda di iscrizione soltanto il nome ed il
cognome, omettendo la data di nascita. Altre volte
si indica quale attività quella originaria
mettendo, ad esempio, nome, cognome, laureato in
giurisprudenza, sia pure per personaggi di
cinquant'anni. Altre volte, ad esempio, si
indicano dei nomi leggermente alterati. Il gran
maestro Di Bernardo osservò che se negli elenchi
fosse stato scritto De Bernardi eventuali ricerche
non avrebbero dato esito. Ci sono, quindi, una
serie di accorgimenti che fanno presupporre
l'esistenza di massoni coperti. Già ai tempi della
Commissione P2 il presidente Anselmi disse che gli
elenchi acquisiti erano incompleti. Si acquisirono
962 nominativi e ancora recentemente il presidente
Anselmi ha insistito nell'affermare che in realtà
mancavano circa 1.600 schede.
 PAOLO CABRAS.  Vorrei sapere se il procuratore
Cordova quando faceva cenno ai questionari circa i
posti di potere e le aderenze degli affiliati
alludeva a logge ufficiali o a logge coperte o
clandestine.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . No, no, mi riferivo a logge...
 PAOLO CABRAS.  A questionari che circolavano in
logge ufficiali.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Questo è un altro problema. Anche se non
spetta a me farlo presente, vorrei richiamare
l'attenzione sulla divergenza tra l'articolo 18
della Costituzione e l'articolo 1 della legge n.
17 del               1982. Mentre la Costituzione
vieta le
associazioni segrete  sic et simpliciter ,
l'articolo 1 della legge del 1982 considera
associazioni segrete e quindi vietate quelle che
non solo siano in tutto o in parte segrete oche
congiuntamente nascondano attività o finalità,
eccetera,
ma che, oltre ad essere segrete in quel senso
attuino anche interferenze sugli organi pubblici.
  C'è poi l'altro problema relativo alla
segretezza o alla riservatezza. Fino ad ora la
quasi totalità delle logge non apparivano
all'esterno con la loro denominazione propria ma
con una denominazione così detta profana. Tranne
alcune eccezioni, è raro vedere al di fuori delle
sedi la targa indicante la denominazione della
loggia massonica. Di solito si tratta di circoli
ed associazioni culturali e così via.
Pagina 2186
 PRESIDENTE.  Centro sociologico.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Centro sociologico. La Gran loggia
d'Italia consta
di 6 mila iscritti. Il Grande oriente d'Italia
conta circa 18-20 mila iscritti, mentre altri 10
mila iscritti appartengono al Centro sociologico
ed al Grande oriente italiano.
  L'attenzione degli inquirenti, per quello che è
stato fatto, è limitata a queste tre obbedienze
principali, ma in realtà ne esistono circa 25, per
quanto ne sappiamo noi, per la maggior parte delle
quali è nota solo la denominazione, in quanto
nessuno sa dove sia la loro sede. Sappiamo che
esiste la Gran loggia di Toscana, la Gran loggia
di Calabria e così via.
  Nonostante le divergenze tra le varie
fratellanze, tra le varie obbedienze è importante
vedere quali scopi abbiano ed in seguito a quali
fatti siano nate tali associazioni autonome, e
fino a che punto lo siano.
 PRESIDENTE.  Dai dati che lei ha inviato alla
Commissione risulterebbe che in Campania ci sono
1.122 appartenenti alla massoneria, in Puglia 928,
in Calabria 2.548 e in Sicilia 4.613.
  Facendo il rapporto tra abitanti ed iscritti,
per quanto riguarda la Calabria questo è
altissimo, mentre nelle altre regioni, compresa la
Sicilia, è inferiore. Vorremmo sapere se esiste
una ragione per cui in Calabria c'è una diffusione
così alta.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Non sono in grado di dare una risposta al
momento. Faccio presente che si tratta di cifre
parziali, che si riferiscono alle tre principali
obbedienze, che non tengono conto degli iscritti
alla Gran loggia di Calabria. Si riferiscono al
Grande oriente d'Italia, al Grande oriente
italiano e al Centro sociologico.
 PRESIDENTE.  Quindi sono ancora di più!
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Sicuramente sono molti di più.
  E' difficile rispondere, allo stato, a questa
domanda. Sarebbe come se mi si chiedesse come mai
a Perugia pullulano gli appartenenti alla
massoneria; potrei rispondere perché c'è uno stato
di occupazione massonica. Se vuole, posso fornirle
un elenco di circa 80-90 posti di potere che, allo
stato, sono occupati da appartenenti noti alla
massoneria. Se poi vi siano altri posti occupati
da appartenenti di cui noi ignoriamo la
qualificazione massonica, non lo so. Potrebbe
anche essere un effetto della diffusione della
presenza massonica; se si tratta di una diffusione
dovuta a fatti anomali, non lo so, è comunque una
spirale che porta sempre di più all'incremento del
numero degli aderenti. Ma poi bisogna vedere quale
sia l'attività normale della massoneria in queste
zone: se si dedicano al culto della fratellanza,
dell'uguaglianza, dell'essere supremo, del grande
architetto dell'universo evidentemente ...
 PRESIDENTE.  Sono fatti loro!
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Se poi si dedicano ad altre attività più
terrene, potrebbe essere questo il motivo.
 PAOLO CABRAS.  A volte molto terrene.
 PRESIDENTE.  Se il vicepresidente Cabras ha
finito, do la parola agli altri colleghi che
intendono porre domande al procuratore Cordova.
 ROSARIO OLIVO.  Ho ascoltato attentamente la
relazione
del procuratore Cordova, che saluto cordialmente.
Vorrei riprendere l'ultimo tema che egli ha
trattato in modo ampio e poi affrontare anche
un'altra questione.
  Credo che il procuratore Cordova abbia fatto
bene a soffermarsi ampiamente sulla questione
della massoneria inquinata che, per quel che so
io, in Calabria rappresenta un elemento di grande
inquietudine,
Pagina 2187
un elemento di grave deterioramento della vita
democratica ed istituzionale della regione.
Condivido in pieno che in
questo caso non c'entri il discorso sulla
massoneria storica, sull'istituzione prestigiosa
che tutti rispettiamo quando persegue gli
obiettivi e si richiama alle idealità ed ai valori
ai quali il procuratore Cordova ha accennato. Ho
anch'io una visione laica della vita, quindi non
potrei non dico criminalizzare ma neanche guardare
con sospetto un'organizzazione che storicamente ha
avuto un grande ruolo e che può continuare ad
averlo se persegue, lo ripeto, quegli obiettivi
alti.
  Il problema, in Calabria e non solo in Calabria,
è un altro. E' quello delle cosiddette logge non
regolari della massoneria deviata. Si tratta di un
fenomeno diffuso e penetrante. So, per
l'esperienza che ho avuto nella vita delle
istituzioni ed anche per il mio impegno politico,
che esso si è diffuso ed è andato progressivamente
degenerandosi. In ogni piccolo paese della
Calabria dalle logge tradizionali sono sorte e si
sono radicate logge non regolari, che sono dedite
a tutte altre cose rispetto al Grande oriente. Qui
siamo sul piano dei mercanti orientali; siamo
sempre in Oriente ma su un altro piano: in ogni
piccolo paese calabrese, purtroppo, vi è la
presenza di queste strutture inquietanti, sulle
quali deve essere fatta piena luce. Quindi
concordo sulla necessità di tenere i riflettori
puntati su questo fenomeno, che deve essere, lo
ripeto, approfondito e sul quale bisogna indagare
in maniera seria.
  Sono preoccupato per le considerazioni che ha
fatto poc'anzi il procuratore Cordova nel momento
in cui ha parlato di un'attività inquirente
debole, disattenta. Questo è uno dei nodi sui
quali, come Commissione parlamentare antimafia,
noi abbiamo il dovere di soffermarci per
verificare quali siano gli ostacoli e come sia
possibile rimuoverli, perché il fenomeno in
Calabria va affrontato, va preso di petto, va
sradicato, in quanto è fonte di grave
contaminazione per le istituzioni, per la vita
democratica, per la società nel suo complesso,
che, invece, deve essere salvaguardata. Non
possiamo minimizzare, lo ripeto, la gravità di un
fenomeno che esiste, che non è stato inventato e
rispetto al quale bisogna dunque andare avanti
nell'attività di conoscenza, approfondimento e
indagine perché - ripeto - fonte di deterioramento
grave per la vita democratica della nostra
regione.
  Passo ora ad un'altra questione, sulla quale già
mi sono soffermato quando abbiamo incontrato il
procuratore Cordova a Palmi: mi riferisco alla
centrale ENEL. E' una vecchia questione; anzi, è
vecchia e nuova allo stesso tempo. C'è stata
un'indagine del procuratore Cordova sulla vicenda
della centrale a carbone: io non ho atteggiamenti
di pregiudiziale ostilità nei confronti di una
centrale che deve essere costruita a Gioia Tauro,
nell'interesse complessivo del paese, del
Mezzogiorno, delle sue esigenze energetiche, che
sono molte e che devono vederci pronti a dare il
nostro contributo in una visione nazionale che ci
riconduce alla necessità di sviluppo di quella
zona e della Calabria complessivamente intesa. Per
quanto mi riguarda mi sono battuto per uno
scenario diverso rispetto a quello portato avanti
in modo autoritario dall'ENEL negli ultimi tempi,
ma la domanda che rivolgo al procuratore Cordova e
la sollecitazione che faccio alla Commissione nel
suo complesso ed in particolare al presidente,
sempre attento e sensibile, riguarda l'indagine
del procuratore Cordova sugli appalti per la
costruzione della centrale ENEL a Gioia Tauro
dalla quale sono emersi intrecci tra mafia ed
istituzioni, allora si ipotizzava addirittura
ENEL. Molti sono i dubbi e le perplessità sulle
procedure
seguite dall'Ente: io so che l'allora ed attuale
presidente dell'ENEL Viezzoli si era impegnato a
tornare entro sei mesi in Commissione antimafia
per portare modifiche alle vecchie procedure. Non
so se l'abbia fatto, a me non risulta; comunque se
non l'ha fatto si tratta di una grave inadempienza
del vertice dell'ENEL, di cui dobbiamo chiedere
conto. Io vorrei chiedere al procuratore Cordova a
che
Pagina 2188
punto sia questa inchiesta. A Palmi egli ci ha
detto che si stava andando avanti; nei limiti del
possibile, io vorrei sapere qualche cosa di più al
riguardo.
  L'ultima considerazione che desidero fare
riguarda il nostro ruolo come Commissione.
Viezzoli è stato riconfermato alla presidenza
dell'ENEL e, a mio giudizio, questa è una vicenda
sconcertante, perché vi è stato l'arresto di un
gruppo di consiglieri di amministrazione dell'ENEL
e perché Viezzoli era stato chiamato pesantemente
in causa in questa vicenda. Per cui io credo che
la riconferma del presidente dell'ENEL sia un
episodio di non trasparenza dell'attuale Governo e
che su tale questione noi abbiamo il dovere di
esprimerci, presidente Violante, come Commissione
parlamentare in termini di censura di questa
riconferma.
 PAOLO CABRAS.  In realtà, queste responsabilità
di Viezzoli non risultano, mentre sono risultate
quelle del consiglio di amministrazione, tanto è
vero che alcuni consiglieri sono stati in carcere
per mesi. Questo è quanto si legge sui giornali.
 ROSARIO OLIVO.  Il mio riferimento a Viezzoli non
era in rapporto alle vicende per cui sono stati
chiamati in causa alcuni consiglieri di
amministrazione. Era in relazione alla vicenda
della centrale di Gioia Tauro, sulla quale il
procuratore Cordova sta indagando. Desidero
precisarlo.
PRESIDENTE.  Il procuratore Cordova preferisce
rispondere
singolarmente a ciascun intervento. Questo vuol
dire anche che le domande dei colleghi debbono
essere molto sintetiche.
AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Per quanto riguarda il procedimento
concernente l'ENEL, non stiamo più indagando in
quanto il codice non ce lo consente, per il fatto
che essendo scaduti già da tempo i termini massimi
delle indagini preliminari si è nella fase di
definizione del procedimento. In questa situazione
di smantellamento di fatto - possiamo dire così -
dell'ufficio, ho dovuto esonerare il collega che
con me se ne era occupato da qualsiasi altra
attività per consentirgli di definire il
procedimento entro il mese di luglio; quindi posso
assicurare che entro il 31 luglio il procedimento
sarà definito. Ma, lo ripeto, ciò ha comportato
l'impiego esclusivo di un collega per questa
attività.
  Per quanto riguarda l'altra situazione, voglio
solo richiamare l'attenzione - chiedo scusa se
faccio un passo indietro - sulle periodiche
manifestazioni che avvengono nel centro di Gioia
Tauro. Naturalmente mi riferisco non a
manifestazioni legittime ma ai periodici blocchi
stradali, autostradali e ferroviari che hanno
normalmente lo scopo di ottenere incontri con le
autorità governative. E' chiaro che io non
interferisco minimamente nell'attività di altri
organi, ma mi pare che questo sistema stia
diventando abituale e non so fino a che punto sia
da approvare.
  Per quanto riguarda la fase delle indagini
concernenti la massoneria, vorrei leggere solo
parte della delega che avevamo inviato pressoché a
tutti gli organi di polizia giudiziaria, chiedendo
di fare accertamenti riguardo "all'esistenza non
solo delle logge cosiddette coperte ma anche a
quelle che si celino all'esterno sotto varie
denominazioni (associazioni o circoli culturali,
enti vari e simili); all'esistenza di soci
occulti, di solito personalità della politica,
magistrati,
alti gradi di pubbliche amministrazioni che,
talvolta, sono rappresentati da loro stretti
congiunti" (fratelli in senso anagrafico).
  E' notevole il numero di fratelli di personalità
e anche di magistrati iscritti alla massoneria;
però vorrei che la Commissione si rendesse conto
che, per poter accertare il rapporto di
fratellanza in senso parentale e non massonico,
occorrerebbe un notevole impiego di tempo.
  Abbiamo inoltre richiesto accertamenti riguardo
"all'appartenenza ufficiale alle logge di persone
che occupino posti di potere; ai legami delle
logge o di appartenenti ad esse con personalità
dello
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Stato, politici, rappresentanti di organi pubblici
elettivi, alti gradi della pubblica
amministrazione, magistrati, esponenti del mondo
universitario e degli alti livelli di quello
sanitario, personaggi di spicco o significativi
dell'economia, della finanza, dell'industria, del
commercio, dell'imprenditoria in genere; ai
vantaggi di qualsiasi natura, ivi comprese le
progressioni nella carriera, conseguite in virtù
dei rapporti di cui sopra, avuto anche riguardo ai
massoni cosiddetti in sonno; ai legami di
qualsiasi genere con strutture di potere o con
fatti o personaggi coinvolti in vicende o
situazioni criminose, sia in Italia che
all'estero; all'attività ufficiale di fatto svolta
dai personaggi rilevanti appartenenti alle varie
consociazioni; alla loro posizione patrimoniale ed
ai loro interessi, anche se facenti capo a
prestanomi o da questi gestiti ai loro legami o
rapporti con personaggi di spicco; alla perdurante
attività, sotto qualsiasi forma, dei personaggi
già iscritti alla P2".
