Come si naviga in Internet

Armati del bagaglio teorico acquisito nel capitolo precedente, accostiamoci adesso al più pratico dei problemi: come si fa a navigare in Internet? Che computer serve, quali programmi si devono usare, a chi ci si deve rivolgere per ottenere l'accesso alla rete?

Domande fondamentali, alle quali è bene cercare di dare risposte chiare e precise. Innanzitutto: cosa serve a una persona che voglia collegarsi a Internet da casa propria, e che non disponga di linee dedicate destinate esclusivamente a questo scopo? Fondamentalmente, cinque cose:

  • un telefono (per essere più esatti, una linea telefonica)
  • un modem
  • un computer
  • uno (o più) programmi installati sul computer, capaci di controllare il modem, di garantire il corretto flusso di dati in ingresso e in uscita, e di rendere possibili le operazioni che desideriamo compiere in rete (ad esempio scrivere messaggi di posta elettronica, visualizzare pagine di informazioni, ecc.)
  • un fornitore di connettività, cioè un servizio privato o pubblico che disponga di un computer collegato permanentemente alla rete e al quale sia possibile accedere via modem. Il computer del fornitore di connettività costituirà un po' la nostra porta di accesso a Internet.

La linea telefonica sarà il nostro canale di comunicazione con la rete: in sostanza, quando vorremo collegarci 'telefoneremo' (lo farà per noi il modem, controllato dal computer) al numero indicatoci dal nostro fornitore di connettività. All'altro capo del filo risponderà un altro modem, collegato al computer del fornitore di connettività. I due computer (il nostro e quello remoto) inizieranno a 'dialogare' - un po' come accade quando si stabilisce una connessione fra due macchine fax - e dopo aver effettuato il 'login' (dopo esserci cioè fatti riconoscere fornendo il codice utente e la password che avremo ottenuto dal fornitore di connettività al momento dell'abbonamento) potremo iniziare a navigare nella rete. Quando vorremo chiudere il collegamento, non dovremo fare altro che 'abbassare la cornetta del telefono': anche in questo caso penserà a tutto il modem, in risposta a un nostro comando via computer.

Dunque, la linea telefonica è il canale di collegamento, mentre possiamo pensare al modem come a un interprete, che si occupa di tradurre i dati trasmessi e ricevuti in modo tale che possano viaggiare lungo la linea telefonica. Il fornitore di connettività è invece il proprietario del computer remoto, che risponde alla nostra telefonata e ci apre le porte della rete.

Questo quadro sommario dovrebbe, speriamo, fornire una prima idea del meccanismo di un collegamento 'casalingo' a Internet.

Ci servono, si è detto, linea telefonica, modem, computer, programmi e fornitore di connettività. Sulla linea telefonica c'è (per ora) poco da scegliere: a meno che non vogliate affrontare i costi - ancora piuttosto alti - di una linea ISDN a tecnologia digitale (che tuttavia richiede modem e telefono particolari, anch'essi non proprio economici) userete la normale linea fornita dalla Telecom. Non ne serve una apposta, basta la nostra linea telefonica abituale, quella alla quale è collegato il telefono di casa. Tenete presente, però, che mentre siete collegati a Internet e impegnati a navigare nella rete il vostro telefono risulterà occupato: lo sta usando il computer. Quanto ai costi, la telefonata è in genere urbana (dal momento che avrete avuto l'accortezza di scegliere un fornitore di connettività che disponga di porte di accesso nella vostra stessa città), e la sua durata dipende solo da voi, proprio come nel caso delle telefonate normali. Per scaricare la posta che vi è arrivata e spedire quella che avrete preparato (operazioni che farete di norma 'fuori linea', per minimizzare i costi) bastano pochi secondi o pochi minuti; se invece vorrete navigare nella rete, cercare informazioni, o semplicemente curiosare in giro, tenete presente che gli scatti telefonici corrono (anche se sempre col ritmo relativamente tranquillo di una telefonata urbana).

Quanto al tipo di modem da comprare, la scelta preferibile è ormai quella di un modem a 28.000 baud: se ne trovano attorno alle 400.000 lire. Se proprio si volesse risparmiare, si può acquistare un modem a 14.400 baud, per il quale serviranno circa 200.000 lire. I modem a velocità inferiori sono ormai decisamente da scartare.

Più complessa è la scelta del fornitore di connettività: come già accennato, è opportuno si trovi nella nostra città o nel nostro distretto telefonico, in modo da pagare telefonate urbane; il canone di abbonamento annuo per una utenza privata dovrebbe aggirarsi sulle 200.000-300.000 lire. Inoltre, sono preferibili i fornitori che dispongono di linee di collegamento alla rete di sufficiente 'portata': un fornitore commerciale con un numero di abbonati superiore al centinaio dovrebbe avere una linea di connessione ad almeno 256K. Tenendo presente queste indicazioni generali, dovrà essere l'utente a individuare, all'interno della vasta scelta disponibile, il fornitore che si adatta meglio alle sue esigenze. Si tratta di un panorama mutevole e composito, che sarebbe difficile analizzare in questa sede: una qualunque rivista su Internet fornirà elenchi esaurienti e aggiornati.

