Academo fu un eroe greco, e dopo la sua morte il suo nome venne dato ad
una borgata di Atene. In tale area della città sorse poi il ginnasio che ebbe stesso nome
e che ebbe gli insegnamenti di Platone dal 387 a.C. Insegnamenti validi al punto che ne
nacque una scuola di pensiero. La caratteristica maggiore della scuola che per prima si
pone in evidenza è la sua longevità: durò nove secoli, finché l'imperatore Giustiniano
(il maggiore degli Imperatori dell'Impero d'Oriente, ordinatore del Corpus di leggi romane
poi riprese ed applicate da Napoleone Bonaparte) non ne decretò la soppressione (529
d.C.)
Tale lungo arco di tempo spinge sempre gli studiosi a suddividere la vita della scuola
in più fasi. Una suddivisione semplice, in tre fasi, (antica, media, nuova Accademia) a
seconda delle variazioni di indirizzo teorico degli insegnamenti, vede il periodo compreso
tra il IV ed il III secolo a.C. con il lavoro dei dotti fedeli al pensiero del fondatore
(Speusippo, Senocrate, Polemone, Cratete).
Il periodo seguente, sino al I secolo a.C. - durante il quale venne sostenuta da
Arcesilao, Carneade, Clitomaco - e la fase nuova del I secolo a.C. con i nuovi dettami
voluti da Filone di Larissa e Antioco di Ascalona (il maestro di Cicerone) che pur entrò
in contrasto di idee col maestro Filone.
Fondando poi la scuola di Atene di indirizzo neoplatonico, di fatto Plutarco (da non
confondere con l'omonimo di Cheronèa vissuto circa cinquecento anni dopo, ed autore delle
Vite Parallele) reistaura l'Accademia per la sua ultima fase. |