Ufficialmente non si sa quali posti di potere
occupino
questi personaggi, né se siano avvenuti eventuali
riciclaggi. Abbiamo chiesto ancora accertamenti
riguardo "ai traffici illeciti sottostanti agli
apparenti rapporti con analoghe consociazioni
estere o con personaggi di esse". Mi riferivo alle
cosiddette camere tecnico-professionali per quanto
riguarda i rapporti interni e alle camere di
commercio per quanto riguarda i rapporti esterni.
Comunque, l'oggetto originario delle indagini era
questo.
  Non è stato possibile sapere neanche questo e
tutto ciò dovrebbe formare oggetto di ulteriori
accertamenti. Non ho capito se devo indagare su
eventuali rapporti massonici illeciti o sul perché
non vengano fatte indagini su questi rapporti.
Questa è la situazione: quando si chiede di
indagare sulle progressioni di carriera, non
capisco cosa ci voglia per prendere i fascicoli di
coloro che apparentemente abbiano avuto notevoli
sviluppi sulla stessa e controllare se tutto ciò
sia regolare. E' chiaro che io conosco la
situazione del territorio in cui opero e quindi,
se mi vengono fatti dei nomi, posso indicare in
maniera specifica l'indirizzo che deve essere dato
alle indagini; non posso farlo, tanto per fare un
esempio a caso, per il territorio di Varese. In
questo caso dovrebbero sopperire lo spirito e
l'iniziativa investigativa, che vedo assolutamente
carenti per non dire inesistenti, sempre fatte le
debite eccezioni. Sottopongo questo dato di fatto;
alla fine, si vedrà a che cosa sia dovuta tale
situazione.
             Comunicazioni del presidente.
 PRESIDENTE.  Prima di dare la parola al senatore
D'Amelio, desidero dare una breve comunicazione,
in accordo con i vicepresidenti. La Commissione ha
deciso di aprire un versante di lavoro sulla
camorra, ma non ha un esperto specifico di cui
avvalersi. La presidenza aveva chiesto la
collaborazione del dottor Roberti, allora presso
la procura di Napoli, che però è stato poi
trasferito alla procura nazionale antimafia.
  Propongo pertanto, al fine della raccolta di
materiale e documentazione riguardante la camorra,
che rappresenta un terreno meno noto, di chiedere
al procuratore nazionale Siclari di designare un
magistrato del suo ufficio, competente nel
settore, che possa aiutare la Commissione
nell'individuare i    filoni più rilevanti e che
possa partecipare a tutte le
riunioni della Commissione a ciò dedicate. Se non
vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).
                    Si riprende la discussione.
 SAVERIO D'AMELIO.  Desidero innanzitutto fare una
premessa, rilevando che dalla relazione del dottor
Cordova non mi pare che emergano fatti nuovi in
ordine alla massoneria ufficiale. Invece, per
quanto riguarda la massoneria deviata, se non ho
inteso male, il dottor Cordova, da uomo di cultura
qual è e quale apprezzo, ha certamente delle
felici intuizioni, avanza delle ipotesi e
manifesta molta
Pagina 2190
problematicità, com'è tipico delle persone
intelligenti. Sotto questo aspetto, non mi pare
che si apra uno scenario di certezze: da un
magistrato mi aspetterei, se non certezze,
qualcosa che concorra a formare un quadro meno
problematico e più certo.
  Il procuratore si è lamentato della scarsa
collaborazione, affermando di non poter indagare
su tutto il territorio
nazionale. Vorrei sapere perché. Per essere più
esplicito, gli domando: perché non si trasforma in
un Di Pietro, che affonda il coltello nella
situazione della massoneria? Del resto sarebbe
facile, visto che la regola aurea sulle
competenze, quanto meno territoriali, è da tempo
saltata.
             PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
                      PAOLO CABRAS
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi.  La competenza purtroppo è un criterio
che non
rientra nella libera disponibilità dei magistrati.
Poiché, in base alle norme del codice, ritengo che
la competenza sia della procura di Palmi e nessun
altro organo giudiziario ha rivendicato questa
competenza, non vedo come possa spogliarmi del
processo ed attribuirlo alla competenza altrui.
             SAVERIO D'AMELIO.  Dovrebbe essere lei a
                          sostituirsi su
tutto il territorio nazionale.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi.  Sostituirmi in che senso?
 SAVERIO D'AMELIO.  Lei potrebbe recarsi nelle
diverse regioni e province e indagare, così come
Di Pietro spazia su tutto il territorio nazionale.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi.  Allora, avevo forse equivocato il senso
della domanda.
SAVERIO D'AMELIO.  E' la constatazione di una
realtà. AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della
Repubblica di
Palmi.  Purtroppo non ho la possibilità di fare il
magistrato itinerante.
  Forse non sono stato sufficientemente chiaro.
Questo processo richiederebbe l'organico di
diverse procure messe
insieme. E' assurdo pensare che si possa gestire
un processo del genere con un procuratore ed un
sostituto: non dico altro. Non ho uno  staff  su
cui contare, grazie al quale, una volta tracciate
delle linee direttive, queste possano avere
esecuzione. Faccio quello che posso fare, finché
mi sarà consentito di farlo.
  Quanto alle certezze, in questa terra è
difficile arrivare ad esse. Teniamo presente che
siamo ancora nella fase delle indagini preliminari
e non credo che, essendo avviate tali indagini con
una congerie di contrattempi di ogni genere e
specie, si possa arrivare dopo sei mesi alla
certezza. Mi
sembra troppo presto. Credo tuttavia che risulti
con sufficiente chiarezza quanto ho detto
all'inizio: la massoneria deviata è il tessuto
connettivo per la gestione del potere in tutti i
suoi aspetti, sul territorio nazionale e con
collegamenti internazionali di ogni genere, specie
nel campo dell'alta finanza: questa materia
sfugge, con i mezzi che mi vengono messi a
disposizione, a qualsiasi possibilità di
accertamento. Quando avrò mezzi adeguati, forse
potrò raggiungere risultati maggiori.
  Comunque, emerge che alcune organizzazioni
massoniche sono centrali di raccomandazione, nella
migliore delle ipotesi, o di gestione di affari di
qualsiasi genere, nelle peggiore delle ipotesi. Ci
sono centinaia di casi di affari che non
costituiscono solo interferenze nel senso di cui
all'articolo 1           della legge del 1982 e
cioè non costituenti reato, ma fatti
che integrano di per se stessi quantomeno il reato
di abuso d'ufficio. Se però facessimo una specie
di censimento degli iscritti alla massoneria per i
quali sussistono quelli che la polizia giudiziaria
chiama
Pagina 2191
pregiudizi penali - ma poi non indaga - allora
potremmo avere notizie più complete. Chi dice che
determinate persone hanno questi pregiudizi penali
potrebbe anche scomodarsi e verificare che esito e
soprattutto quali sviluppi abbiano avuto i
relativi procedimenti. Sono migliaia i casi e
quindi non sono sufficienti un procuratore ed un
sostituto, né il personale di segreteria messo a
disposizione dal Ministero dell'Interno e
dall'Arma dei carabinieri.
 SAVERIO D'AMELIO.  La scarsa collaborazione in
cosa consiste? Da parte di chi?
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi.  Più che scarsa collaborazione, c'è una
generale
riluttanza ad eseguire le indagini delegate, che
penso siano sufficientemente chiare. Vi ho letto
parte di una delle deleghe; se volete posso
leggere le altre. Queste deleghe sono relative
all'attività tipica della massoneria deviata ed ai
campi d'interesse, anch'essi tipici, notori e
risultanti persino dalla stampa. Si deduce che
alcuni organi di polizia giudiziaria non leggono i
giornali. A questo mi riferivo, ad una strana
indisponibilità; strana.
 MAURIZIO CALVI.  Vorrei innanzitutto capire quali
siano gli aspetti penalmente rilevabili
nell'indagine sulla massoneria. Ritengo infatti
che la Commissione sia particolarmente interessata
a questo aspetto, al di là delle difficoltà
incontrate nelle indagini e delle interferenze
della massoneria deviata nella vita politica,
istituzionale, sociale ed economica. Vorremmo
capire, lo ripeto, quali possano essere gli
elementi penalmente rilevabili.
         In secondo luogo, vorrei sapere quali siano state
                                le
difficoltà che il dottor Cordova ha riscontrato
per la lunghezza delle indagini sulla centrale di
Gioia Tauro, considerati i costi sociali ed
economici di tale indagine per il paese, per la
Calabria e per Gioia Tauro.
  Un'indagine deve tener conto anche dei costi
sociali che il paese paga per l'interruzione dei
lavori della centrale di Gioia Tauro, di cui va
rilevata l'ampiezza e la rilevanza. Credo che un
magistrato debba tener conto, nell'espletare
un'indagine giusta come quella su Gioia Tauro,
della necessità di lavorare in tempi
ristrettissimi considerati - lo ripeto i    costi
sociali che il paese potrebbe pagare e paga per
questa
indagine.
  La terza domanda riguarda le indagini che lei ha
avviato prima della campagna elettorale del 1992
su camorra, politica, voto di scambio. Vorrei
capire perché alcuni parlamentari siano stati
inquisiti dal momento che il materiale elettorale
era stato ritrovato in molte case, il materiale di
Mancini,
dello stesso Tripodi, dello stesso Zito...
 GIROLAMO TRIPODI.  Di Tripodi no!
          MAURIZIO CALVI.  A quanto ne so, il materiale è
                               stato
riscontrato...
         PRESIDENTE.  La domanda è di carattere generale,
                              non fa
riferimento a casi specifici.
 GIROLAMO TRIPODI.  Non ci sono collegamenti di
questo tipo! Il materiale di Tripodi non è stato
trovato da alcuna parte!
 PRESIDENTE.  Invito il senatore Calvi a non fare
riferimento a nomi.
MAURIZIO CALVI.  Non ho assolutamente posto
problemi. MASSIMO BRUTTI.  Vorrei esprimere una
riserva circa le
domande che riguardano le indagini giudiziarie.
 MAURIZIO CALVI.  Considerata la relazione e la
sua ampiezza...
        GIROLAMO TRIPODI.  Vorrei chiedere cosa intendesse
                               dire
il collega Calvi quando ha nominato Tripodi.
            PRESIDENTE.  Il senatore Calvi chiarirà il
                            riferimento
all'onorevole Tripodi.
Pagina 2192
Comunque questo non riguarda, perché non potrebbe
essere ammesso, il contenuto di un'indagine del
procuratore Cordova ma lo scenario che si evince
dai primi accertamenti. Noi chiediamo riferimenti
di carattere generale al tema, non certamente
indiscrezioni o anticipazioni. In questo senso
invito il collega Calvi a ritirare il riferimento
all'onorevole Tripodi, che anche a me non risulta
pertinente, ed anche quello relativo ad altri
colleghi non presenti in quest'aula.
 MAURIZIO CALVI.  Non ho chiamato come elemento di
correità l'onorevole Tripodi, verso il quale provo
stima profonda; ho detto semplicemente che nel
corso della campagna elettorale il materiale
elettorale di tanti candidati in Calabria, che
gira normalmente in tutta la vita sociale,
politica ed istituzionale di quella realtà...
 GIROLAMO TRIPODI.  Non certamente di Tripodi!
MAURIZIO CALVI.  Ma il tuo materiale sarà
circolato! MASSIMO BRUTTI.  Il collega Tripodi ha
diritto di
chiedere che sia tolto dal verbale il riferimento
alla sua persona.
 MAURIZIO CALVI.  Togliamo pure il riferimento a
Tripodi! Quello che intendevo dire è che il
materiale elettorale di
tutti i candidati è girato come normalmente
circola durante la campagna elettorale.
 PRESIDENTE.  Allora, facciamo riferimento al
materiale elettorale in generale, senza chiamare
in causa nessuno.
ALTERO MATTEOLI.  Ne hanno parlato i giornali!
         MAURIZIO CALVI.  Questo riferimento è importante
                              perché
nella relazione che lei dovrà presentare alla
Commissione e al Parlamento l'aspetto relativo
all'interferenza della 'ndrangheta con la vita
politica in Calabria deve essere sottolineato.
Ecco perché chiedo al giudice Cordova le
valutazioni di carattere generale su questo
problema.
PRESIDENTE.  In questo senso la domanda è
ammissibile. Prego il procuratore Cordova di non
rispondere
singolarmente alle varie domande ma di svolgere
una replica dopo che saranno intervenuti tutti i
commissari, in modo da non penalizzare gli ultimi.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Mi permetta di rispondere ancora una volta
alla singola domanda.
  Poiché il senatore Calvi ha fatto riferimento a
una questione di tempi e di costi, vorrei far
presente che allora abbiamo proceduto al sequestro
dei cantieri della centrale da realizzare;
successivamente la prima sezione della Corte di
cassazione ha annullato il provvedimento di
sequestro restituendo i cantieri all'ENEL con la
motivazione che non vi erano gli elementi di reato
per cui si procedeva. In sostanza, la Cassazione
ha liberalizzato questi lavori per cui, ove l'ENEL
lo avesse voluto avrebbe potuto riprendere i
lavori dal giorno successivo.
          MAURIZIO CALVI.  Le ho chiesto quali difficoltà
                             lei abbia
incontrato nel corso dell'indagine.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Le difficoltà riscontrate nell'indagine
sono sempre quelle originarie: non si possono
gestire processi di vaste dimensioni potendo
contare su un organico assolutamente
insignificante rispetto alla portata dei processi
medesimi. L'organico della procura di Palmi è
stato sempre costituito, tranne eccezioni
transitorie, da uditori giudiziari cioè da
colleghi i quali esercitavano per la prima volta
funzioni giudiziarie. Di norma costoro provengono
da regioni dell'Italia settentrionale e centrale
per cui, non avendo essi alcuna conoscenza
Pagina 2193
del fenomeno locale, necessitano di un certo lasso
di tempo per impadronirsi del territorio da questo
punto di vista. Dunque, c'è uno stadio di perenne
precarietà di cui non si è mai tenuto conto. Il
motivo principale sta nel fatto che le indagini
sulla centrale, per quanto riguarda i reati per
cui procedevamo si sono concluse da tempo, da
circa otto mesi ed a questo punto occorre il tempo
materiale per esaminare i numerosissimi documenti
(una stanza intera) e trarne le conclusioni.
Purtroppo, con l'accavallamento dei procedimenti
non è possibile farlo, a meno che non veniamo
autorizzati ad operare una scelta di priorità. In
tal caso, qualsiasi cosa accada, anche i più gravi
omicidi, decidiamo quali processi privilegiare,
stabiliamo il principio della discrezionalità
dell'azione penale e ci concentriamo solo su
alcuni procedimenti, lasciando da parte tutti gli
altri. Fino a quando la situazione rimarrà la
stessa, cioè fino a quando una procura come quella
di Palmi potrà contare solo su cinque sostituti
dei dieci previsti, dovendo far fronte a tutti
quei procedimenti cui ho fatto cenno all'inizio, è
impossibile pensare di gestire processi del genere
e soprattutto di portarli a conclusione in tempi
brevi. A tutto ciò si aggiunge l'aggravante del
procedimento sulla massoneria sul quale, a sei
mesi di distanza dall'iscrizione nel registro dei
reati, mi si chiede quali siano i risultati
concreti raggiunti.
  Per quanto riguarda il materiale di propaganda
elettorale...