Resta dunque il problema di individuare il computer giusto, e i programmi da utilizzarci sopra. Sono scelte importanti, che dipendono in parte anche dal tipo di collegamento a Internet del quale si dispone.

Va ricordato infatti che essere 'collegato a Internet' può voler dire cose assai diverse fra loro: può indicare il pieno accesso a tutte le funzionalità della rete, ottenuto in genere da casa attraverso un collegamento di tipo PPP (e abbiamo già spiegato di cosa si tratta), oppure può indicare un accesso parziale, che permetta ad esempio il solo scambio di posta elettronica. In sostanza: per sapere quali strumenti di navigazione utilizzare, è necessario in primo luogo aver chiaro il tipo di collegamento Internet che si ha a disposizione.

Un problema in più? Non necessariamente. Infatti, nel corso del 1995, praticamente tutti i fornitori di accesso a Internet si sono allineati sugli standard più avanzati, offrendo ai propri abbonati un collegamento pieno, di tipo PPP. E lo stesso vale ormai per la grande maggioranza degli accessi a Internet nel mondo universitario e della ricerca. La ricetta è dunque semplice: se siete per la prima volta alla ricerca di un accesso a Internet, controllate che il vostro fornitore vi consenta un accesso di tipo PPP o almeno di tipo SLIP (il tipo di accesso offerto dovrebbe essere sempre esplicitamente dichiarato - e in ogni caso chiedere una conferma non guasta mai). In caso negativo... cercate un altro fornitore: ormai l'offerta non manca. Se invece utilizzate Internet da qualche tempo, con ogni probabilità avrete già fatto il salto a un collegamento PPP. In caso contrario, informatevi presso il fornitore: è assai probabile che gli accessi PPP siano già disponibili, e il solo problema sarà riconfigurare il programma di collegamento e magari cambiare il numero telefonico chiamato abitualmente.

Nel seguito, supporremo in genere che il lettore disponga di un accesso pieno a Internet. Non mancheremo tuttavia di fornire alcune indicazioni per chi fosse rimasto 'indietro': può succedere soprattutto a chi, abitando in provincia e non in una grande città, sia costretto ad accedere a Internet attraverso la rete Itapac, che spesso non consente di raggiungere le velocità di collegamento necessarie a un uso 'completo' di Internet. Va ricordato, comunque, che il numero di fornitori 'locali' di connettività Internet è in continuo aumento: trovarne uno che operi all'interno del nostro stesso distretto telefonico dovrebbe risultare sempre più facile.

I ferri del mestiere

Supponiamo dunque di disporre di una linea telefonica e di aver scelto un fornitore di connettività. Il passo successivo sarà quello di scegliere il computer e i programmi da utilizzare per collegarsi alla rete. Molto spesso non si tratta di una vera e propria scelta: vorremmo infatti usare il computer del quale già disponiamo, o che ci è fornito dall'ufficio, dall'università, dalla scuola nella quale lavoriamo. Ma... sarà abbastanza potente? Se volete limitarvi allo scambio di posta elettronica, e ad alcune funzionalità di base come il trasferimento di file (FTP) o il collegamento in modalità terminale a sistemi remoti (telnet - il significato di queste sigle sarà più chiaro in seguito) probabilmente sì: va bene quasi qualunque cosa, un vecchio PC, un vecchio Mac, un Atari ST, un Amiga...

Se invece - e ne vale la pena - volete entrare in Internet in maniera un po' più completa, il consiglio è quello di procurarvi un computer IBM compatibile con processore 486 o Pentium, almeno 4 Mb di memoria RAM (meglio 8) e sistema operativo Windows 3.1 o - meglio - Windows 95 (in quest'ultimo caso gli 8 Mb di RAM sono obbligatori, e 16 sono consigliati). Oppure un Apple Macintosh recente o un PowerPC, con sistema operativo 7.0 o superiori e anche in questo caso almeno 4 Mb (meglio 8) di memoria RAM. Per procurarsi una macchina adeguata servirà una cifra compresa fra i 2 e i 4 milioni - e sarà un investimento che difficilmente rimpiangerete.

Naturalmente, ogni computer avrà poi bisogno del proprio specifico software di collegamento, e i programmi da scegliere e le procedure da seguire per configurarli variano di caso in caso. Andiamo a dare un'occhiata insieme alle situazioni più comuni.

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