Comunicazione in tempo realeIRCIRC sta per Internet Relay Chat: si tratta di una forma di conversazione fra due o più persone realizzata attraverso la tastiera di un computer invece che attraverso mezzi più tradizionali, come il telefono, o, ancor più naturalmente, la viva voce. Molti ritengono che 'parlare' attraverso un computer sia una forma di comunicazione impropria, in qualche misura 'alienata'. In realtà il chat telematico ha delle peculiarità che altri sistemi di comunicazione non hanno, e offre perciò prospettive nuove e interessanti. È possibile che - come del resto per altre forme di comunicazione interpersonale - vi siano aspetti negativi e controindicazioni. Ma si tratta senz'altro di un fenomeno sociale, prima che tecnologico, che vale la pena studiare. Come pochi altri mezzi di comunicazione, inoltre, il chat in rete annulla disparità di età, cultura, sesso e ceto sociale. Vecchi e giovani, belli e brutti, dietro una tastiera (e un monitor) sono tutti uguali. Nei paragrafi seguenti ci occuperemo brevemente di IRC con client a caratteri e grafici. Per saperne di più sull'argomento, consigliamo comunque fin d'ora la consultazione delle pagine su IRC, curate da Marina Berati, raggiungibili alle coordinate: http://www.inrete.it/irc/ircpage.html (sono in italiano). Chat testuale attraverso client a caratteriAi chat si può partecipare sia con un client a caratteri, sia con uno grafico. Tipicamente ai client a caratteri si accede 'chiamando' via telnet un IRC server: un computer, cioè, che svolge le funzioni di 'centralina telefonica', mettendo in contatto fra loro le varie persone interessate a una conversazione. Come vedremo più avanti, il chat, specie con le ultime generazioni di client grafici, mette a disposizione moltissime funzionalità, oltre al semplice chiacchierare. Alcune di queste funzionalità con un client a caratteri non sono disponibili o richiedono procedure decisamente complicate, ma se non vi interessa scambiare file on-line, e vi accontentate di semplici chiacchiere, un client a caratteri va benissimo. È inoltre alla portata anche dei computer con ridottissime capacità di calcolo: perfino le agendine elettroniche tascabili dell'ultima generazione, purché connesse in rete, possono farci partecipare a un chat. Il reperimento degli indirizzi dei server IRC raggiungibili via telnet, anche se attualmente sono più di un centinaio, è la cosa più complicata per i neofiti: non esiste infatti una lista definitiva e stabile, e i server di questo tipo hanno mediamente vita breve perché - comprensibilmente - le università che solitamente li ospitano non investono molte risorse in questo tipo di applicazioni. La cosa migliore da fare per ovviare al problema è probabilmente quella di iscriversi alla mail-list italiana dedicata a IRC e chiedere ai partecipanti quali host sono attivi nel dato periodo. Come per le altre liste di distribuzione postale (ne abbiamo già parlato) per iscriversi è sufficiente una e-mail, senza soggetto, con contenuto: 'subscribe irc-it vostro_nome_ cognome' da inviare al seguente indirizzo: listproc@vaimo.cce.unipr.it. In alternativa ci si può collegare via WWW a queste coordinate: http://www2.undernet.org:8080/~cs93jtl/IRC.html. Una volta trovato un host raggiungibile via telnet (al momento è attivo, tra gli altri, telnet2.eu.undernet.org, porta 7766, oppure porta 6677), abbiamo a nostra disposizione una nutrita serie di comandi. Da notare che con alcuni programmi per il telnet il semplice tasto 'Invio' va sostuito da 'CTRL' + 'J' (digitare 'J' tenendo premuto 'CTRL'), oppure 'CTRL' + 'Invio'. In un chat con interfaccia a carattere i comandi si distinguono dei semplici messaggi perché sono tutti preceduti dalla barra inclinata: '/'. Un comando molto utile, specie nei primi tempi, è '/help', che visualizza un sintetico manuale. Con '/help intro' ci viene invece spedito un documento che introduce al sistema in generale. Il comando '/join #canale', dove 'canale' è una sequenza di caratteri, consente di entrare