             MAURIZIO CALVI.  Il problema da me posto
                           riguardava il
rapporto fra 'ndrangheta e politica.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Visto che questo procedimento è in fase
dibattimentale, nel senso che il giudice delle
udienze preliminari ha disposto il rinvio a
giudizio pressoché di tutti gli imputati (sono, se
non ricordo male, 126 o 127), non ho alcuna
difficoltà a trasmettere un prospetto del
materiale elettorale sequestrato a ciascun
personaggio. Fra Palmi e Locri sono state
effettuate circa 300 perquisizioni nei confronti
di persone che la polizia giudiziaria indicava
come appartenenti a cosche mafiose o vicine ad
esse. Visto che si parlava tanto dei rapporti tra
mafia e politica, ritenni che il modo migliore per
accertarlo a due o tre giorni di distanza dalle
consultazioni elettorali fosse quello di
verificare per chi determinati personaggi
facessero propaganda elettorale. Questo è l'unico
motivo delle perquisizioni. I problemi sono sorti
a seguito di alcune reazioni, non escluse quelle
del Presidente della Repubblica che prospettò
procedimenti disciplinari nei miei confronti, ove
non avessi agito in base
aspecifici elementi che mi consentissero di fare
quelle
perquisizioni.
  Credo che alla Commissione questi fatti siano
noti. Furono prospettati procedimenti
disciplinari, salvo qualche mese dopo modificare
l'articolo 416- bis  ed aggiungere, fra le
attività tipicamente mafiose, proprio il
procacciamento dei voti.
  Comunque, se alla Commissione interessa, invierò
il prospetto relativo a tutte le persone
perquisite e al materiale rinvenuto, tenuto
presente che, essendo state le perquisizioni
eseguite tre giorni prima delle elezioni, si
trattava probabilmente del materiale residuo.
          MAURIZIO CALVI.  La terza domanda riguarda gli
                              aspetti
rilevanti dell'indagine sulla massoneria.
         AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
                                di
Palmi . Stiamo procedendo per il reato di cui agli
articoli 1               e 2 della legge del 1982
che attua l'articolo 18 della
Costituzione, soprattutto sotto l'aspetto delle
interferenze. Stiamo procedendo anche per il reato
di cui all'articolo 416, cioè associazione per
delinquere, nel senso che, ove tale attività di
interferenza dia luogo a reati vari, soprattutto
contro la pubblica amministrazione e sia dovuta ad
un piano generale, ad una programmazione generale
di commettere reati sotto il profilo strutturale,
potrebbe
Pagina 2194
integrare la violazione della norma prevista
dall'articolo 416 del codice penale.
           Allo stato le indagini sono in corso; stiamo
                           accertando i
singoli casi di interferenza ma ci sarebbe ben
altro da accertare!
 MASSIMO SCALIA.  Anch'io torno ad occuparmi della
centrale di Gioia Tauro per condividere lo stupore
negativo
espresso dal collega Olivo rispetto alla conferma
di Viezzoli alla presidenza dell'ENEL. Proprio a
partire dalla vicenda della centrale di Gioia
Tauro vorrei ricordare quello che ha riportato la
stampa a proposito delle rivelazioni di un
consigliere di amministrazione sottoposto a
provvedimento di custodia cautelare. Costui ha
affermato che il presidente preferiva in sede di
consiglio di amministrazione avere rapporti di
tipo bilaterale. Non dimentichiamo che quel
consiglio di amministrazione era rigidamente
lottizzato per appartenenze politiche, per cui
avere rapporti bilaterali significava in termini
molto crudi gestire meglio gli affari.
Mi riservo di presentare alla procura di Palmi un
dossier  che connette la vicenda di Gioia Tauro a
quella
di Montalto di Castro, una centrale che credo
abbia il guinness dei primati sotto il profilo di
Tangentopoli, e a quella del polo elettrico
brindisino. Ritengo che tutti questi elementi
possano integrare un dibattimento che si sta
avviando, soprattutto in considerazione del fatto
che (vale sempre la pena ricordarlo) l'ENEL non ha
mai proceduto alla valutazione di impatto
ambientale per una centrale da oltre 2.500
megawatt, fatto che lo pone in mora rispetto alle
direttive comunitarie, oltre che alle leggi
nazionali.
              A mio giudizio vi sono forti motivi per
                          contrastare la
costruzione di quella centrale che giustamente è
stata chiamata "centrale mafia". Abbiamo
dimostrato in tutti i modi possibili ed
immaginabili (ma se non si fa la valutazione di
impatto ambientale, questo non diventa atto
formale) che quella centrale non serve né alla
Calabria, che è eccedentaria di energia elettrica,
né al paese; quella centrale è voluta da poche
centinaia di lavoratori, a proposito dei quali
spero che nel corso del dibattimento si riuscirà a
chiarire quanti siano i  soldati della mafia
calabrese (anche se qui si è parlato
tanto di massoneria). Poiché questo sospetto è
ampiamente diffuso ormai da molto tempo, mi auguro
che il dibattimento
voglia appurarlo. Mi riservo di presentare un
dossier ,
che spero sarà utile alla procura di Palmi.
           Il secondo punto è quello da cui è partito il
                            procuratore
Cordova: non credo che la Commissione possa
semplicemente prendere atto del fatto che la
procura, che è impegnata in indagini di così ampio
rilievo e addirittura in dibattimenti già
iniziati, che riguardano centinaia di imputati in
grandi processi, possa proseguire a lavorare sotto
organico nel modo che è stato descritto. Ritengo
che la Commissione debba esprimere in forme di
concreta efficacia la volontà di applicarsi per
fare fronte a questo problema, poiché ritengo che
come parlamentari abbiamo la potestà e la capacità
di dare una risposta positiva alle urgenze
sottolineate dal procuratore capo della procura di
Palmi.
  Il terzo punto è più propriamente una domanda
rivolta al procuratore. Egli ha usato il termine
riluttanza per definire l'atteggiamento
sostanzialmente negativo rispetto alle indagini
avviate sul problema delle deviazioni della
massoneria, riluttanza manifestata da organi
preposti allo svolgimento delle indagini. Tra
parentesi, non condivido l'opinione del senatore
Calvi: questa Commissione è eminentemente
interessata proprio ai problemi di impatto
sociale, com'è nell'intestazione della
Commissione, che fenomeni di questo tipo inducono
nel contesto del paese anche rispetto alle
infiltrazioni ed alle pressioni
sull'amministrazione. La mia domanda è se questa
riluttanza da parte di chi dirige alcuni organi ed
alcuni servizi possa avere qualcosa a che vedere
con il fatto che taluni di questi dirigenti sono
ancora appartenenti, come leggiamo nei giornali, a
logge deviate come la P2
Pagina 2195
oad altre che ne hanno preso il posto (ammesso e
non
concesso che la P2 abbia cessato di svolgere le
sue attività
devianti e perverse rispetto agli interessi del
paese), oppure se questa mancanza di
collaborazione, che il procuratore definiva
riluttanza, derivi da infiltrazioni - voglio usare
parole pesanti - di associazioni segrete deviate
in corpi dello Stato, che invece dovrebbero
fornire risposte diverse e collaborare ad indagini
di grande rilevanza.
 PRESIDENTE.  Vorrei pregare i colleghi di porre
le
domande nel modo più sintetico possibile, perché
sono ancora molti gli iscritti a parlare.
 FERDINANDO IMPOSIMATO.  Innanzitutto vorrei
rivolgere un saluto al procuratore Cordova, al
quale mi legano rapporti di antica amicizia, e
ringraziarlo per il lavoro prezioso che sta
svolgendo, sia pure in condizioni di estrema
difficoltà.
Cercherò di attenermi all'invito del presidente.
Leggendo
la relazione conclusiva approvata dalla
Commissione d'inchiesta sulla P2, già risultava un
collegamento tra la loggia massonica di Gelli e la
cosiddetta massoneria ufficiale; tale collegamento
lo si coglie in maniera abbastanza preoccupata
poiché si afferma che le gravissime deviazioni
riguardanti gli appartenenti alla P2 in ordine a
fatti di eversione, di criminalità organizzata e
di terrorismo in parte coinvolgevano anche la
massoneria ufficiale del Grande oriente.
Quest'ipotesi, formulata in maniera un po'
generica nella relazione della Commissione P2,
presieduta dall'onorevole Anselmi, ha poi trovato
conferma in diverse inchieste, tra le quali quella
del dottor Cordova sembra essere la più incisiva.
         La prima cosa che vorrei chiedere è la seguente:
                             poiché in
diversi uffici giudiziari d'Italia nei quali si è
proceduto per fatti di criminalità organizzata si
sono riscontrati fenomeni di collegamento di
quest'ultima con la massoneria ufficiale - mi
riferisco in particolare a Firenze, dove il
procuratore Vigna ha avuto modo di imbattersi in
tale
Fiaccabrino, che era massone e nello stesso tempo
era collegato con Cosa nostra; poi abbiamo la
loggia Sciortino a Trapani, per la quale vi è
stata addirittura una condanna da parte del
tribunale; ancora, vi è la loggia Camea e poi le
logge della Calabria, che sono le più numerose -
vorrei chiedere al procuratore Cordova se sia
possibile, con un potenziamento dell'ufficio, che
io sollecito, come credo sia doveroso per la
Commissione antimafia, realizzare un momento di
sintesi. I fatti sono, per così dire, sparpagliati
e rischiano di disperdersi in mille rivoli se non
verranno ricompresi in una visione unitaria, che
non può non essere realizzata soprattutto dal
procuratore Cordova proprio per la vastità della
sua inchiesta, che mi pare abbia riguardato anche
logge di Genova, di Roma e di altre città
d'Italia.
In secondo luogo, vorrei chiedere al procuratore
Cordova
se sia possibile acquisire quella parte degli atti
che non è più coperta da segreto istruttorio
perché è intervenuta l'ordinanza di rinvio a
giudizio da parte del GIP, al fine di consentirci
di avere un quadro della situazione ed
eventualmente di svilupparlo attraverso
un'indagine mirata da parte della Commissione
antimafia. Inoltre, i procedimenti contro le
deviazioni della massoneria rischiano di essere
insabbiati anche per gli ostacoli, frapposti da
vari organismi, che sono stati già stati
denunciati; anche per poter intervenire in
concreto nei confronti di chi impedisce lo
sviluppo delle indagini, dovremmo sapere chi in
particolare frapponga questi ostacoli ed in che
modo, proprio per poter essere più incisivi e
capire se vi sia una volontà precisa di impedire
l'accertamento della verità.
  Mi associo alle osservazioni svolte
precedentemente dall'onorevole Olivo sulla
necessità che alcuni personaggi, che in qualche
modo sono collegati con la massoneria o che hanno
avuto implicazioni in vicende di criminalità
organizzata, debbano essere rimossi; pertanto, mi
associo alle richieste avanzate con molta
Pagina 2196
puntualità dall'onorevole Olivo e, anche se non è
necessario, esprimo la mia solidarietà
all'onorevole Tripodi in ordine alle affermazioni
che possono aver leso la sua onorabilità, perché
conosciamo tutti l'impegno da questi profuso
quotidianamente nella lotta ai poteri criminali.
         In conclusione, se il procuratore Cordova potesse
                               dirci
quali siano le iniziative che la Commissione
antimafia può assumere per cercare di sostenere la
sua azione, gli saremmo molto grati.
 ROMANO FERRAUTO.  Ho colto un aspetto molto
inquietante, quello relativo alle logge massoniche
esterne al nostro paese, e   mi sembra che vi sia
stato un accenno ad iscritti che
apparterrebbero al mondo dell'alta finanza i
quali, secondo me, esercitano un'influenza
notevole sulle vicende del paese. Vorrei chiedere
al procuratore se indagini di questo tipo siano
possibili e, se lo sono, che cosa bisogna mettere
in campo; infatti se ne parla, vi sono alcuni
pentiti che riferiscono in ordine a queste
appartenenze, tuttavia il quadro che abbiamo di
fronte appare un po' nebuloso.
  Per quanto riguarda un altro aspetto altrettanto
inquietante, che è stato accennato poco fa
dall'onorevole Imposimato, dovremmo sapere
qualcosa di più rispetto alle difficoltà che
indagini di questo tipo incontrano ai vari
livelli. Credo, inoltre, che sia altrettanto
importante compiere una sintesi articolata a
livello nazionale, per trarne conclusioni che, per
quanto ci riguarda, sono di natura politica,
perché abbiamo la necessità di esaminare un quadro
meno disarticolato di quello che abbiamo di
fronte.
         ALTERO MATTEOLI.  Signor procuratore, all'inizio
                               della
sua relazione lei ha premesso di non occuparsi
della
massoneria ma della massoneria deviata ma poi, nel
corso della sua esposizione, mi è sembrato di
capire che lei si occupi della massoneria (a me
questo non dispiace) perché lei nella sua
relazione ha detto testualmente "la massoneria
come tessuto connettivo per la gestione del
potere". Se partiamo da queste considerazioni, che
condivido, la mia domanda, che può apparire
banale, è: esistono realmente le attività
massoniche deviate? Cosa intende per attività
massoniche deviate?
          Nella sua relazione ha citato il caso di intere
                             regioni i
cui assessori all'urbanistica ed alla sanità sono
tutti iscritti alla massoneria: non sono iscritti
alla massoneria deviata ma alla massoneria,  sic
et simpliciter.  Ognuno
di noi è portato a fare gli esempi che meglio
conosce: io sono toscano e so che in alcuni
consigli comunali della mia regione, per
iniziativa di alcune forze politiche, sono stati
approvati ordini del giorno e delibere che
obbligavano i consiglieri comunali a comunicare,
entro un certo lasso di tempo, se fossero o meno
iscritti ad organizzazioni segrete e molti di
loro, assai correttamente, hanno risposto di
essere iscritti alla massoneria. Con questo, anche
se ideologicamente sono lontano da questo mondo,
non intendo criminalizzare tutti coloro che sono
iscritti alla massoneria, per carità! Mi sembra
però di capire che vi è un problema perché anche
in regioni che sono da sempre amministrate dai
partiti dell'estrema sinistra, e che quindi
dovrebbero avere un'ideologia antimassonica,
governano assessori all'urbanistica ed alla sanità
iscritti alla massoneria, come avviene in Emilia-
Romagna ma soprattutto in Toscana. Si dice
addirittura che in Toscana la cultura massonica
sarebbe dilagata nel dopoguerra, quando il
comunismo è andato al potere in talune regioni e
che, come contrapposizione, la forza massonica
sarebbe emersa per l'incapacità dei partiti di
mettere in atto efficaci forme di contrasto al
comunismo. Si formulano mille ipotesi, ma in
questo momento non mi interessano più di tanto.
  Quindi, vorrei sapere cosa intenda per attività
massoniche deviate, perché dalla sua relazione mi
è sembrato di capire che anche lei creda poco che
si tratti di attività massoniche deviate e che
invece si tratti di attività massoniche.
Pagina 2197
  Lei ha parlato di massoneria e di magistrati
contigui (di alcuni - quaranta - sappiamo i nomi).
