Frammenti di Bacchilide
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TEMPIO DI ZEFIRO

Questo tempio, innalzato nel campo, lo dedica Eudemo al più fecondo di ogni vento, Zefiro: alla preghiera, in aiuto si mosse, per fargli vagliare più presto il frutto delle pingui spighe.
(Antologia Palatina, a cura di F.M.Pontani, Einaudi, 1978)

Qui seguono dei frammenti reperiti nei Deipnosofisti di Ateneo di Naucrati:

da EROTICA

"E Bacchilide: 'Quando, sollevando più alte ancor le candide braccia, essa piegò il polso per codesti giovanotti". (782, e; 667, c).

Il frammento, riportato due volte, descrive le scene sensuali osservabili durante giochi con movimenti armoniosi (ankylè) e che Ateneo dice chiamarsi 'cottabos', durante il quale "essi flettono il polso destro", e rimanendo sdraiati sul fianco opposto, con la sola agilità del polso, dovevano i commensali lanciare rimanenze di vino dal bicchiere in un contenitore posto al centro della sala.

"Gli skyphoi della Beozia sono citati da Bacchilide nelle seguenti righe, nei quali egli si rivolge ai Dioscuri, invitandoli alla celebrazione: 'Nessuna carcassa di bovini v'è, e neppure oro, e neanche purpurei tappeti, ma un gentile cuore, ed una dolce Musa, e delizioso vino in skyphoi Beoti'". (500; b).

Delle righe esaustive sul termine 'skyphoi' si trovano nella scheda sul poeta Stesicoro. Qui invece riferiamo del termine iporchematico, che comporta che il coro, durante le celebrazioni, doveva sia cantare che danzare al contempo. Bacchilide dice che era "Un compito né per sedere né per indugiare". (631; c).

 

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