nel vivo di un chat. Collegati ai vari server IRC nel mondo possono esserci molte migliaia di persone contemporaneamente, delle più diverse nazionalità e, quindi, delle più diverse lingue. I 'canali' sono le stanze virtuali nelle quali queste persone si riuniscono, a gruppi di poche decine (è bene infatti che non si superi un certo numero di partecipanti, perché diversamente il canale diventa caotico). Di solito il nome di un canale indica il tipo di 'chiacchiere' che ospita; gli italiani, ad esempio, sceglieranno preferibilmente il canale 'italia' (comando: '/join #italia'), che è sempre attivo. Esistono vari tipi di canali: oltre a quelli pubblici, ci sono quelli privati, per i quali è necessaria una password, e quelli segreti, che non compaiono nemmeno nell'elenco generato dal comando '/list'. Entrati in un canale per parlare non dovremo fare altro che ricorrere alla nostra tastiera e chiudere ogni frase premendo il tasto 'Invio'. Suggeriamo frasi non troppo articolate, così da restare al passo - sempre un po' frenetico - dei chat. Si tengano bene a mente, inoltre, le norme della 'netiquette', il galateo di Internet. In una conversazione via chat è facile incappare in malintesi; calma e buone maniere sono il sistema migliore per ridurre al minimo le noie. Prima di dare un'occhiata alle potenzialità dei client grafici, riassumiamo in una tabella i principali comandi del chat a carattere.
IRC con client graficoTutti i comandi relativi al chat visti nelle pagine precedenti, e numerosi altri, sono disponibili in maniera un po' più semplice attraverso un programma con interfaccia grafica come mIRC per Windows. Al solito, vedremo nel dettaglio i comandi di uno specifico client, ma i principi di funzionamento sono generali. L'utente che per la prima volta si trovasse di fronte un client grafico per chat rimarrebbe impressionato dalla mole di comandi e opzioni a sua disposizione. Fortunatamente però quelli essenziali sono intuitivi e a portata di mano. Lanciato il programma, nel nostro caso mIRC di Khaled Mardam-Bey, si apre automaticamente una finestra nella quale sono elencati i server IRC (l'elenco è personalizzabile) e nella quale possiamo inserire i nostri dati (nome, cognome, soprannome - che verrà usato per essere identificato nei chat - e indirizzo di posta elettronica). Selezionato con il mouse un qualsiasi server (conviene sceglierne uno geograficamente vicino a noi) si apre automaticamente una seconda lista, anche questa personalizzabile, nella quale sono elencati alcuni canali. Un click sul canale desiderato ci metterà in condizione di parlare con le persone presenti. Grazie a un client per chat grafico si possono attivare più conversazioni private contemporaneamente, ognuna visualizzata in una sua finestra separata (è sufficiente un doppio click sul soprannome della persona con la quale si vuole parlare), ed è possibile entrare in più canali (nel mondo virtuale siamo dotati anche dell'ubiquità!), oppure scambiare file binari con altri utenti collegati. Di solito si ricorre a quest'ultima possibilità per lo scambio di immagini. La procedura viene identificata con la sigla DCC (Direct Client To Client), e fa sì che i dati passino da un computer all'altro direttamente, anziché attraverso il server IRC. DCC è uno strumento particolarmente utile perché, unito alla possibilità di creare canali protetti con password, consente, ad esempio, delle conferenze telematiche, con scambio anche di grafici e altro, a costi ridottissimi. Le procedure DCC si attivano dal menu di programma omonimo.
Da notare che tra i comandi messici a disposizione da mIRC c'è anche un finger (selezionare con il mouse il menu 'Tools', quindi 'Finger...'), che fornendo un indirizzo di posta elettronica consente di ottenere maggiori informazioni sul suo 'propietario'. Per concludere, una nota curiosa: sul sito http://www.panservice.it/ è disponibile una sorta di album fotografico dei frequentatori abituali del chat. Ovviamente è possibile inserire anche una propria foto.