Ho un'antica esperienza in questo campo, perché ho
fatto parte della Commissione P2 ed ho scritto
anche una relazione di minoranza (il mio destino è
quello di stilare relazioni di minoranza ma in
seguito spero di approdare anche ad una relazione
di maggioranza). I dati che avevamo a disposizione
in quella Commissione erano i seguenti: 942
iscritti alla P2, 24 mila iscritti a Palazzo
Giustiniani (compresi gli "assonnati", che erano
circa 5-6 mila), 7 mila iscritti a Piazza del
Gesù. I 942 non li possiamo sommare ai 31 mila
iscritti, perché i 942 della P2 erano iscritti
anche a Palazzo Giustiniani o a Piazza del Gesù;
alcuni addirittura - potrei citare almeno 5 o 6
casi e forse anche di più - erano così massonici
da essere iscritti a tutte e tre le obbedienze:
P2, Palazzo Giustiniani e Piazza del Gesù. Questi
sono i dati.
  Ora, il problema è rappresentato dal fatto che
non esiste partito politico in Italia, anche il
più piccolo, che abbia 30 mila iscritti soltanto;
anche il più piccolo ha certamente più iscritti,
forse la democrazia cristiana ora ne ha meno ...
PRESIDENTE.  Non ti preoccupare!  (Si ride).
 ALTERO MATTEOLI.  Allora, il problema che si
presenta è questo: o noi abbiamo dati
assolutamente inesatti, falsi, e gli iscritti alla
massoneria sono molti di più, oppure - qui
concordo molto con quel che lei diceva ma gradirei
un approfondimento - la massoneria conta così
tanto, pur avendo
soltanto 30 mila iscritti in tutta Italia
addirittura divisi in 3 obbedienze, perché va a
finire nei posti di potere. Basta andare a leggere
quelle che vengono chiamate in termini massonici
le tavole, cioè il foglio disposizioni, per
constatare che le disposizioni più numerose
riguardano soprattutto il mondo medico, perché
all'interno di quel mondo si fa carriera, in
alcune regioni, grazie all'iscrizione alla
massoneria. Quindi, c'è un problema che è legato
ad una questione di potere: nei mille rivoli in
cui il potere italiano si identifica c'è anche
questo.
  Da ultimo, quando siamo venuti in Calabria, e ci
siamo recati anche a Palmi, era in corso il
processo Pesce (alcuni di noi hanno anche
assistito ad alcune battute di questo processo).
Era il processo Pesce più 127 che lei definiva
come quello detto "mafia e politica"? Perché lei
lo definisce così? Noi abbiamo alcune notizie ma
vorrei chiederle di essere così cortese da
approfondire un momento questo aspetto. Perché
"quello detto mafia e politica"? Quali sono i
canali che portano ad identificare tale processo
in questo modo?
Naturalmente, esprimo - per quel che può valere,
personalmente, ma anche per quel che ritengo possa
fare la Commissione nel suo complesso - la mia
solidarietà nei suoi confronti per essere stato
lasciato praticamente nell'impossibilità di
proseguire le indagini in quanto privo di
magistrati. Nel complesso, la Commissione si dovrà
far carico anche di sollecitare la messa a
disposizione della sua procura di un numero
sufficiente di magistrati, pari all'importanza
delle indagini che lei sta svolgendo.
           PIETRO FOLENA.  Anch'io voglio prima di tutto
                             esprimere
stima e solidarietà nei confronti del procuratore
Cordova; in modo particolare, credo che, perché
queste espressioni non rimangano retoriche, la
Commissione si debba far carico di alcune delle
denunce sull'impossibilità logistica di avere
tutto il sostegno necessario per svolgere alcune
indagini che sono in corso. Dobbiamo farci carico
di queste espressioni: già lo abbiamo fatto con il
ministro Conso in una certa occasione e dobbiamo,
a mio giudizio, farlo prossimamente.
La prima questione che vorrei porre al procuratore
Cordova
riguarda un giudizio sui contenuti e le forme
attraverso le quali andrebbe riformata la legge n.
17 del 1982, perché ci troviamo in una situazione
piuttosto paradossale: una legge dello Stato, che
era stata pensata
Pagina 2198
inizialmente per realizzare il principio sancito
dall'articolo 18 della Costituzione, di fatto è
risultata più arretrata dello stesso articolo
della Costituzione e mi pare di capire che
rappresenti anche un ostacolo per alcune
inchieste. Quindi, vorrei capire se questo
giudizio sia condiviso e, in caso affermativo, in
quale direzione potremmo suggerire una riforma di
tipo legislativo che permetta di realizzare meglio
il principio del divieto di partecipare ad
associazioni segrete.
            Secondo punto. Il procuratore ha parlato di
                           relazioni con
l'alta finanza. Vorrei che questa affermazione
fosse esplicitata - non in relazione alle
inchieste in corso ma al giudizio che il
procuratore si è formato - a proposito delle
relazioni che intercorrono in questo momento fra
la massoneria italiana nelle sue diverse
appartenenze (che capiamo essere una massoneria,
se così posso dire, molto articolata, molto
inquinata, molto diversificata) e la massoneria
internazionale più forte, in modo particolare con
quella americana e quella inglese. Cioè, chiedo se
in questo momento, secondo il procuratore Cordova,
esistano rapporti di reale dipendenza e di fronte
a quale tipo di poteri sovranazionali ci troviamo.
Se fosse vero che esistono centri internazionali
consolidati che determinano scelte del nostro
paese, si configurerebbe una
violazione del principio di sovranità e di
autodeterminazione. Pongo un'altra questione che
riguarda la Sicilia. E' una
domanda che ha già posto in parte il presidente
Violante e alla quale il procuratore ha
parzialmente risposto. Vorrei però, signor
procuratore, tornare su tale questione, se lei me
lo concede. Ufficialmente, risultano circa 5 mila
iscritti alle logge massoniche in Sicilia, quindi
alle logge regolari. Io stesso ho fatto richiesta
a Palazzo Giustiniani degli elenchi delle logge ed
ho avuto risposte che confermano questa cifra.
Tuttavia, credo non irrealistico ipotizzare per la
Sicilia - fra logge regolari (4.613 iscritti),
logge coperte, massoni all'orecchio e poi logge
irregolari, in quella larga diffusione che anche
il collega Olivo descriveva per la Calabria e che
è una pratica molto diffusa in tutto il
Mezzogiorno, in particolare in Sicilia - una cifra
che probabilmente si colloca fra le 5 mila e le 10
mila unità. Siamo di fronte quindi ad un esercito
di proporzioni immense, in una terra, in una
regione che non ha particolari tradizioni
massoniche ed in cui lo sviluppo della massoneria
ha subito un'impennata dal momento dello sbarco
anglo-americano (ci sono anche testimonianze
ufficiali che dicono come alcuni dei principali
esponenti della borghesia delle professioni
siciliane furono spinti ad entrare nella
massoneria per avere quella collocazione di potere
cui aspiravano). A proposito del giudizio che il
procuratore Cordova ha dato del ruolo della
massoneria, senza fare criminalizzazioni e
generalizzazioni, credo che per quel che riguarda
la Sicilia siamo sicuramente di fronte ad una
camera di compensazione del sistema di potere di
tipo occulto o riservato - quindi, non per forza
occulto, anche solo riservato - in cui si è
realizzata di fatto la coabitazione - come
l'abbiamo chiamata nella relazione approvata da
questa Commissione sui rapporti mafia-politica fra
mafia e politica, fra mafia e diversi settori del
potere. Ritengo che sarebbe opportuno
approfondire, come Commissione parlamentare
antimafia, questo aspetto specifico, attraverso
una nostra iniziativa nelle prossime settimane e
nei prossimi mesi; ne discuteremo comunque in sede
di ufficio di presidenza. Vorrei comprendere se il
giudizio attorno a questo enorme sviluppo numerico
ed alla grande influenza della massoneria in terre
che non hanno una particolare tradizione o una
particolare storia di crescita massonica sia
condiviso dal procuratore Cordova e quindi se non
ci troviamo di fronte alla necessità di agire nei
confronti di questi luoghi occulti o riservati del
potere attraverso mezzi e strumenti diversi
rispetto a quelli che abbiamo potuto utilizzare
fino a questo momento.
              Desidero porre due ultime questioni. Il
                          procuratore ha
incontrato anche comuni
Pagina 2199
appartenenze, oltre che fra logge massoniche
diverse, anche fra logge massoniche e
congregazioni di tipo religioso o laico riservate
o occulte?
  L'ultima questione, alla quale ha già accennato
il collega Matteoli, riguarda il mondo sanitario.
Scorrendo gli elenchi che sono a disposizione
della nostra Commissione sono rimasto molto
colpito dall'enorme quantità di medici: è forse la
professione in cui la massoneria è più influente.
Del resto, questo corrisponde ad un'indicazione
precisa della massoneria ufficiale -
un'indicazione che è agli atti della Commissione
P2 - sulle camere tecnico-professionali in questo
campo. Voglio ricordare che anche la Zamboni De
Rolandis di Bologna, su cui ci fu l'inchiesta del
giudice Libero Mancuso, era una loggia che aveva
come finalità fondamentale quella di occuparsi
delle promozioni, di un certo sistema del mondo
sanitario. Quello che mi ha colpito nell'analisi
su Palermo ...
 PRESIDENTE.  Nel mondo universitario.
 PIETRO FOLENA.  Sì, nel mondo universitario e con
una particolare accentuazione nel mondo sanitario.
Quel che mi ha colpito nell'analisi della realtà
palermitana, in un approfondimento che abbiamo
compiuto (fra l'altro, c'è anche qualche inchiesta
della procura di Palermo sul nodo mafia-massoneria
nella sanità), è il trovare una relazione stretta,
vorrei dire quasi stringente, fra: ricoveri facili
di boss mafiosi in cliniche pubbliche dirette da
appartenenti a logge massoniche; perizie eseguite
nei confronti di boss mafiosi e appartenenti alle
logge massoniche (vorrei anche ricordare che la
perizia per Licio Gelli - quella che gli permise
di uscire dal carcere - fu eseguita dal più noto
cardiochirurgo siciliano); la questione degli
appalti e delle forniture dentro la sanità (i
sequestri eseguiti dalla questura di Palermo per
quel che riguarda società di forniture mediche di
Riina e di Cosa nostra sono impressionanti, perché
si tratta di uno dei principali settori di
presenza mafiosa), ed infine le promozioni ...
 MASSIMO BRUTTI.  Risulta qualcos'altro?
 PIETRO FOLENA.  No, a me non risulta. Mi
riferisco al professor Mauro Abbate; a me non
risulta una sua appartenenza massonica. E infine,
dicevo, il campo delle promozioni.
Allora, vorrei, se possibile, un approfondimento
su questo
aspetto, perché mi pare una delle dimostrazioni
concrete del ruolo reale che questi livelli
occulti del potere hanno esercitato, in Sicilia e
non solo in Sicilia, in questi anni.
GIOVANNI FERRARA SALUTE.  Ammiro molto la
battaglia
giudiziaria condotta dal procuratore Cordova in
tali difficoltà pratiche e politiche. Ritengo,
quindi, che sia nostro dovere dargli una mano, non
in senso banale, ma reale, cioè approfondendo e
portando avanti i temi da lui toccati, nonché
chiarendo ulteriormente, sia in questa sede sia
successivamente, i tanti problemi che sorgono in
merito alla tematica di cui ci stiamo occupando.
  Se mi è consentito, signor presidente, anzitutto
vorrei dire una battuta scherzosa al collega
Folena, a proposito di una sorta di fissazione che
vi è nella cultura della sinistra, in base alla
quale sembra che l'unico risultato dello sbarco
anglo-americano in Sicilia nel 1943 sia stato il
potenziamento della mafia e della massoneria.
Desidererei ricordare che quell'episodio ha
segnato anche l'inizio dell'invasione dell'Europa
da parte delle forze della libertà nei confronti
di Hitler: il nemico degli americani non era
l'onestà degli italiani, ma Hitler. Io sono sempre
dalla parte degli americani e degli inglesi, ma
siccome la storia passa e cammina, in questi casi,
dopo aver elevato un biasimo all'autorità
americana, che ci rimandò a casa Lucky Luciano,
dico sempre: rechiamoci a Nettuno a portare una
corona alla tomba dei 12 mila americani caduti per
la nostra libertà (questo lo sappiamo noi,
Pagina 2200
forse loro non sapevano neanche perché fossero
stati mandati lì).
        Credo che i punti da approfondire, dottor Cordova,
                               siano
già stati toccati dai colleghi. Lei ha parlato di
massoneria e di massoneria deviata. Inoltre, ha
chiarito in che misura la massoneria deviata sia
deviazione all'interno della massoneria ufficiale,
cioè deviazione dalle sue attività istitutive; in
che misura, quando si dice massoneria deviata, si
intendano, invece, massonerie costituite
all'esterno della massoneria ufficiale, cioè
massoneria spuria; che rapporto vi sia,
eventualmente, fra queste due realtà.
  Non sono toscano come il collega Matteoli, ma
sono stato eletto senatore a Firenze, per cui
credo che lei possa capire perfettamente se,
soprattutto per me, repubblicano, la
massoneria non sia sempre stata un problema. Tra
l'altro, desidero ricordare che era massone il
sindaco di Firenze, Lando Conti, persona
specchiatissima, che fu assassinato dai
terroristi.
  Il problema certamente esiste. Vi sono molte
città, molte realtà locali, per esempio, nelle
quali, se vi è un peso della massoneria, a livello
sia locale sia nazionale, che travalica le normali
presenze di qualsiasi tipo di interesse
organizzato, esso è esercitato non con logge
spurie ma attraverso i canali della massoneria
ufficiale.
           Dottor Cordova, la domanda che le rivolgo può
                             apparire
ingenua ma non lo è: qual è la ragione essenziale
per la quale nella massoneria ufficiale (le grandi
logge, cioè il Grande oriente, eccetera) oggi e
sempre hanno trovato ed ancora trovano posto
facilitazioni per la convivenza tra persone
perbene, mestatori e affaristi? E' il medesimo
concetto della fratellanza massonica? E' una
solidarietà, in qualche caso di carattere
politico, che supera le diffidenze reciproche nei
confronti dei comuni nemici? E' un riflesso più
generale di un bisogno di presenza, che viene
eventualmente rafforzato anche chiudendo un occhio
su affari trasversali o addirittura loschi?
          Il problema che non possiamo non avere, dottor
                            Cordova, è
questo: se dovessimo renderci conto, anche a
seguito della ricordata relazione Anselmi sulla
P2, che, in effetti, la massoneria ufficiale
contiene in sé, nella sua struttura, nel suo modo
di operare, a prescindere dal carattere occulto,
una sua naturale tendenza alla degenerazione o,
comunque, a rendere possibili facili
degenerazioni, non potremmo non porci un problema
politico generale sul fenomeno massonico. A questo
punto, però, verremmo a scontrarci con una realtà
estremamente delicata anche della storia italiana;
in sostanza, infatti, l'unico regime che in Italia
ha contrastato ufficialmente la massoneria è stato
quello fascista, e questo ha sempre creato
problemi, per così dire, a tutti quelli che sono
antimassoni: evidentemente, vi sono vari modi per
essere non massoni o antimassoni.
  Nelle regioni in cui lei ha più immediata
percezione e controllo, ritiene che il peso
maggiore sia quello delle deviazioni
dell'esercizio improprio dell'attività massonica e
della massoneria ufficiale o quello delle logge
spurie (vedi quelle di Palermo e di Trapani, per
esempio), che non sono mai state riconosciute e
che, tutto sommato, chiunque può mettere insieme?
  Quando lei parla dell'influenza a livello dei
grandi poteri, si riferisce essenzialmente alle
deviazioni della massoneria che ha definito
ufficiale o anche e soprattutto all'esercizio di
queste massonerie occulte di carattere secondario?
  Non sono interrogativi indifferenti per noi,
dottor Cordova, perché abbiamo una legge che, in
qualche misura, e non per caso, nel momento in cui
vieta le organizzazioni occulte, dà una
definizione delle associazioni occulte segrete che
in qualche modo consente, invece, il
riconoscimento della massoneria ufficiale. Se
dovessimo constatare che il peso occulto della
massoneria pubblica è estremamente forte o
comunque rischioso, dovremmo porci nuovamente il
problema di questa legge. Trattandosi di materia
delicatissima, la sua esperienza per la
comprensione di queste distinzioni può essere
estremamente preziosa per noi.
Pagina 2201
 Concludo rinnovandole gli auguri per il suo
lavoro. MASSIMO BRUTTI.  Ascoltando le parole del
senatore
Ferrara, ho pensato che forse sarebbe opportuna
una riflessione un po' più distesa su alcuni di
questi temi, sul
significato che l'affiliazione massonica è venuta
acquistando
negli ultimi decenni, sul ruolo delle logge
occulte. Credo che abbiamo materiali per
sviluppare questa riflessione.
          Vi è soltanto un punto che volevo richiamare a
                             proposito
delle questioni generali indicate dal senatore
Ferrara. Qualcuno di voi avrà sicuramente letto il
recente libro di Mola sulla storia della
massoneria italiana. Si tratta di un testo che ha
un atteggiamento simpatetico nei confronti del
fenomeno massonico e che mette in luce un aspetto
che credo sia storiograficamente rispondente al
vero: durante tutta la storia d'Italia, la
massoneria non mai svolto un ruolo univoco, una
strategia unica, né avuto una caratteristica
comune ma è stata invece luogo, teatro di tendenze
diverse e di manovre politiche tra loro diverse.
E' proprio questo carattere pluralistico della
massoneria italiana che ha rappresentato una base
ed una occasione per le deviazioni che abbiamo
conosciuto in questi anni. La mia impressione è
che tali deviazioni abbiano assunto una grande
portata, per cui lo stesso concetto di deviazione
diviene difficile da applicare.
Comunque, chiudendo questo discorso generale sul
quale
dovremo tornare, vorrei chiedere al procuratore
Cordova, che ha segnalato problemi e difficoltà,
una cosa che considero essenziale rispetto a tutto
quello che abbiamo detto finora in questa sede.
Che cosa bisogna fare subito? Quali sono le
esigenze vitali per dare la possibilità
all'inchiesta che egli sta conducendo di
svilupparsi, di conseguire almeno alcuni
risultati?
  Seconda questione: il coordinamento. E' evidente
che l'indagine da voi svolta tocca situazioni che
si sviluppano anche in altre parti del paese. In
alcune aree d'Italia, stando a quanto il
procuratore ci ha detto, il fenomeno delle logge
massoniche occulte è strettamente legato - più
ancora di quanto non sia in Calabria - ad
associazioni di tipo mafioso. Pertanto, la messa a
disposizione degli atti per altre procure ed il
coordinamento rappresentano un problema. Vorrei
capire quanto, nella collaborazione tra i diversi
uffici di procura, il coordinamento e la
circolazione di informazioni possano aiutare
l'indagine del dottor Cordova.
  Qualche mese fa, ci siamo posti un problema, a
proposito del quale non so (per mia carenza
informativa) a quale soluzione si sia pervenuti.
Mi riferisco ad un primo esame di una grandissima
quantità di carte custodite a Roma. Questo primo
esame è avvenuto? E' stato consentito dal
Ministero di grazia e giustizia? Dinanzi a noi, il
ministro Conso aveva espresso disponibilità a che
per un breve periodo si svolgesse una prima
delibazione di quegli atti in locali di Roma messi
a disposizione dal Ministero. Cosa è accaduto?
Questa delibazione c'è stata? A che punto siamo?
         Se può dircelo, vorrei sapere dal dottor Cordova
                               cosa
risulti a proposito dei rapporti tra queste logge
massoniche, sulle quali egli ha avviato indagini,
e una struttura di tipo clandestino, che egli
richiamava per inciso nella sua esposizione
iniziale (mi riferisco alla struttura Gladio).
Dalle carte che ho avuto occasione di vedere, da
una piccola indagine che ho svolto sulla presenza
di Gladio in Sicilia, è risultato, fra l'altro,
che uno dei "gladiatori" più significativi del
centro Scorpione siciliano avesse rapporti stretti
con la Calabria (anzi, in quella regione svolgeva
la professione di assicuratore) e, stando ad una
testimonianza assai rilevante, cioè quella del
capo centro, fosse anche massone.
  Questo fatto specifico mi ha sollecitato una
curiosità, a proposito della quale, se è
possibile, gradirei una sua risposta, dottor
Cordova, circa i rapporti fra Gladio e le logge
massoniche. Inoltre, anche se credo già risulti da
atti giudiziari e perfino da una sentenza di
qualche anno fa che lei stesso aveva steso, le
chiedo,
Pagina 2202
dottor Cordova, se possa dirci qualcosa sui
rapporti tra Gelli e gli ambienti criminali della
Calabria, prima e dopo le vicende del 1981.
 SALVATORE FRASCA.  Signor presidente, saluto il
procuratore Cordova, un magistrato che apprezzo
per alcune sue inchieste e dal quale dissento
rispetto ad altre inchieste.
Voglio ricordare il Cordova migliore, il Cordova
giudice
istruttore del primo maxiprocesso di Reggio
Calabria, dove io fui chiamato a testimoniare e
dove emersero fatti la cui comprova sta avvenendo
solo in questi giorni. Mi riferisco soprattutto ai
fatti inerenti all'impresa Cambogi.
          Fatta questa premessa, vorrei richiamare quanto
                             detto dal
collega Olivo in merito alla nomina di Viezzoli a
presidente dell'ENEL. Non vi è dubbio che tale
nomina sia inquietante, ed è per questo che vorrei
proporre alla Commissione, e quindi al presidente,
di farsi carico delle nostre inquietudini presso i
presidenti delle Commissioni industria della
Camera e del Senato chiamate ad esprimere il
parere sulla nomina stessa. Credo che, se a queste
Commissioni faremo arrivare in tempo l'espressione
delle nostre inquietudini, difficilmente la nomina
potrà andare oltre. E' una proposta formale che
avanzo, signor presidente, e sulla quale poi
pregherò la Commissione di pronunciarsi, qualora
dovesse esservi dissenso.
  Molto tempo fa, immediatamente dopo la nostra
visita in Calabria - quindi anche alla procura di
Palmi - avevo proposto di far venire in
Commissione il procuratore Cordova, perché quando
fummo a Palmi, in realtà, non ci fu un dialogo ma
un soliloquio, nel senso che a parlare furono il
procuratore Cordova ed i suoi sostituti, per cui
noi non potemmo interloquire. Ritenevo opportuno,
quindi, che già in quel momento vi fosse un
confronto: la proposta accolta non venne mai
concretizzata e vorrei conoscere l'arcano per cui
soltanto oggi il procuratore Cordova giunge
dinanzi alla nostra Commissione. Vi era, forse,
l'esigenza di approfondire i caratteri
dell'inchiesta, che egli sta conducendo, relativa
alla massoneria.
  In proposito mi si consenta di manifestare con
chiarezza il mio punto di vista. Preciso al
collega Brutti che non sono stato mai massone, non
lo sono e non lo sarò in futuro, perché non
condivido lo spirito, le regole, i riti della
massoneria, che "fanno a pugni" con il mio
smisurato senso della libertà, quello stesso senso
della libertà che, sul finire del secolo scorso,
faceva dire a Jean Jacques Rousseau che si può
vivere tranquilli perfino nelle prigioni.
  Dopo avere precisato questo, a meno che non
vogliamo far tornare una sorta di neostalinismo
strisciante nelle nostre aule parlamentari,
dobbiamo osservare che l'appartenenza alla
massoneria, fin quando viviamo in uno Stato di
diritto ed è vigente l'attuale legislazione, non è
un reato, per cui criminalizzare la massoneria
significa criminalizzare un qualsiasi corpo
sociale tra i tanti che operano all'interno del
nostro paese. Altra cosa è la massoneria deviata,
ed è di questo aspetto che ci dobbiamo
interessare: al riguardo, onestamente, in questa
sede non potremmo che incoraggiare il procuratore
Cordova ad approfondire le indagini, a dirci quali
difficoltà incontra, a spiegarci cosa possiamo
fare per aiutarlo nell'espletamento del suo
lavoro. Perché, francamente, all'attuale stato
delle indagini, non mi sembra che sia emerso un
granché. Mi riferisco a quanto ha detto lo stesso
procuratore Cordova: se poi, un domani, vi saranno
altre risultanze ne prenderemo atto. Allo stato,
però, di fronte a tanto allarme, è più una caccia
alle streghe che un'iniziativa con la dignità
culturale di un'indagine giudiziaria.
         Con riferimento alla Calabria ed ai 2.548 massoni
                              che vi
sarebbero nella regione, non vorrei ripetere in
maniera grossolana quanto ha spiegato in modo
brillante il collega Ferrara Salute a proposito
della massoneria. Devo però precisare che, se in
Calabria la massoneria ha una sua storia ed una
sua tradizione, ciò è direttamente da collegare a
quella
Pagina 2203
fase risorgimentale nel nostro paese che ha visto
molti calabresi - fra questi mi piace citare
innanzitutto Agesilao Milano - fra i suoi
protagonisti. Si aggiunga, signor presidente, che
la Calabria è una regione periferica nella quale
lo Stato italiano prefascista, fascista e per
molti aspetti anche quello repubblicano non è
stato mai presente: sono nate così,
inevitabilmente, delle associazioni e si è
sviluppato uno spirito aggregativo che porta le
persone ad unirsi per autoproteggersi ed
autotutelarsi.
  Se andiamo ad effettuare un'indagine
sociologica, oltre che storica, sull'origine della
'ndrangheta o della mafia in Calabria, constatiamo
che i primi gruppi nacquero su questi presupposti:
poi vi sono stati il collegamento con la mafia
siciliana e l'evoluzione di quest'ultima. Oggi la
'ndrangheta
in Calabria è mafia sotto tutti gli aspetti ed ha
un carattere imprenditoriale come la mafia in
Sicilia ed in tutta Italia, per cui è qualcosa di
diverso rispetto alle sue origini. Tuttavia, anche
le origini della mafia in Calabria sono da
spiegarsi con la disaggregazione della regione e
con il suo carattere periferico.
  Di tale realtà non si vuole prendere atto,
neanche in questo Parlamento, se teniamo conto,
per esempio, degli interventi svolti da alcuni
colleghi ieri al Senato a proposito di un misero
decreto sull'occupazione, che va incontro soltanto
ad una misera categoria di lavoratori calabresi, i
forestali; su questo avremo comunque altre
occasioni di confronto. D'altronde, le ostilità
nei confronti del Mezzogiorno d'Italia sono non
soltanto nella lega, o nel vertice della DC, ma
anche nei vertici della sinistra, e non sempre
analoghe difficoltà vengono superate pure nel
mondo sindacale. Dovremmo fare chiarezza...
           PRESIDENTE.  Senatore Frasca, mi permetto di
                            richiamarla
all'oggetto della nostra audizione.
             SALVATORE FRASCA.  Signor presidente, sto
                           spiegando il
perché dei 2.548 massoni in Calabria.
 PRESIDENTE.  Questo lo spiegheremo quando
discuteremo sulla relazione.
 SALVATORE FRASCA.  Non voglio comunque negare che
all'esterno della massoneria, o in alcune
propaggini al suo interno, possano nascere quei
fenomeni cui si riferiva il collega Olivo, che mi
permetto, fraternamente ed amichevolmente, in
quanto compagno di partito, di invitare a fare
attenzione nel non esagerare.
  Il procuratore Cordova deve consentirmi di
dirgli amichevolmente che all'interno della
massoneria vi sono i medici, gli avvocati, gli
ingegneri, gli operatori economici, ma vi sono
anche i magistrati. Diciamolo apertamente che ci
sono i magistrati, senza criminalizzarli e senza
aderire, per coerenza con quanto ho affermato, ad
una certa scelta che starebbe per compiere, o
avrebbe già compiuto, il Consiglio superiore della
magistratura circa l'incompatibilità fra
l'appartenenza all'ordine giudiziario ed alla
massoneria. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo,
perché non condivido, proprio in nome di quei
principi di libertà e democrazia ai quali intendo
ispirare la mia azione, lo spirito di omertà che
aleggia anche in questo Parlamento quando si
devono dire alcune cose che riguardano la
magistratura.
  Ma c'è di più: con riferimento all'indagine che
il procuratore Cordova sta conducendo, abbiamo
appreso da uno dei
suoi sostituti a Palmi, il dottor Neri, che
nell'espletamento delle indagini vi sono
difficoltà che vengono frapposte dal centro.
Consultando i verbali di quelle audizioni, si
desumerà la veridicità della mia denuncia: vorrei
quindi sapere da chi sia rappresentato questo
centro e chi siano coloro che per conto del centro
ostacolano le indagini.
  A proposito del dottor Neri, signor procuratore
della Repubblica di Palmi, riprendendo una mia
denuncia rivolta in termini generali al ministro
di grazia e giustizia in questa stessa sede,
desidero dirle: attenzione a non favorire un
carattere gentilizio e familiare della
magistratura
Pagina 2204
in Calabria. Questo perché nell'ambito degli
uffici, quindi nel suo ufficio, vi sono
incompatibilità che contrastano nettamente con le
norme che regolano l'ordinamento giudiziario e
con le leggi del nostro paese. Quella del dottor
Neri è
un'incompatibilità evidente e macroscopica, che
lei non ha rilevato.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Sotto quale profilo?
 SALVATORE FRASCA.  Il dottor Neri è sostituto
procuratore in una procura sotto il controllo del
procuratore generale presso la corte d'appello di
Reggio Calabria, che è suo padre. Prendiamo
l'ordinamento giudiziario e vediamo se questo è
possibile: se non è possibile far esercitare
l'avvocatura nel distretto della corte d'appello
al figlio, o al nipote del presidente, o di un
magistrato della corte d'appello, immaginiamo se
vi possano essere altri casi in cui si possa
essere controllori e controllati. Analoghi
episodi, però, si verificano non soltanto presso
la corte d'appello di Reggio Calabria ma anche
presso quella di Catanzaro: si tratta di episodi
che ho denunciato, per cui mi aspetto una risposta
in prima persona da parte del ministro di grazia e
giustizia.
Passando alla questione del voto di scambio, ho
stima e
rispetto per il collega Tripodi e devo dire al mio
compagno di partito Calvi che ha forse sbagliato
nel citarlo in maniera inopportuna. La dobbiamo
smettere, però, con il fatto che, ogni qualvolta
non si va secondo una certa linea, vengono elevate
proteste sempre dagli stessi comparti della
Commissione. Perché in questa Commissione abbiamo
processato tante persone, cominciando da
Andreotti, ed i nomi si sono sempre fatti ma,
quando poi si fanno altri nomi, non si può e non
si deve essere d'accordo.