Il telefono in reteIn questi ultimi anni i modem hanno subito una veloce evoluzione, le loro prestazioni sono aumentate considerevolmente, fino alle versioni attuali che, con determinati accorgimenti e qualche compromesso sulla qualità, sono in grado di trasmettere suono in tempo reale. Ma - viene da chiedere - una volta faticato tanto per aggiungere il modem al normale telefono, perché utilizzarlo proprio per replicare le funzionalità del telefono? Il fatto è che se utilizziamo il modem per collegarci (con una telefonata urbana) a Internet, e se la velocità di connessione è sufficiente a trasmettere audio digitalizzato, potremo 'parlare' a viva voce con altri utenti della rete, collegati magari dall'Australia. E tutto ciò, pagando sempre e solo la nostra telefonata urbana. Le reti telematiche, insomma, possono diventare concorrenti temibili - a costi assai più bassi - delle reti telefoniche internazionali. Non stupisce dunque che diverse software house abbiano sviluppato programmi in grado di permetterci, se disponiamo di un computer dotato di microfono e scheda audio, di fare una 'telefonata' via Internet. Ma - considerato che, allo stato attuale delle cose, la qualità del suono è notevolmente inferiore a quella di una normale telefonata - vale davvero la pena di spendere tante energie in una simile tecnologia? E perché la Netscape l'ha addirittura integrata di serie nelle ultime versioni del suo browser (Netscape Atlas)? I fattori decisivi, che fanno capire come il telefono in rete non sia affatto un gioco, sono tre. Il primo, di cui si è già parlato, è quello del prezzo: tipicamente una telefonata intercontinentale fatta via Internet costa quanto una telefonata urbana. Il secondo fattore è il progresso tecnologico: nel giro di pochi anni disporremo di linee molto più veloci, in grado quindi di veicolare il suono con una qualità sempre migliore (e va tenuto conto che il suono digitalizzato può essere assai più fedele di quello trasmesso attraverso gli impulsi elettromagnetici di un collegamento telefonico tradizionale). Infine, come si è già accennato, la tecnologia Internet tende a diffondersi anche all'interno delle reti locali (si tratta del cosiddetto fenomeno Intranet, al quale si è già accennato), che in genere garantiscono già collegamenti perfettamente adeguati per la trasmissione di audio digitalizzato di buona qualità: non è un caso che Netscape Atlas, che come si è detto incorpora un programma per la 'telefonia telematica', nasca con un'attenzione particolare per il mondo delle reti locali. Le telefonate via Internet vengono fatte per il momento da una piccolissima fascia di utenti, così piccola da non avere ancora spinto le compagnie telefoniche a prendere provvedimenti. Ma ci sentiamo di prevedere che in futuro la sfida della telefonia digitale via rete si farà sentire - e tenderà probabilmente a provocare sensibili riduzioni nelle tariffe telefoniche internazionali. CoolTalkIl più noto programma per le telefonate via Internet si chiama IPhone; abbiamo tuttavia scelto di parlare di CoolTalk della InSoft, sia perché è stato recentemente incluso nella dotazione di Netscape (e diventerà quindi probabilmente uno standard), sia perché offre alcune funzionalità in più.
Lanciato il programma, per effettuare una telefonata si deve selezionare con il mouse il menu 'Conference', e poi 'Start...'. Appariranno due elenchi: 'Address book' e 'IS411 Directory'. Nel primo caso, si tratta di un elenco telefonico 'personale', che possiamo via via integrare con i nomi dei nostri corrispondenti; nel secondo, di un elenco di persone registrate presso uno dei server in rete in grado di sfruttare il protocollo CoolTalk. Per parlare con una delle persone indicate negli elenchi è sufficiente un doppio click con il mouse sul suo nominativo. Nel caso in cui, come probabile, la persona con cui volete parlare non sia nell'elenco, potete aggiungerla voi all'Address book, fornendone l'indirizzo di posta elettronica. È evidente che CoolTalk, e programmi simili, funzionano solo se anche il proprio interlocutore ne dispone. È inoltre necessario che voi e il vostro interlocutore siate collegati contemporaneamente. Non sono rari i casi in cui utenti di questi programmi si danno appuntamento attraverso una telefonata normale, e poi proseguono la conversazione - spendendo assai meno - via Internet. Le funzionalità in più offerte da CoolTalk rispetto a molti programmi analoghi consistono nel cosiddetto 'Chat Tool' e nella 'Shared Whiteboard'. Il 'Chat Tool' non è altro che un semplice, ma utile, strumento che ci consente di scambiare messaggi con il nostro interlocutore in forma scritta: un appunto, un nome difficile da pronunciare, ecc.; in sostanza, permette di costruire una sorta di 'chat' personale, utilizzabile anche per la spedizione di file di testo. Può rivelarsi prezioso anche se la velocità di connessione o l'affollamento della rete impedissero la trasmissione di audio di buona qualità. La 'Shared Whiteboard' è invece pensata espressamente per le conferenze (anche se può avere altri usi). Mette infatti a disposizione degli utenti collegati una sorta di lavagna condivisa, sulla quale ciascuno può scrivere o disegnare: la vostra lavagna e quella del vostro interlocutore saranno mantenute automaticamente 'allineate' dal programma, e l'effetto sarà quello di avere a disposizione una lavagna unica.