        Ho considerato inopportuno, signor procuratore, il
                               fatto
che lei abbia condotto un'indagine a tappeto sul
voto di scambio nella provincia di Reggio Calabria
una settimana prima delle elezioni e che sulla
stampa siano stati riportati i nomi di alcuni
candidati, e non di altri. Questa è
un'interferenza nella campagna elettorale, che non
può essere consentita a chicchessia, neanche al
procuratore Cordova.
  Desidero infine fare riferimento al caso di
"Ciccio Mazzetta": che questo personaggio fosse di
un certo tipo, lo si sapeva fin dagli anni
settanta (valgano in proposito alcune mie
interrogazioni dirette ai ministri  pro tempore
di grazia e giustizia e dell'interno); domando
allora il perché di tanti ritardi con riferimento
alla luce che occorreva fare al riguardo. Come
mai, inoltre, si è consentito a "Ciccio Mazzetta"
di essere, rispetto a tanti pregiudicati calabresi
latitanti, un latitante di lusso?
 GIROLAMO TRIPODI.  Avevo chiesto di parlare sin
dall'inizio ma penso che il presidente Violante
non se ne sia accorto. Desidero innanzitutto, come
altri colleghi, esprimere gratitudine al
procuratore Cordova per il lavoro svolto, che mi
sembra emblematico come punto di riferimento per
la battaglie che devono essere portate avanti
contro la mafia, gli intrecci fra mafia e
politica, la penetrazione della mafia
nelle istituzioni ed i poteri occulti.
        A ciò si aggiunga che il lavoro del dottor Cordova
                               lo ha
esposto a grandi rischi nella zona più pericolosa
della Calabria per la presenza delle più potenti
cosche mafiose e che la sua attività ha dovuto
superare molti ostacoli, anche di tipo
destabilizzante. Vi sono stati, infatti, molti
interventi dell'allora ministro Martelli con
riferimento a determinate ispezioni e si sono
dovute superare diverse difficoltà perché,
nonostante il lavoro svolto, vi sono stati
interventi diretti, in sostanza, a delegittimare
la stessa presenza e lo stesso prestigio del
procuratore della Repubblica di Palmi.
         Ci troviamo oggi di fronte ad una realtà diversa
                             rispetto
alle azioni persecutorie portate avanti dal
precedente ministro e credo anche da altre forze,
perché vi sono stati perfino interventi del
Presidente
Pagina 2205
della Repubblica che mi sono sembrati
inopportuni... MAURIZIO CALVI.  Opportuni od
inopportuni? GIROLAMO TRIPODI.  Inopportuni. Mi
riferisco al
Presidente Cossiga. Si è trattato non solo di un
intervento inopportuno ma anche di un'ingerenza e
di un elemento devastante per quanto riguarda
l'autonoma attività della magistratura.
  Ci siamo invece trovati di fronte questa mattina
- o almeno chi non era a conoscenza di questo
elemento ha potuto
esserne informato - alla notizia che è stata
compiuta una mole di lavoro non contestabile, a
mio giudizio, da alcuno. Questa attività, questo
sforzo, questi sacrifici possono però essere
vanificati a causa di una situazione veramente
allarmante.
Da un lato, infatti, vengono svuotati gli uffici
della
procura di Palmi del personale necessario,
dall'altro si è di fronte alla grande indagine
sulla massoneria deviata, che non è impegno di
poco conto. Anche questa mattina si è tentato di
dire che ancora non sono emersi elementi
consistenti in merito: ebbene, se dovesse
perdurare l'attuale situazione, caratterizzata da
forti carenze nell'organico dei magistrati e dei
collaboratori e da una mancanza di strumenti, vi è
il rischio che questa indagine possa essere
congelata. Anzi, da quanto è stato detto, io
ipotizzo un suo sabotaggio, analogamente a quanto
avvenuto in altre occasioni.
            Non deve sfuggire a nessuno il fatto che la
                            massoneria,
essendo un'organizzazione che gestisce il potere,
evidentemente si muoverà. Io sono a conoscenza di
cose, del resto trapelate più volte, e della voce
che nei confronti del procuratore Cordova sarebbe
arrivato il "pacco" (si tratta di notizie in
codice mafioso ed occulto, dimostratesi poi vere,
visto che, ad esempio, fu aperta un'inchiesta).
  Procuratore Cordova, cosa occorre per il
proseguimento di queste indagini? Dobbiamo saperlo
per poter intervenire, perché, se esse dovessero
congelarsi e non procedere, questo si
rifletterebbe sulla credibilità della giustizia e
recherebbe danno alla democrazia italiana.
  Sono d'accordo sul fatto che non tutti i massoni
sono coinvolti, ma anche la massoneria non
appartenente alla logge coperte interferisce nella
gestione dello Stato.
          Vorrei sapere quali siano le reali esigenze del
                                suo
ufficio, procuratore Cordova.
  Desidero anche sapere se alle indagini in corso
vengano o non vengano date risposte concrete e
corrispondenti alle esigenze dei magistrati da
parte di altri organismi statali e se sia
necessario promuovere un incontro per chiarire
questi aspetti con i responsabili dei corpi di
polizia. Se esistono occultamenti, reticenze o
posizioni fuorvianti, essi vanno affrontati e
rimossi.
          Per quanto riguarda la centrale di Gioia Tauro,
                             concordo
con le proposte che sono state avanzate. Vorrei
però ottenere ulteriori elementi di conoscenza,
visto che la vicenda della centrale ha rivelato
l'intreccio tra mafia, politica, pubblica
amministrazione ed imprenditoria. Chiedo se, in
questa situazione, siano emersi elementi tali da
dimostrare l'esistenza di una specie di patto tra
lo Stato e la mafia al fine di imporre la
costruzione della mostruosa centrale a carbone di
Gioia Tauro. Il modo in cui sono stati attribuiti
gli appalti e la gestione dei subappalti mi pare
indichino la sussistenza di tali fatti. Desidero
sapere se gli organi dello Stato (a livello di
Governo o di pubblica amministrazione) siano
colpevoli di aver consentito che si arrivasse a
fenomeni di collusione tra mafia e pubblica
amministrazione.
          Per quanto riguarda la questione delle numerose
                              persone
che lei, procuratore Cordova, ha individuato come
appartenenti alla massoneria, desidero chiederle,
sperando che possa darmi una risposta, se tra
questi personaggi figurino appartenenti alle alte
sfere della polizia, dell'esercito, della
burocrazia statale o anche al Parlamento. Vogliamo
sapere se tra i parlamentari vi siano iscritti
alla massoneria
Pagina 2206
aderenti alle logge da lei indicate ed anche
conoscere i nomi di queste persone.
  Per quanto concerne il voto di scambio, so bene
cosa sia questo fenomeno. Si tratta di un problema
che sta venendo alla luce in Calabria, come sta
venendo alla luce che vi sono stati politici che
hanno avuto rapporti con la mafia, hanno praticato
il voto di scambio e concluso affari. Questo è
avvenuto in Calabria ed esistono oggi le premesse
perché tale situazione sia smascherata.
  Dottor Cordova, dato che questa mattina, in
termini provocatori (perché soltanto di una
provocazione si tratta), un vicepresidente della
Commissione antimafia ha tentato di rivolgermi un
insulto - sono peraltro del parere che
quell'incarico non consenta di svolgere il ruolo
del provocatore - vorrei sapere (e vorrei che lei
lo dicesse alla Commissione) se nelle indagini
riguardanti queste cosche o famiglie mafiose lei
abbia trovato elementi relativi alla mia
propaganda elettorale. Per la verità, io
appartengo ad una scuola politica secondo la quale
non si effettua mai una campagna elettorale
personale. Io ho sempre condotto la campagna
elettorale di partito e quindi non dovrebbe poter
risultare l'esistenza né di bigliettini né di
manifesti né di altri strumenti personali di
propaganda. Né io né altri appartenenti al mio
partito abbiamo mai fatto questo: non l'ho fatto
quando ero nel partito comunista e continuo a non
farlo ora che appartengo a rifondazione comunista.
Vorrei che lei rispondesse in merito, perché non
sono d'accordo sul fatto che si debba parlare di
tutto: si deve parlare dei responsabili, perché
non siamo tutti uguali! Questa mattina si è
tentato di stravolgere alcuni punti fondamentali
dell'odierno incontro, quelli su cui dobbiamo
impegnarci con forza, perché, se certe azioni
destabilizzanti dovessero perdurare, non solo non
si celebrerebbero i processi contro le cosche
mafiose a Palmi e non andrebbe avanti l'indagine
contro la massoneria deviata ma si determinerebbe
una condizione di pericolo per le nostre
istituzioni. Credo che sia necessario far
chiarezza in merito.
Dottor Cordova, avendo lei svolto tante e tante
indagini
contro tutte le cosche mafiose della piana, vorrei
che ci dicesse se sia in possesso di elementi per
affermare che la battaglia portata avanti ha
indebolito la mafia o se essa, nonostante i colpi
subiti, si sia riorganizzata.
                     PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
                         LUCIANO VIOLANTE.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi . La prima domanda, rivoltami
dall'onorevole Scalia,
era riferita alla centrale ENEL di Gioia Tauro e
preannunciava la presentazione di documentazione
concernente gli sviluppi della vicenda.
  Avevo già in parte risposto su questa questione:
una volta scaduti, in base alle vigenti
disposizioni, i termini delle indagini
preliminari, non abbiamo potuto compiere altri
atti nel procedimento e non abbiamo quindi potuto
tener conto di fatti successivi che pur potrebbero
essere rilevanti, tra cui quelli menzionati
dall'onorevole Scalia.
  Una volta che il collega cui il procedimento è
stato affidato lo avrà definito, anche questi
fatti potranno essere considerati e saranno
oggetto di valutazione. Ringrazio quindi
l'onorevole Scalia di aver preannunciato la
presentazione di una documentazione.
  Per quanto riguarda gli organici della Procura,
ho già detto quali essi siano. Allo stato, su 10
posti di sostituto esistenti in organico, ne sono
coperti solo 5, di cui 3 da uditori giudiziari che
hanno preso servizio solo da alcuni mesi e un
quarto da un collega di cui è imminente il
trasferimento; resta un quinto collega, mentre
un'altra collega è in astensione obbligatoria dal
lavoro per maternità ed è sostituita dal collega
Neri, il quale, però, perché sia definito una
volta per tutte il procedimento ENEL, da circa un
mese e mezzo non lavora in ufficio ma a casa.
Pagina 2207
  La situazione - ripeto - è grave. Sono anni che
agito sempre questa questione e sono stanco di
doverlo fare ancora. Ho già detto che i principali
procedimenti per associazione mafiosa, nonché i
principali procedimenti riguardanti reati contro
la pubblica amministrazione sono alla fase del
dibattimento e che, proprio in questo momento, non
vi è chi possa seguirli. Parlo solo dei
procedimenti che sono attualmente in fase
dibattimentale, non di quelli definiti proprio nei
mesi scorsi, tra cui uno di quelli riguardanti la
cosca Pesce di Rosarno (Arena Domenico più 53).
Nel secondo processo contro tale cosca (Pesce più
53), definito nel 1993, la corte d'assise di Palmi
irrogò undici ergastoli ed un totale di circa 500
anni di reclusione. Così come è stato definito in
questa situazione il processo contro la cosca
Facchineri di Cittanova, con imputati per
associazione mafiosa e per estorsione. Posso
assicurare - e lo dirò dopo - che noi non abbiamo
fornito le notizie delle perquisizioni elettorali.
Nel caso della cosca Facchineri per la prima volta
le vittime dell'estorsione, ossia gli operatori
economici, si sono riuniti ed hanno denunciato gli
autori dei reati, indicando nomi e cognomi, e
consentendo una serie di operazioni anche mediante
appostamenti, utilizzazione di microspie ed
accorgimenti analoghi. La fiducia riposta negli
organi di polizia giudiziaria e nella magistratura
si è tradotta in una sentenza di condanna: ciò
avvenne prima dei fatti di Capo d'Orlando.
  Per tutelare l'incolumità delle vittime che
avevano collaborato, non menzionammo il fatto alla
stampa. Questi sono due procedimenti già definiti.
Non parlo del procedimento Longordo più 24,
riguardante una cosca di Polistena collegata ai
Versace per traffico internazionale di armi e di
droga; ho parlato solo dei processi al
dibattimento per associazione mafiosa e altri
reati o con un consistente numero di imputati.
Ripeto, il processo Pesce più 126 è quello
denominato mafia-politica, ma è stata la stampa
(non noi) ad etichettare il processo in tal modo.
Per noi è il processo Pesce più 126; il processo
Pesce più 93 è anch'esso giunto al dibattimento ed
è il primo instaurato contro tale cosca.
  Vi è un altro processo per associazione mafiosa,
Marcello Viola più 21, riguardante la faida di
Taurianova nonché i processi contro Macrì,
Zampogna e Albanese rispettivamente con
60, 46 e 103 imputati. Il processo per la diga del
Metramo riguarda 168 imputati. Mi chiedo dunque
come si possa gestire un ufficio con tanti
processi in fase dibattimentale. Non ho parlato
invece dei processi che si trovano nella fase
dalle indagini preliminari, tra cui vi è il
procedimento concernente l'ANAS, da noi iniziato a
suo tempo, prima cioè che collaborassero i
pentiti, e che possiamo continuare in maniera più
incisiva solo in questo periodo, forse con
pregiudizio per le indagini.
  L'onorevole Scalia, riferendosi alla riluttanza
delle indagini, ha chiesto se questa situazione
non sia determinata da possibili appartenenti alla
massoneria e alla P2 da parte di taluni
investigatori, mentre un altro quesito ha
riguardato l'esistenza della P2 e le sue possibili
infiltrazioni. Vorrei premettere che le indagini,
concretamente, sono state avviate con tre mesi e
mezzo di ritardo. Le perquisizioni furono eseguite
tra la fine di ottobre e i primi giorni di
novembre del 1992: si incontrarono ostacoli vari
che consentirono, ripeto, l'inizio dell'attività
investigativa con tre mesi e mezzo di ritardo. Ora
siamo a luglio e non vedo come - è chiaro non si
devono soddisfare le curiosità degli organi di
stampa - si possano pretendere risultati
definitivi dopo poco meno di quattro mesi di
indagini quando siamo ancora nella fase
ricognitiva. Non si tratta di un procedimento
concernente un'area geografica limitata, perché è
un fenomeno che interessa l'intero territorio
nazionale. Esaurita la fase ricognitiva si è
passati a quella inquirente vera e propria, con le
difficoltà cui ho accennato.
  Nella fase ricognitiva si è accertato che la
massoneria deviata - l'ho già detto, parlando
della massoneria mi riferisco
Pagina 2208
agli aspetti deviati; altra cosa è verificare in
che misura si presenti la massoniera deviata
rispetto a quella regolare è stata totalmente
ignorata. Il motivo non lo conosco, ma è un dato
di fatto. Successivamente, sulla base di questi
risultati, sono state disposte indagini - posso
lasciare alla Commissione un esemplare del
contenuto generale delle deleghe di indagine -
riscontrando che nella generalità dei casi non
hanno raggiunto il risultato atteso, in senso
positivo o negativo.
  Posta una determinata linea di indagine, ho
chiesto di riscontrare positivamente o
negativamente la sussistenza del fenomeno. Quando
mi si risponde - ripeto unicamente - con elenchi
anagrafici o raccolte di carta risalente al 1981,
posso affermare che le indagini non sono state
svolte e che quindi gli aspetti deviati - che si
tende ad accertare - non sono stati accertati. Può
darsi che non esistano, così come può darsi che
esistano; il fatto strano è che si tratta di un
fenomeno generale: se i commissari lo desiderano,
posso fornire l'elenco parziale di tutti gli
organi a cui ho scritto per rilevare
l'inconsistenza delle indagini. Non faccio nomi,
ma sono circa una trentina gli appartenenti ai
carabinieri e altrettanti alla polizia, più
esattamente alla Digos. Ovviamente, le
segnalazioni le ho portate a conoscenza dei
rispettivi vertici amministrativi, ossia il
ministro dell'interno, il Capo della polizia ed il
Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Più
di questo ovviamente non posso fare.
  La P2 è un altro aspetto totalmente ignorato. Si
sta cercando di accertare quanti personaggi, già
iscritti alla P2, occupino posti di potere, sempre
sotto il profilo del conseguimento di determinate
posizioni, in base ad eventuali influenze od
interferenze di natura massonica illecita. Quando
avremo i risultati, li comunicheremo.
  Per quanto riguarda gli ex appartenenti alla P2,
l'articolo 6 della legge sulle associazioni
segrete faceva salva l'applicazione dell'articolo
209 del testo unico di pubblica sicurezza. Sarebbe
interessante verificare quale sorte abbiano avuto
i procedimenti, perché credo che la quasi totalità
(non tutti ma una consistente parte) dei
personaggi inquisiti siano stati prosciolti con
varie modalità. Ovviamente non entro nel merito,
ma le motivazioni addotte erano che costoro non
sapevano di essere iscritti alla P2 o che, pur
sapendolo, ignoravano la natura dell'associazione
infine che, pur non ignorandone la natura, non
avevano versato le quote. Per le poche persone
sottoposte a sanzioni disciplinari si disse che
non potevano non essere al corrente della natura
della P2 in quanto era stata ampiamente divulgata
dalla stampa. Credo che pochi malcapitati
leggessero i giornali, mentre la moltitudine non
li leggessero.
ALTERO MATTEOLI.  E' tipico degli italiani!
AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Anche questo fa parte delle indagini.
Quando potrò, produrrò un volumetto contenente le
deleghe delle indagini.
Tra gli altri aspetti da accertare, vi è il numero
dei
personaggi, già appartenenti alla P2, che occupano
attualmente, sempre con quelle modalità, posizioni
di potere. Non credo che finora sia stato fatto,
perché non mi risulta siano state svolte indagini
su soggetti notori ed eminenti: non cito nomi per
evitare polemiche, ma si tratta di noti personaggi
già appartenenti alla P2.
  Mi pare si sia parlato anche di infiltrazioni:
non ricordo però se ci si sia riferiti agli organi
che dovrebbero eseguire le indagini oppure in
generale.
 PRESIDENTE.  In generale.
 ALTERO MATTEOLI.  Signor presidente, come fa a
specificarlo se non era presente in quel momento?
PRESIDENTE.  Quando si pone una domanda, è meglio
chiedere tutto anziché una parte. E' un principio
da seguire.
Pagina 2209
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . L'argomento riguarda anche la domanda
rivolta dall'onorevole Imposimato sui rapporti tra
la P2 e la massoneria ufficiale. Nonostante la
loggia P2 sia stata sciolta, esistono dubbi circa
la sua attuale inattività; anzi, vi sono concreti
elementi per ritenere che determinati personaggi
siano ben attivi, anche se ufficialmente "in
sonno".
  E' stato chiesto se sia possibile operare una
sintesi dei fatti. Tra le altre richieste,
allorché si registrarono le note questioni,
all'inizio delle indagini, vi era
l'informatizzazione del materiale sequestrato.
Faccio presente che attualmente il materiale
sequestrato, e quello successivamente acquisito, è
contenuto in 700-800 grossi faldoni (così vengono
comunemente definiti). Incontriamo difficoltà
perché, prima di inserire i documenti, occorre
prenderne visione e, ai fini dei programmi,
procedere alla sottolineatura delle parole chiave.
Finché è stato possibile, a  questo lavoro è stato
adibito un collega; considerata però
la piega che hanno preso gli eventi è risultato
impossibile continuare nell'attività che è stata
affidata quindi ad ufficiali di polizia
giudiziaria. Il lavoro non è ancora stato
completato, più o meno sarà stata inserita la metà
degli atti. Ripeto, questa rappresenta un'altra
difficoltà che le indagini comportano.
  Chiedo scusa se salto qualche argomento.
         Si chiedeva anche l'invio a questa Commissione di
                               tutti
gli atti e i dati concernenti i rapporti tra mafia
e politica. In un secondo momento sarà possibile
farlo. Per quello che interessa specificamente la
Commissione, qualcosa risulta da procedimenti in
corso presso vari uffici.
  Per quanto riguarda i rapporti tra mafia e
massoneria nella vicenda dell'autoparco di Milano,
c'erano gli affiliati alla loggia Fiaccabrino, che
era legata alla base operativa dell'autoparco ed
era l'anello di congiunzione tra gruppi mafiosi ed
ambienti politici affaristici.
  Per quanto riguarda invece la questione dei
rifiuti di Napoli, c'è il controllo della camorra
sulla gestione dello smaltimento degli stessi,
anche del tipo tossico e nocivo, attraverso
illecite concessioni, collusioni con personaggi
legati alla massoneria. C'è qualche personaggio
legato a Gelli, ci sono i De Lorenzo - il padre
dell'ex ministro è notorio che era iscritto all'ex
loggia P2 - e qualche altro poli-tico...
 GIROLAMO TRIPODI.  Il padre di De Lorenzo?
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi.  Sì. Vi sono altri casi che non
interessano specificamente la criminalità
organizzata: a Cuneo è stata avviata un'indagine
dalla procura di Torino, in cui vi sono funzionari
e fornitori inquisiti, fatto che ha causato la
messa in sonno della loggia di Cuneo. A parte la
vicenda del conto protezione...
 PRESIDENTE.  Che c'entra Cuneo?
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi.  Stavo citando un'altra faccenda!
  Faccio presente, per esempio, che allorquando,
almeno dieci anni fa, fu sequestra a Gelli
l'agenda a Castiglion Fibocchi, si constatò che vi
erano numeri di telefono di personaggi che ancora
ricoprano importanti incarichi nelle istituzioni.
Ma questi sono fatti noti.
            Non parlo qui dei lavori della terza corsia
                           autostradale
Roma-Napoli; fu contestata...
 ALTERO MATTEOLI.  Sono cose note ed arcinote!
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi.  Quando abbiamo chiesto chiarimenti alla
procura di Milano non su fatti già noti perché
pubblicati in uno dei volumi della Commissione
parlamentare sulla loggia P2, ma formanti oggetto
di indagini nuove su fatti vecchi, non abbiamo
ricevuto risposte che consentissero di accertare,
sotto il
Pagina 2210
profilo che a noi interessava, eventuali novità
rispetto a quello che era già noto.
  Vorrei precisare che ovviamente, specie con
l'organico che ho, non posso fare indagini
specifiche su singoli reati di competenza
territoriale delle varie procure. Pertanto, per
costruire il quadro del fenomeno della massoneria
deviata ho bisogno di attingere dai vari uffici
giudiziari i singoli tasselli, donde questa
attività acquisitiva di dati, che non sempre trova
- con questo rispondo ad una delle domande - una
piena collaborazione da parte degli organi
giudiziari competenti.
           Per dire la verità, tra le prime cose che ho
                             fatto, ho
chiesto a tutte le procure della Repubblica, una
volta delineato l'oggetto della mia indagine,
copia di qualsiasi atto che potesse interessare:
ben pochi atti - a parte numerosi casi di fattiva
collaborazione - pervenuti.
Addirittura, dopo una certa data vi è stato un
fiorire di
indagini sulla massoneria, cosa di cui abbiamo
appreso attraverso la stampa, non attraverso le
segnalazioni dei colleghi. Questo è un altro
aspetto che credo successivamente sarà meritevole
di approfondimento.
        I casi di Palermo e di Trapani sono ormai ben noti
                               alla
Commissione. In Liguria vi è qualche altro caso;
un personaggio già condannato per associazione
mafiosa e omicidio, appartenente alla massoneria
che, secondo quanto si legge nelle informative e
negli altri atti, ha creato
un'impresa di natura finanziaria  in loco,
avvalendosi anche della collaborazione
professionale di qualche ex magistrato...
 MASSIMO BRUTTI.  Fameli?
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi.  Sì, vedo che è ben noto! e Credo che
sia in rapporti con ex appartenenti alle forze
dell'ordine, anche con funzionari di alto livello
dell'amministrazione statale.
         A proposito del circolo Scontrino di Trapani, nel
                               quale
avevano sede ben sei logge massoniche non so se
questa debba considerarsi riservatezza o
segretezza.
PRESIDENTE.  C'è una sentenza di condanna,
addirittura! AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della
Repubblica di
Palmi.  Per alcuni credo sia stata la prima
sentenza di
condanna in Italia. Però credo sia degno di
attenzione il caso del dottor Montalbano; vedo che
anche questo è noto...
PRESIDENTE.  Forse non tutti lo sanno...
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi.  Da quello che ho letto, il dottor
Montalbano, dirigente della squadra mobile di
Trapani, dopo 23 giorni dalla perquisizione da lui
eseguita nel circolo Scontrino, fu retrocesso -
non so se è esatto il termine usato, ma è quello
che leggo - per motivi riguardanti l'uso
dell'autovettura di servizio. Di fatto, fu privato
delle indagini e trasferito, fatto che, come
leggesi nella requisitoria del pubblico ministero
del luogo, "veniva commentato con tronfia
soddisfazione negli ambienti massonici". Il dottor
Montalbano era lo stesso che aveva scoperto la
raffineria di eroina in una contrada di Alcamo,
ritenuta la più grande d'Europa, che aveva
condotto con successo le indagini per la strage di
Pizzolungo e che si stava occupando delle indagini
sull'omicidio del dottor Ciaccio Montalto.
        Uno degli aspetti che interessano le mie indagini,
                              ma vedo
che ci sono difficoltà insormontabili anche da
questo punto di vista, riguarda la carriera di
determinati personaggi o la mancata carriera di
altri determinati personaggi. Si potrebbero -
credo - trarre esempi significativi.
        Per quanto riguarda le indagini sull'alta finanza,
                               avevo
indicato genericamente, sulla base del notorio e
soprattutto dell'attività esercitata dai singoli
aderenti alla massoneria, quali fossero le
attività che interessavano queste organizzazioni;
ovviamente quelle imprenditoriali e finanziarie
erano le principali, ma - ripeto - le indagini
sono limitate all'aspetto territoriale, a quello
locale.
Pagina 2211
Non è stato ancora possibile estenderle in campo
internazionale, sempre per i motivi di
inadeguatezza dei mezzi posti a nostra
disposizione.
          Mi era stato chiesto in che rapporti fossero le
                            obbedienze
locali con quelle internazionali. Ripeto:
qualunque sia la soluzione al problema, se questi
rapporti siano dovuti a iniziative di singoli
massoni, singoli appartenenti a varie logge o a
parti di logge o a intere logge, è certo che chi
si avvale sfrutta sia la struttura nazionale,
della massoneria, sia i suoi collegamenti a
carattere internazionale. E' significativo come
dopo la caduta del muro di Berlino siano
proliferate le logge nel paesi dell'est, anche
nell'ex Iugoslavia. D'altra parte è noto che dal
punto di vista finanziario la massoneria
israeliana è la più potente, così come questi
aspetti, questi collegamenti tra logge
internazionali possono sfociare in rapporti
commerciali, salvo poi vedere se dietro ad essi ve
ne siano altri sottostanti.
L'onorevole Matteoli mi ha chiesto se mi occupo
della
massoneria in generale o di quella deviata. E'
questa una domanda cui è difficile rispondere, nel
senso che mi occupo, come ho più volte detto,
della massoneria deviata; in che
proporzione l'attività massonica sia deviata e in
quale non lo sia, allo stato non lo posso dire. Ma
naturalmente - è chiaro -come in qualsiasi
organizzazione ove si verificasse...
 PRESIDENTE.  La deviazione non è una scelta
statutaria, per cui è difficile stabilire a priori
quanto sia deviata e quanto non lo sia.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi.  Alla fine si può.
 PRESIDENTE.  Alla fine sì.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi.  Dico sempre che se in seno ad un
partito ci sono...
SALVATORE FRASCA.  Se ci fosse Vishinskij ci
darebbe
subito la spiegazione!
PRESIDENTE.  Come lei sa, sono d'accordo con lei!
AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi.  In ogni caso, solo alla fine si potranno
trarre
delle conclusioni sulla proporzione tra eventuali
elementi o gruppi deviati, fermo restando che in
qualsiasi organizzazione, anche nelle ipotesi
peggiori, ci sono persone in perfetta buona fede,
così come può darsi che quanti sono in malafede si
celino dietro al paravento delle persone in buona
fede.
  Un'altra domanda riguardava la consistenza delle
attività deviate. Avevo fatto un'esemplificazione
sulla base dei personaggi appartenenti alla
massoneria implicati in dati procedimenti penali;
avevo detto in precedenza che nei fatti della
Tangentopoli milanese ci sono 39 inquisiti che
sono iscritti in liste massoniche, ma questo
riguarda un altro filone degli accertamenti.
Quando avevamo chiesto agli organi di polizia
giudiziaria di accertare se vi fossero
interferenze nelle attività degli organi pubblici,
la prima cosa che doveva essere fatta era questa:
vedere se questi personaggi di rilievo erano
implicati in procedimenti penali - ce ne sono
molti -, in procedimenti penali riguardanti reati
contro la pubblica amministrazione e da lì
sviluppare le indagini, cosa che, ripeto, è stata
fatta raramente. Da quanto si è visto, quello
dell'attività amministrativa è il campo
principale. Quello concernente i rifiuti tossici è
uno degli altri campi, ma sempre connesso alla
materia dei reati contro la pubblica
amministrazione.
  Mi è stato chiesto, a proposito del processo
Pesce, quale fosse lo stato del dibattimento. Di
processi contro la cosca Pesce ce ne erano tre. Il
primo, quello cosiddetto Pesce più 93, annullato
dalla Cassazione, si concluderà subito dopo le
ferie; il secondo, Arena più 53-56, si è concluso
a marzo con una sentenza di condanna; il terzo è
quello definito "mafia-politica". A proposito di
quest'ultimo mi è stato chiesto il perché di tale
definizione; ci tengo a ripetere che non si
Pagina 2212
tratta di un'etichetta che abbiamo dato noi. Si
tratta di un processo sorto nei confronti di
un'associazione mafiosa dedita anche al traffico
di stupefacenti, nel corso del quale si accertò
che in prossimità della penultima campagna
elettorale pervenivano telefonate da parte di
personaggi politici ad altri indicati come
mafiosi. Tali indagini furono poi sviluppate e
portarono - con ciò rispondo ad un altro dei
quesiti posti dal senatore Frasca - a quelle
perquisizioni elettorali che non furono fatte a
caso. Visto che si discuteva circa la sussistenza
dei rapporti tra mafia e politica, per verificare
tale sussistenza si stabilì ...