Verso il videotelefonoConsiderata la possibilità di digitalizzare e trasmettere via Internet dei suoni, realizzando vere e proprie telefonate in rete, sorge spontanea l'idea di affiancare all'audio anche il video: non potremmo sfruttare Internet anche per fare videotelefonate? Anche se la velocità attuale della rete e delle connessioni non consente ancora trasmissioni di alto livello qualitativo, i primi esperimenti sono già stati fatti. Va detto anzi che investimenti sul 'videotelefono telematico' sono ingenti, sia in attesa delle maggiori velocità di connessione che saranno possibili con la tecnologia ATM, sia, anche in questo caso, per le enormi potenzialità di videotelefonia in rete locale che si aprono con reti Intranet. Esiste già anche un prodotto utilizzabile dal largo pubblico: CU-SeeMe. Audio e immagini sono di qualità davvero scarsa, ma vale la pena di dare a questo prodotto un'occhiata un po' più ravvicinata: ci permette infatti di gettare uno sguardo su un tipo di applicazioni che sicuramente faranno parte del futuro della rete. CU-SeeMeInnanzitutto, gli ingredienti: un computer dotato di scheda sonora e microfono, ma anche di una piccola telecamera in grado di riprendere immagini in bianco e nero e inviarle a una scheda digitalizzatrice (una sorta di 'scanner video'). Sorprendentemente, quest'ultimo accessorio non è necessariamente costoso: esistono piccole telecamere di questo tipo (complete di scheda e software) in vendita a un prezzo vicino alle trecentomila lire. Serve poi, naturalmente, il programma CU-SeeMe, reperibile senza problemi in rete. A questo punto, le istruzioni sono semplicissime: basta collegarsi (è necessario un collegamento alla rete diretto o di tipo PPP), lanciare il programma, e scegliere dal menu 'Conference' l'opzione 'Connect'. Ci verrà richiesto il nome del sito con il quale connetterci: di norma sarà quello di un sito pubblico, una sorta di 'sala per videoconferenze' (una, riservata agli utenti registrati del programma, corrisponde ad esempio al computer nysernet.com; il programma stesso ci suggerirà una serie di altri indirizzi da provare). Una volta connessi, vedremo in una piccola finestra in bianco e nero l'immagine 'live' del nostro interlocutore (o dei nostri interlocutori, se in quel momento alla conferenza partecipano più persone). Preparatevi a un video (e a un audio) di cattiva qualità, molto a scatti: in casi felici, l'immagine verrà aggiornata 1-2 volte al secondo, ma con un collegamento via modem il refresh video sarà spesso ancor peggiore. Ma l'emozione di una videoconferenza c'è tutta. Per immagini fluide, a colori e a tutto schermo e per un suono di alta qualità, invece, occorrerà armarsi di parecchia pazienza, e attendere ancora qualche anno. Se volete saperne di più su CU-SeeMe, il consiglio è quello di iscrivervi all'apposita lista: si chiama 'cu-seeme-l' e se ne diventa membri spedendo il solito messaggio "subscribe cu-seeme-l <nome cognome>" all'indirizzo listserv@cornell.edu.
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