 SALVATORE FRASCA.  Non contesto - né potrei farlo
l'accertamento della verità ma la pubblicità.
         AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
                                di
Palmi . Credo che siano stati iniziati degli
accertamenti. SALVATORE FRASCA.  Avrà ascoltato
quello che ha detto
ieri il Capo dello Stato a proposito di questo: ha
avuto parole di censura nei confronti di chi
diffonde queste notizie. E' il Capo dello Stato!
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi . E' vero che subito dopo - non ricordo
se fosse il
giorno dopo le perquisizioni - ne diede notizia la
stampa. E' lo stesso discorso che venne fatto per
il sequestro dell'elaboratore elettronico presso
il Grande oriente d'Italia. Non siamo stati certo
noi a fornire tale notizia! Anche in quel caso
certamente non siamo stati noi a dare la notizia
delle perquisizioni elettorali e tanto meno a
comunicare i nomi, esatti o errati che fossero,
dei candidati, il cui materiale fu trovato presso
queste persone.
  Abbiamo disposto le perquisizioni con tutte le
precauzioni necessarie ... Abbiamo addirittura
prescritto l'obbligo della riservatezza anche
interna agli organi che dovevano eseguirle. Se poi
tali notizie vengono fuori, non da parte nostra,
né da parte di coloro che hanno eseguito le
perquisizioni, bisognerebbe accertarne lo scopo.
Mi è stato detto che non c'erano tutti i nomi. Ma
per dire la verità i pacchi contenenti il
materiale elettorale furono aperti da noi con
circa due, tre mesi di ritardo rispetto alla data
delle perquisizioni.
 SALVATORE FRASCA.  Una settimana prima i nomi
erano tutti sulla stampa. Il Capo dello Stato non
se l'è presa con i giornalisti in quanto ha detto
che è un loro diritto diffondere la notizia. Ha
aggiunto che gli interessati non possono essere
coloro i quali diffondono le notizie,
ergo  da dove provengono tali notizie? Dalla
magistratura, dagli uffici! Questo lo dice il Capo
dello Stato. Si tratta di un grave fatto di
malcostume giudiziario che deve cessare in uno
Stato di diritto come il nostro. Nessuno ha il
diritto di poter determinare il destino elettorale
di una persona una settimana prima della
conclusione della campagna elettorale.
 PRESIDENTE.  Hai perfettamente ragione, ma non
credo che il Capo dello Stato si riferisse a
Palmi, da quello che ho capito.
 SALVATORE FRASCA.  Nell'insieme! Però anche per
Palmi. Signor presidente, non è certo che il Capo
dello Stato si riferisse a Palmi, ma non è
altrettanto certo che lo escludesse.
 PRESIDENTE.  Innanzitutto, quello della
pubblicizzazione delle notizie è un problema molto
grave. Mi pare che il
procuratore della Repubblica stia dicendo che loro
aprirono i plichi, oggetto del sequestro, molto
tempo dopo; il che vorrebbe dire che una settimana
prima delle elezioni non avevano elementi in mano.
 SALVATORE FRASCA.  Allora è lei che li ha dati
alla stampa?
 PRESIDENTE.  Io no!
Pagina 2213
SALVATORE FRASCA.  Io neanche! Neanche gli
interessati? PRESIDENTE.  Ci fu, se non ricordo
male, uno degli
interessati che fece una conferenza stampa.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . No, fece una comunicazione alla stampa.
Comunque, volendo, questi fatti si possono
accertare. Io posso assicurare che il mio ufficio
non ha mai...
 SALVATORE FRASCA.  Se fossimo in uno Stato serio,
a quest'ora l'avremmo dovuto accertare. Poiché il
nostro Stato non è ancora serio, queste cose le
lascia passare, e via via si sta trasformando in
un regime, ecco che allora consente che avvengano
cose di questo genere, che sono all'antitesi dello
Stato di diritto.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Sono d'accordo che fatti del genere non
dovrebbero accadere e anch'io sarei curioso di
sapere se le notizie furono fornite e da chi.
Credo che sarebbe interessante saperlo!.
  L'oggetto del procedimento era dunque questo. In
questa attività di richiesta e di procacciamento
di voti (attività che fu ritenuta non occasionale
ma stabile), si ipotizzò una adesione da parte dei
politici che si avvalevano delle cosche per il
procacciamento di voti, una forma di
compartecipazione alla associazione, ma con questo
non si è mai voluto dire che il politico che
chiedeva voti ad una determinata cosca,
partecipava agli omicidi commessi da quest'ultima;
partecipava solo a quel settore dell'attività
mafiosa rappresentato dall'inserimento nella
pubblica amministrazione: riceveva voti e   in
cambio prometteva concessioni, appalti e via
dicendo.
Anche questo fu chiamato, se non sbaglio, un
teorema, salvo ad ottenere veste legislativa
allorquando fu modificato l'articolo 416- bis  e
fu introdotto l'articolo
416- ter  che punisce la promessa di voti a fronte
dell'erogazione di somme di denaro ma non prevede
altre ipotesi più realistiche, come la promessa di
voti a fronte dell'erogazione di altre utilità,
quali concessioni, appalti e via dicendo.
PRESIDENTE.  Questa ipotesi c'era, ma fu bocciata.
AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Io applico le leggi. A tale proposito è
stata anche chiesta la mia opinione, con
riferimento all'articolo 18 della Costituzione,
sugli articoli 1 e 2 della cosiddetta legge sulle
associazioni segrete. A mio modesto avviso tale
legge va oltre il dettato della Costituzione.
Quest'ultima vieta le associazioni segrete  sic et
simpliciter  non facendo
altre aggiunte. La legge in questione precisa il
concetto di segretezza, nel senso che deve
trattarsi di associazioni in tutto o in parte
segrete, i nomi dei soci debbono essere, anche fra
di loro, in tutto o in parte segreti, non devono
rendere note le attività e le finalità e devono
compiere attività di interferenza nei confronti
degli organi pubblici.
Questa aggiunta dell'interferenza sugli organi
pubblici
potrebbe essere considerata un di più rispetto al
dettato costituzionale che - ripeto - prevede e
vieta le associazioni segrete, prescindendo dalle
loro finalità. In sede di esame di eventuali
modifiche forse si potrebbe prendere in
considerazione questo aspetto, che ritengo
comunque sia stato valutato allorquando fu emanata
la legge del 1982.
  Si potrebbero prevedere altre ipotesi, cioè le
associazioni segrete che in quanto tali,
naturalmente, compiono attività rilevanti ai fini
dell'ordinamento costituzionale. Ma c'è sempre il
risvolto della medaglia; se si crea
un'associazione segreta il cui scopo sia quello
del gioco delle carte, tanto per fare un esempio
banale, è chiaro che ciò non avrebbe alcuna
rilevanza. Ma se sotto tale denominazione si
svolgono altre attività, allora le cose potrebbero
cambiare.
  Mi è stato chiesto a proposito della Sicilia
quali siano i rapporti tra la massoneria ed altre
congregazioni riservate
Pagina 2214
oocculte. Questo è un altro aspetto del problema!
Si
ritiene che oltre alle logge tradizionali vi siano
delle associazioni con varie denominazioni,
specialmente ordini cavallereschi - non solo in
Italia ma anche e soprattutto all'estero - che in
realtà sarebbero delle associazioni massoniche
camuffate, dei prestanomi di associazioni
massoniche. Proprio dagli atti della Commissione
antimafia risulta qualcosa a proposito di certi
ordini di cui fanno parte certi personaggi, membri
anche della massoneria. E' comunque uno degli
argomenti oggetto di indagine.
  Mi è stato poi chiesto cosa risulti
relativamente ai rapporti tra le logge e gli
appartenenti all'organizzazione Gladio. Anche in
questo caso, noi abbiamo acquisito gli elenchi di
tutti coloro che risultano aver appartenuto a tale
organizzazione; stiamo facendo dei controlli
incrociati. Forse è ancora prematuro...
PRESIDENTE.  Ma ci può essere sempre un secondo
incontro! AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della
Repubblica di
Palmi.  Siamo in una fase intermedia, tra quella
ricognitiva e            quella investigativa vera
e propria. Con i mezzi di cui
disponiamo non è possibile pervenire non solo a
risultati definitivi ma ad un quadro della
situazione che sia appagante.
Mi è stato poi chiesto se alla massoneria fossero
iscritti
alti funzionari appartenenti alla polizia o ai
carabinieri, o parlamentari. Sono in corso degli
accertamenti, in quanto, come ho già detto, per
diverse migliaia di iscritti alle logge del Grande
oriente d'Italia non è indicata l'attività svolta,
così come, per il Centro sociologico, per tutte. A
parte errori ed altri inconvenienti, stiamo
accertando quanti di questi personaggi
appartengano alla polizia ed ai carabinieri.
Sicuramente ve ne sono moltissimi. Per quanto
riguarda i parlamentari iscritti alla massoneria,
per ora posso dire che ne risultano 28, alcuni dei
quali non sono più in carica nell'attuale
legislatura, alcuni già iscritti alla ex loggia
P2. Se volete, posso comunque fornirvi gli
elenchi.
PRESIDENTE.  Ha con sé questi elenchi?
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Sì, li ho con me; tuttavia, mentre abbiamo
ovviamente le generalità dei parlamentari, di
alcuni non abbiamo la data di nascita nelle schede
delle varie obbedienze e non vorrei che vi fosse
qualche caso di omonimia.
 PRESIDENTE.  L'importante è che lei segnali che
possono esservi omonimie.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Posso indicare i nomi di coloro la cui
identità è stata accertata; posso anche indicare,
riservandosi ovviamente di svolgere indagini al
riguardo, i nominativi degli omonimi.
FABRIZIO ABBATE.  E' preferibile non indicare gli
omonimi.
 PRESIDENTE.  Si tratterebbe non di omonimi ma di
coloro per i quali non è stato ancora fatto
l'accertamento.
  Può lasciarci questo elenco?
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi . Considerato il tempo che ho avuto a
disposizione,
non vorrei che chi ha effettuato i rilevamenti sia
incorso in errore. Ho comunque con me un elenco di
parlamentari ex "piduisti" (ve ne sono 19), ma non
tutti sono ancora in carica.
  Ho inoltre un elenco di parlamentari aderenti
alla massoneria, che sono 28. Tuttavia, poiché non
dispongo delle generalità, non vorrei incorrere in
errori o in casi di omonimia. Posso comunque
fornirvi quanto prima l'elenco.
PRESIDENTE.  Potrebbe intanto farci pervenire
l'elenco
dei nominativi per i quali vi sono elementi certi
e successivamente inviarci gli ulteriori dati man
mano che accerta l'identità dei vari soggetti.
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          Ritengo comunque che su tale questione dobbiamo
                             procedere
in seduta segreta.
  Non essendovi obiezioni, proseguiamo i nostri
lavori in seduta segreta. Dispongo la
disattivazione del circuito audiovisivo interno.
 (La Commissione procede in seduta segreta) .
 PRESIDENTE.  Riprendiamo i nostri lavori in
seduta pubblica. Dispongo la riattivazione del
circuito audiovisivo interno.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi . Il senatore Frasca lamentava la
divulgazione di
notizie. In realtà, la notizia della perquisizione
pervenne proprio da una dichiarazione alla stampa
o da una interrogazione parlamentare. Tuttavia,
nel momento in cui si effettuano 300
perquisizioni, anche se esse vengono condotte con
le dovute cautele o nottetempo, è ovvio che
l'operazione diventa pubblica. Non so comunque chi
abbia fornito i nomi (non so neppure se siano
esatti ovvero parziali) dei candidati cui si
riferiva il materiale sequestrato.
                Dapprima non ho avuto tempo, ma poi
                       intenzionalmente non
ho aperto i plichi perché non volevo avere a che
fare con tali questioni. Quindi, solo
successivamente si accertò a chi si riferiva il
materiale sequestrato.
         Mi è stato poi chiesto qualcosa sui rapporti tra
                             partiti e
massoneria. Se è vero il teorema (chiamiamolo
così) dell'esistenza della massoneria deviata, si
tratterebbe di una specie di superpartito o
partito trasversale, visto che alla massoneria
appartengono, ovviamente in proporzioni diverse,
aderenti a tutti i partiti, sia pure con una
maggiore frequenza di taluni, ma nessuno è
escluso; anche partiti che ideologicamente non
dovrebbero avere a che fare con la massoneria
contano loro aderenti in quest'ultima.
           PAOLO CABRAS.  Anche i partiti che lo vietano
espressamente nei loro statuti.
 AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di Palmi . Sì, anche quelli. Vi è comunque una
maggiore
concentrazione da parte di determinati partiti;
non so se sia opportuno che dia le relative
indicazioni.
ROSARIO OLIVO.  C'è una classifica della densità?
AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Sì, c'è una classifica ma praticamente
nessuno è escluso, anche se taluno è rappresentato
in maniera, per così dire, sparuta o occasionale.
  Rifacendomi sempre alla domanda del senatore
Brutti su che cosa occorra fare, per la verità,
neanch'io saprei dirlo ed è inutile che dia le
solite risposte secondo cui é necessario disporre
di un organico adeguato o di un contingente di
polizia giudiziaria all'altezza della situazione.
Credo che occorrerebbe soprattutto una maggiore
volontà di accertare in che cosa consista il
fenomeno massonico, dopo di che i problemi si
risolverebbero automaticamente.
  Per quanto riguarda quella che ho definito come
una generale riluttanza, indisponibilità o altro a
svolgere queste indagini, non vorrei essere
frainteso: non intendo cioè fare affermazioni
astratte; quanto sto dicendo è documentabile caso
per caso e all'occorrenza userò questa
documentazione, da cui risulterà la serie delle
richieste specifiche e la serie delle risposte
evasive, elusive o delle mancate risposte.
  Se mi sarà consentito di andare avanti in queste
indagini, mi riprometto, anche per non deludere
generali aspettative, di fornire risultati più
precisi, perché è strano come dopo che queste
indagini sono state avviate e dopo che esse sono
state divulgate, certamente non da noi, sia nata
una sorta di spirale di aspettative, tanto che si
attendeva chi sa cosa, forse una messe di arresti
o almeno di informazioni di garanzia.
         Io sto raccogliendo dei dati e dei risultati e al
                              momento
opportuno, lo
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ripeto, se me lo si consentirà, fornirò i
risultati delle indagini. Se poi qualcuno aspetta
gesti clamorosi solo per dimostrare che si sta
indagando, non credo che aderirò a tali richieste,
tranne nei casi espressamente previsti dalla
legge.
PRESIDENTE.  La ringrazio molto, signor
procuratore. Da
parte nostra, potremmo inviarle, per memoria, un
appunto
contenente i documenti che lei via via ha proposto
di inviarci, altrimenti non credo possa ricordarli
tutti.
AGOSTINO CORDOVA,   Procuratore della Repubblica
di
Palmi . Sì, ritengo che ciò sarebbe opportuno.
Posso
comunque lasciare subito la copia delle deleghe
che mi è stata richiesta; dovrei soltanto
cancellare i nomi di taluni indagati.
 PRESIDENTE.  Allora, una volta cancellati i nomi,
può lasciarci il documento.
  Ringrazio ancora una volta il procuratore della
Repubblica Cordova e ricordo ai colleghi che la
Commissione è convocata martedì 13 luglio alle ore
9,30 per l'adempimento noto.
La seduta termina alle 13,20.

 


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